<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alla faccia della crisi... | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Alla faccia della crisi...

|Mauro65| ha scritto:
flankker66 ha scritto:
entro due anni(esagero)o c'è una svolta positiva oppure salta il banco :!: il galleggiamento non funziona +,la grecia insegna :cry:

è come se avessimo tirato sulla carta di credito sperando in un rapido aumento di stipendio
io vedo ordinativi in aumento (non granché, ma comunque "si muove") ma gravi difficoltà finanziarie a sostenere la ripresa - e qui sra il vero motivo dello scudo ter, far affluire soldi veri nelle banche che così migliorao i "ratios" e possono impiegare la nuova raccolta per gli affidamenti

d'altra parte vedo che il fisco e la magistratura stanno iniziando a picchiare durissimo su certi casi (es "fresco" dolce & gabbana), e da come si muovono prevedo a breve parecchi centinaia se non mliardi di euro di nuove entrate
sembrano pochi ma sono "veri", non sono le solite poste di bilancio delle "manovrine"

la vera sfida è far mantenere in Italia la produzione che è sempre più tentata ad emigrare

parlando con diversi imprenditori anche grossi risulta che la pacchia sia finita
dal punto di vista fiscale.riassumo in modo samplice un esempio"purtroppo adesso il bilancio pubblico è ad una svolta per cui ne hanno bisogno per vivere.le cose sono cambiate più che per volontà per necessità"
questo è un'esempio che mi è arrivato alle orecchie,speriamo che l'evasione rientri in un alveo accettabile.
quanto alla produzione in italia.....
speriamo ,ma chi può scappare secondo te fa bene a restare?
 
Il problema dell'evasione esiste , dalle recenti statistiche risulta che ad esempio in Calabria abbiamo oltre il 90 % di imponibile evaso, mentre in lombardia , vado a memoria ,siamo attorno al 20 %. Nel resto del mondo la percentuale di evasione è simile alla cifra del Nord Italia mentre è evidente che il divario con il Sud è enorme. Per mettere a posto i conti bisognerebbe equilibrare questo squilibrio concentrandosi sul recupero dove il problema è macroscopico, ma non è , è stato, e sarà facile.Chi le tasse le paga subisce "l'invasione " fiscale , con una pressione percentuale degna dei peggiori tiranni Medioevali , e subisce oltre il danno la beffa di essere inserito tra gli evasori grazie alle tanto citate statistiche. Concordo che a questi livelli di mercato, o si riequilibra o si salta in meno di due anni, Grecia docet.
 
flankker66 ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
flankker66 ha scritto:
entro due anni(esagero)o c'è una svolta positiva oppure salta il banco :!: il galleggiamento non funziona +,la grecia insegna :cry:

è come se avessimo tirato sulla carta di credito sperando in un rapido aumento di stipendio
io vedo ordinativi in aumento (non granché, ma comunque "si muove") ma gravi difficoltà finanziarie a sostenere la ripresa - e qui sra il vero motivo dello scudo ter, far affluire soldi veri nelle banche che così migliorao i "ratios" e possono impiegare la nuova raccolta per gli affidamenti

d'altra parte vedo che il fisco e la magistratura stanno iniziando a picchiare durissimo su certi casi (es "fresco" dolce & gabbana), e da come si muovono prevedo a breve parecchi centinaia se non mliardi di euro di nuove entrate
sembrano pochi ma sono "veri", non sono le solite poste di bilancio delle "manovrine"

la vera sfida è far mantenere in Italia la produzione che è sempre più tentata ad emigrare

quanto alla produzione in italia.....
speriamo ,ma chi può scappare secondo te fa bene a restare?

Assolutamente non conviene, però non è una soluzione "definitiva". Prima o poi anche i paesi dell'est europa vorranno un alto tenore di vita.
Il problema, a mio avviso, è ben altro. Da un lato l'Italia, come i paesi dell'est Europa, non hanno servizi e infrastrutture così competitive da poter aiutare in modo sostanziale le aziende del territorio. Secondariamente molte delle piccole-medie imprese italiane, a parte quelle legate ai servizi, non hanno ne dimensioni tali da potersi avvantaggiare con le economie di scala ne competenze talmente specifiche da non poter essere replicate. Senza poi contare la scarsa lungimiranza di alcuni imprendtori di seconda o terza generazione, che oltre a non avere la preparazione necessaria non hanno nemmeno l'arguzia e lo spirito di sacrificio dei propri avi (questo secondo aspetto è comprensibile da un certo punto di vista).
Insomma, senza vantaggi competitivi (costo, differenziazione o focalizzazione su una nicchia), in assenza di servizi, con scarsa liquidità (propria e dei terzi) e con un sistema fiscale come il nostro, non mi sembra si possa fare molto.
Anche spostarsi un po' più a est è semplicemente un palliativo, perchè si abbatteranno pure i costi della mdo ma il problema di fondo è un altro.
 
