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alla faccia dell'amicizia Italo-Libica :((

E meno male che siamo "amici" senno' gli avrebbero lanciato i missili :rolleyes: :?

LAMPEDUSA (13 settembre) - Un motopesca della flotta di Mazara del Vallo, l'Ariete, è stato raggiunto ieri sera da alcuni colpi di mitraglia sparati da una motovedetta libica che gli aveva intimato di fermarsi. La sparatoria non ha avuto conseguenze sull'equipaggio, che è riuscito ad evitare l'abbordaggio e ad allontanarsi. Il peschereccio ha proseguito la navigazione verso il porto di Lampedusa, dove è giunto stamani.

Il capitano Gaspare Marrone e il suo equipaggio hanno salvato decine di vite umane nel Canale di Sicilia. Il peschereccio mazarese è stato infatti protagonista di numerosi interventi di soccorso a barconi di migranti in difficoltà, tanto da ricevere anche un riconoscimento. La notte del 28 novembre 2007 i marinai dell'Ariete salvarono 54 extracomunitari, tra cui una bimba e nove donne, soccorsi su un gommone che imbarcava acqua a circa 30 miglia dall'isola Lampedusa. Durante le operazioni di soccorso un membro tunisino dell'equipaggio si lanciò in mare per aiutare alcuni naufraghi. Esattamente un anno dopo, l' Ariete e altri tre pescherecci d'altura della flotta di Mazara del Vallo salvarono 650 migranti su due barconi in balia del mare in burrasca. Il 5 giugno del 2008, infine, l'ennesimo intervento che consentì di trarre in salvo 27 naufraghi, mentre altri cinque morirono.

«Siamo vivi per miracolo, hanno sparato all'impazzata sfiorandoci; solo per un caso, inoltre, non hanno provocato l'esplosione di alcune bombole di gas». Alessandro Novara, uno dei dieci uomini d'equipaggio dell' «Ariete», il motopesca mitragliato ieri sera da una motovedetta libica, è ancora sotto choc mentre mostra i danni provocati dai colpi di mitraglia. La fiancata di sinistra del peschereccio è sforacchiata dai proiettili, così come la cabina di pilotaggio, segno che i militari libici hanno sparato anche ad altezza d'uomo. Inoltre uno dei proiettili ha colpito anche una delle tre bombole di gas che si trovavano sul ponte dell'imbarcazione, fortunatamente senza bucarla. In quel caso, infatti, si sarebbe innescata un'esplosione a catena che avrebbe investito i marinai che si trovavano in coperta. I proiettili hanno anche forato un gommone utilizzato dall'equipaggio come tender.

«La legge del mare ci impone di aiutare chi è in difficoltà, anche a rischio della nostra vita - aveva dichiarato in quell'occasione Gaspare Marrone - Abbiamo fatto solo il nostro dovere, ora torniamo al lavoro». Per questo spirito di abnegazione dimostrato in numerose occasioni, nel giugno del 2008 il capitano Marrone e il suo equipaggio avevano ottenuto il premio ?Per mare?, istituito dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) «al coraggio di chi salva vite umane».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=118632
 

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