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...ancora rogne con GPL ....

ERRATA CORRIGE.....Scusate ragazzi se torno alla carica, con: ....e venne il giorno....della seconda sconfitta, ma ho ancora bisogno di voi.

Aprirò ancora una guerra tra MEIPSO che ipotizza un problema meccanico e CRIS68 che ipotizza un disturbo elettrico, così forse un giorno vedremo chi dei due ha ragione. Ormai sono tre mesi che combatto e ho deciso che andrò fino in fondo a costo di rompere le scatole a tutti gli impiantisti del nord-est, al momento in sei mi hanno liquidato.

Con la bobina da recupero sono andato avanti bene una settimana dopo di che tutto è ritornato come prima, e...udite udite...il miglior impiantista della zona mi ha anche restituito il "salasso". Ora però non so se ha voluto chiudere la partita perchè gli ho chiesto spiegazioni della ingiustificata spesa, oppure perchè si è arreso di fronte al mistero.

Alla luce del fatto che la bobina per una settimana ha funzionato, vi chiedo: mi conviene andare a prenderne una nuova, per una spesa di 150 euro ( ne spenderei anche 1000 se fossi sicuro della soluzione definitiva, e rischiare di ritrovarmi ancora con la coda tra le gambe?
Non è che per caso un malfunzionamento del circuito elettrico danneggia le bobine?

Se fossi sicuro che revisionando le valvole, il vizietto del ritorno di fiamma avesse fine, darei subito il via all'operazione.
Ma è mai possibile che gente esperta che lavora da decenni nel settore, non sia in grado di fare una diagnosi certa alla luce di una specifica sintomatologia? Per esempio un sintomo certo è che il problema si presenta solo ed esclusivamente quando il motore è caldo e a bassissimi giri sotto sforzo! Questo dovrebbe essere un indizio molto importante!
Ma ste auto sono più complicate del corpo umano? ASTA LUEGO!
 
