FurettoS
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Beh, ci sono sempre due punti di vista nel mercato in cui si pone un prodotto; quello di chi lo offre (nello specifico Audi) e quello di chi ne fa domanda (l' acquirente del marchio Audi).
Qualunque società/azienda a scopo di lucro determina la sua sopravvivenza sul profitto e attualmente sono i mercati a garantirlo.
Da nozioni, domanda ed offerta si confrontano sino a quando si arriva ad un punto di equilibrio e questo vale per ogni singolo mercato.
I cosiddetti mercati emergenti, ma che ormai iniziano a non esserlo più, stanno attraversando quello che da noi è accaduto 40/50 anni fà ed una sorta di rivoluzione industriale, ma i modi ed i tempi sono ovviamente diversi anche se è presente una certa similitudine.
Audi, come molti altri marchi, indirizza le sue attenzioni maggiori li dove la richiesta fa fare più profitti viste le maggiori vendite; ma colossi internazionali di queste proporzioni devono comunque fare i conti con uno studio ponderato dei mercati stessi senza darsi troppo allegramente a facili successi.
Sta proprio quì la bravura dei vari analisti di settore per comprendere gli andamenti di mercato.
Credere che un marchio possa permettersi di "non vendere" in Europa, (Paese con una strutturata ergonomia industriale anche se attualmente sottoposta alla dura realtà della crisi) per dedicarsi unicamente a mercati asiatici o russi è pura follia.
I cicli dell'economia presentano spesso picchi e ricadute e più si accentua il modello capitalistico spinto ed indiscriminato più questi cicli sono frequenti.
Ciò che è successo ad A1 insegna, il prezzo troppo eccessivo delle dotazioni a richiesta ne ha bloccato praticamente le vendite, così Audi è stata costretta a formulare un paccheto ad Hoc che con una spesa attorno al 55% in meno rispetto alle singole dotazioni offre una versione di tutto rispetto.
Sono i singoli mercati alla fine ad influenzare le scelte. Se le vendite di A6 in Italia saranno fiacche accadrà sicuramente qualcosa per tirarle su.
Qualunque società/azienda a scopo di lucro determina la sua sopravvivenza sul profitto e attualmente sono i mercati a garantirlo.
Da nozioni, domanda ed offerta si confrontano sino a quando si arriva ad un punto di equilibrio e questo vale per ogni singolo mercato.
I cosiddetti mercati emergenti, ma che ormai iniziano a non esserlo più, stanno attraversando quello che da noi è accaduto 40/50 anni fà ed una sorta di rivoluzione industriale, ma i modi ed i tempi sono ovviamente diversi anche se è presente una certa similitudine.
Audi, come molti altri marchi, indirizza le sue attenzioni maggiori li dove la richiesta fa fare più profitti viste le maggiori vendite; ma colossi internazionali di queste proporzioni devono comunque fare i conti con uno studio ponderato dei mercati stessi senza darsi troppo allegramente a facili successi.
Sta proprio quì la bravura dei vari analisti di settore per comprendere gli andamenti di mercato.
Credere che un marchio possa permettersi di "non vendere" in Europa, (Paese con una strutturata ergonomia industriale anche se attualmente sottoposta alla dura realtà della crisi) per dedicarsi unicamente a mercati asiatici o russi è pura follia.
I cicli dell'economia presentano spesso picchi e ricadute e più si accentua il modello capitalistico spinto ed indiscriminato più questi cicli sono frequenti.
Ciò che è successo ad A1 insegna, il prezzo troppo eccessivo delle dotazioni a richiesta ne ha bloccato praticamente le vendite, così Audi è stata costretta a formulare un paccheto ad Hoc che con una spesa attorno al 55% in meno rispetto alle singole dotazioni offre una versione di tutto rispetto.
Sono i singoli mercati alla fine ad influenzare le scelte. Se le vendite di A6 in Italia saranno fiacche accadrà sicuramente qualcosa per tirarle su.