<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La prova delle Kei car Suzuki | Page 29 | Il Forum di Quattroruote

La prova delle Kei car Suzuki

ecco il futuro è elettrico così elettrico che la e-vitara quasi si vergognavano di metterla in vendita e altre anteprime di fantomatici nuovi modelli elettrici all'orizzonte non se ne vedono proprio, tirano a campare con 3 modelli in croce a puzzolio e altrettanti articoloni possibilistici di auto tipo "ape" sempre a puzzolio, cribbio che innovazione, ti credo che in giro di vedono sempre più auto cinesi, le omoda specialmente stanno spopolando
 
Incollo qui quanto riportato nell'articolo attualmente raggiungibile dalla homepage dedicato alle cosiddette (future?) E-car:

“Non possiamo permettere alla Cina e ad altri di conquistare questo mercato. In ogni caso, il futuro è elettrico. Il futuro dell’auto dev’essere realizzato in Europa.”

A parte l'ironia involontaria riferendosi al 'mercato' europeo pressoché distrutto per come lo conoscevamo...
Se questi saranno i propositi che muoveranno la normativa dedicata che si dovrà studiare ed emanare, non vedo come si continui a credere che, prima o poi, arrivino le kei car dal Giappone.
Il che mi dispiace, si intende, dato che anche per semplicità sarebbe una buona volta intelligente copiare quanto fatto da decine di anni con un sistema che funziona come appunto quello giapponese.
Ci sono dei trattati commerciali, perciò tu non sei proprio libero di dire ai giapponesi che non possono importare qualcosa. Per farlo con i cinesi, infatti, si sono attaccati alla storia delle sovvenzioni governative. Con il Giappone è più difficile. Poi Toyota e Suzuki hanno fabbriche in Europa, e il "dev'essere realizzato in Europa" non significa necessariamente da marchi europei. Detto questo, è vero che, tramite la definizione dei requisiti che definiranno questa per ora fantomatica "kei car europea", possono includere o tagliare fuori le kei car giapponesi, è sufficiente mettere che so, 5 centimetri meno come dimensione massima o cose così.
 
“Non possiamo permettere alla Cina e ad altri di conquistare questo mercato. In ogni caso, il futuro è elettrico. Il futuro dell’auto dev’essere realizzato in Europa.”
Io non so chi abbia dichiarato quelle parole e normalmente non entro nel merito di queste o quelle dichiarazioni, che mi sembrano ultimamente pubblicate col solo scopo poi di essere smentite. Ma mercoledì sera da Alba mi son dovuto recare a Novara per una cena importante, sono uscito dalla ditta alle 18:35 e mi sono fiondato in autostrada. A parte il ridicolo tratto della Asti-Cuneo che definire autostrada è bestemmiare in chiesa, una volta sulla A21 ma soprattutto A26 (tutto cruise control ben sopra i 140), riflettevo sulla miriade di furgoni, che pure mi sorpassavano quindi andavano a tavoletta. Tutta gente che ha finito di lavorare tardi, stanca, lontano da casa, che ha il solo scopo di arrivare il più presto possibile e utilizza l'autostrada per quello per cui è stata creata: andare veloci. Lasciando perdere che tanti rischiano troppo lanciando un camioncino a 150 all'ora, mi chiedevo: ma tutta sta gente come farà col fantomatico "futuro elettrico"? Come si fa ad immaginare un Daily stracarico fiondato a 150 quando tali velocità distruggono (a leggere non solo qui) le autonomie? Per non parlare della tara, viziata dal peso delle batterie per avere un minimo di autonomia. E a proposito di autonomia, come si può pensare che una squadra di piastrellisti metta in conto di perdere qualche ora / mezz'ora fermo a ricaricare? Forse non si ha ben presente come funziona il lavoro vero quando si parla di "futuro elettrico"? Oppure chi pontifica non ha interesse se poi tutti i costi aumenteranno e pagherà il consumatore finale? Perché il piastrellista a chi credete ribalterà il suo tempo perso?
Mi fanno ridere quelli che parlano di furgoni elettrici perché hanno in mente solo il corriere di Bartolini (in cooperativa) che fa i suoi 150 km al giorno, magari nelle grandi città, e la sera lo lascia nel piazzale (che ci può stare come discorso). Una percentuale irrilevante, perché la maggior parte dei corrieri che conosco nelle ns. zone, quando ha finito con Bartolini non lascia il Master a ricaricare mentre si guarda i video latinoamericani sul divano, ma parte a consegnare altra merce per i fatti suoi (son tutti padroncini) e al mattino prima di Bartolini vanno anche a portare i giornali in Langa. Fantascienza.
 
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