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a proposito di &#34;ricarrozzamenti&#34;...

Dauphine_Alfa_Romeo(2).JPG


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in occasione del centenario, qualche notizia forse sconosciuta a molti...

:D :D :D

da Wikipedia...
Addirittura la stessa Italia si mosse per poter introdurre la Dauphine sulle nostre strade. Fu così che l'Alfa Romeo cominciò a produrre su licenza la Dauphine nello Stabilimento del Portello a Milano. In seguito l'Alfa Romeo siglò una joint venture con Renault che portò alla creazione della Sviluppo Automobilistico Meridionale S.p.A. per la produzione della successiva Renault 4 nello Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco...

e inoltre...
Pochissimi sanno che dal 1962 al 1964,in seguito ad un accordo tra le due case,la Renault 4,la simpatica utilitaria che seguiva il filone delle"spartane",fu costruita anche in Italia,negli stabilimenti dell'Alfa a Pomigliano D'Arco.La carrozzeria era molto simile a quella della prima serie della spaziosissima due volumi con portellone francese:le uniche differenze erano i fanali posteriori della Fiat 500 Giardiniera e la maniglia del cofano.Meccanicamente si distinguevano per il 4 clilindri ad aste e bilancieri 854 cm3(in luogo dell'originale 747) da 27 cv alimentato da un carburatore Zenith,cambio a 3 marce totalmente sincronizzato,starter automatico e avevano invece in comune trazione anteriore,freni a tamburo,sospensioni a barre di torsione sulle 4 ruote,circuito di raffreddamento sigillato con vaso d'espansione(la prima auto in assoluto ad averlo).Ne furono costruite circa 40.000 e qualcuna ancora oggi è posseduta da appassionati collezionisti.

anche questo fa parte della storia alfa...
 
S-edge ha scritto:
All'epoca era ancora uno dei migliori stabilimenti in Italia.

Insomma.. le alfasud arrugginivano alla velocità della luce, i parabrezza si staccavano... Magari lo stabilimento, di per se', era moderno, avanzato ecc ecc ecc.. Ma forse chi ci lavorava non era molto professionale. Scusami eh...
 
Quella della Renault 4 e' una fesseria,Pomigliano D'Arco(ora Gianbattista Vico) ha aperto nel 1972,il primo modello prodotto fu l'Alfasud...
 
La R4 fu effettivamente costruita dall'Alfa in Italia per un certo periodo (negli anni '60 se non ricordo male), ma non credo proprio a Pomigliano, stabilimento nato col progetto Alfasud (se ne iniziò a parlare nel '68 per essere realizzato negli anni '70).
Per logica credo si trattasse di Arese, anche se su alcuni siti on line oltre all'informazione (non realistica appunto) che riporta Pomigliano, si parla addirittura del Portello.
 
pxyko ha scritto:
S-edge ha scritto:
All'epoca era ancora uno dei migliori stabilimenti in Italia.

Insomma.. le alfasud arrugginivano alla velocità della luce, i parabrezza si staccavano... Magari lo stabilimento, di per se', era moderno, avanzato ecc ecc ecc.. Ma forse chi ci lavorava non era molto professionale. Scusami eh...

Le solite fesserie scritte senza pensare.
Ma se la lamiera arruginiva alla velocità della luce che caxxo di colpa poteva avere l'operaio?
Stiamo qui a ripetere sempre le solite idiozie ed a rispondere sempre alle solite stronzate scritte giusto per scrivere 4 caxxatte a sproposito.
 
Gioshua81 ha scritto:
pxyko ha scritto:
S-edge ha scritto:
All'epoca era ancora uno dei migliori stabilimenti in Italia.

Insomma.. le alfasud arrugginivano alla velocità della luce, i parabrezza si staccavano... Magari lo stabilimento, di per se', era moderno, avanzato ecc ecc ecc.. Ma forse chi ci lavorava non era molto professionale. Scusami eh...

