Credo che si debba fare una precisazione quando si parla di vetture Abarth : i tempi d'oggi non permettono più, con le loro restrizioni e costi di progettazione/produzione, di paragonare una 131 degli anni '80 con una Punto di qualche anno fa.
Innanzitutto non ho mai capito perché non abbiano investito sul 1600 anzichè sul 1400 : gli altri lo hanno fatto tutti creando uno spazio prestazionale non colmabile. Sicuramente a Torino non manca l'esperienza, basta aprire qualche cassetto ed i progetti strabordano.
E siamo partiti già col piede in fallo, nel 2008. Poi con la 500 la deriva è passata più al marketing che non alle prestazioni e con la 124 abbiamo raggiunto l'obiettivo facciata totale.
Il concetto che si percepisce di vettura Abarth è rimasto fermo agli anni d'oro tra il '70 e gli anni '80, quando una 131 o una 037 facevano sognare chiunque. D'accordo, avevano prezzi inavvicinabili ed oggi questa barriera è più bassa ma non basta mettere stemmi per poi utilizzare motori che lasciano solo sperare ed assetti poco più che sufficienti.
Ma a salvare la faccia c'è il marketing, tanto oggi non si comprano più le auto per quello che c'è nel cofano motore ma per le app che si possono vedere sul televisore al fianco del volante, poi basta qualche spoiler ed un pò di carbonio quà e là, fatto pagare a peso d'oro, e la vettura è pronta.
Credo fermamente, per salvaguardare l'integrità di questo glorioso marchio che a me, ancora oggi, emoziona molto ma più per i ricordi di gioventù che per gli otto anni passati con una Punto Evo Essesse, che si debba terminare la produzione piuttosto che andare avanti con la ventiseiesima versione della 500.
Si torni ai fondamentali del marchio Abarth oppure si smetta, è una lenta agonia alla quale un appassionato non può assistere.
Scusate la lunghezza dell'intervento ma ho scritto con il cuore motoristico italiano.