Centotrentamila chilometri, poco meno di ottantamila fatti con le mie mani sul volante.
E' stato amore ancor prima di incontrarci, cara Legacy IV, ti bramavo da tanto tempo e per cinque anni siamo stati proprio felici, noi due assieme.
Ho adorato la trazione, la coppia che andava al di là dei freddi numeri; ho gustato lo spazio interno, un po' meno i quasi cinque metri che si facevano sentire tutte le volte che sacramentavo cercando un parcheggio abbastanza grande nei pressi dell'ambuatorio.
Ci siamo conosciuti piano piano, poi è venuta la neve ed ho scoperto la tua vera anima, quella di una grande guerriera che non ha paura di niente, nemmeno del mio piede ruvido e dei controlli di trazione disinseriti, con buona pace dell'albero di Natale che illuminava il mio sorriso nei mille traversi che ci siamo fatti assieme in montagna su quella strada bianchissima. Le tre di notte: tu, io e le occhiatacce alle volte un po' invidiose dalle cabine degli spazzaneve.
Centotrentamila chilometri, un tagliandone da fare ormai qualche mese fa. La frizione quasi andata, il differenziale che segue a ruota, ammortizzatori ormai dimenticati, il solito dubbio su un motore che può abbandonarti in qualsiasi momento...oppure mai, chi lo sa. E poi, siamo onesti, la voglia di cambiare, la consapevolezza che se non faccio la pazzia ora, non troverò mai più il coraggio: non voglio fare il sessantenne in coupé, preferisco togliermi lo sfizio prima dei cinquanta.
E da qui la decisione: arrivederci amore, ciao. Le nostre strade si dividono, ma ti garantisco che non ho mai sofferto tanto nell'abbandonare una mia macchina in mani estranee.
Dalle 18 in garage riposa una tua nipotina, sotto il suo cofano batte un altro 2.0 boxer nato sotto il segno delle Pleiadi. Questo però è a benzina, gli mancano il turbocompressore ed un paio di ruote motrici.
Stona il marchio Toyota sul piccolo volante: mi perdonerai, ma dopo i suv e le emorroidi, la terza cosa che cerco di evitare è l'assistenza di Subaru Italia.
Ciao Legacy, fai la brava.
E' stato amore ancor prima di incontrarci, cara Legacy IV, ti bramavo da tanto tempo e per cinque anni siamo stati proprio felici, noi due assieme.
Ho adorato la trazione, la coppia che andava al di là dei freddi numeri; ho gustato lo spazio interno, un po' meno i quasi cinque metri che si facevano sentire tutte le volte che sacramentavo cercando un parcheggio abbastanza grande nei pressi dell'ambuatorio.
Ci siamo conosciuti piano piano, poi è venuta la neve ed ho scoperto la tua vera anima, quella di una grande guerriera che non ha paura di niente, nemmeno del mio piede ruvido e dei controlli di trazione disinseriti, con buona pace dell'albero di Natale che illuminava il mio sorriso nei mille traversi che ci siamo fatti assieme in montagna su quella strada bianchissima. Le tre di notte: tu, io e le occhiatacce alle volte un po' invidiose dalle cabine degli spazzaneve.
Centotrentamila chilometri, un tagliandone da fare ormai qualche mese fa. La frizione quasi andata, il differenziale che segue a ruota, ammortizzatori ormai dimenticati, il solito dubbio su un motore che può abbandonarti in qualsiasi momento...oppure mai, chi lo sa. E poi, siamo onesti, la voglia di cambiare, la consapevolezza che se non faccio la pazzia ora, non troverò mai più il coraggio: non voglio fare il sessantenne in coupé, preferisco togliermi lo sfizio prima dei cinquanta.
E da qui la decisione: arrivederci amore, ciao. Le nostre strade si dividono, ma ti garantisco che non ho mai sofferto tanto nell'abbandonare una mia macchina in mani estranee.
Dalle 18 in garage riposa una tua nipotina, sotto il suo cofano batte un altro 2.0 boxer nato sotto il segno delle Pleiadi. Questo però è a benzina, gli mancano il turbocompressore ed un paio di ruote motrici.
Stona il marchio Toyota sul piccolo volante: mi perdonerai, ma dopo i suv e le emorroidi, la terza cosa che cerco di evitare è l'assistenza di Subaru Italia.
Ciao Legacy, fai la brava.