<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> auto mercato parallelo oppure altro????? | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

auto mercato parallelo oppure altro?????

Dalla seconda metà degli anni ?90, in corrispondenza con l?entrata in vigore del Trattato di Schengen, si è andato prima formando e poi consolidando, un fenomeno criminoso, comunemente noto come ?carosello fiscale?, corrispondente ad una tipologia truffaldina già nota in passato che, abusando degli istituti introdotti dalla L. 427/1993, è stata notevolmente affinata da organizzazioni e persone che intendono ottenere illegali profitti ai danni dell?Erario di uno o più Paesi dell?U.E., mediante l?evasione dell?IVA. Nel passato il settore merceologico preferito dalle organizzazioni criminali era quello ricollegabile alle apparecchiature audio e video ed alle Magnetic Bubble Memory Boards. Oggi l?interesse è indirizzato nei settori della telefonia cellulare, delle SIM e dei CPU (Central Processing Units). Del tutto peculiare risulta, invece, l?applicazione di tali pratiche criminose al settore del commercio delle autovetture, nel senso che la c.d. ?importazione parallela? in frode all?IVA è in atto ormai da anni e tuttora costituisce uno dei più fiorenti businness dell?illegalità, in grado da un lato di procurare ingenti quanto illeciti profitti, e dall?altro, mediante il ribasso fraudolento dei prezzi, di stravolgere le regole della concorrenza tra imprese nazionali ed estere così da determinare un gravissimo turbamento dei mercati. I danni provocati all?erario, nel solo settore del mercato automobilistico, ammonterebbero, secondo una recente inchiesta condotta da ?Il Sole 24 Ore? (pubblicata il 23.01.?06) a 70 -100 miliardi di euro per anno. Il settore del commercio di automobili, provenienti dal mercato intracomunitario, presta facilmente il fianco alla architettura di frodi in materia di Imposta sul Valore Aggiunto. L?elemento che incoraggia gli operatori a porre in essere la frode è l?elevato valore dei beni commercializzati che pertanto spinge ad abusare della vigente normativa sugli scambi intracomunitari (artt. 38 e 46, decreto legge 331/93), che consente di acquistare la merce senza il versamento dell?IVA, che diviene esigibile solo nella successiva vendita in territorio nazionale. Anche nel settore del commercio automobilistico la frode ai danni dell?Erario consiste nell?inserimento di un soggetto fittizio (interposto) che effettua formalmente l?acquisto intracomunitario per conto dell?effettivo acquirente (interponente). Il primo omette gli adempimenti sopra descritti e principalmente omette il versamento dell?imposta dovuta mentre il secondo fruisce di indebite detrazioni d?imposta derivanti dalle fatture soggettivamente inesistenti emesse dal soggetto interposto. Solitamente il meccanismo utilizzato può essere semplificato come segue: - il commerciante italiano trova su ?internet? l?automezzo richiesto dal proprio cliente oppure contatta direttamente il fornitore UE richiedendo la disponibilità delle auto; - effettua l?ordine in nome e per conto dell?interposto e gli anticipa l?importo necessario per il ritiro dell?autovettura; - l?interposto riceve in cambio un compenso-provvigione. L?elemento, che più d?ogni altro accomuna tutti i soggetti interposti (o operatori fittizi), è il mancato versamento dell?IVA dovuta per la cessione sul mercato nazionale degli automezzi acquistati sul mercato intracomunitario, secondo il seguente schema:
? dalla società U.E. A alla società cartiera nazionale B a lire 100;
? dalla società cartiera nazionale B alla società filtro nazionale C a lire 88 + IVA 20% pari a 17,6 = 105,6;
? dalla società filtro nazionale C alla società reale nazionale D lire 92 + IVA.
L?esperienza investigativa di questi anni ha consentito di enucleare alcuni elementi ricorrenti, contemporaneamente o meno, nei descritti meccanismi criminosi, quali in particolare:
Pluralità degli operatori commerciali coinvolti: un carosello fiscale è composto da una catena di più società;

Rilevanza internazionale delle società coinvolte: le società inserite nel carosello fiscale fraudolento hanno sede in due o più Paesi comunitari;

Elemento continuativo: la truffa può essere posta in essere indifferentemente dalla presenza o meno della merce relativa alle fatturazioni;

Apertura e chiusura di P.IVA relative ai clienti/fornitori: l?efficienza di un carosello fiscale fraudolento è data dalla capacità dell?organizzazione criminosa di sostituire immediatamente i soggetti scoperti dal fisco con nuovi operatori apparentemente ?puliti? collocati in luogo diverso da dove l?illecito è stato scoperto;

Operazione intracomunitaria: il soggetto che pone in essere la truffa è sempre un operatore intracomunitario, la cui società generalmente risulta essere creditrice di imposta nei confronti dell?Erario;

Società ?cartiera? nazionale: la società ?cartiera? è il primo anello della catena fraudolenta.A fronte del mancato versamento dell?IVA può rivendere la merce ad un prezzo più basso (sottofatturazione) di quello di acquisto dall?operatore estero. L?IVA gravante quindi, per questo soggetto o soggetto diventa un UTILE illegale che viene quindi suddiviso tra i vari organizzatori della truffa. Il titolare o rappresentante della società, come più volte specificato, non è altro che una testa di legno stipendiata dall?organizzazione e parzialmente a conoscenza della struttura organizzativa;