Le solite fesserie scritte senza pensare.
Ma se la lamiera arruginiva alla velocità della luce che caxxo di colpa poteva avere l'operaio?
Stiamo qui a ripetere sempre le solite idiozie ed a rispondere sempre alle solite stronzate scritte giusto per scrivere 4 caxxatte a sproposito.

Una fabbrica non è composta solo da operai.
Inoltre se tieni i toni della discussione bassi e civili la "comunità" te ne sarà grata.
 
Punto83 ha scritto:
Quella della Renault 4 e' una fesseria,Pomigliano D'Arco(ora Gianbattista Vico) ha aperto nel 1972,il primo modello prodotto fu l'Alfasud...

In realtà la storia di Pomigliano parte dal lontano 1938, ma per produrre motori per aereoplani...

Il primo stabilimento
Nel 1938 l'Istituto per la Ricostruzione Industriale incaricò l'Alfa Romeo di fondare nel Sud un Centro Industriale Aeronautico con abbinato un piccolo aeroporto. La scelta ricadde su Pomigliano d'Arco e grazie all'opera dell'ingegnere Ugo Gobbato si diede vita ad un Centro Aeronautico tecnologicamente all'avanguardia, in grado di produrre motori per l'epoca tecnologicamente molto evoluti. Allo scoppio della seconda guerra mondiale il complesso industriale appena ultimato era tra i più grandi e moderni in Europa. Per migliorare le condizioni di vita dei dipendenti, per i residenti in zona, fu realizzato ex novo un intero quartiere con circa cinquecento abitazioni ognuna delle quali disponeva di un piccolo giardino, mentre per i forestieri fu costruito un albergo di circa settecento posti.

Nel 1942 ebbe inizio la produzione della serie di motori Daimler, tra i più usati dalle società tedesche. Nel 1943 il complesso aeronautico venne ultimato con altri due centri d produzione, per "strutture complete" e "leghe leggere". Poco dopo, due bombardamenti distrussero la città insieme allo stabilimento Alfa Romeo.

La ricostruzione
La produzione dei motori di aeroplani ricominciò soltanto nel 1952, quando venne completata la ricostruzione della città e dello stabilimento. È a partire da quegli anni che l?Alfa Romeo iniziò le sue accreditate associazioni con i più qualificati gruppi della motoristica aeronautica.

Nel frattempo Finmeccanica aveva fondato, in una parte del Centro Aeronautico, le "Officine di Costruzioni Aeronautiche e Ferroviarie Aerfer". Inizialmente vi si realizzarono veicoli ferroviari e autofilotranviari poi l'"Aerfer" operò anche per la produzione su commessa di parti di aviogetti da combattimento per l?aeronautica statunitense e della NATO. Proprio dall?esperienza di costruzione di queste parti, a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta, lo stabilimento di Pomigliano cominciò ad essere sede dello sviluppo e della realizzazione di nuovi prototipi da caccia leggeri, i cui progetti erano stati sostenuti finanziariamente dagli USA.

Negli anni sessanta l?aeroporto di Pomigliano lasciò il posto alla tipica fabbrica fordista che si fonda su processi scientifici di divisione del lavoro, meccanizzati grazie alla divisione spinta del lavoro e alla meccanizzazione, sull'uso di manodopera non specializzata.

La nascita dell'Alfasud
A fine anni sessanta gli stabilimenti Alfa Romeo in Italia erano due: il primo costruito nel 1910 al Portello, quartiere periferico di Milano, il secondo era lo stabilimento Alfa Romeo di Arese inaugurato nel 1963 ad Arese, in provincia di Milano. In questo periodo il governo italiano, proprietario dell'IRI e quindi dell'Alfa Romeo, decise di attuare alcune misure atte a favorire lo sviluppo del mezzogiorno e arginare l'emigrazione di tanti giovani che si spostavano verso il nord Italia in cerca di lavoro. Così, con la contrarietà dell'allora Presidente dell'Alfa Giuseppe Luraghi, si finanziò la costruzione di una nuova fabbrica per la produzione di vetture accanto al già esistente stabilimento "Alfa Romeo Avio" di Pomigliano d'Arco. Nasceva cosi il grande progetto denominato "Alfasud".

