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ahi ahi ahi opel

«CONTI ORRENDI»-Secondo quando citato da fonti dell'azienda al Wall Street Journal, i conti di Opel nel quarto trimestre del 2011 sono «orrendi» (saranno annunciati entro pochi giorni, nel terzo le perdite ammontavano 292 milioni di dollari). Tanto che nel quartiere generale americano starebbero pensando di chiudere altri impianti in Europa, oltre a quello belga di Anversa, il cui stop è programmato per la metà di quest'anno. Per tamponare l'emmoragia, inoltre, si è pensato di assemblare il modelli Chevrolet in Europa sfruttando i siti Opel sotto utilizzati. Nei piani di Rüsselsheim (e di Detroit) quest'anno il costruttore tedesco avrebbe dovuto raggiungere il punto di pareggio. Ed è per questo che il top manager interpellato (che parla in forma anonima) dal Journal ammette che «la frustrazione sta crescendo insieme alla consapevolezza che i tagli di due anni f non sono stati abbastanza profondi».

CURE RADICALI Nel frattempo è stato anche sostituito il numero uno di Opel ed è entrato nel consiglio d'amministrazione Karl-Friederick Stracke con il compito di trovare una via d'uscita. E intanto nel board continua a crescere il peso degli uomini di Detroit. «Fra gli investitori di Gm si fa largo l'idea di tagliare i ponti con la controllata Opel/Vauxhall» scrive Tim Urquhart, analista di IHS Automotive, «c'è chi parla ancora una volta di venderla». Come tre anni fa quando il produttore tedesco, dopo essere stato corteggiato da Fiat, stava per finire nelle mani della Magna sostenuta dai russi di Sberbank. Poi all'ultimo momento Detroit fece dietrofront. «Da allora è cambiato il presidente di Gm: Dan Akerson (l'attuale amministratore delegato n.d.r) è un uomo pratico e il cui unico scopo è quello di fare utili nel lungo periodo. Per lui non ha senso continuare ad alimentare le perdite di Opel, soprattutto alle luce dei risultati di Chevrolet (altro marchio di Gm che ha registrato un 2011 da record n.d.r.)». Secondo IHS Automotive la Opel ha perso più di 2 miliardi e 400 milioni di dollari dal 2009 e circa 11 dal 1999. «E' possibile», prosegue Urquhart, «che i piani di ristrutturazione prevedano la chiusura di uno o due impianti in Europa».
 
Il conto lo possono presentare a chi, presuntuosamente, non ha voluto che l'Opel teteschia finisse in mano all'itagliana Fiat .........Nessuno è immune alla crisi......................
 
eppure a me stupisce un pò questa notizia; in 3/4 anni ha rinnovato tutta le gama facendo auto belline. Mi riordo che non me ne piceva una, adesso mi paccion tutte; anzi una Agila lo ho pure comprata anche se ammetto avrei voluto a Splash
 
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