<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Domanda banale.....ma forse non troppo! | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Domanda banale.....ma forse non troppo!

gino08 ha scritto:
Salve a tutti,sono un meccanico dipendente,questa domanda non me la sono mai fatta,comunque per me non è un fatto di legamenti e di non superamenti di punto morto superiore ed inferiore,il pms ed il pmi sono sempre al millesimo precisi,il motore compie sempre gli stessi movimenti che tu vada piano o che tu vada veloce,ma sono come ha detto luciopullo "residui di carburazione che vengono espulsi meglio agli alti regimi" e questi residui che comportano il malfunzionamento della carburazione quindi il rallentamento del motore,ecco perchè si dice che ogni tanto bisogna tirarle il collo,proprio per non far intasare valvole,sensori ed eventuale incollamento delle fasce elastiche provocandone il consumo di olio,tutto quì. ;)
Quello che dici è palesemente confutabile.

In base alla fisica, nel motore gli organi soggetti a una forza centrifuga agiscono con forze diverse a seconda della velocità.
 
Diverse sono, a mio avviso, le circostanze che comportano una variazione del comportamento del propulsore. Alcune possono avere valenza generale, altre sono da circoscriversi ad ambiti più specifici.
Partiamo dall'esecuzione del cosidetto "rodaggio". Anche se è vero che i motori vengono fatti girare per qualche tempo su un banco prima di essere montati su una vettura, c'è da evidenziare che questa iniziativa è volta alla verifica della corretta esecuzione del montaggio; poco o nulla può fare nei confronti dell'attuazione dell'assestamento tra le parti in reciproco movimento, sia sotto l'aspetto più propriamente dinamico che, non meno importante, termico.
Effettuare un congruo rodaggio è importante proprio per far avvenire con la dovuta gradualità i passaggi necessari per il compimento del processo di assestamento delle parti, per rendere le superifici meglio accoppiate e quindi recanti, almeno nei presupposti, una migliore funzionalità sopratutto nel medio-lungo termine.
Dovremmo ottenere, in tal modo, una meccanica più longeva, che consuma meno lubrificante, con tolleranze meccaniche che si mantengano più costanti durante tutto il periodo di esercizio. Questo è fondamentale per avere un motore, ma anche un cambio e più in generale una trasmissione con resa costante e buona affidabilità.
L'uso, poi, anche dopo il periodo di rodaggio si rivela estramente importante. E' bene non sfruttare la meccanica prima che questa sia ben calda, in modo da far lavorare intensamente i vari componenti solo al momento in cui il tenore della dilatazione termica si sia attestato su valori che ingenerino le giuste tolleranze di progetto.
Attualmente, e qui mi ricollego in toto a quanto già esposto in questo topic, la meccanica è in buona parte asservita ad una serie di controli elettronici. Le centraline sono ormai sempre più spinte verso l'attuazione della cosidetta "autoadattività", ovvero la rettifica, circostanziata, dei parametri di iniezione in funzione della specifica situazione d'uso. E' un espediente ormai molto comune, adottato per rendere un motore propenso a fornire buoni consumi ed una buona regolarità di funzionamento a fronte della contestuale capacità di erogare un buon livello prestazionale. Vengono rilevate con una certa cadenza le condizioni di guida e vengono interpretate in vario modo e catalogate nell'ambito di guida "economy" o "brillante". Da qui, la ECU adatta i proprio parametri per pilotare gli attuatori (iniettori, EGR, valvole sul collettore di aspirazione e quant'altro di attinente) in modo da avere una buona, in teoria la migliore possibile, resa nella specifica situazione di utilizzo sempre mantenendo il tenore di composizione dei combusti nell'ambito della normativa di omologazione.
Nello specifico di alcune realizzazioni, vi è da annoverare una circostanza particolare; mi riferisco agli attuali motori diesel turbocompressi ed alla gestione, sempre più restrittiva, del ricircolo dei gas di scarico al fine del contenimento delle emissioni dei NOx. il funzionamento di tale dispostivo può innescare fenomeni di sporcatura dei condotti di aspirazione che si instaurano particolarmente durante la guida a bassa andatura. I residui che in tal modo si vengono a formare, oltre a parzializzare la luce di passaggio di tali condotti, possono interferire con il funzionamento di dispositivi situati all'interno dei medesimi, come le farfalle deputate alla variazione della geometria dei condotti, recando un decadimento prestazionale che può essere anche di notevole entità. Analogamente, l'utilizzo continuo del comparto di iniezione in condizioni parziali, può provocare l'accumulo di residui di combustibili (più facilmente che di carburante per le proprie caratteristiche solventi) che possono limitare la funzionalità dei dispostivi menzionati con pregiudizio della resa del propulsore.
 