La fatturazione: la fattura è uno degli elementi fondamentali della truffa e per questo motivo deve essere attentamente esaminata in tutte le sue parti. Attraverso l?indicazione obbligatoria dei soggetti che intervengono nella transazione, si può ricostruire con quali operatori l?organizzatore della truffa effettua le sue transazioni commerciali. La fattura serve per giustificare le transazioni bancarie che verranno effettuate e quindi generalmente vi vengono indicate anche le coordinate relative alle banche dove tali transazioni devono essere effettuate. La descrizione della quantità e della qualità della merce consente inoltre di fare opportuni confronti paralleli con le fatturazioni a monte e a valle;

Pagamenti: I pagamenti vengono effettuati o per contanti, ed è questo il caso dove sorgono sospetti per riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, oppure vengono effettuati per normale bonifico bancario.
I PROFILI INVESTIGATIVI ED AMMINISTRATIVI
A fronte del fenomeno criminoso descritto, occorre rilevare che l?azione investigativa degli organi di PG e della stessa AG si presenta tutt?altro che agevole: l?accertamento della la frode fiscale appare difficile in ragione della complessa articolazione dei soggetti, persone fisiche e giuridiche, che gestiscono il c.d. mercato parallelo delle autovetture di importazione: basti considerare che, non raramente, sono gli stessi amministratori delle società fittizie a recarsi presso il fornitore intracomunitario per ritirare le autovetture; inoltre, quasi sempre, i pagamenti delle stesse sono reali, salvo ovviamente l?IVA. Si aggiunga che, in questo tipo di frode, i fornitori esteri sono numerosissimi, ciò che rende necessario il ricorso alla cooperazione amministrativa e alle rogatorie giudiziarie internazionali, definite in tempi lunghi e comunque del tutti inadeguati alle esigenze di speditezza dell?indagine. Inoltre, il meccanismo fraudolento ha tratto ulteriori possibilità di sviluppo, sul piano oggettivo, dall? l?entrata in vigore del D.P.R. 28.12.2000 NR. 445 che introduceva nell?uso comune la regolamentazione in materia di documenti da presentare alla P.A., di fatto il c.d. snellimento della burocratizzazione che consentiva la produzione e la presentazione della ?DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI NOTORIETÀ?, che viene sottoscritta da chi ha acquistato il veicolo all?estero (cedente): in essa l?importatore, quasi sempre una ?società fittizia? , autocertifica i dati del veicolo indicando, pressoché senza tema di smentita, i due requisiti necessari per dichiarare un veicolo nuovo o usato: i chilometri percorsi e la data della fattura dalla quale decorrono i ?famosi? sei mesi. Inoltre, particolare di non minore importanza, in tale dichiarazione l?importatore asserisce di aver assolto agli obblighi di I.V.A. dovuta. Proprio in alcune circolari esplicative la segreteria tecnica della ex Motorizzazione specificava che gli Uffici periferici del Dipartimento Trasporti Terrestri erano tenuti a comunicare ai competenti uffici i.v.a. le generalità dei cedenti, accordandosi per le procedure più appropriate, inviando periodicamente una copia delle dichiarazioni di IVA assolta presentate dagli importatori: tale disposizione, tuttavia, era vanificata dalla mancata predisposizione di sistema di controllo diretto alla verifica, almeno a campione, del contenuto dell? autocertificazione. L?esperienza investigatva di questi anni, con particolare riferimento al periodo 2000-2004, ha evidenziato l?inefficacia, sul piano oggettivo, dei controlli suddetti: da una attenta analisi di un rilevante numero di fascicoli d?immatricolazione, è stato accertato come un altrettanto notevole numero di autovetture fossero state nazionalizzate nonostante la documentazione presentata non fosse completa e mancassero requisiti essenziali. Particolare attenzione va posta, al riguardo, alla disciplina prevista dal D.L.vo 445/2000 che, nei casi di accertata falsità della dichiarazione sostitutiva presentata per l?immatricolazione, prevede, nell?art.75, la decadenza dei benefici ottenuti con le mendaci dichiarazioni ed in particolare la revoca dell?immatricolazione stessa, con conseguente restituzione all?Ufficio competente di targa e carta di circolazione: ebbene, tale normativa stenta ad essere applicata. La questione appare tuttora irrisolta, nonostante nello specifico settore delle autovetture di provenienza comunitaria, la Finanziaria 2005 abbia introdotto alcune novità, che l?Agenzia delle Entrate ha illustrato con la Circolare n. 41 del 26/09/2005: in particolare, la nuova disciplina prevede l?obbligo, da parte del primo acquirente nazionale, di comunicare in via telematica i dati identificativi di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi acquistati in ambito comunitario: tuttavia, tale procedura non è ancora stata attivata. La possibilità di poter disporre di autovetture di alta gamma in pronta consegna ed a un prezzo inferiore di quasi il 20% rispetto ai commercianti onesti ha consentito di assistere ad un proliferare di ?SALONI TUTTOMARCHE? che commercializzavano prevalentemente auto d?importazione. Proprio questi aspetti sono preminenti nella individuazione di un altro tipo di reato che è consequenziale alle ?frodi carosello?: la turbativa di mercato. Non sono pochi i commercianti che non adattandosi a tali illegali ?novità? si sono visti accerchiati e poi sopraffatti da una concorrenza evidentemente sleale quanto illecita, fino alla cessazione dell?attività. Si è assistito altresì al fenomeno per cui altri operatori del settore hanno addirittura rinunciato al mandato monomarca di cui erano titolari per poter entrare in questo mercato ?parallelo? senza restrizione alcuna.

