<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Audi, opzione d'acquisto per Ducati. | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Audi, opzione d'acquisto per Ducati.

FurettoS ha scritto:
E' da tempo che VAG sta dietro al discorso due ruote così come previsto da Ferdinand Piëch nel Project Eagle.

Da un lato sono veramente sbalordito da quanto sia peggiorato il livello imprenditoriale del management italiano, si pensa sostanzialmente solo al soldo senza un progetto a lungo termine e si continuano a cedere pezzi importanti della nostra industria e della nostra economia.
Sotto questo aspetto è una palese incapacità e resa nel confrontarsi con i mercati. :(

Per un altro vedendo come sono andate le cose a Sant'Agata c'è la speranza che per Ducati ci sia una spinta notevole verso l'alto, ma l'amaro in bocca resta.

Siamo terra di conquista.. speriamo che i prossimi padroni siano magnanimi. Prostrati accogliamo i nuovi investitori. Se l'imprenditore italiano va all'estero l'ultima speranza è che dall'estero vengano a investire qui.

"o Franza o Spagna, purché se magna" ;)
 
FurettoS ha scritto:
E' da tempo che VAG sta dietro al discorso due ruote così come previsto da Ferdinand Piëch nel Project Eagle.

Da un lato sono veramente sbalordito da quanto sia peggiorato il livello imprenditoriale del management italiano, si pensa sostanzialmente solo al soldo senza un progetto a lungo termine e si continuano a cedere pezzi importanti della nostra industria e della nostra economia.
Sotto questo aspetto è una palese incapacità e resa nel confrontarsi con i mercati. :(

Per un altro vedendo come sono andate le cose a Sant'Agata c'è la speranza che per Ducati ci sia una spinta notevole verso l'alto, ma l'amaro in bocca resta.
non sono molto d'accordo su una critica tanto dura al livello manageriale italiano. Indubbiamente in campo motoristico stiamo affrontando un pessimo momento, anche per scelte errate del management, ma non è corretto fare di tutta l'erba un fascio.
Ci sono un sacco di eccelleze imprenditoriali e di esempi positivi, tuttavia il modello economico italiano è basato sulla piccola - media impresa ed oggi le dimensioni sono indispensabili per competere sui mercati globali sopratutto dove le economie di scala diventano rilevanti.
Scendendo nello specifico, gli attuali proprietari della Ducati sono un fondo di investimento che per definizione si occupa di finanza più che di industria. Che oggi passino di mano, specie ad un compratore tanto importante, è un atto che fisiologicamente fa parte della loro natura. Non si tratta di incapacità o meno, è la valorizzazione di un lavoro che a questo doveva portare.
Non dimentichiamoci che in questi giorni Ducati era contesa fra MB e VAG, mica due qualunque. Onore quindi a chi ha ricostruito un giocattolo tanto interessante.
Se il rammarico è per non essere stati in grado di mantenere italiana la proprietà di questo gioiello, ci dobbiamo rassegnare al fatto che imperi industriali in Italia ne esistono pochi e questo per colpa dei modelli economici che abbiamo perseguito negli ultimi decenni, non certo per l'abilità del management degli ultimi anni
 
moogpsycho ha scritto:
FurettoS ha scritto:
E' da tempo che VAG sta dietro al discorso due ruote così come previsto da Ferdinand Piëch nel Project Eagle.

Da un lato sono veramente sbalordito da quanto sia peggiorato il livello imprenditoriale del management italiano, si pensa sostanzialmente solo al soldo senza un progetto a lungo termine e si continuano a cedere pezzi importanti della nostra industria e della nostra economia.
Sotto questo aspetto è una palese incapacità e resa nel confrontarsi con i mercati. :(

Per un altro vedendo come sono andate le cose a Sant'Agata c'è la speranza che per Ducati ci sia una spinta notevole verso l'alto, ma l'amaro in bocca resta.
non sono molto d'accordo su una critica tanto dura al livello manageriale italiano. Indubbiamente in campo motoristico stiamo affrontando un pessimo momento, anche per scelte errate del management, ma non è corretto fare di tutta l'erba un fascio.
Ci sono un sacco di eccelleze imprenditoriali e di esempi positivi, tuttavia il modello economico italiano è basato sulla piccola - media impresa ed oggi le dimensioni sono indispensabili per competere sui mercati globali sopratutto dove le economie di scala diventano rilevanti.
Scendendo nello specifico, gli attuali proprietari della Ducati sono un fondo di investimento che per definizione si occupa di finanza più che di industria. Che oggi passino di mano, specie ad un compratore tanto importante, è un atto che fisiologicamente fa parte della loro natura. Non si tratta di incapacità o meno, è la valorizzazione di un lavoro che a questo doveva portare.
Non dimentichiamoci che in questi giorni Ducati era contesa fra MB e VAG, mica due qualunque. Onore quindi a chi ha ricostruito un giocattolo tanto interessante.
Se il rammarico è per non essere stati in grado di mantenere italiana la proprietà di questo gioiello, ci dobbiamo rassegnare al fatto che imperi industriali in Italia ne esistono pochi e questo per colpa dei modelli economici che abbiamo perseguito negli ultimi decenni, non certo per l'abilità del management degli ultimi anni

