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Covid-19

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
No che non ci sta, manco per niente. Non ci sono solo Vedano al Lambro o Legnate sul Membro, ci sarebbe anche, per fare un esempio, Volturara Appula, che ai "piani alti" dovrebbero conoscere e dove dubito fortemente ci sia un ipermercato nel territorio comunale....


Piani alti regionali si. Nazionali no, come è ben comprensibile
 
una proposta per ripartire:
https://www.corriere.it/economia/az...ti-ed845d16-6d52-11ea-ba71-0c6303b9bf2d.shtml

La mia proposta è questa: distinguere la popolazione in tre fasce per altrettanti protocolli: fino a 55 anni (verde). Da 55 a 65 (giallo). Oltre i 65 (rosso). Lo fanno in Israele, dove la competenza in tema di emergenze è indiscussa. Per gli over 65, le misure di protezione drastiche. Va organizzato da subito, come servizio essenziale, il recapito a casa della spesa. Fatto da 30enni, volontari o meno. Per la fascia 55-65 rientro in azienda o in ufficio dilazionato di almeno un mese. Fino a 55 anni tempistica certa e dichiarata di ritorno graduale all’attività. Il 6 aprile potrebbero riaprire le aziende. L’apertura definitiva sarà il 14 aprile dopo Pasqua. Se ci saranno ancora casi (sicuro) si cercherà di gestirli al meglio. Il 6 aprile potrebbero essere riaperte le corsette domenicali per dare un segnale. Il 21 aprile potrebbe essere la volta di negozi, bar e ristoranti, con l’obbligo di distanza. Il 2 maggio si potrebbero togliere le limitazioni di spostamento per tutti e riaprire le scuole. Quanto all’andamento dell’epidemia, ogni giorno i dati andranno discussi in base allo scostamento dalle previsioni. Impariamo a prevedere azioni correttive. Se emergono novità di scenario tali da sconvolgere il programma (cure, vaccino, mutazioni genetiche, decessi ), si adegua il passo. Si fa così nelle organizzazioni complesse, ogni giorno. Un numero ristretto di persone competenti si assume le responsabilità.

Sostegno alle aziende e ai privati
Infine, chiarezza immediata in queste due settimane del programma di sostegno ai privati e alle aziende. Uno slogan unico e totalizzante , fortissimo e coinvolgente per lavoro , impresa, sindacati, banche. Al 1° settembre 2020 tutte le aziende e imprese italiane saranno vive e pronte alla ripresa come lo erano al 1° febbraio 2020. Tutti, nessuno escluso, costi quel che costi. Le proposte sono un «back stop» dello stato per le perdite su crediti delle aziende con apertura di credito rapida, non burocratica per tutte le imprese che ne abbiano bisogno eliminando i vincoli di capitale delle banche. Sostegno al reddito per tutti i lavoratori. Sostegno alle nostre banche senza nazionalizzazioni ne oggi né mai concordando le stesse azioni con l’Europa. Golden rule per acquisizioni dall’estero di società quotate.

I debiti e la ripresa: chi paga il conto?
Se disperdiamo anche una minima parte del capitale umano, imprenditoriale, know how, capacità produttiva, presenza sul mercato per questo stop, il conto di 300 miliardi sarà ripartito su un numero minore di soggetti e l’aliquota sarà maggiore, forse anche impossibile da pagare, nello scenario peggiore può anche darsi che la competizione internazionale venga a prendersi pezzi di Italia stroncati della nostra insipienza, non dal Coronavirus. i soldi per questa manovra li troveremo ma non saranno regalati. Saranno i privati, i cittadini e le imprese stesse che sono state aiutati a doverli restituire nei prossimi 20 anni di impegno e lavoro.
Sbaglieremo qualcosa? Pazienza. In queste stime, ho messo in conto 50 miliardi di errori, furbetti che approfitteranno, qualche brutto episodio da scovare e punire duramente. Il tempo vale di più della perfezione e l’ottimo è nemico del bene. Azzeccarci subito all’80%-90% è meglio che aspettare due mesi e poi fare giusto al 95%.
In emergenza, ai leader viene chiesto di saper prendere decisioni rapide, giuste e di assumersi le responsabilità delle conseguenze che definiranno l’essenza stessa del nostro vivere sociale, della nostra geo-politica, dei nostri diritti e dei nostri doveri, soppesando con enorme difficoltà costi e benefici spesso su piani diversi come la salute e l’occupazione tra 1 anno. Sbagliare adesso sarà terribilmente costoso in futuro.

* Presidente di Carisma, holding che detiene 14 aziende con oltre 300 milioni di fatturato e oltre 1.000 dipendenti. Ha fondato Bain & Company Italia che ha guidato come ceo fino al 2017
Intanto domani in Lombardia ci sará un bello sciopero ed è proprio quel che ci vuole......
 
una proposta per ripartire:
https://www.corriere.it/economia/az...ti-ed845d16-6d52-11ea-ba71-0c6303b9bf2d.shtml