CONSIDERAZONI CONCLUSIVE
Negli ultimi anni, in particolare a far data dalla seconda metà degli anni ?90, non pare dubbio che il mercato di importazione parallela di autovetture abbia assunto dimensioni sovranazionali, o per meglio dire comunitarie, ed esiga pertanto una omologa risposta sul piano dell?azione di contrasto. In particolare, appare prepotente l?esigenza di predisporre un efficace sistema di coordinamento degli apparati investigativi su scala europea, specie dopo l?ingresso nell?Unione dei Paesi dell?Est. Un altro, decisivo passo in questa direzione sarà compiuto allorquando le frodi all?IVA realizzate nei vari Paesi dell?U.E. saranno considerate anche nelle loro implicazioni lesive delle prerogative degli Organi Comunitari, il cui sostentamento, come noto, deriva dai contributi versati da ogni Stato membro sulla base del gettito IVA interno, traducendosi l?evasione pertanto in una diminuzione effettiva del contributo, a detrimento della funzione degli organi europei.
 
carsurgeon ha scritto:
Dalla seconda metà degli anni ?90, in corrispondenza con l?entrata in vigore del Trattato di Schengen, si è andato prima formando e poi consolidando, un fenomeno criminoso, comunemente noto come ?carosello fiscale?, corrispondente ad una tipologia truffaldina già nota in passato che, abusando degli istituti introdotti dalla L. 427/1993, è stata notevolmente affinata da organizzazioni e persone che intendono ottenere illegali profitti ai danni dell?Erario di uno o più Paesi dell?U.E., mediante l?evasione dell?IVA. Nel passato il settore merceologico preferito dalle organizzazioni criminali era quello ricollegabile alle apparecchiature audio e video ed alle Magnetic Bubble Memory Boards. Oggi l?interesse è indirizzato nei settori della telefonia cellulare, delle SIM e dei CPU (Central Processing Units). Del tutto peculiare risulta, invece, l?applicazione di tali pratiche criminose al settore del commercio delle autovetture, nel senso che la c.d. ?importazione parallela? in frode all?IVA è in atto ormai da anni e tuttora costituisce uno dei più fiorenti businness dell?illegalità, in grado da un lato di procurare ingenti quanto illeciti profitti, e dall?altro, mediante il ribasso fraudolento dei prezzi, di stravolgere le regole della concorrenza tra imprese nazionali ed estere così da determinare un gravissimo turbamento dei mercati. I danni provocati all?erario, nel solo settore del mercato automobilistico, ammonterebbero, secondo una recente inchiesta condotta da ?Il Sole 24 Ore? (pubblicata il 23.01.?06) a 70 -100 miliardi di euro per anno. Il settore del commercio di automobili, provenienti dal mercato intracomunitario, presta facilmente il fianco alla architettura di frodi in materia di Imposta sul Valore Aggiunto. L?elemento che incoraggia gli operatori a porre in essere la frode è l?elevato valore dei beni commercializzati che pertanto spinge ad abusare della vigente normativa sugli scambi intracomunitari (artt. 38 e 46, decreto legge 331/93), che consente di acquistare la merce senza il versamento dell?IVA, che diviene esigibile solo nella successiva vendita in territorio nazionale. Anche nel settore del commercio automobilistico la frode ai danni dell?Erario consiste nell?inserimento di un soggetto fittizio (interposto) che effettua formalmente l?acquisto intracomunitario per conto dell?effettivo acquirente (interponente). Il primo omette gli adempimenti sopra descritti e principalmente omette il versamento dell?imposta dovuta mentre il secondo fruisce di indebite detrazioni d?imposta derivanti dalle fatture soggettivamente inesistenti emesse dal soggetto interposto. Solitamente il meccanismo utilizzato può essere semplificato come segue: - il commerciante italiano trova su ?internet? l?automezzo richiesto dal proprio cliente oppure contatta direttamente il fornitore UE richiedendo la disponibilità delle auto; - effettua l?ordine in nome e per conto dell?interposto e gli anticipa l?importo necessario per il ritiro dell?autovettura; - l?interposto riceve in cambio un compenso-provvigione. L?elemento, che più d?ogni altro accomuna tutti i soggetti interposti (o operatori fittizi), è il mancato versamento dell?IVA dovuta per la cessione sul mercato nazionale degli automezzi acquistati sul mercato intracomunitario, secondo il seguente schema:
? dalla società U.E. A alla società cartiera nazionale B a lire 100;
? dalla società cartiera nazionale B alla società filtro nazionale C a lire 88 + IVA 20% pari a 17,6 = 105,6;
? dalla società filtro nazionale C alla società reale nazionale D lire 92 + IVA.
L?esperienza investigativa di questi anni ha consentito di enucleare alcuni elementi ricorrenti, contemporaneamente o meno, nei descritti meccanismi criminosi, quali in particolare:
Pluralità degli operatori commerciali coinvolti: un carosello fiscale è composto da una catena di più società;