Lo stabilimento per la fabbricazione di automobili fu realizzato in tempi molto rapidi. Nel 1967 iniziò, contemporaneamente, la progettazione dello stabilimento e del nuovo modello di auto (l'Alfasud), entrambe sotto la responsabilità tecnica dall'ingegnere Rudolf Hruska, uno dei più importanti tecnici della scena internazionale, già "braccio destro" di Ferdinand Porsche e consulente Fiat, Simca ed Abarth.

La gestione dell'operazione, capitanata da Hruska, fu resa completamente autonoma attraverso la creazione di Alfasud S.p.A., con sede a Pomigliano d'Arco, che operava, nel completamento dello stabilimento e nella progettazione del nuovo modello, in maniera formalmente indipendente dalla cosiddetta "Alfanord" di Arese.

Il 15 gennaio 1968, dopo decine di progetti proposti e discussi, venne presentato il piano generale per la realizzazione dello stabilimento Alfasud di Pomigliano d'Arco che prevedeva la costruzione dei nuovi impianti e l'inizio produttivo nel gennaio 1972.

L'Industria Napoletana Costruzione Autoveicoli Alfa Romeo - Alfasud S.p.A. nacque il 17 gennaio 1968 con azionisti Alfa Romeo (88%), Finmeccanica (10%) e IRI (2%). Per il progetto furono stanziati poco più di 300 miliardi di lire finanziati in gran parte dalla Cassa per il Mezzogiorno ed il Banco di Napoli.

La posa della prima pietra avvenne il 28 aprile 1968, alla presenza del presidente del consiglio Aldo Moro.

Nonostante numerosi ritardi, dovuti anche ai molti scioperi indetti dagli operai, Hruska riuscì a completare le opere e dare inizio alla produzione, con soli tre mesi di ritardo, nell'aprile 1972.

(fonte Wikipedia)
 
non ritengo le Dauphine e le Ondine del ricarrozzamenti poichè furono solamente assemblate negli stabilimenti Alfa Romeo, per ragioni politico/economiche, rispetto a quelle assemblate dalla Renault in Francia
 
gitizetadue ha scritto:
non ritengo le Dauphine e le Ondine del ricarrozzamenti poichè furono solamente assemblate negli stabilimenti Alfa Romeo, per ragioni politico/economiche, rispetto a quelle assemblate dalla Renault in Francia

pensavo anche io ad un semplice assemblaggio... non credevo però che fosse anche messo il marchio... erano quindi parte della gamma... scelta politica o economica che sia...
 
un altro articolo che tocca questi temi... in parte condivisibile ma in parte frutto (a mio parere) di una bellissima passionalità che spesso rende il tutto non propriamente reale... ma il bello della passione è anche questo...

ADDIO ALL'ALFA ROMEO

di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

L'Amministratore Delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nel suo incontro con i sindacati ed il ministro Scajola, è stato chiaro, finita la produzione della 159, lo stabilimento di Pomigliano d'Arco, sarà ristrutturato per produrre la nuova panda. I modelli Alfa: la Nuova Giulietta e la 147, saranno prodotti a Cassino.

Molti hanno tirato un sospiro di sollievo per l'assegnazione di una nuova missione produttiva allo storico stabilimento automobilistico di Pomigliano. Ma, la vera notizia, quella che dovrebbe fare riflettere tutti, che dovrebbe essere attentamente considerata non è riportata da nessuno. Le scelte del management Fiat avranno, come conseguenza, che dopo oltre 70 anni il marchio Alfa Romeo lascerà Napoli. Dal 2011 in poi, nessuna vettura con il marchio Alfa Romeo sarà prodotta nella nostra Provincia. E' una prospettiva grave, passata sotto silenzio, come una cosa senza importanza.

