Secondo me questo è un aspetto tutt'altro che secondario.Epme ha scritto:...la gente ... ha adottato misure igieniche ... Starnutatori e influenzati sono stati trattati da appestati e isolati prontamente ... Nei principali punti di diffusione del virus (Pronto Soccorso e ambulatori) si è cercato di andare e stare il meno possibile ...
Ogni virus basa la sua "bravura", in primo luogo, sul passaggio da un organismo ad un altro, che avrà tanto più successo quanto più sarà rapido e difficile da ostacolare. Esattamente come accade, guarda caso, con i virus informatici, tanto più pericolosi quanto più bravi a diffondersi, infettando tanti più computer possibile, prima di manifestare la propria presenza.
Il metodo più drasticamente efficace per tagliare la gambe ad un virus, azzerandone in pratica la pericolosità "collettiva", consisterebbe quindi nell'impedirgli di passare da una persona ad un'altra. Esattamente come in un computer si cerca di fare con un buon antivirus.
Nel caso umano il software si chiama prudenza; una volta integrato nel firmware esso induce la persona ad adottare opportuni comportamenti, basati sulle nozioni relative ai virus conosciuti ed alle loro strategie di diffusione. Magari tali comportamenti riducono un po' le... prestazioni della persona, imponendole qualche sorta di "sacrificio", ma aumentano non poco la sicurezza. Ovviamente l'uso degli antivirus non garantisce l'immunità, ma la loro assenza renderebbe le infezioni enormemente più frequenti e dannose.
Il virus dell'influenza si trasmette in maniera ben precisa e conosciuta. Quasi sempre entra nell'organismo attraverso la bocca, il naso o gli occhi, perché presente nell'aria respirata o, molto più di frequente, perché presente sulle dita: uno tocca qualcosa su cui il virus è stato depositato da terzi (mano altrui, maniglia, rubinetto, scrivania, tastiera, mouse, carrello da spesa ecc. ecc.) e poi si tocca la faccia, magari per grattarsi il naso o stropicciarsi gli occhi, gesti talmente frequenti e naturali da rendere quasi impossibile la loro consapevole eliminazione.
Nulla di strano, quindi, nel fatto che un sensibile aumento della generale attenzione in questo senso (lavaggio delle mani, riduzione dei contatti potenzialmente pericolosi e delle frequentazioni di locali affollati e così via) si traduca per il virus in una enorme quantità di "porte sbarrate" o comunque molto più difficili da aprire.