Sul fatto che venga lanciato sempre più spesso l'allarme in relazione al cosiddetto maltempo (tanta pioggia, poca pioggia, tanto vento, tanto caldo, tanto freddo ecc.) c'è ben poco secondo me da stupirsi e ancor meno da indignarsi.
Si tratta di una pratica che mi pare abbastanza comprensibile. Siccome di fatto non è possibile fare delle previsioni meteorologiche perfette, prevedendo con piena precisione quando e quanto e come e dove (senza sbagliare neanche di 10km) gli effetti più o meno nefasti di un certo evento si faranno sentire e siccome ogni volta che tali effetti si manifestano si assiste invariabilmente alla nascita di proteste per il mancato preavviso, mi pare del tutto naturale che gli allarmi si facciano molto più frequenti.
Probabilmente al posto di quei signori farei anch'io altrettanto, in modo che nessuno possa dire di non essere stato avvertito.
Si tratta di un "metodo" non raro e, curiosamente, accettato e anche applaudito in altri contesti. In pratica, infatti, è la stessa mentalità dei fari notturni accesi di giorno, delle gomme da neve obbligatorie per tutti e via dicendo: meglio abbondare. Meglio dare cento allarmi a vuoto che rischiare un solo "vero" mancato allarme. Come si dice, se anche un solo "incidente" può essere evitato...
Però c'è un effetto collaterale, tanto ovvio che lo troviamo protagonista addirittura di antichissime favole per bambini: a forza di allarmi cui nessun evento gravoso fa seguito, le persone si abituano a non dare più particolare peso agli allarmi, anche perché altrimenti dovrebbero vivere in uno stato di perenne e profonda ansia.
Analogamente, la presenza di tantissime luci accese per le strade ha fatto tornare "invisibili" non solo le moto, che per prime fecero la geniale scoperta, ma anche le auto: il rumore di fondo si è alzato e con esso si è alzata la soglia di attenzione, azzerando l'effetto che la trovata aveva avuto all'inizio.
