a_gricolo ha scritto:
Il punto è: cosa differenzia un "avvocato stabilito" da un "avvocato e basta"?
dipende dal punto di vista.
dal punto di vista della "funzione", nulla.
uno che sia abilitato in un altro Paese UE si può liberamente stabilire qui, ed esercitare le stesse attività di uno qualificato in Italia (vale per esempio anche per gli ingegneri, anzi soprattutto per loro perché la sentenza della CGUE che ha aperto la questione è stata emessa per un ingegnere)
dal punto di vista delle capacità, dipende.
per fare contrattualistica internazionale, uno può essere anche molto più qualificato.
per fare tributario interno o amministrativo, dove la conoscenza delle specifiche norme nazionali è fondamentale, uno che si sia formato altrove se le deve imparare daccapo. poi magari diventa più bravo degli indigeni, ma non è detto.
quello che può cambiare sostanzialmente è la formazione, ma non credo quella universitaria: in generale se uno è sbattuto fuori a calci da una università italiana, in UE non ha ampia probabilità di trovare sedi più facili.
anzi, direi che se è per la laurea, la migrazione non va verso Nord.
se uno vuole laurearsi a Oxford o alla Sorbonne, non lo fa certo come ripiego.
il punto è che in Spagna l'abilitazione non presuppone l'esame; sfruttando le pieghe delle norme, oltre i pochissimi che lavorano per un certo periodo in Spagna c'è gente (e sono il più) che dopo la laurea in Italia si iscrive là
fingendo di avere fatto pratica, per poi essere abilitati là senza esame e ritrasferirsi di qua.
un po' come i vecchi esami a Catanzaro...