<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 36 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

Io penserei a prevenire certi soggetti disponendo in negozio delle apposite targhe con messaggi simpatici ma inequivocabili del tipo :vietato lamentarsi.
se ne trovano tante di quel tipo on line.
oppure un bel istino prezzi chiaro esposto a cui si rimanda alla domanda di rito "quanto viene a costare?".

Il listino c'è ma purtroppo ognuno lo interpreta a modo suo.
Ti portano un giaccone imbottito o un cappotto di lana lungo fino alle caviglie e pensano che possa essere considerato come un giubbotto estivo.
In compenso oggi mia madre mi ha detto che una cliente le ha portato una confezione di cioccolatini (i classici Ferrero Rocher etc).
Una signora che porta le camicie e i pantaloni del marito che usa per coltivare l'orto,mai fretta,mai questioni sul prezzo.
Fossero tutti così...
 
Sul fatto che bere alcolici (e fumare tabacco) incrementa il "rischio cancro" ormai non ci piove (e per le donne, dopo la menopausa, incrementa di una percentuale a 2 cifre il rischio di tumore al seno).

Ognuno poi può fare quello che vuole, poveraccio o...riccastro

A me interessa "alcol zero" per chi si mette al volante

PS sono "a dieta" da 40 anni perché ho tendenza ad ingrassare e mi piace mangiare (in primis eliminato il junk food a base di grassi saturi-)
 
Ultima modifica:
Sul commercio minimo minimo il doppio per stare in piedi
Dieci anni fa, negozio di abbigliamento per sposa in centro Milano, che stavamo ri-arredando.
Il titolare, col quale si era creata confidenza, mi confessa che la linea basic la importa dalla Cina, 150€ a capo, quella top dalla Turchia, 250€ a capo.
Prezzi di vendita: almeno x20, ma anche x40-50...
 
Dieci anni fa, negozio di abbigliamento per sposa in centro Milano, che stavamo ri-arredando.
Il titolare, col quale si era creata confidenza, mi confessa che la linea basic la importa dalla Cina, 150€ a capo, quella top dalla Turchia, 250€ a capo.
Prezzi di vendita: almeno x20, ma anche x40-50...
Certe categorie merceologiche hanno ricarichi mostruosi, ma bisogna capire anche il contesto (la merce non è l’unico costo aziendale di un negozio).
Per i ricambi l’incremento dalla fabbrica al cliente finale è mediamente 10 volte, ma viene distribuito tra i vari stadi della catena distributiva.
 
Dieci anni fa, negozio di abbigliamento per sposa in centro Milano, che stavamo ri-arredando.
Il titolare, col quale si era creata confidenza, mi confessa che la linea basic la importa dalla Cina, 150€ a capo, quella top dalla Turchia, 250€ a capo.
Prezzi di vendita: almeno x20, ma anche x40-50...

Beati i tempi moderni
( per chi ci marcia )
con sfruttamento del IV e V mondo....
La regola, per l' abbigliamento*, ai miei tempi,
era.
Rivendita:
prezzo d' acquisto, merce locale ( compresa IVA ) vendita al doppio
Per dire
Un pezzo a 100 + 20 IVA ( 120 in toto ) = 200 la vendita.

*Qualcosa in piu' per la profumeria
 
Posso dirti che con quest’anno ho buttato fuori dallo studio tutta le gestione IMU, che mi portava via circa tre settimane lavorative, proprio nei periodi più caldi, e che non riuscivo mai a farmi pagare adeguatamente? Perché se su 60/70 mila euro di bollettino IMU posso tranquillamente chiedere 1.000/2.000 euro più IVA, su 500/1.000 di bollettini magari ancora più rognoso non riesco a chiedere i 500-600 euro più iva che sarebbero ancora molto onesti vista l’enorme rottura di comunicazioni da fare e archivi da gestire.
capisco, anch'io evito di fare assistenze ai privati perché, primo non è il mio primo settore e perderei troppo in alcune situazioni a risolverlo, e quindi sarei troppo oneroso.
Insomma se oggi per far funzionare la TS-CNS di mia suocera ho speso quattro ore di imprecazioni, come potresti presentare una parcella accettabile per un privato?

