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Covid-19 - argomento generico n.2 - fasi 1-2.

Stato
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Sono d'accordo, ma io per esperienza nel mio passato purtroppo non ho molta fiducia su di una fetta di popolazione, ci sarà chi esce come previsto dalla legge ma ci saranno anche tanti che il diritto di uscire in questo modo lo tramutano nel poi fare quello che preferiscono vanificando il rispetto degli altri.

Posso anche essere d'accordo, e lo sono, sul rischio/certezza di violazioni, ma la soluzione qual'è ? Imporre e tenere in piedi delle restrizioni che sono, per chi le rispetta in pieno e solo per loro, oltre il limite del sostenibile sia dal punto di vista economico che da quello sociale ? Oltre che dal punto di vista pratico naturalmente, tipo mascherine in Lombardia.
Ho letto giusto che ora che nella ordinatissima Corea del Sud stanno pensando di passare, per i veri 'quarantenati', dalla app sul cellulare al braccialetto elettronico ...

Ciao, Nicola.
 
..e si torna al discorso dei confini comunali: se prendo la macchina e vado a fare un giro - DA SOLO o se proprio bisogna con la moglie - lungo un argine a trenta km da casa, quale rischio corro?

Naturalmente si corre tutti il rischio che il tuo ragionamento lo facciano tutti, un po' in ottima fede come te, un po' in non in buona fede (o, diciamo, per 'necessità/urgenza percepita').
Il problema è che è un rischio che comincia ad essere ora di correre scientemente, secondo me.

Ciao, Nicola.

P.S. Leggevo ieri che l'età media dei decessi con/per coronavirus è 80 anni (fonte ISS, se non ricordo male).
 
Sono d'accordo, ma io per esperienza nel mio passato purtroppo non ho molta fiducia su di una fetta di popolazione, ci sarà chi esce come previsto dalla legge ma ci saranno anche tanti che il diritto di uscire in questo modo lo tramutano nel poi fare quello che preferiscono vanificando il rispetto degli altri.
Si Paolo questo é il problema principale, il comportamento da deficiente.
 
Posso anche essere d'accordo, e lo sono, sul rischio/certezza di violazioni, ma la soluzione qual'è ? Imporre e tenere in piedi delle restrizioni che sono, per chi le rispetta in pieno e solo per loro, oltre il limite del sostenibile sia dal punto di vista economico che da quello sociale ? Oltre che dal punto di vista pratico naturalmente, tipo mascherine in Lombardia.
Ho letto giusto che ora che nella ordinatissima Corea del Sud stanno pensando di passare, per i veri 'quarantenati', dalla app sul cellulare al braccialetto elettronico ...

Ciao, Nicola.

Credo che noi come paese abbiamo limiti, anche in termini di risorse, per tirare su quei sistemi di monitoraggio, quindi la soluzione non è delle più facili. Secondo me occorreva regolarizzare ancora di più il concetto di uscita necessaria, mettendo più paletti più restrittivi e limitando il concetto , credo che avremmo avuto molta meno gente che aveva motivi per uscire e si aiutava anche le forze del ordine a gestire la cosa. Per me invece in questo modo si è data priorità alla liberta individuale rispetto a quella collettiva soprattutto in ambito professionale, dal mio cliente si ha un struttura moderna per cui ogni scrivania è a una data distanza e tante altre accortezze che credo permetterebbero facilmente di riaprire e mantenere il distanziamento sociale, oltretutto con un controllo che potrebbe essere demandato alle figure già ora incaricate della sicurezza, ed invece è tutto chiuso, al contrario i mercati al aperto in tutta Italia sono aperti, giusto così, ma dalle immagini si vedono le scene di un normale periodo in cui la gente è intorno ai banchi, chiacchiera e via dicendo perche non è stato regolarizzato il flusso di gente che può andarci.
Poi se la maggioranza ritiene difficile stare a casa senza non poter uscire per 2 giorni di seguito mi rimetto a questa, però allora ci teniamo un processo di gestione del virus più lungo e non chiamiamo quello che abbiamo lockdown.
Ricordiamoci che stare in casa oltre a limitare il contagio aiuta tanti settori della società a concentrarsi sul emergenza, avere gente in giro, anche con un distanziamento, prevede un assistenza per tutto quello che in queste situazioni può accadere, mi riferisco al anziano che inciampa e cade, alla necessità della forza pubblica e via docendo
 
Un po' di antropologia in tempo di Covid19, per condividere un sorriso (amaro)...