Hai detto molte cose giuste che condivido ma alcune cose a mio avviso vanno evidenziate.

VAG non è la prima volta che fa la corte a Ducati e se prima non è riuscita a impossessarsene non è perchè non aveva voglia è perchè Ducati, o meglio chi per loro, non voleva cederla.

Il fatto che in Italia la piccola-media impresa sia colonna vertebrale del sistema è vero ma il problema di fondo non è tanto sul metodo in se per se ma molto sul fronte etico, ovvero un modello di industria/finanza che non vede tanto il prodotto in se ma il valore del pacchetto a disposizione. L'azienda vale 100 sul mercato a prescindere dai singoli modelli che produce è un sistema/modello industriale/economico che attualmente si sta rivelando fallimentare per il Paese perchè non considera in nessun modo tutta una serie di effetti collaterali derivanti.

Ci sono aziende che fanno della loro piccolezza la più grande forza impiegabile sul mercato, andando ad offrire un prodotto quasi su misura per il richiedente.

Le aziende Italiane che sono cresciute in campo internazionale, poichè nessuna azienda e nata già internazionale, sono durate fin tanto che la mentalità di chi le guidava era lungimirante e non particolarmente influenzata dal "soldo facile" del modello finanza rispetto a quello prodotto.
Che l'attuale classe dirigente che guida l'italia sia mediocre lo stiamo vedendo sotto i nostri occhi ma di certo non generalizzo perchè io stesso sono consapevole che di realtà italiane di eccellenza ce ne sono molte, ma abbandonate a se stesse non possono durare in eterno. :(
 
se lavorassi in Ducati mi leccherei le orecchie dalla felicità.
Finalmente gente che investe serio e ha visione a lungo termine.
 
ducati è tra i marchi di prestigio motociclistico, il più fortemente indebitato...

vag ha aspettato il momento economico migliore per appropriarsene con meno risorse possibili...
 
autofede2009 ha scritto:
ducati è tra i marchi di prestigio motociclistico, il più fortemente indebitato...

vag ha aspettato il momento economico migliore per appropriarsene con meno risorse possibili...

L'ha pagata comunque il triplo di quello che aveva versato Bonomi, non mi sembra tanto a buon mercato...
 
Non è tanto il prezzo in se a fare la differenza (chiaramente parlando di trattative che rimangono nella prospettiva reale) bensì le potenzialità del marchio in funzione dell'investimento rischiesto.

Quì, a mio modo di vedere, non si tratta semplicemente di un capriccio ma di una reale intenzione di entrare a gamba tesa nel mercato delle due ruote e con tutta l'intenzione di farlo in grande stile, con un marchio storico di grande presa e con indubbie potenzialità. Audi (e VAG) non acquistano solo le 4 mura ma tutto il know-how del marchio che non è proprio robetta.

Con gli investimenti giusti no vi è dubbio che Ducati torni ad evidenziarsi non solo nel panorama del motociclismo ma in generale nelle due ruote poichè non vi è dubbio che al pari di Bmw si affaccerà sul mondo dei maxiscooter, un segmento decisamente in evoluzione. Il fatto di assocciarla ad Audi così come Lamborghini rende chiara l'idea di posizionare il marchio nella galassia Premium del Gruppo. E' questa in sostanza la meccanica d'impresa che si differisce dall'azienda nostrana e che ad oggi porta al clamoroso gap, un ingranaggio che ruota in contemporanea con gli altri e per raggiungere un obiettivo.

Voglio sempre ricordare che Moto Guzzi ha venduto a suo tempo la "Norge" alla polizia tedesca vincendone la fornitura con un appalto, quindi si riconferma l'incredibile risultato che quando il prodotto è buono si vende! :shock:

A cedere l'azionariato non è stata solo Investindustrial di Bonomi ma anche le minori Bs Investimenti e Hospitals of Ontario Pension Plan.
 
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