Ho notato una piccola cosa: in Honda anche allora, come oggi, erano tutti vestiti uguali e in camice bianco, dal megacapo all'addetto alle pulizie...l'ho saputo da un designer che ha lavorato all'R&D Honda in USA.
Mi ha colpito anche il fatto che allora Agnelli, a detta di Soldati, credeva nel futuro delle vetture elettriche, mentre Soichiro evidentemente per nulla...mentre poi le cose sono andate ben diversamente, con Honda tra i pionieri dell'ibrido e dell'idrogeno (anche se effettivamente non nel campo delle elettriche pure) e la Fiat che ha invece abbandonato la ricerca tecnologica nel campo dei sistemi di propulsione alternativi al motore endotermico, con la 500 elettrica prodotta in USA solo perché "costretta", per stessa ammisione di Marchionne, mentre in passato è stata caratterizzata da un'apprezzabile vitalità anticipatrice, almeno nel campo dei prototipi.
Ma una cosa mi ha colpito più di tutte: Soldati si aspettava una "giapponesizzazione" dell'Occidente industriale: ciò è avvenuto in parte, con l'importazione dei metodi produttivi basati sulla "qualità totale", ovvero adottando il metodo Toyota; ciò però non è avvenuto, salvo poche eccezioni, per quanto riguarda il tessuto sociale ed industriale: vedere il messaggio positivo di allora (nonostante si fosse in piena crisi petrolifera) e raffrontarlo con la triste realtà odierna, soprattutto nostrana, fatta di desertificazione produttiva, delocalizzazioni selvagge, perdita di benessere e diritti, precarizzazione del lavoro, è francamente demoralizzante. Ma purtroppo non c'è neanche bisogno di pensare alla Honda degli anni '70, basta pensare alla nostra Olivetti, per esempio, per essere sufficientemente tristi.