silverrain ha scritto:
99octane ha scritto:
No, e' un caso di tendenza al furto.
Non e' certo colpa dei derubati, se la maggioranza dei derubanti sono di una certa etnia o provenienza.
Se vengo derubato dieci volte da un biondo, all'unidcesimo biondo che mi entra saro' sospettosissimo, e non c'entra niente il razzismo, e' banale capacita' correlativa!
Certo causa effetto.
Ovvero tizio ti fa un danno, ma siccome sei un coniglio e hai paura di tizio te la prendi con caio.
Semplice no?
Poi domani inizierai con gli ebrei, dopodomani con i tifosi dell'Inter, e per il fine settimana con chi te la prenderai? Magari con quelli che guidano una Punto perché hai visto che quelli che ti hanno derubato avevano una Punto e quindi si sa che i delinquenti guidano la Punto....

Ma quand'è che capirete che le responsabilità sono individuali e non collettive?
Oppure sempre lì a fare di tutta un'erba un fascio?
Nessuno ha parlato di responsabilita' collettive.
Sono il primo a dire che la responsabilita' e' individuale. E infatti nessuno dice che la legge dovrebbe arrestare ogni marocchino in circolazione e fargli scontare i reati degli altri.
Si parla di qualcosa di completamente diverso.
Si parla del fatto che una tale reazione sia naturale e abbia delle SOLIDE giustificazioni, e del fatto che la giustizia colpisca in modo
altamente asimmetrico.
Su quest'ultimo punto, basti osservare come quelli che rubano non vengano messi di fronte alle loro responsabilita' individuali, e anzi la facciano quasi sempre franca, mentre il gestore e' stato draconianamente messo di fronte alle sue. Questo e' oggettivo e ormai fin troppo usuale, dunque non ci sprechero' altre parole. Penso siam daccordo tutti.
Per il primo argomento, invece, la cosa e' un po' piu' complessa.
Certo, la tentazione di dare del razzista senza riflettere oltre e' forte, e' la prima cosa che ho pensato pure io, che di immigrati onesti e davvero in gamba ne conosco diversi.
Ma il fatto e' che si DEVE riflettere oltre. La nostra societa' e' il risultato dell'accettazione superficiale di quel che ci viene detto di pensare.
Ti faccio un esempio: la larga maggioranza di atti di terrorismo (piu' di 4 su 5, se non ricordo male la statistica) e' stata compiuta, negli ultimi anni, da maschi arabi di eta' compresa tra i 18 e i 40 anni.
Certo, ci sono state anche donne, e persino un paio di occidentali caucasici fanatici islamici che hanno compiuto (o tentato di compiere) attentati terroristici.
Pero', se cerco un terrorista, mi conviene cercare una ragazza finlandese di 20 anni o una signora giapponese di 60, oppure un maschio arabo tra i 18 e i 40 anni?
Ancorche' cercare la ragazza finlandese potrebbe essere assai piu' interessante, ai fini della ricerca la risposta e' ovvia.
Come e' ovvio che la gente guardi con sospetto certi tipi di individui.
La mente umana e' costruita per farlo: per categorizzare e raccogliere cio' che la circonda in classi facilmente (e rapidamente) accessibili per innescare eventuali risposte di "fight or flight". E' un meccanismo di autodifesa naturale.
E funziona. Ci ha tenuti vivi per piu' di centomila anni, da che eravamo primati miserevoli a oggi.
Poi, si puo' discutere dell'opportunita' di far di tutt'erba un fascio, o di concentrarsi troppo su una certa minaccia "percepita" dimenticandone altre "reali", ma e' un'altro discorso.
Il barista ha fatto bene? Onestamente,
non lo so. Non posso giudicare in base ai dati forniti da un articolo che, pero', ha palesemente tutti i segni del perbenismo strisciante che impesta la nostra societa'.
Aveva buone ragioni per comportarsi a quel modo? Sicuramente.
Posso bollarlo tranquillamente di razzismo? direi proprio di no, dato che non ha agito per partito preso ma per precedenti (gravi) esperienze negative che l'han portato, non certo con suo piacere, a formare una categoria che poi ha usato per decidere un corso d'azione.
E noi ci stiamo ragionando in poltrona da due giorni. Lui ha dovuto decidere "
hic et nunc" con il peso della paura e dell'ovvia rabbia rimasta da precedenti sgradevoli esperienze.
Bollarlo come razzista e liquidare cosi' la cosa non e' solo superficiale: e' ingiusto e disonesto nei confronti di qualcuno che ha ripetutamente subito, magari dicendosi che bisogna sforzarsi di non fare di tutt'erbe un fascio, che le persone non sono tutte uguali.
O magari no, ma non lo sappiamo e dunque trovo iniquo giudicare con tanta facilita'. Che non significa che gli do' ragione, o lo assolvo: solo che sospendo il giudizio.
Tu, se prendendo una strada buia e isolata, vedessi venirti contro quattro extracomunitari male in arnese e con l'aria sinistra, cambieresti strada e resteresti sulla strada bene illuminata e frequentata dove ti trovi, o penseresti che sei un razzista a farlo, e dunque ti infileresti nel vicolo verso i quattro, soddisfatto e ammantato della tua virtu'?
Lo sappiamo entrambi qual'e' la risposta.
Infine, vale la pena considerare che l'asimmetria di applicazione della legge, generando rabbia e frustrazione, non fa che peggiorare questo stato di cose fino a produrre casi ben piu' estremi di questo, che in fondo e' una baggianata.
Casi come quello del ragazzo senegalese bastonato a morte.
Se l'assenza sistematica di giustizia esaspera i cittadini portandoli al limite del linciaggio la colpa e' certo dei cittadini responsabili dei linciaggi, ma DOPPIAMENTE dello Stato che ha mancato di tenere fede alla sua parte del patto sociale.
Troppo comodo, poi, punire chi si ribella alle mancanze di chi dovrebbe adempiere per primo al proprio dovere, e invece si limita a far sentire il tallone del potere sul collo dei sudditi appena uno di questi, a torto o a ragione, ma comunque con solide motivazioni, alza la testa.