<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Cirelli 5 | Il Forum di Quattroruote

Cirelli 5

Impressioni di guida di Quattroruote. (gennaio 2024)

CIRELLI 5 Il nome è italiano, ma questa Suv deriva da un'auto cinese. Si presenta con uno stile sfizioso e concretissimi motori termici (bifuel a Gpl incluso). Piuttosto buono il comportamento stradale, sguarnito il reparto Adas

Mentre i marchi con un pedigree noto sono impegnati anima e corpo nel
difficile mestiere di vendere le macchine elettriche – che, peraltro, continuano a giacere tristemente nei piazzali delle concessionarie –,
c'è chi prova a imboccare una strada diversa,
puntando tutto sul mondo termico. E, magari, battendo pure strade alternative, come
fa dal 2007 la DR Automobiles, che acquista
un prodotto semifinito in Cina e poi lo rende
appetibile per l'automobilista italiano, anche
grazie al prezzo contenuto. Pure giocando
la carta del bifuel.
LINEA DI CARATTERE
È la strada che ha deciso di seguire pure
la lombarda Cirelli. Con una gamma che va
dritta al punto: se si eccettua la 7, van che
pare fatto su misura per le esigenze di chi
trasporta persone per lavoro, il fulcro delle
sue proposte gravita nel territorio abitato
dalle Suv. Piccole, come la 2, e medie, come
la 5 di questo primo contatto. Strettamente
derivata dalla cinese Dongfeng Forthing T5
Evo, questa vettura ha una linea che attira
gli sguardi: vuoi per il muso aggressivo, vuoi
per i quattro scarichi (veri) che fanno capolino dal paraurti, la 5 ha una presenza scenica difficile da ignorare. A un primo, sommario esame visivo, non si scorgono vistose
imprecisioni nell'accostamento dei pannelli
della carrozzeria e dei fascioni paraurti, anche se qualche elemento che tradisce la parentela con l'automobile cinese emerge: uno
su tutti, le scritte "Forething" all'interno dei
gruppi a Led che fungono da luci diurne. Più
in basso si trovano i gruppi ottici che assolvono alla funzione di abbaglianti e anabbaglianti, dotati di tradizionalissime lampade a
incandescenza.
Pure nell'abitacolo si nota qualche elemento naïf. Per dire: il quadro strumenti non
è riconfigurabile e presenta una grafica fin troppo semplificata, al pari di quello
dell'infotainment (entrambi hanno una diagonale da 10,25 pollici). Quest'ultimo ospita Apple CarPlay e Android Auto, fruibili anche senza cavo, ma non dispone del sistema
che permette di ascoltare la radio in digitale, ovvero il Dab, che peraltro dovrebbe arrivare a breve, in seguito a un aggiornamento. Per il resto, è bello notare come materiali e assemblaggi siano sostanzialmente a livello dei costruttori generalisti del Vecchio
Continente, almeno fin dove arriva l'occhio
e si posa la mano. Si può discutere, per dire,
sul fatto che la scritta Cirelli appiccicata sul
volante (nell'immagine a destra) sia un po'
posticcia, però, se si valutano gli interni nel
loro insieme, bisogna riconoscere che c'è
una certa attenzione sia al design sia alla
funzionalità: le bocchette a turbina, vagamente ispirate a quelle dei modelli Mercedes, movimentano in modo piacevole la
plancia e il tunnel a due piani può contare
su un bel numero di vani portaoggetti.
SI MUOVE CON AGILITÀ
Il quattro cilindri turbo a iniezione diretta
di benzina arriva dalla Mitsubishi, mentre
l'elettronica è opera della Bosch. Al netto di un'avvertibile rumorosità di fondo, che
diventa fastidiosa soltanto quando si preme
a fondo l'acceleratore, i 177 cavalli e i 285
Newtonmetro (disponibili già a quota 1.800
giri) donano un'innegabile e piacevole brillantezza alla nostra Suv, che dimostra di
avere sempre lo scatto pronto. E ciò, nonostante una certa indolenza del cambio automatico a doppia frizione, non fulmineo nei
passaggi di rapporto e, in generale, pigro nel
recepire gli ordini impartiti da chi guida.
Detto questo, la 5 trasmette sensazioni
di agilità tra le curve: a tal proposito, vale la
pena ricordare che la Cirelli rivede espressamente il reparto sospensioni, sostituendo
gli ammortizzatori e modificando gli angoli
caratteristici delle ruote (da ben 19 pollici),
all'anteriore come al posteriore (dove, peraltro, c'è uno schema multilink a tre leve e
mezzo). Alla fine, è lo sterzo l'elemento meno
intonato dell'insieme, perché soffre di una
certa mancanza di comunicatività. In ogni
caso, se non si è particolarmente esigenti in
termini di handling, questa vettura rappresenta un mezzo onesto e sincero, che ha
tutte le carte in regola per affrontare a testa
alta gli spostamenti quotidiani, anche non
necessariamente troppo corti. D'altronde,
offre cinque posti (quattro comodi), un bagagliaio da 370 litri dichiarati e una dotazione completa, che spazia dall'accesso e
dall'avviamento senza chiave alle ottime telecamere a 360 gradi, racchiudendo pure
optional niente affatto scontati, quali il tetto
panoramico apribile, il portellone ad apertura assistita e il sistema di controllo automatico della velocità in discesa, giusto per
limitarci a citare quelli di maggiore rilievo.
ASSENTE IL LIVELLO 2
Semmai, il fianco è scoperto dal punto di
vista degli aiuti elettronici di sicurezza: di
fatto, ci si ferma al dispositivo che sorveglia
gli angoli bui. Niente frenata automatica d'emergenza, per intenderci, ma non c'è traccia
neppure del sistema di mantenimento della
corsia e tanto meno della guida assistita di
livello 2, che si realizza grazie al dispositivo
di centraggio della traiettoria, combinato
con il regolatore di velocità adattivo: si può
contare soltanto sul classico cruise control.
E si deve fare a meno anche del Traffic jam
assist, il sistema che gestisce in completa
autonomia gli stop&go tipici della marcia in
colonna. In questo comparto, di conseguenza, la neonata sport utility sino-italiana parte in deciso svantaggio rispetto alle rivali
che tutti conoscono.
Comunque, tenendo presente la fascia di
mercato in cui s'inseriscono la 5 e le (numerose) concorrenti sulla piazza, di costruttori
più o meno affermati, il pacchetto proposto
dalla Cirelli ha le potenzialità per provare a
conquistare chi desidera qualcosa di diverso
dai soliti marchi generalisti. E magari, perché
no, vuole provare il sottile piacere di sfoggiare un oggetto ancora sconosciuto ai più,
ma – al tempo stesso – dal sapore italiano,
anche se il passaporto rimane di fatto prevalentemente cinese. Oltre tutto, se l'intento
è quello di percorrere parecchi chilometri
all'anno, ci si può pure giocare la carta della
doppia alimentazione. Nell'attesa che, prima
o poi, la transizione faccia il suo corso. Sotto
questo profilo, peraltro, alla Cirelli si dicono
già pronti. Non resta che attendere il prosieguo della storia.

C5.jpg
 
Ultima modifica:
Back
Alto