Rilevanza internazionale delle società coinvolte: le società inserite nel carosello fiscale fraudolento hanno sede in due o più Paesi comunitari;

Elemento continuativo: la truffa può essere posta in essere indifferentemente dalla presenza o meno della merce relativa alle fatturazioni;

Apertura e chiusura di P.IVA relative ai clienti/fornitori: l?efficienza di un carosello fiscale fraudolento è data dalla capacità dell?organizzazione criminosa di sostituire immediatamente i soggetti scoperti dal fisco con nuovi operatori apparentemente ?puliti? collocati in luogo diverso da dove l?illecito è stato scoperto;

Operazione intracomunitaria: il soggetto che pone in essere la truffa è sempre un operatore intracomunitario, la cui società generalmente risulta essere creditrice di imposta nei confronti dell?Erario;

Società ?cartiera? nazionale: la società ?cartiera? è il primo anello della catena fraudolenta.A fronte del mancato versamento dell?IVA può rivendere la merce ad un prezzo più basso (sottofatturazione) di quello di acquisto dall?operatore estero. L?IVA gravante quindi, per questo soggetto o soggetto diventa un UTILE illegale che viene quindi suddiviso tra i vari organizzatori della truffa. Il titolare o rappresentante della società, come più volte specificato, non è altro che una testa di legno stipendiata dall?organizzazione e parzialmente a conoscenza della struttura organizzativa;

La fatturazione: la fattura è uno degli elementi fondamentali della truffa e per questo motivo deve essere attentamente esaminata in tutte le sue parti. Attraverso l?indicazione obbligatoria dei soggetti che intervengono nella transazione, si può ricostruire con quali operatori l?organizzatore della truffa effettua le sue transazioni commerciali. La fattura serve per giustificare le transazioni bancarie che verranno effettuate e quindi generalmente vi vengono indicate anche le coordinate relative alle banche dove tali transazioni devono essere effettuate. La descrizione della quantità e della qualità della merce consente inoltre di fare opportuni confronti paralleli con le fatturazioni a monte e a valle;

Pagamenti: I pagamenti vengono effettuati o per contanti, ed è questo il caso dove sorgono sospetti per riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, oppure vengono effettuati per normale bonifico bancario.
I PROFILI INVESTIGATIVI ED AMMINISTRATIVI
A fronte del fenomeno criminoso descritto, occorre rilevare che l?azione investigativa degli organi di PG e della stessa AG si presenta tutt?altro che agevole: l?accertamento della la frode fiscale appare difficile in ragione della complessa articolazione dei soggetti, persone fisiche e giuridiche, che gestiscono il c.d. mercato parallelo delle autovetture di importazione: basti considerare che, non raramente, sono gli stessi amministratori delle società fittizie a recarsi presso il fornitore intracomunitario per ritirare le autovetture; inoltre, quasi sempre, i pagamenti delle stesse sono reali, salvo ovviamente l?IVA. Si aggiunga che, in questo tipo di frode, i fornitori esteri sono numerosissimi, ciò che rende necessario il ricorso alla cooperazione amministrativa e alle rogatorie giudiziarie internazionali, definite in tempi lunghi e comunque del tutti inadeguati alle esigenze di speditezza dell?indagine. Inoltre, il meccanismo fraudolento ha tratto ulteriori possibilità di sviluppo, sul piano oggettivo, dall? l?entrata in vigore del D.P.R. 28.12.2000 NR. 445 che introduceva nell?uso comune la regolamentazione in materia di documenti da presentare alla P.A., di fatto il c.d. snellimento della burocratizzazione che consentiva la produzione e la presentazione della ?DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI NOTORIETÀ?, che viene sottoscritta da chi ha acquistato il veicolo all?estero (cedente): in essa l?importatore, quasi sempre una ?società fittizia? , autocertifica i dati del veicolo indicando, pressoché senza tema di smentita, i due requisiti necessari per dichiarare un veicolo nuovo o usato: i chilometri percorsi e la data della fattura dalla quale decorrono i ?famosi? sei mesi. Inoltre, particolare di non minore importanza, in tale dichiarazione l?importatore asserisce di aver assolto agli obblighi di I.V.A. dovuta. Proprio in alcune circolari esplicative la segreteria tecnica della ex Motorizzazione specificava che gli Uffici periferici del Dipartimento Trasporti Terrestri erano tenuti a comunicare ai competenti uffici i.v.a. le generalità dei cedenti, accordandosi per le procedure più appropriate, inviando periodicamente una copia delle dichiarazioni di IVA assolta presentate dagli importatori: tale disposizione, tuttavia, era vanificata dalla mancata predisposizione di sistema di controllo diretto alla verifica, almeno a campione, del contenuto dell? autocertificazione. L?esperienza investigatva di questi anni, con particolare riferimento al periodo 2000-2004, ha evidenziato l?inefficacia, sul piano oggettivo, dei controlli suddetti: da una attenta analisi di un rilevante numero di fascicoli d?immatricolazione, è stato accertato come un altrettanto notevole numero di autovetture fossero state nazionalizzate nonostante la documentazione presentata non fosse completa e mancassero requisiti essenziali. Particolare attenzione va posta, al riguardo, alla disciplina prevista dal D.L.vo 445/2000 che, nei casi di accertata falsità della dichiarazione sostitutiva presentata per l?immatricolazione, prevede, nell?art.75, la decadenza dei benefici ottenuti con le mendaci dichiarazioni ed in particolare la revoca dell?immatricolazione stessa, con conseguente restituzione all?Ufficio competente di targa e carta di circolazione: ebbene, tale normativa stenta ad essere applicata. La questione appare tuttora irrisolta, nonostante nello specifico settore delle autovetture di provenienza comunitaria, la Finanziaria 2005 abbia introdotto alcune novità, che l?Agenzia delle Entrate ha illustrato con la Circolare n. 41 del 26/09/2005: in particolare, la nuova disciplina prevede l?obbligo, da parte del primo acquirente nazionale, di comunicare in via telematica i dati identificativi di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi acquistati in ambito comunitario: tuttavia, tale procedura non è ancora stata attivata. La possibilità di poter disporre di autovetture di alta gamma in pronta consegna ed a un prezzo inferiore di quasi il 20% rispetto ai commercianti onesti ha consentito di assistere ad un proliferare di ?SALONI TUTTOMARCHE? che commercializzavano prevalentemente auto d?importazione. Proprio questi aspetti sono preminenti nella individuazione di un altro tipo di reato che è consequenziale alle ?frodi carosello?: la turbativa di mercato. Non sono pochi i commercianti che non adattandosi a tali illegali ?novità? si sono visti accerchiati e poi sopraffatti da una concorrenza evidentemente sleale quanto illecita, fino alla cessazione dell?attività. Si è assistito altresì al fenomeno per cui altri operatori del settore hanno addirittura rinunciato al mandato monomarca di cui erano titolari per poter entrare in questo mercato ?parallelo? senza restrizione alcuna.

