Non conosco i fatti specifici e quindi non esprimo alcun giudizio in merito.
Per quanto riguarda la questione dei passaggi pedonali in generale, però, credo si tratti di una di quelle in cui meglio si vedono gli effetti concreti dell'attuale andazzo.
Sul fatto che abbia o meno senso pretendere che il guidatore di un veicolo rallenti o addirittura si fermi non appena ha l'impressione che un pedone situato nelle vicinanze delle strisce (magari collocate ad intervalli di 100m) stia maturando l'intenzione di valutare l'ipotesi di attraversare la strada ci sarebbe molto da discutere. Ci sono in materia opinioni diverse, più o meno razionali, che come tali possono essere condivise o meno.
Quello che invece continua a sembrarmi assurdo è che si attraversi la strada senza prima verificare sempre e bene che nessun veicolo stia arrivando. A meno di casi particolari (prossimità di curve molto strette o altri ostacoli alla visibilità, ove peraltro mai si dovrebbe attraversare comunque), infatti, un veicolo non si materializza dal nulla in una frazione di secondo, ma risulta inevitabilmente ben visibile se chi deve attraversare guarda con attenzione.
Certo, ci sono persone (ad esempio anziane) che hanno oggettive difficoltà in questo senso, ma spesso e (mal)volentieri si sente e si legge di individui tutt'altro che anziani o impediti che sono stati falciati da un veicolo improvvisamente piombato sulle strisce, come se fosse caduto dall'alto o comparso improvvisamente come nel film ritorno al futuro.
Ripeto, il diritto di fermare il traffico per attraversare è una cosa, spesso sacrosanta, ma in ogni caso dovrebbe sempre essere preferibile conservare la salute e quindi, senza eccezioni, non attraversare se non ci sono le condizioni per farlo in sicurezza.
Il fatto è che stiamo applicando sempre più diffusamente la stessa... mentalità isterica, anche nell'educazione delle nuove generazioni. Ragioniamo sui passaggi pedonali con la stessa "logica" con cui, ad esempio, mettiamo linee continue ovunque, limiti di velocità locali assurdi, sanzioni spropositate e così via. Ottenendo in cambio, come è ovvio che sia, risultati analogamente lontani da quelli superficialmente sperati. Proprio come capita da millenni al genitore che, per educare bene la prole adolescente, la sommerge di obblighi e divieti drastici e capillari, abbinati a plateali punizioni.