EVOLVO ha scritto:
Il problema dell'evasione esiste , dalle recenti statistiche risulta che ad esempio in Calabria abbiamo oltre il 90 % di imponibile evaso, mentre in lombardia , vado a memoria ,siamo attorno al 20 %. Nel resto del mondo la percentuale di evasione è simile alla cifra del Nord Italia mentre è evidente che il divario con il Sud è enorme. Per mettere a posto i conti bisognerebbe equilibrare questo squilibrio concentrandosi sul recupero dove il problema è macroscopico, ma non è , è stato, e sarà facile.Chi le tasse le paga subisce "l'invasione " fiscale , con una pressione percentuale degna dei peggiori tiranni Medioevali , e subisce oltre il danno la beffa di essere inserito tra gli evasori grazie alle tanto citate statistiche. Concordo che a questi livelli di mercato, o si riequilibra o si salta in meno di due anni, Grecia docet.

caro evolvo,vale molto di + il 20% in lombardia che il 90% in calabria.
inoltre quello lombardo è un debito fiscale esigibile,quello calabrese molto meno.
gli evasori calabresi si possono dividere in 3 categorie:
1-sciagurati che pagando tasse e contributi farebbero la fame
2-evasori che lo fanno perchè è prassi
3-mafie varie
gli evasori lombardi invece non sono del primo tipo e poco anche del terzo.
sono signorotti che nascondono una parte variabile del loro reddito e sono + difficili da prendere.
la politica fiscale in calbria è invece molto +facile e la vedi tutti i giorni al tg:
categoria 1= si lasciano vivere,affamarli costerebbe di + di quanto si potrebbe recuperare
categoria 2=meglio non perdere tempo ,si fanno gli studi di settore e si perseguita chi non li rispetta
categoria 3= si sequestrano beni e soldi a gogo come stà accadendo.
come vedi tremonti ti ha anticipato ;)
 
AndreaFlanaghan ha scritto:
flankker66 ha scritto:
quanto alla produzione in italia.....
speriamo ,ma chi può scappare secondo te fa bene a restare?
Assolutamente non conviene, però non è una soluzione "definitiva". Prima o poi anche i paesi dell'est europa vorranno un alto tenore di vita.
Il problema, a mio avviso, è ben altro. Da un lato l'Italia, come i paesi dell'est Europa, non hanno servizi e infrastrutture così competitive da poter aiutare in modo sostanziale le aziende del territorio. Secondariamente molte delle piccole-medie imprese italiane, a parte quelle legate ai servizi, non hanno ne dimensioni tali da potersi avvantaggiare con le economie di scala ne competenze talmente specifiche da non poter essere replicate. Senza poi contare la scarsa lungimiranza di alcuni imprendtori di seconda o terza generazione, che oltre a non avere la preparazione necessaria non hanno nemmeno l'arguzia e lo spirito di sacrificio dei propri avi (questo secondo aspetto è comprensibile da un certo punto di vista).
Insomma, senza vantaggi competitivi (costo, differenziazione o focalizzazione su una nicchia), in assenza di servizi, con scarsa liquidità (propria e dei terzi) e con un sistema fiscale come il nostro, non mi sembra si possa fare molto.
Anche spostarsi un po' più a est è semplicemente un palliativo, perchè si abbatteranno pure i costi della mdo ma il problema di fondo è un altro.
Condivido molto di quello che dice Andrea
A mio modo di vedere se un imprenditore è ben strutturato ed ha dimensioni ragionevoli fa bene a prendere in esame la possibilità di trasferirre parte o tutta la sua produzione in Paesi in cui, più che un differenziale vantaggioso di costo della manodopera, si possa trovare maggior semplicità e stabilità legislativa, una visione dell'impresa come "amica del sistema" e non come "nemico da abbattere", ed un fiscalità premiante verso il reinvestimento nella produzione degli utili.
Vedo cosa accade nella - per me - vicina Slovenia: sul modello Austriaco, le imposte sui redditi d'impresa sono di circa il 17% reale. Le imposte su reddito dell'imprenditore (ovvero sui prelievi) sono invece del tutto simili alle nostre. Ciò significa che l'imprenditore può autofinanziare o co - finanziare la propria crescita senza che uno Stato - sanguisuga gli tolga l'ossigeno); se invece preleva risorse ad so proprio, paga circa il 40% - 45%
In compenso, la normativa è molto stabile; il ruling è la prassi e non l'eccezione; se una determinata operazione viene giudicata corretta da un qualsiasi ispettore fiscale o previdenziale, fino all'emanazione di una nuova norma tutte le operazioni successivamenet poste in essere con la medesima modalità non potranno essere contestate per nessun motivo, e se un funzionario di grado superiore deciderà motivatamente in senso diverso, ciò varrà solo per il futuro.
I servizi (telefonia, dati. energia elettrica) costano meno; le infrastrutture sono anni luce avanti; la normativa pure (si può fare un mutuo ipotecario sempicemente consegnando in pegno il certificato di proprietà dell'immobile ...)
Quanto alle lingue, considera che all'Università di Lubiana i corsi vengono obbligatoriamente tenuti parte in Sloveno, parte in Inglese, parte in Italiano ... ed i bilanci ufficiali verranno presto redatti solo in Inglese

