<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> E' illegale controllare l'attività on-line dei dipendenti | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

E' illegale controllare l'attività on-line dei dipendenti

Molte persone scattano come molle non appena sentono parlare di controllo sui dipendenti, di verifica di quello che essi fanno durante l'orario di lavoro ecc., tirando in ballo ineccepibili considerazioni di principio sulla libertà individuale, sul diritto alla riservatezza personale e così via.

Premettendo che si tratta di questioni spesso delicate e che quindi, come sempre, non è giusto generalizzare, vorrei sapere come quelle persone si comporterebbero di fronte ad un idraulico che, chiamato a casa loro per riparare una perdita al costo di 30? l'ora, si mettesse a un certo punto a fare delle telefonate a titolo personale o a guardare le previsioni del tempo sul palmare, facendo rientrare tali operazioni nel calcolo del tempo impiegato per la riparazione.
 
marimasse ha scritto:
Molte persone scattano come molle non appena sentono parlare di controllo sui dipendenti, di verifica di quello che essi fanno durante l'orario di lavoro ecc., tirando in ballo ineccepibili considerazioni di principio sulla libertà individuale, sul diritto alla riservatezza personale e così via.

Premettendo che si tratta di questioni spesso delicate e che quindi, come sempre, non è giusto generalizzare, vorrei sapere come quelle persone si comporterebbero di fronte ad un idraulico che, chiamato a casa loro per riparare una perdita al costo di 30&#8364; l'ora, si mettesse a un certo punto a fare delle telefonate a titolo personale o a guardare le previsioni del tempo sul palmare, facendo rientrare tali operazioni nel calcolo del tempo impiegato per la riparazione.

Le persone che conosco io, anche in ambiente sindacale, scattano "come molle" solo quando si parla di controlli a distanza. Che sono proibiti dalla legge.

Personalmente non ho problemi: in azienda i siti "proibiti" (ovvero quellli potenzialmente dannosi per l'azienda stessa) sono bloccati a livello di firewall e proxy, il resto è accessibile. E per fortuna, aggiungerei, dato che spesso e volentieri le informazioni che servono si trovano più facilmente con google che con il database documentale interno.... :rolleyes:

Ho avuto "capetti" che rompevano l'anima ed altri che non si fanno alcun problema perchè, molto semplicemente, il mio lavoro lo faccio (pure bene e rispettando gli obiettivi) anche se tra una chiamata e l'altra (o tra una pratica e l'altra) leggo un articolo o posto in un forum.

Cordiali Saluti
Fulcrum
 
marimasse ha scritto:
Molte persone scattano come molle non appena sentono parlare di controllo sui dipendenti, di verifica di quello che essi fanno durante l'orario di lavoro ecc., tirando in ballo ineccepibili considerazioni di principio sulla libertà individuale, sul diritto alla riservatezza personale e così via.

Si parla di Statuto dei Lavoratori.
Quindi ancora prima di privacy e altro.
Non mettere insieme verifica del lavoro con il controllo del lavoratore: sono due cose molto differenti.
E' giusto che il mio capo mi controlli il lavoro che ho fatto, ma non è giusto che io abbia un cane da guardia alle spalle per controllare ogni minimo movimento.
 
Non a caso ho premesso che si tratta di una questione molto delicata che può presentare molte sfumature e che quindi non va sottoposta a giudizi sommari.

Nessun accenno, peraltro, alla questione dell'idraulico (o elettricista o altro) pagato a ore che viene a casa vostra mezza giornata a fare una riparazione e si interrompe ripetutamente per controllare la posta elettronica rispondendo ad alcuni messaggi e per fare delle telefonate che nulla hanno a che vedere con la vostra riparazione . In quel caso come la mettiamo?
Gli paghereste di buon grado anche i 10 o 20 euro relativi al tempo che ha trascorso al telefono? o no?
 
marimasse ha scritto:
Nessun accenno, peraltro, alla questione dell'idraulico (o elettricista o altro) pagato a ore che viene a casa vostra mezza giornata a fare una riparazione e si interrompe ripetutamente per controllare la posta elettronica rispondendo ad alcuni messaggi e per fare delle telefonate che nulla hanno a che vedere con la vostra riparazione . In quel caso come la mettiamo?
Gli paghereste di buon grado anche i 10 o 20 euro relativi al tempo che ha trascorso al telefono? o no?