Ora, non ho idea di quale sia il costo orario di un geometra, per una pratica dove manco han dovuto fare rilievi, il disegno? quattro linee.

700 € comunque fan pensare a troppe ore di lavoro da pagare per correggere errori fatti da catasto e/o colleghi geometri anni prima.

Ribadisco, non esiste senso e proporzione, una banale pratica non può costare come un mese di pensione o metà dello stipendio di un impiegato medio.
Soprattutto perché poi il professionista ti finisce col dire che "eh beh insomma, alla fine lavoro per 5€ l'ora" o_O
 
Insomma se oggi per far funzionare la TS-CNS di mia suocera ho speso quattro ore di imprecazioni, come potresti presentare una parcella accettabile per un privato?
Ottimo esempio. Ai privati, per continuare ad usufruire dei miei modesti servigi, ho posto quale tassativo prerequisito quello di avere CIE o SPID perfettamente funzionanti, in difetto dei quali li congedo e li invio alla “mutua” cioè ai CAF.
Adesso devo buttare fuori un pensionato che, in questi giorni, alla ripresentazione dell’invito già fatto a giugno in forma scritta di provvedere da soli alle imposte sulla proprietà, si è permesso di apostrofare il mio collaboratore “eh ma che ci vuole per fare questa cavolata di ILIA e di IMU”. Fattela te se ci arrivi, visto che è una cavolata, sarebbe stato da rispondergli …
 
Ribadisco, non esiste senso e proporzione, una banale pratica non può costare come un mese di pensione o metà dello stipendio di un impiegato medio.
Non sono assolutamente d’accordo, stiamo parlando di servizi resi in regime privato, non di prestazioni pubbliche con tariffario legato all’ISEE.
 
700 € comunque fan pensare a troppe ore di lavoro da pagare per correggere errori fatti da catasto e/o colleghi geometri anni prima
Un tot di diritti e tasse. 22% di IVA e mi pare 5% di Cassa. 43% di Irpef. Oltre alle spese di studio. Cosa pretendi?

Edit: nel mio post successivo ho spiegato meglio
 
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Per l'aspetto catastale il problema, direi, riguarda la introduzione di obblighi a posteriori sul proprietario. Obblighi non proporzionati al valore dell'immobile.

Insomma sta bene tassare i fabbricati rurali che sono stati trasformati in abitazioni.

Censire (e attribuire rendita) ai ruderi non utilizzabili (anche se non "collabenti") è un vero esproprio.

Idem per la tassazione. IMU/IRPEF dei cosiddetti "bassi" dei paesi di provincia, censiti C/1 (Negozi). Strutturalmente non idonei ad essere trasformati in garage, non si possono demolire e sicuramente -nell'era delle gallerie commerciali- nessuno ci avvierebbe una attività
 
Per l'aspetto catastale il problema, direi, riguarda la introduzione di obblighi a posteriori sul proprietario. Obblighi non proporzionati al valore dell'immobile.

Insomma sta bene tassare i fabbricati rurali che sono stati trasformati in abitazioni.

Censire (e attribuire rendita) ai ruderi non utilizzabili (anche se non "collabenti") è un vero esproprio.

Idem per la tassazione. IMU/IRPEF dei cosiddetti "bassi" dei paesi di provincia, censiti C/1 (Negozi). Strutturalmente non idonei ad essere trasformati in garage, non si possono demolire e sicuramente -nell'era delle gallerie commerciali- nessuno ci avvierebbe una attività
L'Imu è una tassa abbastanza iniqua perché c'è chi magari sull'appartamento di un paesino sfigato paga di più, a parità di rendita catastale, di un appartamento al centro di Roma solo perché magari il comune piccolo ha bisogno di soldi.
Inoltre, per tutti gli immobili oltre il primo, è un po' come il super bollo, paghi un'imposta su una cosa già tassata comprata con soldi tassati e pagando altre tasse quando la compri o l'acquisisci (i meno esperti, che si lasciano abbindolare da alcune propagande, pensano che in caso di successione oggi non si paghino tasse al di sotto di una certa cifra, ma in realtà non è così, sì pagano l'imposta ipotecaria e catastale nonché la trascrizione dell'accettazione tacita di eredità).
 
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