Lasciando perdere la questione spese, che mi pare una faccenda miserabile e marginale rispetto alla questione, anch'io ho pensato che diavolo ci tornasse a fare 'sta ragazza, in Italia : la vicenda giudiziaria le è alla fine andata bene, visto che si è trattato di un omicidio, pasticciato e probabilmente - è una mia idea - non pianificato né volontario ma determinato dall'uso delle droghe.
Cosa questa su cui, chissà perché, ben pochi centrano la loro attenzione, forse temendo di passare per reazionari.... ed invece è il nocciolo della questione, non certo solo in questo caso, e dipinge perfettamente il quadro in cui ci si trova a giudicare quando si è davanti a gravi reati, di solito stupri o lesioni gravi o omicidi più o meno efferati, commessi sotto l'effetto delle droghe, sotto il cui effetto tutti i freni inibitori che distinguono l'uomo civilizzato se ne vanno a farsi benedire.
Io non ho un'opinione precisa circa la colpevolezza o meno di Amanda, mentre ho un'opinione molto solida circa le bestialità commesse sotto l'effetto di una droga : non a caso in vita mia non ho mai voluto averci il benché minimo contatto, il mio rapporto con le droghe inizia e finisce con l'aver visto - visto e stop - una volta l'hashish circa 35 anni fa, ed anche in quell'occasione non volli neppure provare a fare una tirata, un po' perché non fumo e molto per antica e profonda avversione verso le droghe, tutte : neppure con l'alcool mi sono mai ubriacato, manco una volta nella vita....
Ora, i processi su questo omicidio sono stati peggio della peggiore immaginazione, ma aldilà della (orribile) sensazione di pasticcio, di approssimazione anche degli inquirenti ecc. mi pare evidente che si sia trattato di un qualcosa che, da sobri, non avrebbero fatto : e siccome non si può mai sapere cosa può succedere quando si è sotto l'effetto delle droghe, la mia idea è che la signora Amanda non possa lamentarsi : colpevole o no, ha partecipato ad un qualcosa finito in tragedia ed è stata in carcere quanto basta per capire che con certe cose è meglio non scherzare, dopodiché è stata assolta ed ha potuto tornarsene a casa.
Allora, mi chiedo, perché tornare in Italia ? perché alimentare il peggiore "giornalismo" scandalistico, perché nutrire la miserabile, ed un po' ributtante, voglia di marcio della parte meno civile della pubblica opinione - in Italia o no, non cambia molto - che vuole solo il colpevole a tutti i costi ed è, probabilmente, poco disposta a perdonare tranne che a se stessa e naturalmente ai propri parenti ?
Quando arriva all'aeroporto e trova una marea di fotografi e "giornalisti" ad attenderla, non si fa un'idea di che aria tira per lei, dico io ? c'è proprio bisogno di scoppiare in lacrime ed alimentare altro casino...? mah.... proprio non capisco, io fossi in lei difficilmente sarei tornato in Italia; al limite, forse, dopo 40 se non 50 anni dai fatti, quando ormai a ricordarsene restano solo i vecchi.
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