Domanda maliziosa.
Sarebbe un esempio perfetto se il dipendente controllato prendesse lo stesso stipendio dell'idraulico.
Ma dato che il dipendente il suo stipendio ce l'ha stabilito a priori mentre l'idraulico se lo stabilisce lui.... ;)

Ripeto il fatto: tu datore di lavoro mi dai un lavoro da fare. Se io non lo faccio perché cazzeggio su internet, perché sono fuori a fumare, perché non ciò voglia te ne accorgi non dall'avermi messo un cane da guardia sulle spalle, ma perché NON ho fatto il lavoro.
Tu l'idraulico lo puoi controllare ogni momento, ma non sai se sta facendo il lavoro o se sta perdendo tempo....
 
silverrain ha scritto:
marimasse ha scritto:
Nessun accenno, peraltro, alla questione dell'idraulico (o elettricista o altro) pagato a ore che viene a casa vostra mezza giornata a fare una riparazione e si interrompe ripetutamente per controllare la posta elettronica rispondendo ad alcuni messaggi e per fare delle telefonate che nulla hanno a che vedere con la vostra riparazione . In quel caso come la mettiamo?
Gli paghereste di buon grado anche i 10 o 20 euro relativi al tempo che ha trascorso al telefono? o no?

Domanda maliziosa.
Sarebbe un esempio perfetto se il dipendente controllato prendesse lo stesso stipendio dell'idraulico.
Ma dato che il dipendente il suo stipendio ce l'ha stabilito a priori mentre l'idraulico se lo stabilisce lui.... ;)

Ripeto il fatto: tu datore di lavoro mi dai un lavoro da fare. Se io non lo faccio perché cazzeggio su internet, perché sono fuori a fumare, perché non ciò voglia te ne accorgi non dall'avermi messo un cane da guardia sulle spalle, ma perché NON ho fatto il lavoro.
Tu l'idraulico lo puoi controllare ogni momento, ma non sai se sta facendo il lavoro o se sta perdendo tempo....

non credo che sia così; a meno che il dipendente sia pagato a cottimo, non è che "ti danno un lavoro da fare".

tu dipendente sei pagato per fornire la tua prestazione, non per raggiungere un risultato
e generalmente sei pagato in proporzione al tempo, non in proporzione alla quantità di opera svolta.

ovviamente ci sono posizioni lavorative nelle quali è facile (per dimensione aziendale e/o mansione o per altro) misurare l'efficienza del lavoratore, ed altre invece in cui è difficile o impossibile

in quelle in cui l'efficienza è riscontrabile, credo che nessun datore di lavoro si metta a questionare se un dipendente efficiente si pigli degli spazi per sé, su internet o in altro modo (io, per esempio, faccio così)
dove il responsabile (che potrebbe essere un sovraordinato, e non necessariamente l'imprenditore) non ha modo di misurare l'efficienza, si pone il problema almeno di monitorare se il lavoratore (e penso a molte posizioni burocratiche, sia nel pubblico che nel privato) dedica al lavoro il tempo che gli viene pagato.

non è tanto diverso da fare la spesa nell'orario di lavoro
abitudine diffusa in certi settori, e pacificamente condannata dalla opinione generale

direi che le posizioni manichee, sull'uno o sull'altro fronte, siano entrambe poco accettabili
 
Io navigo ANCHE per divertimento.
E sul posto di lavoro, nessuno mi può rompere le scatole.
Però se un dipendente cazzeggia regolarmente invece di lavorare ............
 
belpietro ha scritto:
non credo che sia così; a meno che il dipendente sia pagato a cottimo, non è che "ti danno un lavoro da fare".

Ogni dipendente ha un lavoro da fare. Per lo meno, nella mia esperienza lavorativa, ho sempre avuto dei compiti da svolgere entro un determinato tempo.
E' sempre stato il mio "capo" a dirmi cosa dovessi fare e quanto tempo avessi a disposizione. Sul come entra in gioco la mia professionalità. Sul tempo ovviamente lui tirava dalla sua parte, io dalla mia.
Tu datore di lavoro hai tutti gli strumenti per verificare che il tuo collaboratori (ma molto figo dire così) lavorino così senza spiarli.

belpietro ha scritto:
tu dipendente sei pagato per fornire la tua prestazione, non per raggiungere un risultato
e generalmente sei pagato in proporzione al tempo, non in proporzione alla quantità di opera svolta.

