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Quasi 3.000 morti sulle strade in un anno. L’Italia peggio della media europea

Stato
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certo che non li ha comprati!
ma dai, e credi ancora anche a babbo natale?
il 99% di quelli che fanno recensioni, non lo fanno "gratis"
qualcosa rimediano, magari anche solo il prodotto che recensiscono.
o meglio, magari all'inizio lo fanno gratis, nel senso che fan la recensione della cotoletta di pollo o dell'uovo della coop.
poi, se hanno un minimo di seguito, e' tutto sponsorizzato.
youtube e' una grande ed unica pubblicita'.
tu pensi di non vederla, invece e' proprio il programma che vedi :D

e sì, adblock ne ferma parecchie

Io voglio credere al tizio del Michigan che come attività principale (magari adesso è cambiato visto che ha svoltato col canale youtube) fa il cemento.
Anche perchè il primo paio l'ha preso molto prima che i suoi video (anzi solo alcuni) facessero qualche milione di visual.
Poi se dopo ci ha guadagnato qualcosa buon per lui.

Inutile dire che nonostante l'ottima pubblicità non mi ha convinto a comprare un paio di stivali da 500 dollari...
 
L'eccesso di velocità può portare alla colpa totale (sempre concorso di colpa) di chi supererebbe i limiti pur avendo in teoria la precedenza.

LIMITI DI VELOCITÀ E RISCHIO DI IMPATTO
La vicenda narra di un processo legato alla ricostruzione di un grave sinistro stradale, ove la Corte d'appello di Venezia confermava la sentenza di primo grado che aveva accertato la responsabilità dell'imputato per il reato di cui all'art. 589 co. 2 c.p. (omicidio colposo), perché, alla guida della sua autovettura, investiva con la parte frontale il conducente di un ciclomotore che, nel frangente, percorreva una corsia di canalizzazione in senso vietato.
I giudici di merito, pur riconoscendo un rilevante concorso di colpa della vittima, fondavano l'addebito di responsabilità mosso all'imputato sulla velocità tenuta dallo stesso (di 83 chilometri orari), superiore a quella imposta dal limite stradale (70 chilometri all'ora), oltre che inadeguata alle condizioni di tempo e di luogo.
E ciò anche se la disposta perizia cinematica aveva accertato che, tenendo una velocità inferiore, anche se non si sarebbe potuto evitare l'impatto (essendo a tal fine necessario il contenimento della velocità in 30 chilometri orari, in concreto non esigibile), l'urto sarebbe stato meno violento e non avrebbe avuto conseguenze letali.

E comunque lasciamo fare alla magistratura il proprio lavoro. Che di solito se ci scappa il morto è propensa a responsabilizzare chi ha causato la tragedia.

Dalla giurisprudenza:

un ciclista che percorra di notte una strada provinciale priva di illuminazione pubblica. La bicicletta è priva di fanali e il suo conducente non indossa indumenti catarifrangenti. Una macchina, che procede a velocità inferiore al limite imposto dal codice della strada, gli va addosso: nell’impatto il poveretto perde la vita. L’automobilista viene condannato per omicidio colposo a sei mesi di reclusione (al netto di guida in stato di ebbrezza da alcool o sostanze psicotropiche Articolo 187 del Codice della Strada)
A meno che l'automobilista non possa dimostrare di aver fatto il possibile per evitare l'incidente. Secondo la Cassazione – chiamata a decidere proprio questo caso – l’automobilista ha investito il ciclista perché non ha fatto nulla per evitare l’impatto, oppure perché non lo ha neppure visto. In entrambi i casi egli versa in colpa. Poco importa che la vittima abbia tenuto un comportamento a sua volta rimproverabile, dato che guidava, lungo una strada buia, una bicicletta senza fari e che non indossava abiti catarifrangenti.
 