Buongiorno, esimio dott. prof.
Posso ben capire, a valle di un congruo atto di tolleranza, che riuscire ad ?azzeccare? la problematica che sta alla base di una determinata circostanza, o, almeno, ritenere di averlo fatto, possa innescare un sentimento di soddisfazione tale per cui si possano perdere di vista gran parte dei buoni modi che dovrebbero stare, a mio avviso, alla base di ogni forma di comunicazione; per questo, non mi ritengo in alcun modo in contrasto con Cris con il quale, anzi, mi sono già chiarito nella sede opportuna.
Devo, infatti, ammettere un mio grande difetto, ovvero che sovente pecco di prolissità. Tale prolissità, tuttavia, è a mio avviso più percepita che reale, dal momento che gli argomenti trattati sono decisamente complessi ed articolati.
Cercherò di essere maggiormente sintetico, in maniera che chi percepisca nel mio modo di esprimermi per scritto una eccessiva pesantezza, possa trovare il giusto conforto. Tale iniziativa è, già nel dichiarato, solo un tentativo; quindi, esorto chi dovesse patire in maniera eccessiva questa situazione ad esimersi dal leggere o, in alternativa, a richiedere un?esposizione riassuntiva e semplificata, senza però pretenderne la medesima efficacia.
Torniamo a noi.
Se ben ricordi, nel topic precedente, ancora visibile in prima pagina per il tuo intervento poi replicato in questo nuovo 3d (a proposito: ho cancellato il "doppione"), avevo accennato ad una correlazione, una sorta di interdipendenza, tra problemi meccanici ed elettrici. Riparto da qui.
Va preso in prima considerazione il fatto che la combustione del gas genera in camera di scoppio delle temperature più elevate oltre che una maggiore ?secchezza? che coinvolge gli apparati meccanici già più e più volte evidenziati. Questo comporta una temperatura maggiore della testata e delle altre parti situata in immediata prossimità.
Va, inoltre, tenuto in debito conto il fatto che una buona parte dei dispositivi elettrici sono montati a ridosso della testata, per il semplice motivo che questi devono fare capo alle candele che sono situate sulla medesima. Si capisce bene, quindi, che tali dispostivi sono soggetti ad uno stress di tipo termico molto maggiore del normale; dal momento che i medesimi si scaldano già di per sé in condizioni di esercizio, è normale aspettarsi una maggiore usura e quindi una minore durata, intesa come maggiore probabilità di trovarsi in difetto di officiosità.
Nelle vetture dell?epoca produttiva come è, di fatto, quella di specie, c?è un componente, sovente messo in secondo piano, di norma montato a ridosso di quello che veniva ancora chiamato ?spinterogeno?, sebbene non lo fosse del tutto (vi è infatti una sostanziale differenza, anche se la funzione, in ultimo, era la stessa, ovvero quella di distribuire sequenzialmente la corrente ad alta tensione verso i cablaggi, questi collegati, a valle, con le candele: lo spinterogeno vero e proprio era dotato di ?puntine?, ovvero di contatti particolari che scandivano lo scoccare della scintilla, e di un ruttore di tipo meccanico in cui una sorta di contatto a lamella ruotava per trovarsi in corrispondenza con le spazzole, di norma in grafite o rame rivestito, facenti capo ai connettori per i cablaggi sopra detti. Oggi il ruttore è di tipo elettromagnetico, ad induzione, in modo da non dover ricorrere a contatti di tipo strisciante, con le ovvie ripercussioni, in positivo, sull?affidabilità, la durevolezza e costanza di prestazione); il componente cui mi riferisco è chiamato ?impulsore? o anche ?modulo di potenza? e un suo difetto vanifica pesantemente il lavoro svolto dalla bobina. Si manifesta maggiormente a caldo, come è ovvio, del resto. E? caro, ma è indispensabile.
Capitò anche a me di doverlo sostituire proprio dopo poche decine di migliaia di km di percorrenza a gas, implementato dopo un lungo periodo di utilizzo a benzina, in seguito al maggiore riscaldamento conseguito. Anche io cambiai la bobina, e come già detto in precedenza, qualcosa migliorò; sostituii anche i cablaggi per intero, e migliorò un altro po?? ma finché non arrivai a cambiare questo modulo, non ebbi ragione della circostanza.
A questo punto, non mi resta che consigliarti di sostituire questo componente che, spesso, è scomponibile rispetto allo spinterogeno o è addirittura montato in apposita sede separata. Fai lo stesso anche con i cavi, tutti quanti, sia quello che collega la bobina allo spinterogeno che quelli che dipartono dal medesimo per giungere alla candele, pipette comprese. Non ammetto deroghe, tienilo presente!!.... :D
A questo punto, se dopo la sostituzione di questi pezzi, ovvero modulo di potenza e l?intero gruppo di cablaggio, il difetto dovesse persistere, si tratta senz?altro di problemi meccanici; rimando, quindi, in tale circostanza a quanto già descritto nel topic precedente.
Vi è poi da fare una ulteriore specifica: il difetto di chiusura e quindi di tenuta delle valvole, a valle della maggiore usura delle relative sedi, non è una circostanza che si verifica così, ?di botto?, dall?oggi al domani. Si va dalla perfetta chiusura ad una chiusura che, sebbene abbastanza efficace per consentire al motore di funzionare, provoca comunque un certo tenore di riflusso sia verso lo scarico che verso l?aspirazione, in dipendenza di quali siano le valvole coinvolte. Questo processo, in quanto graduale, può durare molto tempo anche rimanendo in buona parte latente e, come è evidente, provoca un surriscaldamento sia della testata che del collettore di scarico e di quello di aspirazione, in quanto è proprio il gas incandescente, in questo caso, che va a lambire queste parti, e proprio nel momento in cui è più caldo e dirompente, ovvero nel momento dell?innesco dell?accensione. Da qui, come è ovvio, l?acuirsi delle problematiche sopra sommariamente descritte e, sempre da questo aspetto che ritengo di primario significato, la correlazione tra inconvenienti di natura elettrica e meccanica.
Resto in attesa di eventuali richieste di chiarimento. Un caro saluto, ciao.
 
