Alla fine leggo sempre i soliti luoghi comuni sui venditori d'auto: non sanno niente, sono caproni ecc...ecc...
Allora vi posso dire, per esempio, chi è il cliente di Stelvio: di sicuro non è l'Alfista che frequenta questo forum, ovvero un appassionato, privato che pontifica sulla scheda tecnica ma poi non spende 50/60/70000 per una macchina ... no, il cliente di Stelvio (come di quasi tutte le auto di quel livello) è al 99% utenza Business che acquista in Leasing e/o NLT (oggi la più gettonata a questo livello). Questi clienti (tipo un dirigente) vogliono l'auto d'immagine, comoda, accessoriata e con una forrmula finanziaria all inclusive (zero sbattimenti sulla gestione). Certo non sono sprovveduti, ma del pianale Giorgio ne parlano giusto un paio di minuti e poi si concentrano sul
resto che è la cosa che conta di più al fine di finalizzare o meno l'acquisto.
Quindi secondo voi, mettereste li uno pseudo appassionato a fare i pipponi sulla scheda tecnica e i long test drive per vendergli la macchina? Ok, il cliente sicuramente apprezzerà, ringrazierà ed andrà a comprare dal consulente di vendita (è questo, oggi, il termine giusto) che gli risolverà gli altri problemi sopra descritti che per lui sono ciò che conta ...
Poi se dobbiamo parlare per stereotipi e luoghi comuni ...
Vero, invece, che probabilmente in futuro questa figura professionale (come MOLTE altre) sparirà grazie al AI.
Quando ho scritto dei test drive, non volevo certo offendere la categoria, anzi me ne guarderai bene.
Ricordo ancora cosa mi disse un venditore Alfa Romeo che erano capaci a chi entrava col figlio per comprare la 147 di vendere invece una 166.
Il fatto è che in quei tempi la cosa era possibile per la somiglianza tecnica dei veicoli.
Il motore era lo stesso, le sospensioni, quelle anteriori idem e le finiture el distinctive idem.
Oggi sarebbe impossibile vendere una Giulia o Stelvio a chi entra pe questa nuova cosa che propongono.
Sono troppo diverse fra loro.
E poi Guzzafame non mi sembra così entusiasta del prodotto che deve spingere nel video di quattroruote e che hanno volutamente fatto intravvedere sfocato.
Non mi sembra che abbia la stessa espressione di quando hanno presentato la 33 stradale.
Vero che il cliente Stelvio non è l'Afista.
E', e lo dico per esperienza personale, chi scende da Compass, che ha locato perché non poteva permettersi Stelvio e che Tonale non la vede neanche, perché rispetto a Compass è meno personale.
Leasing e/o NLT non sono clientela.
Perché chi guarda al pacchetto vede al discorso fiscale dell'azienda, a quanto può scaricare dalle tasse e poi al veicolo.
Infatti, si disinteressa dell'impianto proiettori anteriori, dell'infotaiment, perché la vettura non è sua e per lui è un pay per use.
Io poi non ho mai parlato di pseudo appassionati per fare pipponi, ma di gente che sappia come valorizzare quel che vende e non che si debba giustificare se qui manca lo schermo, lì il led, la la macchina del caffè.
Perché alla fine una automobile serve a trasportare le persone e questo lo fanno tutte.
Ma tutti i signori che parlano di auto quando parlano di Giulia e Stelvio di cosa parlano ad anni di distanza?
Del fatto che siano ancora le best in class!
Se non ci fossero state, questo oggetto, che ai venditori auguriamo di vendere, perché non li volgiamo mica insoddisfatti, non si sarebbe potuto chiamare Alfa Romeo, perché se Giulia e Stelvio fossero state dei semplici ricarrozzamenti, oggi si parlerebbe se non sia piuttosto il caso di far fare ad Alfa Romeo la fine che si è fatta fare a Lancia ridotta al ruolo della Autobianchi di una volta, che sicuramente molti non sanno neanche cosa sia.
Infine, se FCA ha avuto un appeal per i francesi è perché c'era la piattaforma Giorgio, altrimenti delle piattaforme Fiat i francesi non avrebbero saputo che farsene, visto che l'elettrico lo avevano già progettato e studiato con i cinesi.
Infine un'ultima considerazione.
Pere quale motivo oggi i concessionari FCA per la gran parte dei casi sono anche concessionari di Mercedes e BMW?
Forse perché il lavoro che una volta i venditori facevano fra la 147 e la 166 oggi si fa fra Giulia e Classe E, stando a quello che vedo dove vivo io dove i saloni Alfa Romeo e Mercedes sono indistinti e non parlo di plurimarche ma di concessionari ufficiali!
Un'ultima considerazione.
La 155 comprata per la pista a 1000 € non è certo una vettura che solleva le sorti commerciali di un azienda, ma sinonimo di una concezione che del mezzo si ha.
Comprarlo a niente per tentarne la distruzione, che non sarebbe una grossa perdita.
E quest'uso della 155 la dice lunga sul valore intrinseco che le si riconosce.
Non di oggetto da conservare e collezionare, ma da sfinire in pista e, se non si riesce, rivendere allo stesso prezzo.
Giulia e Stelvio rimarranno nei registri Riar ed Asi.
Questo ibrido senza nome di oggi, cui è intitolato il topic, negli autodemolitori.
Poi chi ha detto che Alfa Romeo debba avere necessariamente una B.
Prima della MiTo non era mai stata presente una B.
L'utilitaria Alfa Romeo era l'Alfasud prima e la 33 dopo, che non erano paragonabili alla 127/128.