Temo che il piano Marchionne fosse solo melina in attesa del vero piano, ovvero la cessione di FCA. A Torino fanno una nuova piattaforma ogni 50 anni, fare la Giorgio senza minimamente considerare l'elettrificazione significa che in quella piattaforma non ci credevano. Se così non fosse sarebbe pire peggio, in quanto si dimostrebbe l'assoluta pochezza e miopia industriale
E ci sarebbero solo riferendosi alla nostrana industria tanti ma tanti casi....ma anche sbagli, abbagli, altro....
Una piccola storia facente parte non dell'automotive ma del mondo delle moto.
Una ditta di motorini ebbe un anno record. Record di vendite, successo "personale" dell'azienda e record di utili. La proprietà ringalluzzita dal successo dovuto gran parte a condizioni "temporanee" del mercato decise quindi ampliamenti (comperò un grosso capannone per fare motori) e decise altresì di "puntare" anche sul mercato "crescente" delle 125 finora alieno alle tradizioni della casa che si era specializzata per così dire in ciclomotori.
Creò così il suo primo 125 e per la motorizzazione, che non aveva in casa, si rivolse ad una azienda fornitrice esterna. IMHO quel 125 non era nè il più evoluto, nè il più bello, nè penso neppure il più economico 125 sul mercato, ma era quello che bastava all'azienda per "entrare" nel mercato seppur con un prodotto non modernissimo nè altamente competitivo IMHO.
L'azienda sempre in salute frattanto lavorò ad altri progetti, sempre in campo 125 stavolta più "adeguati" a quello che stava diventando un mercato "effervescente" da tutti i punti di vista.
Siamo ancora nella prima metà degli anni ottanta.
Frattanto una "grossa" e gloriosa azienda che doveva il suo successo alle gare fuoristradistiche dall'affanno passò al rantolo e questa che vedeva scemare l'interesse nei suoi prodotti ma deteneva un'esclusiva "importante" cioè l'esclusiva sulla fornitura di motori di una delle più note case dell'epoca....
Nel frattempo anche l'azienda che forniva i motori, invero già un pò "obsoleti" allora, alla azienda leader dei ciclomotori, fece un accordo di esclusiva con un'azienda nipponica per la fornitura di motori per 125 cosa che escludeva la possibilità di rifornire terzi.
La fortuna è un momento e se non la sai cogliere cambi completamente il tuo destino, e in quel caso la dea bendata passò ma l'azienda dei ciclomotori non la vide.
Preoccupati per il decremento di vendite dell'azienda fuoristradistica in crisi e quindi della fornitura di motorii dirigenti di quell'azienda individuarono proprio in quell'azienda di motorini che voleva "azzannare" anche il mercato dei sedicenni, sempre più numerosi alla ricerca della prima moto "vera", il loro naturale sbocco.
La trattativa però non andò in porto, il motore era sì moderno e performante ma troppo caro per gli standard dell'azienda di motorini. Così i dirigenti non si videro firmato l'accordo di esclusiva per il motore per la 125 dell'azienda che dai motorini voleva crescere.
E da lì in poco tempo la fortuna abbandonò quell'azienda. Quella dei motorini. Fece dei bei prodotti in un primo momento ma forse grazie al fatto di non essere performante a causa di un motore di un fornitore italiano inferiore al motore che gli era stato proposto e da quello della concorrenza queste moto, strada ed enduro vendettero mediamente poi sempre meno anche perchè non aggiornate ai ritmi forsennati del mercato di allora sino a "sparire" verso la fine degli ottanta.
La casa di motociclette fuoristrada dopo un breve e agonico tentativo di rilancio e riassetto societario sparì pure lei e.....
E ... e dalle ceneri nacquero i fiori....un "piccolo" assemblatore e produttore di bici motorini e moto da "cross" con prodotti moderni dal design aggiornato e grintoso riuscì ad ottenere quello che in un primo tempo gli fu negato per dimensioni e altro. L'esclusiva del famoso motore al "top" per i 125. Design fantasia creatività e anche tecnica grazie a quel motore fecero divenire in breve tempo quell'azienda un pò "artigianale" in un leader europeo di assoluto rilievo.