patrickuzzo ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
Scusami ho dimenticato la faccetta.....
Ciao
"23 Novembre 1980 : la terra trema ! In 90 terribili secondi si consuma una
drammatica scossa sismica che causa oltre 3.000 morti e parecchie decine di
migliaia di sfollati. Nella provincia di Avellino e in quella di Salerno
interi paesi scompaiono sotto le rovine ( nella sola Laviano rimangono
uccisi quasi il 50% degli abitanti); a Napoli crolla la torre di via Stadera
: farà da sola circa 100 morti"
Il terremoto del Friuli fu un sisma che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:06 del 6 maggio 1976.
La zona più colpita fu quella a nord di Udine, con epicentro il monte San Simeone situato tra i comuni di Trasaghis e Bordano nelle vicinanze di Osoppo e Gemona del Friuli e forza pari a 6,4 della scala Richter[1], e intensità pari al decimo grado della scala Mercalli.
La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia, investì principalmente 77 comuni italiani con danni, anche se molto più limitati, per una popolazione totale di circa 80.000 abitanti, provocando, solo in Italia, 989 morti e oltre 45.000 senza tetto. Anche la zone dell'alta e media valle del fiume Isonzo, in territorio jugoslavo (ora sloveno) venne colpita, interessando in particolare i comuni di Tolmino, Caporetto, Canale d'Isonzo e Plezzo.
L'11 settembre 1976 la terra tremò di nuovo: si verificarono infatti due scosse alle 18:31 e alle 18:40, la prima delle quali del 5.8 della scala Richter[2].
Il 15 settembre 1976 prima alle ore 5.00 circa e poi alle ore 11.30 si verificarono ulteriori scosse di oltre 10 gradi della scala Mercalli. Tutto quello che era rimasto ancora in piedi dopo il 6 maggio, crollò definitivamente.
I comuni di Trasaghis, Bordano, Osoppo, Gemona del Friuli, Buja e Venzone furono completamente rasi al suolo, in quanto furono le località maggiormente colpite. La popolazione di quei comuni fu trasferita negli alberghi di Grado, Lignano Sabbiadoro, Jesolo e altre località marittime. Là furono ospitati anche i terremotati di altri comuni, rimasti senza alloggio.
Nonostante una lunga serie di scosse di assestamento, che continuò per diversi mesi, la ricostruzione fu rapida e completa. Il Governo Italiano nominò il 15 settembre l'on. Giuseppe Zamberletti Commissario straordinario del Governo incaricato del coordinamento dei soccorsi. Gli fu concessa carta bianca, salvo approvazione a consuntivo, che regolarmente il Parlamento approvò. In collaborazione con le Amministrazioni locali, i fondi statali destinati alla ricostruzione furono gestiti direttamente da Zamberletti assieme al governo regionale del Friuli Venezia Giulia.
Dal settembre a dicembre 1976 tutti i terremotati furono sistemati in prefabbricati, così da poter affrontare l'inverno in un'abitazione sicura. Finito il mandato di Zamberletti il governo regionale del Friuli Venezia Giulia, grazie ad un'attenta ed efficiente gestione delle risorse, poté, nell'arco di circa dieci anni ricostruire interi paesi. Ancora oggi il ricordo di come venne gestito il dramma post-terremoto, viene ricordato come un alto esempio di efficienza e serietà.