Sono abituato a gestire le questione del 1 tipo perché ho un incarico di responsabilità dirigendo un discreto numero di persone anche dal punto di vista disciplinare, oltre che funzionale.
Nel caso di specie io lo chiamerei come amico, quindi in modo informale, magari insieme ad altri due amici/colleghi parlandogli del fatto che abbiamo notato un calo EVIDENTE di lucidità sul lavoro che ha avuto effetti PALESI sull'efficenza del reparto (le parole in maiuscolo andrebbero enfatizzate...discorso lungo che puoi capire se hai qualche rudimento di PNL).
Ma supera immediatamente questo ragionamento prima che lui ribatta: aggiungi che lo hai chiamato (magari davanti alla macchinetta del caffè) perché siete preoccupati per lui, per la sua salute, offrendogli il vostro appoggio se lui lo ritiene utile.
Devi però stare attento perché è un'arma a doppio taglio perché se vi è dolo nel suo comportamento potrebbe approfittarne raccontandovi balle per continuare a fare il suo comodo.
Proprio per quest'ultimo motivo sarebbe bene che capegiasse la "riunione" un capo ufficio o roba del genere: deve offrirsi paternamente/amichevolmente, ma lasciando sempre sottinteso la responsabilità che il capo ha dovendo renderne conto a chi sta sopra.
In pratica deve fargli capire che vogliono aiutarlo, perché ci tengono, perché fino a ieri ha dato tanto e sono sicuri che potrà farlo ancora, perché vuole evitare di dover pensare al bene dell'azienda qualora ciò non accadesse.
Io ho avuto questi problemi con chi sta a un paio di anni dalla pensione o da qualche elemento che aveva responsabilità sindacali...questi sono i più rompiballe perché con i loro pseudo "privilegi" rompono l'armonia di un intero gruppo.