Ultima modifica:
La bicicletta è priva di fanali e il suo conducente non indossa indumenti catarifrangenti. Una macchina, che procede a velocità inferiore al limite imposto dal codice della strada, gli va addosso: nell’impatto il poveretto perde la vita. L’automobilista viene condannato per omicidio colposo a sei mesi di reclusione

Poco importa che la vittima abbia tenuto un comportamento a sua volta rimproverabile, dato che guidava, lungo una strada buia, una bicicletta senza fari e che non indossava abiti catarifrangenti.
In sintesi: se a qualcuno viene in mente di suicidarsi buttandosi proprio sotto la tua auto all'improvviso, vai in galera comunque.
Poi ci meravigliamo pure della gente che cerca di scappare dopo un incidente senza colpa.
 
se a qualcuno viene in mente di suicidarsi buttandosi proprio sotto la tua auto all'improvviso, vai in galera comunque
Non sono competente, non mi è mai capitato di ammazzare nessuno, spero, per ora. Ma una quarantina d'anni addietro una bici mi tagliò la strada, provai ad evitarla in tutti i modi sino a portarmi contro lo spartitraffico. La signora si fratturò l'acetabolo. Intervenne la polizia, ambulanza, ero sotto choc. I testimoni affemarono quanto feci per evitare l'urto.
Non ebbi né contravvenzione né responsabilità civile. Portai alla signora bloccata a letto fiori e dolci. Ma niente più, era il 31 ottobre 1985.
 
La prima sentenza dice che se sei in eccesso di velocità potresti prenderti il 100% di colpa, in caso di decesso, poiché se tu avessi tenuto la velocità "idonea" l'urto sarebbe stato meno violento e non avrebbe avuto conseguenze letali. (Corte di Appello).

La seconda dice che l'automobilista deve dimostrare di aver fatto il possibile per evitare l'incidente, e non basta dire "ma io non l'avevo visto" (allora se sei non vedente non puoi guidare l'auto n.d.r)
(Corte di Cassazione).
 
se tu avessi tenuto la velocità "idonea"
Questo è il punto chiave.
Come stabilirla?
Basta attenersi al limite imposto su quel tratto?
Valgono anche i cartelli 30 in tangenziale o statale per 30m, su sfondo giallo per cantiere inesistente o per sede stradale o guardrail danneggiato?
Se è buio, per vedere un animale, un pedone, un ciclista o un veicolo senza luci o colori riflettenti, quale potrebbe essere la velocità "idonea"?
Come stabilire la velocità prima dell'evento, la manovra di emergenza e la velocità d'impatto in assenza di una registrazione strumentale o di testimonianze non preconcette o di parte o comunque soggettive?
 
Questo è il punto chiave.
Come stabilirla?
Basta attenersi al limite imposto su quel tratto?
Valgono anche i cartelli 30 in tangenziale o statale per 30m, su sfondo giallo per cantiere inesistente o per sede stradale o guardrail danneggiato?
Se è buio, per vedere un animale, un pedone, un ciclista o un veicolo senza luci o colori riflettenti, quale potrebbe essere la velocità "idonea"?
Come stabilire la velocità prima dell'evento, la manovra di emergenza e la velocità d'impatto in assenza di una registrazione strumentale o di testimonianze non preconcette o di parte o comunque soggettive?
Così funziona in tutto il mondo c'è la Magistratura e ci sono i Giudici.
 
La seconda dice che l'automobilista deve dimostrare di aver fatto il possibile per evitare l'incidente, e non basta dire "ma io non l'avevo visto" (allora se sei non vedente non puoi guidare l'auto n.d.r)
Quali sono tutte le manovre possibili? Non sono normate, né vengono testate in occasione del conseguimento della patente di guida. Forse si rende necessario frequentare e superare un corso di guida sicura certificato? O non necessario ma potrebbe essere un'attestazione che scagiona il guidatore dall'accusa di imperizia?
E, andando sulla visibilità, posto che chi ha la patente è certificato come idoneo, come si determina la soglia di rilevazione visiva in base alle condizioni mutevoli? Metti che avvenga un sinistro in condizioni meteo variabili, o in orari crepuscolari o per abbagliamento da sole o da veicolo contromarciante o seguente. Quando intervengono gli agenti per i rilevamenti, le condizioni possono essere tutte diverse. Come si stabilisce?
Obbligare a montare dashcam e con quale definizione e sensibilità luminosa? Oppure montarne a scopo precauzionale, ma poi ha valore probante in sede giudiziale?
Mi pare che la tecnologia offra sempre maggiori soluzioni preventive e di verifica, ma non mi pare che a livello normativo siano mai state considerate.
Resto dell'idea, che, per quanto possibile, resti il principio di mantenimento dell'efficienza veicolare e della condotta il più possibile prudenziale, ma, da quel che vedo in strada, mi pare che siano entrambi ampiamente disattese.
 
