Se la strategia o l'indirizzo non cambieranno vorrà dire che il cliente ha sempre torto.
Se durante la dittatura non ci fossero stati quelli che a costo della libertà personale e della vita non si fossero rimboccati le maniche per cambiare la situazione saremmo stati ancora a fare il sabato in sariana!
Un popolo rassegnato è un popolo umiliato!
Ora che il popolo italiano sia rassegnato è un fatto grave perchè il Risorgimento lo fecero i non rassegnati il Disfacimento lo fanno i rassegnati.
Certo che se la strategia e l'indirizzo saranno questi, che tu preconizzi allora il paziente che è in coma, non andrebbe curato.
Agli operai ci penseranno i cinesi, visto che è notizia di ieri, che fa il paio con quella del nome della Milano polacca, che il governo stia interloquendo con Dong Feng, quindi ci sta portando la SETA in casa mentre strila quando era solo via della seta.
https://www.ansa.it/sito/notizie/ec...one_ccb317be-86c5-4167-a4df-a018dc948b14.html
La rassegnazione è un peccato mortale.
Never give up!
Se Sir Winston Churcill fosse stato un rassegnato oggi staremmo ancora a fare il saluto dei Cesari, solo che quelli comandarono il loro mondo quelli del 1900 lo distrussero.
In Italia abbiamo avuto una generazione di industriali che molti indicano ad esempio come Olivetti, che inventò il computer, poi ci siamo arresi all'Occidente ed oggi all'Oriente.
Peccato che questo essere arresi sia trasferito alla clientela, che deve essere convinta di scelte che non fanno bene alla stessa ed all'azienda.
Se poi Alfa Romeo deve fare numeri la politica è semplice.
La generazione precarizzata non ha la forza di comprarla premium, la si renda meno premium.
Anche perché spacciare per premuim una polacchina (e tale è anche un modello di scarpa) non ha nessun senso, è solo una presa in giro alla clientela giovane da acquisire col sottinteso che abbia l'anello al naso, che basti darle un led di luce ambiente dietro le bocchette per sedurla.
Ma anche qui la memoria è corta, perché la retroilluminazione delle prese d'aria era nella Lancia Dedra, che aveva retroilluminata la grafica della meccanismo di azionamento dell'aperto e chiuso.
Infine chi scendeva da Alfa 75/MILANO, quando salì sull'Alfa 155 non la comprò, passò direttamente ai tedeschi e te lo dico avendola guidata la 155, che un pregio la aveva, la fanaleria anteriore che per l'epoca era di grande efficacia sebbene l'impianto fosse allo Iodio.
Noi l'abbiamo avuta la 155, cambiata immediatamente quando arrivò la 156, che era un mondo avanti.
Vero che per economie industriali sulla 155 il Twin Spark era ancora il bialbero Alfa, poi sostituito dal Lampredi Pratola Serra sulle ultime 156, ma fra le due seppur la 155 avesse una bagagliaio notevole, la 156 a bagagliaio più piccolo era una modo avanti.
Infine sa Alfa Romeo deve essere paragonato ad una Hyundai qualsiasi, che prima del 1990 non si sapeva neppure esistesse, allora è inutile parlare, perché siamo lontani dalla ragionevolezza, che impone che si paragonino e si usino gli stessi metri per cose e situazioni simili e cose e situazione dissimili, da rapportarsi simili a simili e dissimili a dissimili.
E penso in questo tu possa essere concorde nel senso che da Bancario, non precario, potesti apprezzare il notevole salto di qualità anche costruttiva fra 155 e 156 e penso che anche tu possa affermare con me che mentre 155 fu il primo grande danno inferto ad Alfa Romeo, 156 fu il primo tentativo di riscattarla, seppur con la base telaistica e meccanica Fiat.
Solo che all'epoca le Distinctive costavano mediamente 10,000 € meno delle BMW base ed era questa la chiave della loro commerciabilità.