«Cara, hai visto il mio giubbotto antiproiettile? Devo andare al supermercato». Se non va così, poco ci manca: in questi tempi di reclusione forzata, fra i capolavori del Coronavirus c' è anche quello di aver completamente ridefinito i luoghi e non-luoghi delle nostre pulsioni elementari. La paura, l' impazienza frustrata, la violenza mal trattenuta e slatentizzata davanti agli scaffali del cibo in scatola. C' è naturalmente chi non fa altro che reiterare le consuete abitudini, come quello che ha aggredito gli agenti della polizia dopo essere stato sorpreso a rubare. Ma c'è anche l' infermiere che è stato insultato dalla gente per aver saltato la fila: è previsto dalle nuove regole che accordano il privilegio agli operatori sanitari, ma i cittadini sfiancati dall' attesa non conoscono la pietà stabilita per decreto.
Perché la fila alle porte del supermercato è essa stessa un supermercato, ai tempi del Covid-19: un girone dantesco che si snoda a forma di serpente nel quale ognuno ha cento occhi diffidenti davanti e dietro e ai lati del corpo; ognuno annusa l' aria circostante nel timore di un aerosol fatale, riparato da mascherine artigianali fai da te o da sofisticatissime attrezzature modello Chernobyl; ognuno studia a distanza di sicurezza il proprio vicino, soppesandone lo stato di salute (sarà soltanto un asintomatico inconsapevole oppure un untore?) e l' eventuale capacità di reazione a un gesto prevaricante. Sono momenti in cui la lotta per la sopravvivenza, così come la sfiducia e l' abiezione morale, diventano la normale condizione comune. Qualche giorno fa, a Roma, un improvvisato tribunale di quartiere ha infranto il distanziamento sociale per processare in contumacia una sedicente infermiera che ha scavalcato la fila senza aver preso il numeretto urlando che i suoi pazienti in corsia non potevano aspettare.
Loro, quelli col numeretto, sì che l' hanno aspettata, intorno allo scooter, nell' attesa che uscisse esibendo prove inconfutabili circa la sua eroica professione: c' era chi avrebbe voluto lasciarla andare sulla fiducia, chi le avrebbe lasciato un cioccolatino sulla sella per compassione e chi nemmeno davanti a un camice verde si sarebbe commosso rinunciando al diritto di precedenza. Com' è andata a finire? Con due colpi di tosse espettorati dalla processata, la nuova e rischiosissima escogitazione per sbaragliare nemici disarmati: coff, coff! Ed ecco che la folla eccitata si disperde nel terrore della gocciolina esiziale, tornando muta e ordinata e bovina come prima. È andata peggio a una ragazza meno fantasiosa aggredita a Bologna, sempre per questioni di fila alimentare. E chissà quanti contagi durante il corpo a corpo.
Funziona così, l' approvvigionamento settimanale: è un esercizio di selezione innaturale nel quale vengono ribaltate le norme basiche della convivenza civile. Le donne abbondano, maestose e invincibili, forse perché statisticamente sono le meno colpite dal dèmone cinese e i mariti hanno buon gioco ad approfittarne per rimanere a casa. Gli anziani, che sarebbero legittimati a esprimere la dose massima di apprensione, in verità sono i più abili: come fossero usciti da un addestramento militare, compulsano liste della spesa brevi ma precisissime, si muovono con circospezione e rapidità felina, conoscono a memoria corridoi e reparti. Gli uomini più giovani, chiaramente single, sembrano invece figure a metà tra le tartarughe ninja e Fantozzi con lo scolapasta in testa alla riunione di condominio: guanti da potatura, pupille dilatate dal terrore dietro gli occhiali per decespugliare il giardino, cervelli afflitti da vuoti di memoria, errabondi e indecisi a tutto: cercano per lo più carta igienica, alcol e gel igienizzanti che non trovano, implorano da lontano l' aiuto di commessi inesistenti, ripiegano invariabilmente sulla pasta e raggiungono la cassa con il passo dei derelitti.
L' uscita dal supermercato è un altro capitolo a sé: si trotterella con buste e carrellini stracolmi osservando con sospirato sadismo il resto della gente ancora in fila, le pallide ombre che ancora devono giocarsela e che ricambiano gli sguardi con tacite maledizioni. Qualcosa di simile avviene nei minimarket dei pachistani, che poi spesso pachistani non sono, quelli che restano aperti nelle ore più assurde e vendono un po' di tutto tranne ciò per cui uno finisce lì alla disperata ricerca di una scatola di biscotti scadenti pretesi da un bambino capriccioso o da una moglie depressa. Qui si entra uno alla volta, guardati dal gestore con asiatica glacialità. Al terzo tentativo andato a vuoto ci si butta sul vino o sui superalcolici, salvo scoprire che il tipo chiamato a venderveli è islamico e non ce li ha ma ve lo comunica soltanto con un' affilata e colpevolizzante oscillazione del capo. Traduzione: infedele dell' occidente, se non il virus, sarà la crisi d' astinenza dal peccato a trascinarti all' inferno. Sono esperienze che imbestiano e radicalizzano come il carcere, centri d' accumulazione di tensione e catalizzatori di violenza. Ma non dovremo farci l' abitudine: possiamo e dobbiamo tornare umani e alla fine ci riusciremo, saremo di nuovo cortesi, affabili e sorridenti, cederemo il passo alle signore e agli anziani, saluteremo con bonomia i cassieri e le cassiere e ci godremo la soddisfazione di aver resuscitato il nostro dolce stilnovo non appena ci avranno insegnato a fare tutto ciò da casa con il cellulare.
 