Era il 1938 quando fu deciso dall'I.R.I., di costruire un grande stabilimento aeronautico a Pomigliano d'Arco. L'impianto doveva essere composto da un grande stabilimento per la costruzione dei motori, un altro per la produzione degli aerei ed un aeroporto.

La scelta della pianura che dalle pendici del Monte Somma và sino ad Acerra, era la più adatta per un progetto del genere che venne portato avanti con grande celerità. Il vecchio borgo contadino, povero ed ancora sotto il potere di pochi proprietari latifondisti, fu sconvolto e trasformato da questo progetto. Nuove strade, nuove palazzine per ospitare gli operai, crearono dal nulla un paesaggio industriale fino ad allora sconosciuto. Questa violenta trasformazione, fu pagata a caro prezzo dalla nuova cittadina operaia. Nel 1942, violenti bombardamenti distrussero la fabbrica, il campo di aviazione fu messo fuori uso, i morti si contarono a centinaia. Solo a partire dal 1952, ripresero le attività produttive, nello stabilimento Alfadove si ricominciarono a produrre motori aerei per le case americane. Affianco allo stabilimento Alfa Avio, fu insediata la AerFer.

Uno stabilimento che produceva materiale rotabile ferroviario e lavorava per nuovi progetti di aerei a reazione per la NATO, come i caccia G 91, che furono particolarmente innovativi.

Nel 1958, iniziò la produzione delle automobili negli stabilimenti di Pomigliano. Un accordo industriale tra le due case europee di produzione automobilistica a prevalente capitale pubblico: la francese Renault e l'italiana Alfa Romeo, consentì la produzione dei modelli di vetture con motore posteriore Ondine, a due porte e Dauphine a quattro porte, che nessuno ricorda più. Erano vetture troppo pesanti per motori troppo lenti, furono un infelice esperimento che si esaurì ben presto. Altri modelli conquistarono il pubblico, la 500 della Fiat e la R 4 della stessa Renault.

Quell'insuccesso fu utile per l'Alfa Auto di Pomigliano, che si dedicò alla produzione di furgoni e camion per il trasporto cittadino. In quella realtà produttiva, in cui la qualità era elevata e il lavoro molto specializzato, sembrò naturale costruire, nei terreni del vecchio ed ormai inutilizzato aeroporto un nuovo e moderno stabilimento per la produzione di automobili di cilindrata media . L'impianto dell'Alfasud fu progettato secondo le regole fordiste della catena di montaggio per raggiungere grandi quantità di vetture prodotte. La sfida di quello stabilimento era quella di produrre 300.000 vetture all'anno, con la qualità dell'Alfa Romeo.

L'Alfasud, fu costruita in appena 4 anni. I lavori iniziarono nel 1968 e si conclusero nel 1972 con l'entrata in produzione dello stabilimento. Il progetto della fabbrica era vecchio rispetto alla evoluzione dei tempi: i nuovi diritti rivendicati dai lavoratori, e lo scoppio della crisi economica dei primi anni 70, che raggiunse il suo culmine con la guerra del Kippur. In quei mesi tanto difficili il prezzo del petrolio triplicò il suo valore, il costo di un barile passò da 4 a 12 dollari in pochi mesi, innescando una spirale inflativa, che sconvolse le economie occidentali. Tra ristrutturazioni e conflitti sociali, sono state prodotte negli stabilimenti di Pomigliano, fino ad oggi, oltre 6 milioni di automobili, vendute in tutto il mondo e che hanno contribuito alla affermazione del marchio Alfa Romeo. Un "Alfista" era un particolare possessore di auto, sapeva di appartenere ad una categoria privilegiata di automobilista e ne era molto contento.