In genere spero che i miei collaboratori lavorino per raggiungere il risultato, nel tempo stabilito e con la qualità appropriata.
Attenzione che stiamo parlando di chi ha la possibilità di navigare su internet, che è ben diverso da chi è attaccato a una linea di produzione.

belpietro ha scritto:
in quelle in cui l'efficienza è riscontrabile, credo che nessun datore di lavoro si metta a questionare se un dipendente efficiente si pigli degli spazi per sé, su internet o in altro modo (io, per esempio, faccio così)

Si ma il discorso non cambia. Tu non puoi controllare a distanza un tuo dipendente. Punto. Se non vuoi che cazzeggi su internet HAI gli strumenti per farli SENZA ledere né lo statuto del lavoratore, né la legge sulla privacy.
Se non vuoi utilizzarli perché preferisci fare il figlio di p...ana allora è giusto che tu venga punito.
Io non sto difendendo il diritto al cazzeggio, ma al contrario di proibirlo o controllarlo nel RISPETTO delle leggi. (Oltretutto è parte del mio lavoro :D)

belpietro ha scritto:
dove il responsabile (che potrebbe essere un sovraordinato, e non necessariamente l'imprenditore) non ha modo di misurare l'efficienza, si pone il problema almeno di monitorare se il lavoratore (e penso a molte posizioni burocratiche, sia nel pubblico che nel privato) dedica al lavoro il tempo che gli viene pagato.

Se non si riesce a valutare l'efficacia e l'efficienza di un lavoratore, beh come azienda è messa veramente male. Un po' di riorganizzazione e di qualità non farebbe male. Serve una collaborazione? ;)

belpietro ha scritto:
non è tanto diverso da fare la spesa nell'orario di lavoro
abitudine diffusa in certi settori, e pacificamente condannata dalla opinione generale

Molto diversa. Stai equiparando il cazzeggio a un reato penale: truffa hai datti della PA o peculato.
Se tu falsifichi una bollatura o esci senza permesso è ben differente come azione...
 
belpietro ha scritto:
non credo che sia così; a meno che il dipendente sia pagato a cottimo, non è che "ti danno un lavoro da fare".

tu dipendente sei pagato per fornire la tua prestazione, non per raggiungere un risultato
e generalmente sei pagato in proporzione al tempo, non in proporzione alla quantità di opera svolta.

Please, puoi spiegarlo all'azienda per la quale lavoro?

Siamo talmente pieni di obiettivi, spesso in palese contrasto tra loro, che volevano legare il premio di risultato a 27 diversi indicatori di risultato... :rolleyes:

Senza contare che, stante l'utilizzo integrale di sistemi informativi per lo svolgimento dell'attività lavorativa, possono tenere traccia persino dei singoli tasti premuti mediante un banalissimo keylogger.

ovviamente ci sono posizioni lavorative nelle quali è facile (per dimensione aziendale e/o mansione o per altro) misurare l'efficienza del lavoratore, ed altre invece in cui è difficile o impossibile

Per esempio?

in quelle in cui l'efficienza è riscontrabile, credo che nessun datore di lavoro si metta a questionare se un dipendente efficiente si pigli degli spazi per sé, su internet o in altro modo (io, per esempio, faccio così)

E così fanno, per fortuna (e tralasciando iniziative personali di qualche "capetto" più realista del re) anche in azienda.

dove il responsabile (che potrebbe essere un sovraordinato, e non necessariamente l'imprenditore) non ha modo di misurare l'efficienza, si pone il problema almeno di monitorare se il lavoratore (e penso a molte posizioni burocratiche, sia nel pubblico che nel privato) dedica al lavoro il tempo che gli viene pagato.

Conosco alcuni settori della pubblica amministrazione (Regione, ci lavora mia moglie). Ed hanno i loro bravi indicatori di produttività. Non dissimilmente dai nostri, anche se per loro fortuna sono di meno e meno assurdi.

Posso dirti che, a mio modestissimo avviso ovviamente, se è impossibile (o assai arduo) valutare il raggiungimento di obiettivi e/o indicatori di produttività è solo perchè l'organizzazione è stata pensata da uno scimpanzè lobotomizzato? ;)

non è tanto diverso da fare la spesa nell'orario di lavoro
abitudine diffusa in certi settori, e pacificamente condannata dalla opinione generale

direi che le posizioni manichee, sull'uno o sull'altro fronte, siano entrambe poco accettabili

Su questo concordo in pieno.... :D

Cordiali Saluti
Fulcrum
 
silverrain ha scritto:
Ogni dipendente ha un lavoro da fare. Per lo meno, nella mia esperienza lavorativa, ho sempre avuto dei compiti da svolgere entro un determinato tempo.

