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È morto Gianluca Vialli

Sono uno sportivo, ma seguo poco lo sport!
Però la morte di Gianluca Vialli mi spiace davvero.
Mi ha sempre dato l'impressione del "bravo ragazzo"
R.i.P. Gianluca, ovunque tu sia.
 
Da Cremonese lo ricordo all'inizio della sua carriera quando giocava nella scuadra della sua citta' , la Cremonese.
R.I.P.
 
L'ho saputo anch'io stamane mentre facevo colazione. Me lo ha detto mio figlio (ospite a casa mia con nuora e nipotine per 5 gg.), quasi piangendo, comunque commosso.

E mi sono commosso anch'io, dicendo "Anche lui!". Dopo Mihajlovic e Pelè, in pochi giorni abbiamo perso 3 campioni di calcio ma anche di umanità, coraggio, abnegazione.
Soprattutto dignità e coraggio, perchè non è facile mantenere un atteggiamento positivo verso gli altri e la vita quando sai che quasi sicuramente la perderai a breve. E ci aggiungerei Pablito Rossi in questo più che ammirevole atteggiamento.

Hanno anche lavorato fino all'ultimo, in silenzio, pur dilaniati da una malattia che non perdona e le cui cure, soprattutto la chemio, sono pesanti e causano una grande sofferenza fisica (lo so perchè mia moglie è morta di leucemia, ovvero il tumore del sangue).

Per ovvi motivi di osservanza del regolamento non parlo del giocatore, poi allenatore, critico calcistico e infine capo delegazione della Nazionale, ma del grande uomo che ha dimostrato di essere.

Ciao Gianluca. Ti voglio ricordare così, per 10 secondi:
 
Ultima modifica:
«L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo in cui il viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze. L’uomo che dedica tutto sé stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta»

 
E' sempre brutto veder morire gente più giovane di me : la morte di Pelé mi dispiace, ma lui 82enne la sua vita l'ha fatta (salvo poi avere ancora la mamma viva e centenaria...!) mentre lo stesso non si può dire, non ancora, di Vialli o di Mihajlovic, di un'altra generazione; e non parliamo poi di quando vedi morire, di malattia intendo, gente davvero giovane tipo Giovannino Agnelli.

Mah.... è la vita, comunque, chi troppo e chi niente, ma è sempre stato così ed anzi in un recente passato era ben peggio, di gente giovane ne moriva tanta, anche per cause che oggi sarebbero ben curabili.
 
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