CONSIDERAZONI CONCLUSIVE
Negli ultimi anni, in particolare a far data dalla seconda metà degli anni ?90, non pare dubbio che il mercato di importazione parallela di autovetture abbia assunto dimensioni sovranazionali, o per meglio dire comunitarie, ed esiga pertanto una omologa risposta sul piano dell?azione di contrasto. In particolare, appare prepotente l?esigenza di predisporre un efficace sistema di coordinamento degli apparati investigativi su scala europea, specie dopo l?ingresso nell?Unione dei Paesi dell?Est. Un altro, decisivo passo in questa direzione sarà compiuto allorquando le frodi all?IVA realizzate nei vari Paesi dell?U.E. saranno considerate anche nelle loro implicazioni lesive delle prerogative degli Organi Comunitari, il cui sostentamento, come noto, deriva dai contributi versati da ogni Stato membro sulla base del gettito IVA interno, traducendosi l?evasione pertanto in una diminuzione effettiva del contributo, a detrimento della funzione degli organi europei.

Gent.mo, massima solidarietà e dispiacere per quello che è accaduto. Premetto che forse ho tralasciato di leggere qualcosa.Ovviamente hai tutti i diritti di lametarti e sp******li. Ovviamente avrai seguito vie legali.
Tuttavia vorrei capire un attimo cosa sarebbe successo di preciso: la frizione ok (gravissimo). Ma perdere il motore per rottura dei supporti? Credo che una cosa del genere capiti quasi mai e comunque dovuta a qualche "manomissione" (?). Inoltre auto destinate all'estero (soprattutto UE) sono al 100% uguali a quelle nostrane e debbono godere delle stesse garanzie. La questione iva credo che presso venditori "seri" di comprovata esperienza, non esista e comunque non ci azzecchi con la "qualità" dell'auto.
Ripeto hai tutti i diritti di farli "neri", ma facciamo un pò di chiarezza.
 
Grazie per la tua solidarieta' ma ti pare che se avessero notato una manomissione l'avrebbero riparata in garanzia ....... non e' mia intenzione sp....... nessuno ma desidero giustizia, io non dubito della loro serieta'!,,, ma perche' mi hanno venduto auto a km0 mai immatricolata da loro?.. a leggere direttive comunita' europee e relative sanzioni non sempre le auto destinate all'estero hanno medesimo certificato conformita',.Inoltre ,mi chiedo il responsabile vendita,che mi ha venduto le due auto possibile che fosse all'oscuro di tutto, di notte dorme per quello che mi ha ,diciamo ,fatto io da un mese ho difficolta'nel prendere sonno ed entro in uno stato d'ansia quando percorro una galleria con l'auto riparata....mi chiedo chi sarebbe tranquillo al mio posto?
 
grazie a tutti coloro che hanno prestato attenzione al mio post prossimamente,saro' intervistato da un importante programma nazionale che ,con cura ,trattera il mìo caso e carte alla mano spieghero'dettagliatamente cosa ho subito da parte di questa concessionaria in maniera tale che anche la FGA capira' come vengono trattati i suoi clienti .
 