ribadisco, dipende da lavoro a lavoro e da azienda ad azienda.

anche i miei dipendenti hanno dei compiti, e fatti quelli se hanno voglia vanno anche a fare la spesa.
usano la linea internet per lavoro, e pacificamente ci prenotano anche le vacanze.

ma non faccio del mio caso la regola generale.
tutto il resto, nelle mie considerazioni, va di conseguenza.
 
geltrudefroschio ha scritto:
miranda453 ha scritto:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_1673947851.html

che buon vento ti porta da queste parti :D
tu lo so che non vai su internet al lavoro ;)

com tornando in tema..
la domanda che ci si pone e' se navigare in internet durante le ore di lavoro aiuta a lavorare di piu,navigando uno si rilassa e quell ora che lavora rende al massimo..
oppure si stressa e combina guai per otto ore di fila??? :D :D :D

Passavo di qua :D
Come al solito c'e' chi ne abuserebbe collegandosi e distraendosi durante il lavoro, a me farebbe piacere averlo per navigare durante la pausa pranzo.
 
silverrain ha scritto:
...Sarebbe un esempio perfetto se il dipendente controllato prendesse lo stesso stipendio dell'idraulico. Ma dato che il dipendente il suo stipendio ce l'ha stabilito a priori mentre l'idraulico se lo stabilisce lui....
Credo ci sia un significativo equivoco di fondo.
Mi pare di capire che tu non saresti disposto a pagare all'idraulico quei 20/30?. Nemmeno io lo sarei, SE l'idraulico si facesse pagare a tempo, ovvero un tot per ogni ora che trascorre a casa mia.

Se invece l'idraulico mi dicesse, in fase di preventivo, "il tale intervento ti costerà 100? indipendentemente dal tempo impiegato", allora per me potrebbe anche fermarsi ad ascoltare un cd intero senza che la cosa mi disturbi più di tanto. Potrei al limite considerarlo pigro, prolisso, inefficiente, ma non potrei assolutamente accusarlo di scorrettezza o disonestà nei miei confronti.

Io non credo ci siano in giro tanti lavoratori dipendenti che sarebbero disposti ad essere pagati in base ai risultati tangibili del loro lavoro e non in base alle ore trascorse sul posto di lavoro. Per chi è abituato da sempre a timbrare il cartellino e a ricevere una retribuzione automaticamente riferita agli orari di ingresso e uscita si tratterebbe di una specie di terremoto. Vorrebbe dire, ad esempio, che se un impiegato dopo aver lavorato tutto un giorno ad una relazione tecnica la perdesse a causa di un malfunzionamento del computer egli, non avendo alcuna relazione da consegnare, non potrebbe pretendere di essere pagato per quella giornata di lavoro. In altre parole, la maggior parte dei dipendenti tecnicamente vende al proprio datore di lavoro il proprio tempo, non il risultato del lavoro.

Ecco allora che se l'idraulico mi vende il tempo che trascorre a casa mia, io esigo (e, ripeto, vorrei sapere chi non lo farebbe) che egli non perda tempo, perché il tempo che lui perde corrisponde a quattrini che io spendo.

Il tutto senza alcuna pretesa di classificare i lavoratori dipendenti o quelli autonomi come automaticamente e pregiudizievolmente migliori o peggiori; sarebbe anche ora di affrancarsi un po' da queste assurdità.
Si tratta però di meccanismi innegabilmente diversi, ciascuno dei quali ha i propri innegabili vantaggi e svantaggi.
Ovviamente in tutte le parrocchie esistono individui che si comportano più o meno correttamente ed onestamente di altri, ma questo è un altro discorso.
 
in altri paesi ti cacciano al volo, poi tenete presente che i filtri hardware o software non possono bloccare tutto e sono costosi, molto. oltretutto navigando tramite rete e terminale dell'azienda non vedo perchè l'azienda non possa sindacare quello che il dipendente fa. poi d'accordo ad evitare esagerazioni, ma non conosco casi sfociati in dispute dove le aziende abbiano contestato il fatto che il dipendente abbia letto un paio di articoli on line o roba del genere al giorno, nei casi da me conosciuti (e questo fa parte del mio lavoro) si tratta di solito di persone che perdono ore e sottolineo ore sulla rete e spesso visitando siti perlomeno discutibili e non parlo solo di sesso. l'articolo 4 della legge 300 è poi becero e insulso, io non posso controllarti remotamente, si, ma posso metterti uno dietro il culo tutto il giorno come preposto che guarda quello che fai!?!?
 
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