Banche/ Mercati bocciano Obama, attesa per apertura Borse domani.
Milano, 23 gen. (Apcom) - C'è attesa per l'apertura dei mercati americani ed europei di domani, reduci da una tre giorni di passione dopo la svolta "populista" di Barack Obama che si è scagliato contro gli eccessi di Wall Street, proponendo misure per limitare le dimensioni dei colossi bancari e vietare loro le operazioni più rischiose. Oltre al giro di vite proposto dal presidente Usa, a far traballare i mercati si è aggiunta anche l'incertezza sulla conferma di Ben Bernanke a capo della Federal Reserve. E così Wall Street venerdì ha chiuso in calo per la terza seduta consecutiva, appesantita da un settore finanziario sotto forte pressione e portando in rosso il bilancio settimanale. Anche le Borse del Vecchio Continente si sono bruciate il recupero che le aveva portate, non più tardi di martedì scorso, sui massimi degli ultimi 15 mesi, giocandosi il rimbalzo che era in corso dalla fine del 2009. Oltre all'effetto Obama, a deprimere i mercati azionari questa settimana ci hanno pensato anche le direttive sulla politica monetaria della Banca centrale cinese che ha limitato la liquidità e l'erogazione del credito.
La proposta di Obama di imporre nuovi limiti alle banche per ridurre il rischio del "too big to fail" e impedire che le banche commerciali mescolino la loro attività tradizionale con quella degli hedge fund e del private equity ha incassato ieri il via libera del Financial Stability Board, l'organismo internazionale presieduto dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Ma la riforma proposta preoccupa gli investitori che temono una flessione dei ricavi e lo "spezzatino" delle banche, con la separazione delle attività retail da quelle di trading. Secondo gli analisti di JpMorgan la manovra potrebbe costare al sistema creditizio Usa qualcosa come 13 miliardi di dollari di ricavi.
Ai timori per la stretta di Obama sulle banche, si è aggiunta venerdì l'incertezza sul futuro di Bernanke: malgrado la fiducia confermatagli dal presidente Usa, la riconferma del presidente della Fed alla guida della banca centrale per altri quattro anni non appare certa, dopo che influenti senatori democratici hanno annunciato pollice verso. Il Senato voterà la prossima settimana. Domani occhi puntati di nuovo sulle Borse: proseguirà il trend ribassista o tenteranno di riprendersi, una volta passato l'effetto-annuncio delle parole di Obama?
Milano, 23 gen. (Apcom) - C'è attesa per l'apertura dei mercati americani ed europei di domani, reduci da una tre giorni di passione dopo la svolta "populista" di Barack Obama che si è scagliato contro gli eccessi di Wall Street, proponendo misure per limitare le dimensioni dei colossi bancari e vietare loro le operazioni più rischiose. Oltre al giro di vite proposto dal presidente Usa, a far traballare i mercati si è aggiunta anche l'incertezza sulla conferma di Ben Bernanke a capo della Federal Reserve. E così Wall Street venerdì ha chiuso in calo per la terza seduta consecutiva, appesantita da un settore finanziario sotto forte pressione e portando in rosso il bilancio settimanale. Anche le Borse del Vecchio Continente si sono bruciate il recupero che le aveva portate, non più tardi di martedì scorso, sui massimi degli ultimi 15 mesi, giocandosi il rimbalzo che era in corso dalla fine del 2009. Oltre all'effetto Obama, a deprimere i mercati azionari questa settimana ci hanno pensato anche le direttive sulla politica monetaria della Banca centrale cinese che ha limitato la liquidità e l'erogazione del credito.
La proposta di Obama di imporre nuovi limiti alle banche per ridurre il rischio del "too big to fail" e impedire che le banche commerciali mescolino la loro attività tradizionale con quella degli hedge fund e del private equity ha incassato ieri il via libera del Financial Stability Board, l'organismo internazionale presieduto dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Ma la riforma proposta preoccupa gli investitori che temono una flessione dei ricavi e lo "spezzatino" delle banche, con la separazione delle attività retail da quelle di trading. Secondo gli analisti di JpMorgan la manovra potrebbe costare al sistema creditizio Usa qualcosa come 13 miliardi di dollari di ricavi.
Ai timori per la stretta di Obama sulle banche, si è aggiunta venerdì l'incertezza sul futuro di Bernanke: malgrado la fiducia confermatagli dal presidente Usa, la riconferma del presidente della Fed alla guida della banca centrale per altri quattro anni non appare certa, dopo che influenti senatori democratici hanno annunciato pollice verso. Il Senato voterà la prossima settimana. Domani occhi puntati di nuovo sulle Borse: proseguirà il trend ribassista o tenteranno di riprendersi, una volta passato l'effetto-annuncio delle parole di Obama?