Ogni modello prodotto ebbe grande sucesso: l'Alfasud, la Alfa 33, la 145, la 146, la 147 , la 156 e la 159. La storia dell'automobile deve molto a questi progetti, che hanno rappresentato un modo sportivo e unico di intendere l'automobile.

Ora lo stabilimento di Pomigliano d'Arco e intitolato a "Giambattista Vico". Proprio per dimostrare che le auto possono essere prodotte in qualsiasi parte del mondo e da chiunque. La manodopera non deve avere una particolare specializzazione e non deve essere legata ad un marchio.

Non serve più la grande cultura della produzione Alfa Romeo, la qualità delle vetture Alfa era garantita da progettisti, tecnici ed operatori che insieme avevano la stessa mentalità produttiva, lo stesso approccio alla qualità delle vetture prodotte. Una cultura d'impresa che scompare nella nostra regione, per fare posto ad una semplice catena di montaggio.

In quello stabilimento verrà prodotto una auto senza identità, buona per tutti, ma che non susciterà passioni e desideri.

Questo modo di produrre merci senza particolare storia e qualità, che devono accontentare tutti i clienti possibili in ogni parte del mondo, è una strada senza uscita e senza futuro. Costruire delle alfa Romeo in stabilimenti diversi dai suoi siti storici significa produrre auto uguali con marchi diversi. Questa strategia può dare risultati nel breve tempo, nel pieno di una crisi di mercato tanto grave quanto difficile da superare, ma appena passata questa fase i consumatori si volgeranno verso prodotti di qualità e di particolare bellezza, ed allora mancheranno le radici, la storia e la cultura per adeguarsi al mercato.

Napoli perde un modo di essere fabbrica, di essere operai e tecnici, che lavorano alla costruzione di un bel prodotto, ad un bene, forse non necessario, ma il cui possesso rende felice. Nell'immaginario collettivo l'Alfa Rossa di Tazio Nuvolari, vola ancora nelle strade italiane a vincere una "Millemiglia". L'auto con la quale Enzo Ferrari fece le sue vere esperienze, la vettura campione del mondo, quando non esistevano autodromi e si correva per le strade del mondo. Perdere la produzione delle Alfa significa perdere una parte della cultura napoletane di questi ultimi 50 anni, un vero peccato!

Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"
 
autofede2009 ha scritto:
gitizetadue ha scritto:
non ritengo le Dauphine e le Ondine del ricarrozzamenti poichè furono solamente assemblate negli stabilimenti Alfa Romeo, per ragioni politico/economiche, rispetto a quelle assemblate dalla Renault in Francia

pensavo anche io ad un semplice assemblaggio... non credevo però che fosse anche messo il marchio... erano quindi parte della gamma... scelta politica o economica che sia...

be, non hanno messo il marchio, ma solamente il corsivo Alfa Romeo sui fianchi e sul baule, questo per differenziarle dalla produzione francese e per sottolinearne la produzione italiana presso l'Alfa Romeo, ribadisco, presso l'Alfa Romeo!
 
a proposito del nome dato allo stabilimento di pomigliano (Giambattista Vico) ho trovato su wikipedia questo sul filosofo e storico che fu...

guardate se leggendolo non trovate delle connessioni appropriate con la storia dello stabilimento campano... (cosi alziemo un po' i toni del forum... ;) )


La sapienza antica ha per contenuto principi di giustizia e ordine necessari per la formazione di popoli civili. Questi contenuti si esprimono in modi diversi a seconda che siano formati dal senso o dalla fantasia o dalla ragione.

Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si manifesta in forme diverse storicamente ma che essa come verità eterna è al di sopra della storia che di volta in volta la incarna.

La verità della storia è una verità metafisica nella storia.

Nella storia si attua la mediazione tra l'agire umano e quello divino:

* nel fare umano si manifesta il vero divino
* e il vero umano si realizza tramite il fare divino: la Provvidenza, legge trascendente della storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio dell'uomo.

Questo non comporta una concezione necessitata del corso della storia poiché è vero che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i più rozzi e primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle mani dell'uomo, affidato alla sua libertà.