oggi ho scoperto che non ho neanche ricevuto dalla concessionaria il certificato di garanzia e cioe' quello verde consegnato tra i libretti di istruzione garanzia auto.... la cosa si fa sempre piu'interessante per i miei legali inoltre mi permetto di invitarvi a leggare quanto segue da un analisi di articoli sul web
Auto importate: Iva evasa per 1.000.000 di euro al giorno!
Una situazione paradossale: per mettere fine alle frodi di tanti operatori del settore auto, basterebbe applicare la legge, ma l?apparato burocratico non dà il via libera ormai da sette mesi ed è già stato deciso uno slittamento ad Ottobre 2007.

Sapete che il Fisco dal settore auto può recuperare almeno 365 milioni di euro evasi ogni anno? È sufficiente che lo Stato metta in pratica una legge già esistente. Invece, è tutto fermo e le frodi continuano. Proprio così: ci sono moltissimi operatori del settore italiani che, importando auto, evadono l?Iva (Imposta sul valore aggiunto, del 20%) per un totale di almeno milione di euro al giorno; una semplice norma eviterebbe l?evasione di quei soldi ma, almeno per ora, manca solamente l?ok dell?apparato burocratico. Non ci credete? Leggete qui.

UNA PACCHIA DEI TRUFFATORI
L?anno chiave è il 1993, quando a livello comunitario viene introdotto il regime transitorio dell?Iva e, al contempo, viene abolito il controllo doganale per le operazioni intracomunitarie. Da qui prendono origine le frodi Iva. Infatti, la legge comunitaria stabilisce che le cessioni all?estero a un altro Stato membro devono avvenire al netto dell?Iva. Non soltanto: l?imposta va versata nel Paese di destinazione dove il bene viene utilizzato. A oggi questo regime, inizialmente previsto fino al 1997, è ancora in vigore, perché le aliquote Iva dei Paesi membri non sono state armonizzate. Col risultato che nell?Unione Europea si evadono 250 miliardi di euro l?anno nei vari settori merceologici. E? proprio il settore auto è uno dei più flagellati dalle truffe.
-Come è potuto accadere tutto ciò?
-Come si spiega che tutti erano a conoscenza da anni di questo fenomeno e nessuno è intervenuto ?
-Come si spiega che soprattutto Italia sia uno dei paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno?

COME AVVENGONO I PRINCIPALI MECCANISMI DI FRODE

A) AUTO NUOVE D?IMPORTAZIONE
L?azienda di un Paese comunitario redige fattura per export, al netto dell?Iva, a una ditta Italiana (chiamata in gergo ?cartiera?, perché ?produce? fatture, carte e documenti e che solitamente chiude nel giro di pochi mesi per sfuggire ad eventuali controlli ). La quale trasforma l?importo (al netto dell?Iva) della fattura d?acquisto in un importo che include l?Iva, ma non versa l?imposta. Queste truffe vengono anche definite ?caroselli fiscali?, data la spettacolarità delle azioni dei protagonisti in gioco.

Esempio.

1) Una ditta tedesca (o di un altro Paese comunitario) fattura, al netto export, 20.000 euro alla ditta ?cartiera? italiana. Questa a sua volta fattura ad un secondo operatore Italiano, fatturando 18.333,33 euro di imponibile, più 3.666,66 di Iva (20%): totale, 22.000 euro. Invece, il puro costo totale del veicolo sarebbe stato di 24.000 euro, Iva compresa.

2) La ?cartiera? incassa 22.000 euro Iva compresa, ma non versa l?imposta. Come prima importatrice, è obbligata ad emettere una dichiarazione che ha assolto gli obblighi di Iva. Questa dichiarazione (assieme ai documenti dell?auto) viene consegnata al Dtt, Dipartimento dei trasporti terrestri, per l?immatricolazione del veicolo.
Entro 15 giorni, la stessa ?cartiera? è obbligata ad inserire tutti i dati del veicolo e del fornitore estero nel sistema di ?tracciabilità?: che controlla tutti i passaggi che un veicolo subisce se non dovesse risultare nel sistema la ddt non procederà all?immatricolazione del veicolo. Questi due obblighi non riescono ad individuare una eventuale evasione iva, infatti quando il Fisco se ne accorge, le ?cartiere? sono sparite.

3) La ditta italiana, cioè un autosalone o una concessionaria, paga e riceve la fattura di 22.000 euro iva compresa, emessa dalla ?cartiera?: così mette in detrazione l?Iva e di conseguenza si ritrova un?auto con un prezzo molto vantaggioso.
Entro 15 giorni dall?acquisto, a sua volta deve inserisce nel sistema telematico della ?tracciabilità? i dati del fornitore italiano e il numero di telaio.