Anche se non vi fosse (per ora) un vantaggio di circa il 50% sul costo del lavoro di base e non qualificato (in realtà esiste una forte differenziazione salariale tra un impiegato od un operaio comune, peggio pagato che non da noi, ed un quadro od uno specializzato, meglio retribuito rispetto all'omologo italiano), la capacità attrattiva è fortissima.

La domanda è: perché non si dovrebbe spostare?
 
|Mauro65| ha scritto:
AndreaFlanaghan ha scritto:
flankker66 ha scritto:
quanto alla produzione in italia.....
speriamo ,ma chi può scappare secondo te fa bene a restare?
Assolutamente non conviene, però non è una soluzione "definitiva". Prima o poi anche i paesi dell'est europa vorranno un alto tenore di vita.
Il problema, a mio avviso, è ben altro. Da un lato l'Italia, come i paesi dell'est Europa, non hanno servizi e infrastrutture così competitive da poter aiutare in modo sostanziale le aziende del territorio. Secondariamente molte delle piccole-medie imprese italiane, a parte quelle legate ai servizi, non hanno ne dimensioni tali da potersi avvantaggiare con le economie di scala ne competenze talmente specifiche da non poter essere replicate. Senza poi contare la scarsa lungimiranza di alcuni imprendtori di seconda o terza generazione, che oltre a non avere la preparazione necessaria non hanno nemmeno l'arguzia e lo spirito di sacrificio dei propri avi (questo secondo aspetto è comprensibile da un certo punto di vista).
Insomma, senza vantaggi competitivi (costo, differenziazione o focalizzazione su una nicchia), in assenza di servizi, con scarsa liquidità (propria e dei terzi) e con un sistema fiscale come il nostro, non mi sembra si possa fare molto.
Anche spostarsi un po' più a est è semplicemente un palliativo, perchè si abbatteranno pure i costi della mdo ma il problema di fondo è un altro.
Condivido molto di quello che dice Andrea
A mio modo di vedere se un imprenditore è ben strutturato ed ha dimensioni ragionevoli fa bene a prendere in esame la possibilità di trasferirre parte o tutta la sua produzione in Paesi in cui, più che un differenziale vantaggioso di costo della manodopera, si possa trovare maggior semplicità e stabilità legislativa, una visione dell'impresa come "amica del sistema" e non come "nemico da abbattere", ed un fiscalità premiante verso il reinvestimento nella produzione degli utili.
Vedo cosa accade nella - per me - vicina Slovenia: sul modello Austriaco, le imposte sui redditi d'impresa sono di circa il 17% reale. Le imposte su reddito dell'imprenditore (ovvero sui prelievi) sono invece del tutto simili alle nostre. Ciò significa che l'imprenditore può autofinanziare o co - finanziare la propria crescita senza che uno Stato - sanguisuga gli tolga l'ossigeno); se invece preleva risorse ad so proprio, paga circa il 40% - 45%
In compenso, la normativa è molto stabile; il ruling è la prassi e non l'eccezione; se una determinata operazione viene giudicata corretta da un qualsiasi ispettore fiscale o previdenziale, fino all'emanazione di una nuova norma tutte le operazioni successivamenet poste in essere con la medesima modalità non potranno essere contestate per nessun motivo, e se un funzionario di grado superiore deciderà motivatamente in senso diverso, ciò varrà solo per il futuro.
I servizi (telefonia, dati. energia elettrica) costano meno; le infrastrutture sono anni luce avanti; la normativa pure (si può fare un mutuo ipotecario sempicemente consegnando in pegno il certificato di proprietà dell'immobile ...)
Quanto alle lingue, considera che all'Università di Lubiana i corsi vengono obbligatoriamente tenuti parte in Sloveno, parte in Inglese, parte in Italiano ... ed i bilanci ufficiali verranno presto redatti solo in Inglese

Anche se non vi fosse (per ora) un vantaggio di circa il 50% sul costo del lavoro di base e non qualificato (in realtà esiste una forte differenziazione salariale tra un impiegato od un operaio comune, peggio pagato che non da noi, ed un quadro od uno specializzato, meglio retribuito rispetto all'omologo italiano), la capacità attrattiva è fortissima.

La domanda è: perché non si dovrebbe spostare?

perchè a livello di figa la slovenia è assai peggio di croazia ed altri paesi con radici slave.
questa è l'unica spiegazione plausibile :lol:
 
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