La storia quindi non è determinata come sostengono gli stoici e gli epicurei che «niegano la provvedenza, quelli facendosi strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa tenendo conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi, possono anche farla regredire:
« Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar di sostanze »

(Giambattista Vico, Scienza Nuova, Degnità LXVI)

A questa dissoluzione delle nazioni pone rimedio l'intervento della Provvidenza che talora non può impedire la regressione nella barbarie, da cui si genererà un nuovo corso storico che ripercorrerà, a un livello superiore, poiché dell'epoca passata ne è rimasta una sia pur minima eredità, la strada precedente.
 
Punto83 ha scritto:
Quella della Renault 4 e' una fesseria,Pomigliano D'Arco(ora Gianbattista Vico) ha aperto nel 1972,il primo modello prodotto fu l'Alfasud...

Romeo a pomigliano aveva uno stabilimento in cui produceva veicoli militari gia da anni. Probabilmente su quello è nato il nuovo ma esisteva gia da molto tempo.
 
autofede2009 ha scritto:
Dauphine_Alfa_Romeo(2).JPG


dsc00014xx8.jpg


in occasione del centenario, qualche notizia forse sconosciuta a molti...

:D :D :D

da Wikipedia...
Addirittura la stessa Italia si mosse per poter introdurre la Dauphine sulle nostre strade. Fu così che l'Alfa Romeo cominciò a produrre su licenza la Dauphine nello Stabilimento del Portello a Milano. In seguito l'Alfa Romeo siglò una joint venture con Renault che portò alla creazione della Sviluppo Automobilistico Meridionale S.p.A. per la produzione della successiva Renault 4 nello Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco...

e inoltre...
Pochissimi sanno che dal 1962 al 1964,in seguito ad un accordo tra le due case,la Renault 4,la simpatica utilitaria che seguiva il filone delle"spartane",fu costruita anche in Italia,negli stabilimenti dell'Alfa a Pomigliano D'Arco.La carrozzeria era molto simile a quella della prima serie della spaziosissima due volumi con portellone francese:le uniche differenze erano i fanali posteriori della Fiat 500 Giardiniera e la maniglia del cofano.Meccanicamente si distinguevano per il 4 clilindri ad aste e bilancieri 854 cm3(in luogo dell'originale 747) da 27 cv alimentato da un carburatore Zenith,cambio a 3 marce totalmente sincronizzato,starter automatico e avevano invece in comune trazione anteriore,freni a tamburo,sospensioni a barre di torsione sulle 4 ruote,circuito di raffreddamento sigillato con vaso d'espansione(la prima auto in assoluto ad averlo).Ne furono costruite circa 40.000 e qualcuna ancora oggi è posseduta da appassionati collezionisti.

anche questo fa parte della storia alfa...

alfa produsse anche la Matta; 4x4 militare
Quante sorprese anche in tempi non sospetti!
 
Ciao Autofede romeofiattista,ma non si dice cosi'! ;)
Ti rispondo qui cosi' colgo l'occasione per parlare della Dauphine.....anche se ti metti l'armatura siamo cosi' tanti che te la smontiamo in pochi minuti......a parte gli scherzi ti aspetto.

Negli anni 50-60 comprare un'auto straniera costava 3-4 volte piu' del costo da dove veniva prodotta e quasi sempre su ordinazione ,se guardi i listini di QR dei primi anni vedrai solo marche italiane credo che realizzare le auto nei pasi di commercializzazione era la possibilita' di venderle ad un prezzo normale........mi stupisco che non conoscevi questa auto e' anche su tutte le quotazioni di riviste di auto d'epoca come ruoteclassiche,(3000 euro)non si tratta di ricarrozzamento ma di realizzazione presso l'alfa romeo di un'auto straniera....probabilmente frutto di uno scambio commerciale l'europa e' stata unita successivamente. ;)
 

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