B) AUTO USATE D?IMPORTAZIONE
La frode ha luogo quando ci sono auto usate (denominate tali se hanno minimo 6.000 km e sei mesi di immatricolazione). Si tenga presente che la maggioranza delle vetture seminuove, usate, importate, solitamente provengono da grandi aziende, società di noleggio, leasing, comunque sono soggette ad Iva, e vanno vendute all?estero al netto per poi assolvere l?Iva in Italia. Solo una piccola parte di vetture usate importate provengono da clienti privati/soggetti fiscali attivi, con l?iva definitivamente pagata nel paese di origine
aventi di conseguenza diritto al regine dell?iva sul margine (Art. 36).
Come avviene il raggiro da parte degli operatori disonesti? Con l?emissione di fatture false, dove viene impropriamente indicata l?Iva sul margine.
Questo può avvenire da parte del fornitore estero, all?insaputa dell? acquirente Italiano, oppure all?inverso, oppure di comune accordo.

Esempio.

1) Una ditta tedesca (o di altri Paesi Ue) fattura 20.000 euro al netto export
e chiede il rimborso iva nel proprio paese.

2) La ditta importatrice italiana, fattura a sua volta in Italia applicando il regime del margine (Art.36) dei beni usati: 22.000 euro. L?Iva di conseguenza viene versata soltanto sul margine di guadagno, cioè su 2.000 euro: l?Iva diventa di 333,33 euro anziché 4.000 euro. Risultato: la vettura viene a costare 22.000 invece di 24.000 euro (Iva compresa). La ditta Italiana incassa 22.000 euro e ne versa solo 333,33 di Iva. Per le auto usate aventi diritto al regime del margine non c?è l?obbligo di inserire i dati nel sistema di tracciabilità, e nemmeno dell comunicazione intrastat doganale, non essendo ritenute operazioni intracomunitarie.

3) La ditta italiana (concessionaria o autosalone) paga e riceve la fattura di 22.000 euro emessa dalla ?cartiera?, dov?è indicato che l?auto è un usato assoggettato al regime del margine (Art. 36).Anche in questo caso, con questo sistema di truffa, vengono proposte vetture ai clienti finali privati con prezzi vantaggiosi super scontati.

C) AUTO NUOVE NAZIONALI CON CERTIFICATO DI CONFORMITÀ (Coc)
In Italia, i veicoli nuovi di fabbrica, non immatricolati, distribuiti attraverso le reti ufficiali delle case costruttrici, che rilasciano il certificato di conformità (Coc) che riporta i dati tecnici, l?omologazione del veicolo e l?annotazione che sono stati assolti gli obblighi Iva intracomunitari. Così la truffa può essere molto semplice.
Esempio.

1) La concessionaria ufficiale Italiana esporta al netto di Iva i veicoli nuovi: destinazione, i Paesi Ue e la Repubblica di San Marino. Alla ditta estera viene consegnato il documento Coc,/Certificato di conformità. fattura netto Iva: 20.000 euro. Le vetture vengono trasportate a destinazione nel paese di vendita.

2) La ditta straniera o di San Marino rifattura ad una ditta ?cartiera? Italiana: le auto che vengono vendute e trasportate nuovamente in Italia. Fattura netto Iva export: 21.000 euro. San Marino è ormai una meta privilegiata per motivi logistici, la vicinanza, le operazioni fiscali si svolgono in poche ore, i costi dei trasporti sono minimi.

3) La ?cartiera? Italiana riceve la fattura (netto Iva) di 21.000 euro, da San Marino o da un altro stato membro UE, ma il costo totale sarebbe stato di 25.200 euro, Iva inclusa. Incassa invece 22.000 euro con Iva, ma non la versa. Fattura 18.333,33 euro di imponibile, più 3.666,66 di iva: totale 22.000. Vende ad altri operatori italiani come veicolo nuovo ufficiale nazionale e poi chiude i battenti.

4) La concessionaria italiana o l?autosalone, paga e riceve la fattura di 22.000 euro iva compresa, emessa dalla ?cartiera?: così mette in detrazione l?Iva. Il veicolo avendo il Coc/certificato di conformità Italiano si procede all?immatricolazione senza nessun controllo, con la procedura riservata ai veicoli della rete ufficiale Italiana, visto che è chiaramente indicato che gli obblighi di Iva risultano assolti dall?importatore o distributore ufficiale Italiano.

QUALI SEMPLICI E RAPIDE SOLUZIONI CONTRO L?EVASIONE DELL?IVA
A) Per le auto nuove d?importazione (che è poi il giro d?affari più ricco), andrebbe introdotto il Modello F24 telematico riferito al telaio del veicolo importato, così si pagherebbe l?Iva prima delll?immatricolazione. Di fatti già legge ma non applicato.

B) Che fare contro il giro illegale di auto usate estere? Al momento della radiazione per l?esportazione, la Motorizzazione o gli uffici preposti dello Stato estero potrebbero apporre sul documento la dicitura ?netto export? o ?regime del margine?. Copia autentica e controllo incrociato con il Paese di destinazione darebbe certezza sul regine dell?iva (ordinario e del margine Art. 36) da applicare.