Quindi centralina a parte mi sembra ormai una certezza che il calo di resa prestazionale sia imputabile proprio all'accumulo di depositi che riducono le prestazioni del propulsore. Grazie anche a te meipso.
Forse non sono proprio in tema, ma volevo rendere partecipe chi come me non lo sapeva ancora di un'informazione interessante. L'importanza del riscaldamento del motore è in buona parte correlata al fatto che in particolare i pistoni debbano scaldarsi: viste le temperature decisamente più alte in prossimità della camera di scoppio e le conseguenti dilatazioni termiche che ne conseguono, i pistoni non sono perfettamente cilindrici, ma tendono a rastremarsi verso la sommità, sarebbero insomma de tronchi di cono, quando il motore arriva in temperatura la dilatazione maggiore in prossimità della camera di scoppio li farebbe dilatare rendendoli cilindrici.
 
Ciao a tutti, oggi finalmente ho avuto una risposta anche da 99octane del forum zona franca che con molta chiarezza ha esposto la sua versione a mio avviso erauriente. Vista la bontà del contenuto, riporto qui sotto l'intera risposta.

INTERVENTO DI 99OCTANE:

Prima di tutto mi scuso per la lunghezza del post, ma e' una questione complessa e mi e' stato chiesto di essere esauriente. Dunque:

IN (ESTREMA) SINTESI

Per essere sintetici, diro' che dipende dall'imbrattamento delle candele a basso regime (recuperabile con una tirata) e dall'usura (irreversibile) da carichi elevati se quest'uso e' protratto a lungo e in modo scriteriato.

Se volete sapere la storia intera e i dettagli, andate avanti a leggere.

NEL DETTAGLIO

I motivi sono diversi. I motori a scoppio sono progettati come un compromesso per funzionare bene a regimi diversi. Una conseguenza di cio' e' che, come la maggioranza dei meccanismi, se sottoutilizzati si rovinano.
L'estremo di questo principio, ovviamente, e' il motore lasciato li', spento, per mesi.
Nel caso di un motore usato costantemente a bassi regimi, ci sono diversi fattori da considerare.

Il primo e piu' diretto, per un motore a ciclo otto, e' che il motore e' progettato per funzionare bene a una data temperatura d'esercizio del motore stesso E delle candele. Si sente spesso parlare di candele "calde" e "fredde", ma questa definizione non ha niente a che vedere con il raffreddamento del motore, quanto alla temperatura corretta d'esercizio della candela. Questa, infatti, deve raggiungere una certa temperatura per funzionare bene, con una scintilla vivace ed efficace.
Sopra questa temperatura gli elettrodi si usurano precocemente e si puo' facilmente avere preaccensione spontanea della miscela con conseguente battito in testa.
Sotto questa temperatura l'effetto autopulente dell'elettrodo incandescente, che brucia eventuali depositi incombusti, viene a mancare e la candela si imbratta.
Questo avviene tipicamente quando un'auto viene guidata costantemente a bassi regimi. Il risultato e' un imbrattamento che peggiora l'accensione (i depositi oleo-carboniosi sono isolanti e ostacolano la scintilla) e rende il motore molto piu' pigro.
Nei motori a ciclo diesel, l'effetto e' analogo sugli iniettori, che si imbrattano e spruzzano male il gasolio.
Se la cosa non e' protratta troppo a lungo, una bella tirata ad alto numero di giri scalda il tutto e brucia via la schifezza, riportando il motore in condizioni di girare bello fluido.
Se pero' si e' esagerato, l'unica e' cambiare le candele o nei diesel, dove il costo di sostituzione degli iniettori e' proibitivo, far girare gasolio premium con additivi pulenti.

Ma questo e' un efffetto a breve termine, e solo il piu' immediato.
Un'altro effetto e' quello di una minore pressione dell'olio lubrificante, che puo' portare a un accumularsi di morchie o a una minor efficacia del velo lubrificante nei cuscinetti a strisciamento presenti in bielle e supporti di banco dell'albero a gomiti, tanto per citare i principali, ma anche negli alberi a camme e nei punti di contatto tra camme e bicchierini.
Questo e' gia' di per se' nocivo.
A cio' si aggiunge che, se si marcia sempre a bassi giri, si fanno anche accelerazioni da bassi giri. Queste comportano un carico sul motore MOLTO elevato.
Cosa vuol dire "carico sul motore"?
Accelerare significa compiere del lavoro.
La "potenza" del motore e' data dalla coppia esercitata all'asse dalla spinta dei pistoni, moltiplicata per il numero di "spinte" (giri) che abbiamo nell'unita' di tempo.
Poniamo che il nostro motore sia Zetec, schiavo al cantiere della piramide di re Tut. Zetec deve portare una tonnellata di pietre dalla cava alla piramide. Questo lavoro, equivale alla nostra accelerazione.
Ora: il capocantiere puo' essere un individuo comprensivo, che sa come si fa lavorare uno schiavo, e fa portare a Zetec 100 pietre da 10 chili. Il "carico" su Zetec e' leggero, e spostera' la sua tonnellata senza problemi.
Questo e' un motore che accelera scalando la marcia e tenendo un numero di giri piu' alto ed esercitando una coppia leggera. A tutto vantaggio di usura da strisciamento, usura della trasmissione, della frizione e di tutti gli organi sottoposti a sforzo.
Ma supponiamo di essere un capocantiere noncurante del fato dei suoi schiavi, che fa portare a Zetec 10 pietre da un quintale l'una!
Ecco che Zetec deve fare uno sforzo bestiale, rischiando di spaccarsi le ossa o farsi venire un'ernia per spostare quegli immani pietroni.
Questo e' un motore che gira a basso numero di giri cercando di riprendere con prontezza: ogni ciclo di combustione spinge con tutta la sua forza contro il pistone, cercando di spostare la massa dell'auto senza l'ausilio della demoltiplica data da una marcia piu' alta.
Aggiungiamoci che la pressione dell'olio e' tipicamente piu' bassa, e abbiamo tutti gli ingredienti per un usura maggiore.
Ma non solo.
Questa grande pressione andra' a spingere sul pistone cercando di farlo "scampanare", aumentando l'usura sulle fasce elastiche e sulla canna del cilindro, che a sua volta si deformera', specie in basamenti "open deck" (ossia con canne poco supportate e circondate da liquido di raffreddamento) come e' nella maggioranza dei motori commerciali, e si ha una bella ricetta per l'ovalizzazione dei cilindri.
E una volta che un cilindro e' ovalizzato, o le fasce usurate, non c'e' ammontare di marcia a regimi "brillanti" che ridara' al motore la sua compressione originale, ne' che potra' rilucidare dei cuscinetti usurati.
Un motore, per andare bene, ha bisogno di essere usato un po' a tutti i regimi, e soprattutto in quello di coppia massima, dove e' strutturato per dare il meglio, con una marcia adeguata a far si' che questa si traduca in una spinta al veicolo, invece che in uno sforzo sul motore stesso!

