Appunto. E non è che la cosa sia disonorevole, se i dati emergono in corso d'opera. All'inizio di una sperimentazione anche un team di premi Nobel "non ci ha capito niente", è perfettamente normale. L'importante è raddrizzare il tiro via via che le cose si chiariscono, ma nel frattempo la comunicazione è fondamentale. Se intervisti dieci esperti e ottieni undici versioni diverse, non c'è da stupirsi se la gente tende a diffidare, o a seguire la "verità" più comoda.
Però non è che questo fenomeno si verifichi solo riguardo i vaccini.
Ovviamente in questo caso,anche per via dell'emergenza e quindi delle enormi pressioni e aspettative per risolverla il prima possibile,siamo arrivati all'assurdo.
I vari esperti sono diventati delle specie di popstar,spesso in netto disaccordo tra loro.
Ma anche per quanto riguarda la medicina in generale ci sono sempre filoni diversi e quando si affaccia sul "mercato" una nuova terapia o una nuova tecnica ci sono gli scettici e gli entusiasti.
Basta andare da diversi medici (con specializzazioni differenti) con lo stesso identico problema di salute per ricevere indicazioni terapeutiche totalmente diverse.
E si scopre in corso d'opera chi proponeva la soluzione migliore.
Io resto convinto che a generare questa creatura mitologica con tante teste,ognuna che dice una cosa diversa,siamo stati anche noi.
I media per primi che invece di prendere per buone le indicazioni hanno tirato fuori dal cilindro decine di esperti o sedicenti tali che dicono tutto e il contrario di tutto.
Una selezione che scremi le opinioni non attendibili probabilmente avrebbe ridotto in maniera esponenziale i danni fatti alla fiducia delle persone.