meipso ha scritto:
Buongiorno, esimio dott. prof.
Posso ben capire, a valle di un congruo atto di tolleranza, che riuscire ad ?azzeccare? la problematica che sta alla base di una determinata circostanza, o, almeno, ritenere di averlo fatto, possa innescare un sentimento di soddisfazione tale per cui si possano perdere di vista gran parte dei buoni modi che dovrebbero stare, a mio avviso, alla base di ogni forma di comunicazione; per questo, non mi ritengo in alcun modo in contrasto con Cris con il quale, anzi, mi sono già chiarito nella sede opportuna.
Devo, infatti, ammettere un mio grande difetto, ovvero che sovente pecco di prolissità. Tale prolissità, tuttavia, è a mio avviso più percepita che reale, dal momento che gli argomenti trattati sono decisamente complessi ed articolati.
Cercherò di essere maggiormente sintetico, in maniera che chi percepisca nel mio modo di esprimermi per scritto una eccessiva pesantezza, possa trovare il giusto conforto. Tale iniziativa è, già nel dichiarato, solo un tentativo; quindi, esorto chi dovesse patire in maniera eccessiva questa situazione ad esimersi dal leggere o, in alternativa, a richiedere un?esposizione riassuntiva e semplificata, senza però pretenderne la medesima efficacia.
Torniamo a noi.
Se ben ricordi, nel topic precedente, ancora visibile in prima pagina per il tuo intervento poi replicato in questo nuovo 3d (a proposito: ho cancellato il "doppione"), avevo accennato ad una correlazione, una sorta di interdipendenza, tra problemi meccanici ed elettrici. Riparto da qui.
Va preso in prima considerazione il fatto che la combustione del gas genera in camera di scoppio delle temperature più elevate oltre che una maggiore ?secchezza? che coinvolge gli apparati meccanici già più e più volte evidenziati. Questo comporta una temperatura maggiore della testata e delle altre parti situata in immediata prossimità.
Va, inoltre, tenuto in debito conto il fatto che una buona parte dei dispositivi elettrici sono montati a ridosso della testata, per il semplice motivo che questi devono fare capo alle candele che sono situate sulla medesima. Si capisce bene, quindi, che tali dispostivi sono soggetti ad uno stress di tipo termico molto maggiore del normale; dal momento che i medesimi si scaldano già di per sé in condizioni di esercizio, è normale aspettarsi una maggiore usura e quindi una minore durata, intesa come maggiore probabilità di trovarsi in difetto di officiosità.
Nelle vetture dell?epoca produttiva come è, di fatto, quella di specie, c?è un componente, sovente messo in secondo piano, di norma montato a ridosso di quello che veniva ancora chiamato ?spinterogeno?, sebbene non lo fosse del tutto (vi è infatti una sostanziale differenza, anche se la funzione, in ultimo, era la stessa, ovvero quella di distribuire sequenzialmente la corrente ad alta tensione verso i cablaggi, questi collegati, a valle, con le candele: lo spinterogeno vero e proprio era dotato di ?puntine?, ovvero di contatti particolari che scandivano lo scoccare della scintilla, e di un ruttore di tipo meccanico in cui una sorta di contatto a lamella ruotava per trovarsi in corrispondenza con le spazzole, di norma in grafite o rame rivestito, facenti capo ai connettori per i cablaggi sopra detti. Oggi il ruttore è di tipo elettromagnetico, ad induzione, in modo da non dover ricorrere a contatti di tipo strisciante, con le ovvie ripercussioni, in positivo, sull?affidabilità, la durevolezza e costanza di prestazione); il componente cui mi riferisco è chiamato ?impulsore? o anche ?modulo di potenza? e un suo difetto vanifica pesantemente il lavoro svolto dalla bobina. Si manifesta maggiormente a caldo, come è ovvio, del resto. E? caro, ma è indispensabile.
Capitò anche a me di doverlo sostituire proprio dopo poche decine di migliaia di km di percorrenza a gas, implementato dopo un lungo periodo di utilizzo a benzina, in seguito al maggiore riscaldamento conseguito. Anche io cambiai la bobina, e come già detto in precedenza, qualcosa migliorò; sostituii anche i cablaggi per intero, e migliorò un altro po?? ma finché non arrivai a cambiare questo modulo, non ebbi ragione della circostanza.
A questo punto, non mi resta che consigliarti di sostituire questo componente che, spesso, è scomponibile rispetto allo spinterogeno o è addirittura montato in apposita sede separata. Fai lo stesso anche con i cavi, tutti quanti, sia quello che collega la bobina allo spinterogeno che quelli che dipartono dal medesimo per giungere alla candele, pipette comprese. Non ammetto deroghe, tienilo presente!!.... :D
A questo punto, se dopo la sostituzione di questi pezzi, ovvero modulo di potenza e l?intero gruppo di cablaggio, il difetto dovesse persistere, si tratta senz?altro di problemi meccanici; rimando, quindi, in tale circostanza a quanto già descritto nel topic precedente.
Vi è poi da fare una ulteriore specifica: il difetto di chiusura e quindi di tenuta delle valvole, a valle della maggiore usura delle relative sedi, non è una circostanza che si verifica così, ?di botto?, dall?oggi al domani. Si va dalla perfetta chiusura ad una chiusura che, sebbene abbastanza efficace per consentire al motore di funzionare, provoca comunque un certo tenore di riflusso sia verso lo scarico che verso l?aspirazione, in dipendenza di quali siano le valvole coinvolte. Questo processo, in quanto graduale, può durare molto tempo anche rimanendo in buona parte latente e, come è evidente, provoca un surriscaldamento sia della testata che del collettore di scarico e di quello di aspirazione, in quanto è proprio il gas incandescente, in questo caso, che va a lambire queste parti, e proprio nel momento in cui è più caldo e dirompente, ovvero nel momento dell?innesco dell?accensione. Da qui, come è ovvio, l?acuirsi delle problematiche sopra sommariamente descritte e, sempre da questo aspetto che ritengo di primario significato, la correlazione tra inconvenienti di natura elettrica e meccanica.
Resto in attesa di eventuali richieste di chiarimento. Un caro saluto, ciao.