C'e', infine, un'ultima considerazione.
Le auto di oggi son farcite di elettronica che aiuta, in una certa misura, a contenere i consumi e a rendere le auto molto piu' tolleranti in termini di regimi di marcia, per esempio per quel che concerne le candele "calde" o "fredde".
Tuttavia, molte centraline oggi non hanno solo una mappa, ma diverse e riconoscono lo stile di guida prevalente e si adattano.
Se guidiamo paciosi e tranquilli, la centralina adotta la mappa "paciosa e tranquilla", sia allo scopo di risparmiare carburante, sia allo scopo di garantire le migliori condizioni del motore (per esempio le candele) che di ridurre gli inquinanti prodotti.
Ma ci vuole un po' per passare nuovamente alla mappa "sportiva", se decidiamo di darci dentro. La centralina infatti parte dal presupposto che stiamo solo facendo un sorpasso.
Sulla S2000, per esempio, si consiglia di staccare la batteria e poi ricollegarla dopo alcuni secondi per "resettare" la centralina sulla mappa originale (sportiva) prima di un uso in pista.
 
vissiv ha scritto:
Quindi centralina a parte mi sembra ormai una certezza che il calo di resa prestazionale sia imputabile proprio all'accumulo di depositi che riducono le prestazioni del propulsore. Grazie anche a te meipso.
Forse non sono proprio in tema, ma volevo rendere partecipe chi come me non lo sapeva ancora di un'informazione interessante. L'importanza del riscaldamento del motore è in buona parte correlata al fatto che in particolare i pistoni debbano scaldarsi: viste le temperature decisamente più alte in prossimità della camera di scoppio e le conseguenti dilatazioni termiche che ne conseguono, i pistoni non sono perfettamente cilindrici, ma tendono a rastremarsi verso la sommità, sarebbero insomma de tronchi di cono, quando il motore arriva in temperatura la dilatazione maggiore in prossimità della camera di scoppio li farebbe dilatare rendendoli cilindrici.

Entro in merito all'aspetto della conicità dei pistoni; in realtà, tale conicità è implementata nei cilindri che sono di diametro leggermente minore in prossimità della testata. Questo espediente è volto ad enfatizzare la tenuta dei segmenti proprio nel punto in cui i medesimi sono chiamati a svolgere il massimo livello della loro funzione; nella restante parte della corsa, il loro progressivo e graduale allentamento (che, rimarco, rimane comunque nell'ambito di proporzioni micrometriche) sortisce l'effetto, comunque positivo, di ridurre l'attrito e quindi l'usura delle parti coinvolte.
L'importanza del riscaldamento del motore è quindi ben più vasta e non è assolutamente circoscrivibile agli aspetti sopra citati; ad esempio, proprio per il fatto che il pistone è direttamente sollecitato sia in termini meccanici che termici dall'innesco dell'accensione, questo è costituito da materiali specifici e per di più conformati mediante una lavorazione particolare che minimizza l'insorgenza di fenomeni dilatativi o contrattivi di genesi termica. E' quindi una questione di raggiungimento dell'equilibrio termico, ovvero una certa omogeneità di temperatura tra le varie parti, in modo che tutte si trovino ad avere le tolleranze di accoppiamento, incluse le variazioni termiche, nelle corrette proporzioni.
 
Diamine guarda tu quante informazioni dettagliate in questo topic, bisogna stampare e mettere da parte... :D :D
Grazie meipso, grazie a tutti!!
 
Back
Alto