Oggetto: Class Action di fusione del doppio Archivio Nazionale Veicoli presso la Motorizzazione e presso il Pra.
La fusione del doppio archivio nazionale dei veicoli presso la Motorizzazione e presso il Pra si rende necessaria per attuare la semplificazione normativa dei servizi pubblici e per contenere la spesa pubblica, nonché per ridurre la pressione fiscale.
Il Ministero dei Trasporti (motorizzazione) e il PRA (pubblico registro automobilistico) svolgono compiti che in
altre nazioni sono accentrati in una sola funzione. Infatti entrambi ricorrono all'ANV (Archivio Nazionale Veicoli) per ottenere i dati necessari alle attività di rispettiva pertinenza.
Negli anni si è più volte infruttuosamente cercato di porre fine a tale anomala duplicazione; ultima iniziativa in ordine di tempo è stata il cosiddetto pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni (Decreto Legge n°7 del 31/01/2007 convertito in Legge n°40 del 2/04/2007) che prevedeva, fra l'altro, l'abolizione del PRA, Pubblico Registro Automobilistico, istituito nel lontano 1926, epoca nella quale il costo delle auto - in rapporto al salario medio - era tale da dover porre un?ipoteca sul bene acquistato.
In Italia abbiamo quindi da una parte il Registro della Motorizzazione Civile che sin dalla sua costituzione ha curato l'immatricolazione dei veicoli rilasciando il libretto di circolazione e la targa dei veicoli, mentre dall'altra il Pra che annotava la registrazione della proprietà dei veicoli sul foglio complementare poi divenuto CdP, considerati beni mobili registrati e quindi oggetto di ipoteca (l'auto - benché intestata all'acquirente - restava di proprietà del venditore sin tanto che questi non attestava l'avvenuto, totale pagamento che, registrato sul foglio complementare, liberava il bene dal vincolo ipotecario).
Nelle intenzioni del Legislatore il Decreto Bersani avrebbe dovuto abrogare le disposizioni riguardanti i beni mobili registrati eliminando il cosiddetto Certificato di Proprietà, e facendo venir meno, di fatto, la ragion d'essere dello stesso PRA (gestito dall?Aci) i cui uffici e dipendenti del Pra avrebbero dovuto venire assorbiti dal Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti e della Navigazione e dei Sistemi Statici e Informativi.
Usiamo il condizionale in quanto, tale Decreto non ha trovato applicazione e in molti continuano a chiedersi quale sia la logica lobbystica che tutt'ora inibisce il superamento di tale divisione di competenze che il buon senso vorrebbe accentrate, per semplificazione operativo-burocratica e contenimento dei costi, in una sola funzione, come già avviene per i ciclomotori. È opportuno ricordare, a proposito di costi, che nel 2006 il totale di bilancio della Motorizzazione Civile corrispondeva ad euro 332 milioni circa mentre le entrate dell'ACI ammontavano a circa 352 milioni 223 dei quali costituiti da diritti riscossi dal PRA.
Questa duplicazione è stata nel tempo oggetto di svariate iniziative avverse quali, ad esempio: una richiesta di referendum popolare accolta dall'Ufficio Centrale per i Referendum nel dicembre 1996 e respinta dalla Cassazione nel successivo gennaio '97 essenzialmente per vizi di forma; il progetto di Legge 1330/2003, rimasto - appunto - progetto; la stessa Legge Bersani, non ancora applicata nella parte della quale stiamo trattando.
Ci lamentiamo della pressione fiscale che è la più alta tra i paesi dell?UE e non siamo in grado di individuare dove tagliare gli spechi nella Pubblica Amministrazione. Quanti sono i dipendenti e gli immobili del Pra? Eppoi la motorizzazione non avrebbe personale. Forse urge una direttiva europea che normalizzi l?archivio veicoli nei vari stati dell?Unione Europea perché se aspettiamo il parlamento italiano...