Credo che noi come paese abbiamo limiti, anche in termini di risorse, per tirare su quei sistemi di monitoraggio, quindi la soluzione non è delle più facili. Secondo me occorreva regolarizzare ancora di più il concetto di uscita necessaria, mettendo più paletti più restrittivi e limitando il concetto , credo che avremmo avuto molta meno gente che aveva motivi per uscire e si aiutava anche le forze del ordine a gestire la cosa. Per me invece in questo modo si è data priorità alla liberta individuale rispetto a quella collettiva soprattutto in ambito professionale, dal mio cliente si ha un struttura moderna per cui ogni scrivania è a una data distanza e tante altre accortezze che credo permetterebbero facilmente di riaprire e mantenere il distanziamento sociale, oltretutto con un controllo che potrebbe essere demandato alle figure già ora incaricate della sicurezza, ed invece è tutto chiuso, al contrario i mercati al aperto in tutta Italia sono aperti, giusto così, ma dalle immagini si vedono le scene di un normale periodo in cui la gente è intorno ai banchi, chiacchiera e via dicendo perche non è stato regolarizzato il flusso di gente che può andarci.
Poi se la maggioranza ritiene difficile stare a casa senza non poter uscire per 2 giorni di seguito mi rimetto a questa, però allora ci teniamo un processo di gestione del virus più lungo e non chiamiamo quello che abbiamo lockdown.
Ricordiamoci che stare in casa oltre a limitare il contagio aiuta tanti settori della società a concentrarsi sul emergenza, avere gente in giro, anche con un distanziamento, prevede un assistenza per tutto quello che in queste situazioni può accadere, mi riferisco al anziano che inciampa e cade, alla necessità della forza pubblica e via docendo

Io sono naturalmente d'accordo su questo, ma ogni 'legge' deve tenere conto, oltre che dello scopo, anche
- degli effetti collaterali, magari non uniformi sulla popolazione
- del grado di accettazione e rispetto 'non-forzato' (in Italia e ovunque nel mondo non è mai totale)
- della capacità di controllo e di conseguente rispetto 'forzato'
- delle conseguenze sociali e sull'ordine pubblico

Infatti i tabaccai non sono mai stati chiusi. E non sto dicendo che potessero/dovessero esserlo stati.

Ciao, Nicola.
 
Gli anziani, che sarebbero legittimati a esprimere la dose massima di apprensione, in verità sono i più abili: come fossero usciti da un addestramento militare, compulsano liste della spesa brevi ma precisissime

A proposito... ieri sono andato a fare la spesa, dopo 9 giorni che non la facevo perché in questo periodo cerco di andare al supermercato meno di frequente ma comprando più roba (anche se è una faticaccia, e ci vado pure a piedi). Infatti, ieri ho speso circa 160 €.