Ciao ing. siccome a me piace esagerare, ho usato il termine improprio GUERRA per dare più "vigore e colore" al alla mia mail, non certamente per creare attriti tra noi fratelli hondisti.
Detto questo, ho preso atto del componente che mi hai segnalato (impulsore) scaricandolo da internet, e oggi andrò dall' impiantista gpl a fargli la segnalazione, nel caso si fosse dimenticato del componente presunto responsabile.
Se mi permetti vorrei chiederti: che ne pensi di un controllo sulla centralina o di una eventuale riprogrammazione? Mi è giunta voce che un caso, con la stessa sintomatologia, è stato risolto con intervento sulla centralina. Grazie e buenos dias.
 
Salve, esimio prof. Certo, che puoi provare. Non conosco la "duttilità" del comparto elettronico dell'impianto a gas della tua vettura; tuttavia, esistono componenti aggiuntivi che permettono di variare almeno l'anticipo elettrico. Questo potrebbe essere utile nel tuo caso. L'unico consigilio che ritengo sensato è di fare un'accurata valutazione tra costi di ripristino e resa. L'impulsore, di per sé, è già un componente piuttosto caro, più o meno quanto la bobina se lo acquisti nuovo. Il modulo aggiuntivo per la variazione dell'anticipo non so, ad oggi, quanto possa costare, ma c'è da tener conto che necessita di cablaggi specifici per poter essere implementato.
Fai sapere, ti saluto

P.S. : ricordati dei cablaggi che ti ho menzionato nel precedente!! ciao
 

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