Autore: Giovanni Notaro
Data: 27 febbraio 2009
Fonte: Omniauto.it
La fusione del doppio archivio nazionale dei veicoli presso la Motorizzazione e presso il Pra si rende necessaria per attuare la semplificazione normativa dei servizi pubblici e per contenere la spesa pubblica, nonché per ridurre la pressione fiscale.
Il Ministero dei Trasporti (motorizzazione) e il PRA (pubblico registro automobilistico) svolgono compiti che in
altre nazioni sono accentrati in una sola funzione. Infatti entrambi ricorrono all'ANV (Archivio Nazionale Veicoli) per ottenere i dati necessari alle attività di rispettiva pertinenza.
Negli anni si è più volte infruttuosamente cercato di porre fine a tale anomala duplicazione; ultima iniziativa in ordine di tempo è stata il cosiddetto pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni (Decreto Legge n°7 del 31/01/2007 convertito in Legge n°40 del 2/04/2007) che prevedeva, fra l'altro, l'abolizione del PRA, Pubblico Registro Automobilistico, istituito nel lontano 1926, epoca nella quale il costo delle auto - in rapporto al salario medio - era tale da dover porre un?ipoteca sul bene acquistato.
In Italia abbiamo quindi da una parte il Registro della Motorizzazione Civile che sin dalla sua costituzione ha curato l'immatricolazione dei veicoli rilasciando il libretto di circolazione e la targa dei veicoli, mentre dall'altra il Pra che annotava la registrazione della proprietà dei veicoli sul foglio complementare poi divenuto CdP, considerati beni mobili registrati e quindi oggetto di ipoteca (l'auto - benché intestata all'acquirente - restava di proprietà del venditore sin tanto che questi non attestava l'avvenuto, totale pagamento che, registrato sul foglio complementare, liberava il bene dal vincolo ipotecario).
Nelle intenzioni del Legislatore il Decreto Bersani avrebbe dovuto abrogare le disposizioni riguardanti i beni mobili registrati eliminando il cosiddetto Certificato di Proprietà, e facendo venir meno, di fatto, la ragion d'essere dello stesso PRA (gestito dall?Aci) i cui uffici e dipendenti del Pra avrebbero dovuto venire assorbiti dal Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti e della Navigazione e dei Sistemi Statici e Informativi.
Usiamo il condizionale in quanto, tale Decreto non ha trovato applicazione e in molti continuano a chiedersi quale sia la logica lobbystica che tutt'ora inibisce il superamento di tale divisione di competenze che il buon senso vorrebbe accentrate, per semplificazione operativo-burocratica e contenimento dei costi, in una sola funzione, come già avviene per i ciclomotori. È opportuno ricordare, a proposito di costi, che nel 2006 il totale di bilancio della Motorizzazione Civile corrispondeva ad euro 332 milioni circa mentre le entrate dell'ACI ammontavano a circa 352 milioni 223 dei quali costituiti da diritti riscossi dal PRA.
Questa duplicazione è stata nel tempo oggetto di svariate iniziative avverse quali, ad esempio: una richiesta di referendum popolare accolta dall'Ufficio Centrale per i Referendum nel dicembre 1996 e respinta dalla Cassazione nel successivo gennaio '97 essenzialmente per vizi di forma; il progetto di Legge 1330/2003, rimasto - appunto - progetto; la stessa Legge Bersani, non ancora applicata nella parte della quale stiamo trattando.
Ci lamentiamo della pressione fiscale che è la più alta tra i paesi dell?UE e non siamo in grado di individuare dove tagliare gli spechi nella Pubblica Amministrazione. Quanti sono i dipendenti e gli immobili del Pra? Eppoi la motorizzazione non avrebbe personale. Forse urge una direttiva europea che normalizzi l?archivio veicoli nei vari stati dell?Unione Europea perché se aspettiamo il parlamento italiano...
Autore: Giovanni Notaro
Data: 27 febbraio 2009
Fonte: Omniauto.it