C'è sempre da ricordare che si sta parlando di un omicidio che rientra tra quelli colposi, quindi si parte dal presupposto che non si aveva la volontà di causare un decesso e che quindi tramite le perizie è la relativa analisi chi giudica deve decidere se si ha un grado di responsabilità, ed ogni caso fa a sé.
Per questo di conseguenza si torna a dire che quando ci si mette alla guida, visto che si conduce un mezzo che mediamente pesa dai 1.000 ai 1500 kg, ci si assume una responsabilità, se non si è chiaro questo (che poi è quello che accade ora purtroppo) abbiamo i problemi che abbiamo ora, l'omicidio stradale alla fine era stato creato proprio per far comprendere questa cosa perché il semplice omicidio colposo non veniva percepito dagli automobosti, ma non mi sembra che abbia raggiunto lo scopo.
 
Non sono competente, non mi è mai capitato di ammazzare nessuno, spero, per ora. Ma una quarantina d'anni addietro una bici mi tagliò la strada, provai ad evitarla in tutti i modi sino a portarmi contro lo spartitraffico. La signora si fratturò l'acetabolo. Intervenne la polizia, ambulanza, ero sotto choc. I testimoni affemarono quanto feci per evitare l'urto.
Non ebbi né contravvenzione né responsabilità civile. Portai alla signora bloccata a letto fiori e dolci. Ma niente più, era il 31 ottobre 1985.
Buon per te.
Ma era il 1985.
Non credo che, oggi, le cose andrebbero nello stesso modo.
 
Sono rimasto scioccato e incredulo dopo aver letto alcuni dettagli.., mi dispiace tanto per la morte di Manuel .., è una tragedia che si poteva evitare.

Cinque ventenni, una Lamborghini noleggiata e un telefonino per riprendere la folle corsa per una “challenge”: stare al volante per 50 ore alternandosi alla guida, prima uno e poi un altro e poi un altro ancora..
Come riporta La Repubblica il leader del gruppo, vent’anni, universitario e adesso indagato per omicidio stradale, è risultato positivo ai cannabinoidi. “Abbiamo sentito che rassicuravano i figli – è incredulo il dirigente dell’asilo nido che frequentava il bambino – e gli ripetevano che era stata solo una bravata, che si sarebbe risolto tutto”....????
Gli youtuber continuavano a filmare anche dopo l'incidente....???

Mancanza di modelli educativi ?

Inutile dire che la tragedia ha fatto davvero scalpore. Ci si chiede che esempi e che tipo di modelli educativi seguono i ragazzi di oggi.
C’è chi dà la colpa di quanto accaduto ai genitori, chi alla società dei like facili...
 
un ciclista che percorra di notte una strada provinciale priva di illuminazione pubblica. La bicicletta è priva di fanali e il suo conducente non indossa indumenti catarifrangenti. Una macchina, che procede a velocità inferiore al limite imposto dal codice della strada, gli va addosso: nell’impatto il poveretto perde la vita. L’automobilista viene condannato per omicidio colposo a sei mesi di reclusione (al netto di guida in stato di ebbrezza da alcool o sostanze psicotropiche Articolo 187 del Codice della Strada)
A meno che l'automobilista non possa dimostrare di aver fatto il possibile per evitare l'incidente. Secondo la Cassazione – chiamata a decidere proprio questo caso – l’automobilista ha investito il ciclista perché non ha fatto nulla per evitare l’impatto, oppure perché non lo ha neppure visto. In entrambi i casi egli versa in colpa. Poco importa che la vittima abbia tenuto un comportamento a sua volta rimproverabile, dato che guidava, lungo una strada buia, una bicicletta senza fari e che non indossava abiti catarifrangenti.
Ecco, questo dimostra inoppugnabilmente (logicamente a mio personalissimo avviso) che l'Italia è un paese profondamente malato, dal punto di vista della giustizia.
 
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