conan2001 ha scritto:
conan2001 ha scritto:
harada31 ha scritto:
conan2001 ha scritto:
1o100 ha scritto:
Nella nuova società che nascerà dalla fusione tra Fiat-Opel-Chrysler =F.O.C
Agnelli sembra che avranno il 10% e il resto a fonti internazionali una parte alla GM forse un 20% .Il titolo dovrebbe essere quotato nella Borsa Italiana e Tedesca in maniera tale che il governo tedesco e gli investitori tedeschi possano controllare la nuova società.
ADDIO AUTO ITALIANA
A STAVO PENSANDO DI PRENDERE UNA G.PUNTO FORSE E MEGLIO CHE MI GUARDI MEGLIO IN "GIRO" VISTO CHE IL MADE ITALY NON ESISTERA PIù..
mettiti tranquillo, se prendevi una panda o una 500 sono made in italy?
lo stesso sarà per la gpunto.
se prendi un trattore o un veicolo commerciale marcato fiat sei sicuro che sia costruito in italia?
sul fatto che gli agnelli fossero ancora con le mani in pasta è la conferma a quanto ho sempre detto.
hanno i soldi e li stanno tirando fuori.
stanno facendo una partita a tombola e mano a mano che si gira il bussolotto escono sempre numeri nuovi.
tutto sta ad avere in mano le cartelle giuste.
Che parole profonde...
signor moderatore......e poi sarei io il provocatore. :lol: :lol: :lol:
tiro avanti il post.............forse il mod è assente.
ecco cosa pensano e fanno gli agnelli.
Dieci giorni per cambiare il mondo
l'ad spiega la rotta agli Agnelli
I fratelli Ginevra, Lapo e John Elkann soci nella finanziaria Dicembre al vertice della catena di controllo di FiatTORINO - Più che della Fiat del passato, per dire quella del bilancio 2008 ammaccato dalla grande crisi, Sergio Marchionne descrive la Fiat che verrà. Una Fiat protagonista nella costruzione di un colosso mondiale da oltre sei milioni di vetture: naturalmente assieme alla Chrysler che c'è già e alla Opel-Gm che potrebbe aggiungersi nei prossimi giorni. Insomma uno scenario mai neppure immaginato nei centodieci anni di storia del Lingotto, da Giovanni Agnelli il fondatore ai giovani della quinta generazione.
Di fronte a Marchionne, nell'elegante foresteria del centro di collaudo Fiat di Balocco appartato tra le risaie vercellesi, siedono i rappresentanti dell'Accomandita, riunita per l'assemblea annuale, questa volta un po' diversa dalle altre. Un velo di tristezza per la recente scomparsa di Susanna Agnelli e riflettori puntati su Berlino dove Fiat sta consegnando al governo tedesco l'offerta per l'acquisto della Opel. L'eccezionalità dell'appuntamento ha richiamato la famiglia al gran completo: sono presenti Maria Sole e Cristina Agnelli, Ruy Brandolini, Pio e Eduardo Teodorani Fabbri, Lupo e Cristiano Rattazzi, Lapo Elkann, Andrea e Anna figli di Umberto, Alessandro Nasi, Oddone e Laura Camerana, Annibale Avogadro di Collobiano. E naturalmente i vertici dell'accomandita, Gian Luigi Gabetti e John Elkann. Inizio dell'assemblea alle 10 di ieri e conclusione attorno alle 17 con l'intervallo del lunch.
Parlano tutti i responsabili del diversi settori del gruppo. Ma l'attesa è per l'intervento di Sergio Marchionne reduce dall'ultima maratona in Germania, dove intanto sta maturando la più ardita operazione mai tentata da Fiat. E' lui a spiegare che cosa si è fatto negli ultimi due mesi e, soprattutto, che cosa resta da fare nei prossimi dieci giorni che promettono di cambiare il corso della storia del Lingotto e della famiglia Agnelli. Lo precede Luca Cordero di Montezemolo che sottolinea brevemente come la Fiat sia impegnata a "trasformare la crisi in una grande opportunità". Ma è Marchionne a soffermarsi sulla filosofia di tutta l'operazione che sta prendendo corpo sulle due sponde dell'Atlantico, tra Torino, Berlino e Detroit. E' una nuova Fiat quella che disegna l'ad del Lingotto, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla conquista della Chrysler e le mosse che hanno preceduto l'offerta per Opel. Non scende nei particolari ma l'impressione è che il Lingotto abbia buone probabilità di battere Magna e Ripplewood, avversari nell'arena di Berlino.
Ma anche così non è finita. Ci sono ancora non pochi ostacoli da superare e resta da affrontare la partita italiana. La risposta del governo di Berlino è il primo step: è attesa entro l'inizio della prossima settimana. Essa dipende anche dall'esito della missione del ministro dell'Economia zu Guttenberg in America dove dovrà convincere i vertici della Gm e la task force di Obama ad accordare alla Opel un tempo supplementare, ovvero l'affidamento a un fiduciario che gestisca l'azienda per un periodo limitato con i finanziamenti che saranno messi a disposizione da un pool di banche: un ponte di un paio di mesi che consenta di non bloccare l'attività e definire il suo ingresso nella nuova società
Contemporaneamente Marchionne riprenderà a tessere la tela in America, dove ci sono già i suoi collaboratori e dove la casa madre Gm dovrà dire la parola definitiva sulla controllata tedesca. Intanto è possibile che sempre in America si concluda in tempi record la fase processuale del Chapter 11 per la Chrysler. Ciò vuol dire che Fiat potrà parlare già come parte preponderante di un gruppo di 4 milioni di auto: un fattore che aiuta i torinesi al tavolo tedesco e anche a quello di Detroit per la definizione di tutta la partita di Gm Latino America e della controllata svedese Saab.
Il tutto in dieci giorni durante i quali Marchionne si muoverà anche in casa per capire, al di là delle dichiarazioni di maniera, quali sono le reali intenzioni del governo italiano. Nella "rivoluzione" spiegata ieri alla famiglia Agnelli gli insediamenti italiani della Fiat non sono infatti una variabile indipendente. Come non lo sarà il capitolo sui nuovi assetti societari dopo l'annunciato spin-off che sgancerà per la prima volta le attività auto dal resto della Fiat per traghettarle in un colosso che non sarà più controllato dalla famiglia Agnelli.
21/05/2009 - 09:30
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