premesso che mi pare solo ovvio che qualsiasi pena, soprattutto se irreversibile, debba essere comminata solo previo accertamento dei fatti "oltre il ragionevole dubbio", la castrazione in sé non risolve nulla
l'idea della castrazione parte da un presupposto sbagliato: ovvero che un numero sostanzioso di queste persone siano vinte da uno stimolo sessuale incontenibile (il che tra l'altro porterebbe a diminuire il loro grado di consapevolezza e volontarietà, quindi di colpevolezza; il che è inaccettabile)
di conseguenza, si pensa che eliminando la fonte biologica dello stimolo sessuale si elimini o si riduca il pericolo di ripetere il crimine
invece sono pochissimi gli stupratori "compulsivi"; la gran parte sono semplicemente dei criminali predatori che pigliano quello che vogliono con la violenza per il semplice disprezzo del prossimo
e lì, non c'è castrazione che tenga (come antidoto)
a quel punto, si tratta semplicemente di una pena afflittiva corporale; tanto varrebbe tagliargli un piede
ma allora bisognerebbe tagliare qualcosa ai rapinatori; un braccio ai sequestratori; la testa agli omicidi eccetera
il che va bene nelle tribù dello Yemen interno, ma non in un Paese sedicente civile.