Scusa ma faccio fatica a "decifrare" ... puoi tradurre?![]()
Arrivo via MP
Scusa ma faccio fatica a "decifrare" ... puoi tradurre?![]()
Mi hai tolto le parole d bocca ... preciso che mi fa un male boia dirlo, perché so quanto dolorosa sia questa vicenda per i lombardi, sia per i tantissimi lutti subiti sia per come hanno visto gestire l'emergenza.
No Ari, purtroppo no. Lo dico consapevole che sto entrando sempre più nella fascia d'eta a rischio, ma se un rianimatore ha davanti a sè un 30enne ed un 55enne in pari gravi condizioni, interviene prima sul 30enne. In pubblico non lo dirà mai, ma è così ... ed è giusto che sia così
...e compito di chi gestisce la sanità è proprio quello di mettere il rianimatore nelle condizioni di non dover mai prendere una decisione del genere.No Ari, purtroppo no. Lo dico consapevole che sto entrando sempre più nella fascia d'eta a rischio, ma se un rianimatore ha davanti a sè un 30enne ed un 55enne in pari gravi condizioni, interviene prima sul 30enne. In pubblico non lo dirà mai, ma è così ... ed è giusto che sia così
Ora comunque questo non può più succedere, perchè c'è un'enorme esuberanza di posti-letto da rianimazione.
E di disturbi cognitivi e della sfera affettiva e relazionale nei bambini e ragazzi a cui viene sottratta la scuola per mesi e mesi?
Cosa possiamo fare per evitare lo “scoglio virus” senza distruggere il nostro modo di vivere?
Questa è, alla fine di questo lungo e spero non troppo noioso monologo, la domanda da cento milioni di euro. Allora, tornando ancora alla nostra allegoria della barca, provo a suggerire una modesta proposta, sotto forma di ricetta in tre punti molto semplici, da attuarsi mentre scegliamo di tornare a navigare più vicino allo “scoglio virus”: in altre parole, mentre torniamo a fare la nostra vita normale (e quando dico normale, intendo normale per davvero, proprio come nel maggio 2019):
1) Navighiamo usando un radar molto migliore. Qui si torna, molto semplicemente, al concetto di monitoraggio e sorveglianza epidemiologica, di cui ho parlato molte volte in passato, e che è quello che fanno gli epidemiologi veri, a partire dal grande Pier Luigi Lopalco. Si tratta in altre parole di usare in modo copioso i test virologici e sierologici per determinare sia il ritorno potenziale del virus che lo stato di immunità nella popolazione. Il tutto attraverso campionamenti capillari e ripetuti nel tempo sulla popolazione, analisi dei dati, e se necessario rapido intervento di identificazione e isolamento dei contatti (cosa che, come insegna l’ottimo Crisanti, può fare una differenza enorme nel ridurre il numero dei casi e dei morti), fino al possibile instaurare di zone rosse limitate sia nello spazio che nel tempo. È chiaro che si tratta di creare un’infrastruttura costosa, ma le sofferenze sia economiche che morali che si potrebbero evitare sono enormemente più alte.
2) Navigare avendo rafforzato la nave. In altre parole, si tratta di fare in modo che ci si faccia molto meno male se si torna a sbattere contro lo “scoglio virus”. Qui si torna, ovviamente, a parlare di preparazione, a livello di strutture ospedaliere, di gestione delle RSA, della presenza di personale (medici e infermieri, in primis) preparato a questo tipo di emergenza infettivologica, con un numero adeguato di dispositivi di protezione individuale, scorte di disinfettanti, ventilatori, letti di terapia intensive, e via discorrendo. Si tratta di creare una struttura strategica di riserva che consenta – se necessario e in tempi rapidissimi – di attivare fino a 10.000 posti letto di terapia intensiva in isolamento (due volte e mezzo il picco di ricoveri in terapia intensive per COVID-19 nel marzo scorso), con immediata disponibilità di personale, apparecchiature, ecc… Si tratta, dal punto di vista dei medicinali, di mettersi in condizione di poter usare rapidamente decine di migliaia di dosi di farmaci come Remdesivir, Tocilizumab, Baricitinib e possibilmente altri ancora, insieme a decine di migliaia di sacche di plasma di pazienti guariti e convalescenti (che si possono tranquillamente congelare per uso fino a 36 mesi). Anche qui si tratta di fare un investimento costoso, ma come detto sopra, il gioco varrebbe sicuramente la candela, per COVID-19 ma anche per altre pandemie che potranno arrivare in mondo sempre più globalizzato.
3) Ammorbidire lo scoglio. Questo è molto semplicemente il compito della scienza. Sviluppare un vaccino, trovare terapie più efficaci, escogitare mezzi sempre più adatti a tracciare e isolare le persone infettate (ma solo queste, non un intero Paese). È questo in fondo il vero messaggio della mia serie di articoli sull’ottimismo basato sulla conoscenza. Il punto centrale di quanto ho cercato di comunicare con i miei post, a volte troppo lunghi, altre volte troppo irruenti, spesso troppo noiosi, ma sempre improntati a questo tema: solo la scienza potrà eliminare per sempre questo brutto scoglio dalla nostra vita, ed è per questo che dobbiamo investire nella scienza e proteggerla dai suoi tanti nemici.
Conclusione
Concludo ribadendo che noi tutti, come persone e come società, abbiamo non solo il bisogno, ma anche il preciso dovere di tornare a fare una vita assolutamente normale, mantenendo ovviamente quelle buone abitudini di igiene personale, che, grazie al virus, abbiamo finalmente imparato.
Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai nostri figli e nipoti, a cui non possiamo chiedere indefinitamente di fare enormi sacrifici solo per calmare le nostre ansie o per alleviare le paure di leader politici timidi ed incompetenti, consigliati da esperti che non sono in grado di elaborare una strategia generale sul come affrontare la pandemia. Soprattutto, dobbiamo fare questa scelta di coraggiosa, consapevole e “preparata” normalità basandoci sulla nostra arma migliore: l’ottimismo sereno e razionale che deriva dalla nostra straordinaria capacità di generare ed applicare conoscenza. Grazie a tutti!
Guido Silvestri
Comprendo benissimo e noto che non sei l'unico. Penso che ad un certo punto nella maggioranza esploderà la voglia di normalitàGuarda....
Non leggo nemmeno....
Cambierebbe poco il principio del mio convincimento.
Comprendo benissimo e noto che non sei l'unico. Penso che ad un certo punto nella maggioranza esploderà la voglia di normalità
GuidoP - 1 giorno fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 2 mesi fa