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24.000.000 di dosi ordinate, 900.000 usate.

Epme ha scritto:
...la gente ... ha adottato misure igieniche ... Starnutatori e influenzati sono stati trattati da appestati e isolati prontamente ... Nei principali punti di diffusione del virus (Pronto Soccorso e ambulatori) si è cercato di andare e stare il meno possibile ...
Secondo me questo è un aspetto tutt'altro che secondario.
Ogni virus basa la sua "bravura", in primo luogo, sul passaggio da un organismo ad un altro, che avrà tanto più successo quanto più sarà rapido e difficile da ostacolare. Esattamente come accade, guarda caso, con i virus informatici, tanto più pericolosi quanto più bravi a diffondersi, infettando tanti più computer possibile, prima di manifestare la propria presenza.

Il metodo più drasticamente efficace per tagliare la gambe ad un virus, azzerandone in pratica la pericolosità "collettiva", consisterebbe quindi nell'impedirgli di passare da una persona ad un'altra. Esattamente come in un computer si cerca di fare con un buon antivirus.
Nel caso umano il software si chiama prudenza; una volta integrato nel firmware esso induce la persona ad adottare opportuni comportamenti, basati sulle nozioni relative ai virus conosciuti ed alle loro strategie di diffusione. Magari tali comportamenti riducono un po' le... prestazioni della persona, imponendole qualche sorta di "sacrificio", ma aumentano non poco la sicurezza. Ovviamente l'uso degli antivirus non garantisce l'immunità, ma la loro assenza renderebbe le infezioni enormemente più frequenti e dannose.

Il virus dell'influenza si trasmette in maniera ben precisa e conosciuta. Quasi sempre entra nell'organismo attraverso la bocca, il naso o gli occhi, perché presente nell'aria respirata o, molto più di frequente, perché presente sulle dita: uno tocca qualcosa su cui il virus è stato depositato da terzi (mano altrui, maniglia, rubinetto, scrivania, tastiera, mouse, carrello da spesa ecc. ecc.) e poi si tocca la faccia, magari per grattarsi il naso o stropicciarsi gli occhi, gesti talmente frequenti e naturali da rendere quasi impossibile la loro consapevole eliminazione.
Nulla di strano, quindi, nel fatto che un sensibile aumento della generale attenzione in questo senso (lavaggio delle mani, riduzione dei contatti potenzialmente pericolosi e delle frequentazioni di locali affollati e così via) si traduca per il virus in una enorme quantità di "porte sbarrate" o comunque molto più difficili da aprire.
 
Gtdriving ha scritto:
...Virologi e ministeri ... avrebbero dovuto sapere BENISSIMO che non ci sarebbero stati i morti per strada...
Perché mai? Sono forse dotati di infallibili sfere di cristallo?

Se ho ben capito, una delle preoccupazioni più grandi di chi si occupa di virologia (e pensare che siano tutti esaltati o corrotti mi sembra esagerato) sta non tanto nella diffusione più o meno grande dei "normali" virus influenzali quanto piuttosto nel fatto che tali virus hanno, anche grazie alla enorme rapidità con cui oggi le persone e le merci si spostano in giro per il mondo, molte più probabilità, nel passaggio da un organismo ad un altro, di mutare diventando anche parecchio diversi. Questa diversità, ovviamente, potrebbe essere buona oppure cattiva, portando a virus meno o più pericolosi rispetto a quelli di partenza. Dal momento che però nessuno (o sbaglio?) è in grado di prevedere se ciò avverrà, quando avverrà e in che direzione l'eventuale differenza si manifesterà, mi pare abbastanza razionale prendere delle precauzioni per la peggiore delle ipotesi. Non a caso, per dire, si continua a viaggiare con la ruota di scorta (ipotizzando quindi di forare) anche se magari per quindici anni non se ne è avuto alcun bisogno.

Ovviamente è impossibile predisporre dei vaccini o delle terapie preventive per un virus che ancora non esiste e le cui caratteristiche sono del tutto imprevedibili.
Quello che si può fare, caso mai, è cercare di ridurre il più possibile le probabilità che la temuta mutazione abbia luogo. Ciò si ottiene riducendo il più possibile il numero dei passaggi che il virus fa da una persona ad un'altra, ovvero riducendo il più possibile il numero dei contagi, ovvero da un lato adottando comportamenti adeguati (lavaggio mani ecc.) e dall'altro attuando una consistente campagna di vaccinazione.

Ribadisco, non sono affatto un esperto e probabilmente dico anche parecchie fesserie, ma continuo a pensare che non si tratti di una questione così semplice e categorica come da tante parti, anche tra loro opposte, viene dipinta. Sempre che proprio in ciò non stia il divertimento.
 
Gunsite ha scritto:
tutti commissari tecnici dopo la partita eh?

Sul fatto che i vaccini non siano più considerati utili, può valere la tua considerazione.
Sul fatto che non si sia fatto in tempo ad utilizzarli quando si pensava che servissero, mi pare che le colpe vadano ascritte alla burocrazia del sistema sanitario nazionale, e qui i CT non c'entrano...
 
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