C) Per quanto riguarda i veicoli nuovi di fabbrica nazionali della rete ufficiale Italiana non immatricolati, ceduti all?estero al netto dell?iva sarebbe necessario una ?marchiatura?, ci sarebbero tre possibilità anche combinabili: 1- timbro per esportazione apposto sul certificato di conformità/Coc 2-taglio di un lenbo del certificato di conformità/Coc 3 ? comunicazione telematica di avvenuta esportazione all?estero. Se il veicolo dovesse rientrare in Italia (nulla lo vieta in riferimento alla libera circolazione delle merci in tutto il territorio Comunitario) verrebbe immediatamente individuato e trattato dal punto di vista procedurale come un veicolo d?importazione parallela.

IL NOSTRO PARERE
La Legge (n. 286) c?è dal 24 novembre 2006: è stata definita e confermata l?attivazione del pagamento dell?Iva sulle vetture d?importazione tramite il modello F24. Ma la norma non può essere applicata, perché il Dipartimento dei trasporti terrestri ha prima rimandato il via a fine 2006, poi a febbraio 2007, ad aprile 2007, a giugno 2007 e ora al 10 ottobre 2007. Perché questi continui rinvii? Ragioni tecniche non meglio definite: ?Si è ancora in attesa ? dice una Circolare ministeriale ? di conoscere le nuove procedure in materia di assolvimento degli obblighi Iva che l?Agenzia delle Entrate renderà operative in attuazione di quanto stabilito dalla legge?. Dal canto suo, Gente Motori può soltanto promettere che vigilerà su quanto accadrà in futuro. Anche perché questo colossale giro d?evasione dell?Iva ha tre conseguenza negative.
1) Si ripercuote su tutti noi. E mai come ora sarebbe importante recuperare tutti i soldi evasi. Nel 2004 (ultimi dati disponibili secondo uno studio dell?Agenzia delle Entrate) l?Iva elusa ammontava a 43,2 miliardi; l?evasione è cresciuta del 31,1% dai 4,976 miliardi del 1980.
2) La concorrenza sleale degli operatori disonesti che evadono l?iva nei confronti degli operatori che la pagano. Visto il piccolo margine di guadagno nel settore auto, in pochi punti percentuali, la concorrenza sleale si fa sentire molto di più nel settore che in altri settori merceologici ! Così il mercato è drogato e disorientato, come denuncia da molti anni l?A.I.D.A., Associazione italiana distributori autoveicoli. L?A.I.D.A nata per favorire il libero commercio degli autoveicoli nell?ambito dell?Unione Europea, sviluppando la libera e leale concorrenza, vuole favorire la collaborazione tra distributori e utilizzatori, questo per dare la massima sicurezza, trasparenza e garanzia sopratutto al cliente privato finale.
Molti importatori di auto dai mercato parallelo, lavorando in modo onesto e leale, sono venuti a trovarsi in una grave situazione di svantaggio economico. Tanti hanno dovuto chiudere la propria attività, altri invece hanno deciso di approffittare di questo fenomeno massiccio fenomeno dell?evasione dell?iva.
3) Gli operatori Italiani del settore che non acquistato direttamente il prodotto all?estero, sono disorientati e non riescono più a distinguere nei loro acquisti di chi fidarsi e di conseguenza spesso si ritrovano coinvolti in truffe a loro insaputa. Ci sono anche tanti operatori ?furbi? che hanno approfittato di questo fenomeno dell?evasione e si celano dietro la frase ?non è compito mio indagare, se viene pagata l?iva? anche perché non è possibile verificarlo, poi visto che la finanza se ne accorge a volte anche dopo diversi anni, come posso controllare io immediatamente!
4) Il privato cliente finale che compra l?auto si trova costretto a verificare se l?importazione è stata effettuata in modo corretto. Se non lo fa, in caso di controllo da parte della Guardia di finanza, rischia di perdere la propria vettura o di vedersi sequestrare le targhe per aver effettuato un ?acquisto incauto?: doveva accorgersi che il prezzo di quella macchina era troppo basso.
 
data per scontanta una certa comprensione per i tuoi problemi.. che non ho perfettamente intesi- ma passi- trovo inopportuo questi tuo continuo pubblicare articoli scritti da altro, annifà, come fossero farina del tuo sacco

http://www.simonegrassi.net/?p=1380
PAOLO POLI
August 8th, 2007

cit: ..........................................

Auto importate: Iva evasa per 1.000.000 di euro al giorno!
Una situazione paradossale: per mettere fine alle frodi di tanti operatori del settore auto, basterebbe applicare la legge, ma l?apparato burocratico non dà il via libera ormai da sette mesi ed è già stato deciso uno slittamento ad Ottobre 2007........................


come ti ho già detto in un post precedente mi sembra che tu abbia un cocetto dell?uso di internet piuttosto?sbarazzino?
prima cerchi di farti denunciare per diffamazione, ora rischi la querela per plagio

ti lamenti di scorrettezze.. di raggiri, di complotti... mah.. bhò
con tutti ?sti copia e incolla non ci stai facendo una grande figura... attendiamo l?intervista, ma le risposte alle domande chi te le scriverà?
 
Io invito a leggere quanto segue non esiste plagio se non nel dichiarare uno scritto appartenente al mio ingegno naturalmente se sapevo tutto quello che il buon Poli ha sapientemente esposto colcacchioche cade vo nel trappolone. Per le riposte alla/`intervista accetto anche tuoi consigli Tolomeo che ti vedo molto preparato .
Cordiali saluti
 
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