Bene, alla cassa subito dopo di me, mentre stavo ancora imbustando la lauta spesa, c'erano due anziani signori: il primo ha speso meno di 10 € (e infatti è uscito di là mentre io stavo ancora imbustando)... ma il secondo lo ha battuto: solo 2,60 € (se ricordo bene, ma siamo lì), perché aveva preso solo due bottiglie di aceto bianco!

Ora, capisco che questi anziani prendono qualsiasi scusa per uscire di casa e vedere un po' di gente, fosse anche solo la cassiera giovane e piacente... ma farsi ogni volta tutta la fila per entrare al supermercato per poi prendere solo due str... ate??

P.s. rileggendomi mi sembro un po' Zinzanbr... :emoji_smile:
 
Ultima modifica:
A proposito... ieri sono andato a fare la spesa, dopo 9 giorni che non la facevo perché in questo periodo cerco di andare al supermercato meno di frequente ma comprando più roba (anche se è una faticaccia, e ci vado pure a piedi). Infatti, ieri ho speso circa 160 €.

Bene, alla cassa subito dopo di me, mentre stavo ancora imbustando la lauta spesa, c'erano due anziani signori: il primo ha speso meno di 10 € (e infatti è uscito di là mentre io stavo ancora imbustando)... ma il secondo lo ha battuto: solo 2,60 € (se ricordo bene, ma siamo lì), perché aveva preso solo due bottiglie di aceto bianco!

Ora, capisco che questi anziani prendono qualsiasi scusa per uscire di casa e vedere un po' di gente, fosse anche solo la cassiera giovane e piacente... ma farsi ogni volta tutta la fila per entrare al supermercato per poi prendere solo due str... ate??

P.s. rileggendomi mi sembro un po' Zinzanbr... :emoji_smile:

Io non ho mai "sofferto" la spesa, anzi ho sempre fatto più di un supermercato, di solito il sabato, perchè da una parte è meglio il fresco, dall'altra costa meno il confezionato e così via. Ultimamente, dovendo fare ovviamente da solo tutta la trafila di unloading del carrello e repackaging nelle borse, consapevole che a casa prenderò carne perchè avrò messo le fragole sotto le arance e il prosciutto crudo vicino al detersivo, più tutto il serpentone, più la solfa di guanti e mascherina, la spesa sta diventando un'immensa rottura di maroni.
 
la spesa sta diventando un'immensa rottura di maroni.

A chi lo dici!
A me è sempre piaciuto abbastanza fare la spesa, e ci andavo sempre volentieri (sono io l'incaricato in casa, di solito).
Ma ora, tra almeno un quarto d'ora di attesa per entrare, dover girare tra gli scaffali con la mascherina che mi limita il respiro e dover prendere un sacco di roba da imbustare e portare a casa, tutto da solo...
beh, è sempre più pesante, e infatti ci vado solo quando necessario e abbiamo finito le scorte alimentari.
 
A proposito di spesa ho notato che la gente è geniale. Siccome entrano già con i guanti, allora non si mettono più l'ulteriore guanto per prendere frutta e verdura o pane.
E tantissimi si rimettono in macchina e guidano con gli stessi guanti ancora indossati invece di gettarli
 
Avete visto questa?
https://buongiornonews.it/coronavirus-una-speranza-dalla-scoperta-del-prof-giannini/
Tra l'altro, le informazioni che mi arrivano dalla trincea (leggi: parenti che ci lavorano) concordano nell'attribuire il calo dei ricoveri anche all'uso sempre più intenso degli antiinfiammatori e degli antireumatici in terapia domiciliare (mia moglie era già in trattamento con idrossiclorochina per altra patologia e in farmacia riferiscono che gli arriva col contagocce, perchè la stanno usando a vagonate per i pazienti covid all'inizio dei sintomi). Speriamo bene...
 
A proposito di spesa ho notato che la gente è geniale. Siccome entrano già con i guanti, allora non si mettono più l'ulteriore guanto per prendere frutta e verdura o pane.

Tipo così?

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