La mia proposta è questa: distinguere la popolazione in tre fasce per altrettanti protocolli: fino a 55 anni (verde). Da 55 a 65 (giallo). Oltre i 65 (rosso). Lo fanno in Israele, dove la competenza in tema di emergenze è indiscussa. Per gli over 65, le misure di protezione drastiche. Va organizzato da subito, come servizio essenziale, il recapito a casa della spesa. Fatto da 30enni, volontari o meno. Per la fascia 55-65 rientro in azienda o in ufficio dilazionato di almeno un mese. Fino a 55 anni tempistica certa e dichiarata di ritorno graduale all’attività. Il 6 aprile potrebbero riaprire le aziende. L’apertura definitiva sarà il 14 aprile dopo Pasqua. Se ci saranno ancora casi (sicuro) si cercherà di gestirli al meglio. Il 6 aprile potrebbero essere riaperte le corsette domenicali per dare un segnale. Il 21 aprile potrebbe essere la volta di negozi, bar e ristoranti, con l’obbligo di distanza. Il 2 maggio si potrebbero togliere le limitazioni di spostamento per tutti e riaprire le scuole. Quanto all’andamento dell’epidemia, ogni giorno i dati andranno discussi in base allo scostamento dalle previsioni. Impariamo a prevedere azioni correttive. Se emergono novità di scenario tali da sconvolgere il programma (cure, vaccino, mutazioni genetiche, decessi ), si adegua il passo. Si fa così nelle organizzazioni complesse, ogni giorno. Un numero ristretto di persone competenti si assume le responsabilità.

Sostegno alle aziende e ai privati
Infine, chiarezza immediata in queste due settimane del programma di sostegno ai privati e alle aziende. Uno slogan unico e totalizzante , fortissimo e coinvolgente per lavoro , impresa, sindacati, banche. Al 1° settembre 2020 tutte le aziende e imprese italiane saranno vive e pronte alla ripresa come lo erano al 1° febbraio 2020. Tutti, nessuno escluso, costi quel che costi. Le proposte sono un «back stop» dello stato per le perdite su crediti delle aziende con apertura di credito rapida, non burocratica per tutte le imprese che ne abbiano bisogno eliminando i vincoli di capitale delle banche. Sostegno al reddito per tutti i lavoratori. Sostegno alle nostre banche senza nazionalizzazioni ne oggi né mai concordando le stesse azioni con l’Europa. Golden rule per acquisizioni dall’estero di società quotate.

I debiti e la ripresa: chi paga il conto?
Se disperdiamo anche una minima parte del capitale umano, imprenditoriale, know how, capacità produttiva, presenza sul mercato per questo stop, il conto di 300 miliardi sarà ripartito su un numero minore di soggetti e l’aliquota sarà maggiore, forse anche impossibile da pagare, nello scenario peggiore può anche darsi che la competizione internazionale venga a prendersi pezzi di Italia stroncati della nostra insipienza, non dal Coronavirus. i soldi per questa manovra li troveremo ma non saranno regalati. Saranno i privati, i cittadini e le imprese stesse che sono state aiutati a doverli restituire nei prossimi 20 anni di impegno e lavoro.
Sbaglieremo qualcosa? Pazienza. In queste stime, ho messo in conto 50 miliardi di errori, furbetti che approfitteranno, qualche brutto episodio da scovare e punire duramente. Il tempo vale di più della perfezione e l’ottimo è nemico del bene. Azzeccarci subito all’80%-90% è meglio che aspettare due mesi e poi fare giusto al 95%.
In emergenza, ai leader viene chiesto di saper prendere decisioni rapide, giuste e di assumersi le responsabilità delle conseguenze che definiranno l’essenza stessa del nostro vivere sociale, della nostra geo-politica, dei nostri diritti e dei nostri doveri, soppesando con enorme difficoltà costi e benefici spesso su piani diversi come la salute e l’occupazione tra 1 anno. Sbagliare adesso sarà terribilmente costoso in futuro.

* Presidente di Carisma, holding che detiene 14 aziende con oltre 300 milioni di fatturato e oltre 1.000 dipendenti. Ha fondato Bain & Company Italia che ha guidato come ceo fino al 2017


Molto ragionevole. Stamani leggevo un luminare di fine maggio....siamo folli
 
Giusto... però come ha detto credo gBortolo bastava dire che il supermercato deve essere entro tot km.

O più semplicemente :" FARE LA SPESA NEL POSTO PIÙ VICINO" è a scanso di equivoci. Io ce l ho a 1 km, possono tollerare i 2 se ci fosse particolarmente casino... Se mi trovano a 10, beh, non ci sta più. Se il tuo primo è a 20, sei autorizzato. Basta siano cose comprovate.
 
O più semplicemente :" FARE LA SPESA NEL POSTO PIÙ VICINO" è a scanso di equivoci. Io ce l ho a 1 km, possono tollerare i 2 se ci fosse particolarmente casino...

Hai presente quanto (poco) sono 2 km? Per me il parametro fondamentale dovrebbe essere la dimensione del locale, per farci stare dentro la gente alla dovuta distanza. In una botteghetta di una frazione dieci persone fanno assembramento, in un ipermercato non le vedi nemmeno. Questa dovrebbe essere la priorità, secondo me.
 
Intanto domani in Lombardia ci sará un bello sciopero ed è proprio quel che ci vuole......

Che avrà adesione relativa.
Da domani entra in vigore l'ultimo decreto legge del governo e quindi parte delle aziende sono già chiuse.
Credo che le altre che sono aperte già lavorano a personale ridotto e/o con orari ridotti.
È uno sciopero dal valore simbolico e parzialmente condivisibile, dato che non è stata accolta in toto la richiesta dei sindacati metalmeccanici di fermare tutto ciò che non è necessario senza risalire alla filiera.

Secondo me infatti si potevano lasciare aperte solo ciò che fosse veramente necessario, facendo l'esempio dell'alimentare, a mio parere corretto è non chiudere le aziende destinate le produzione di alimenti, meno coretto non far chiudere per una settimana e mezza (perché si parte da dopo mercoledí) anche chi produce macchinari per l'alimentari.
Due settimane per queste ditte influiscono relativamente e sarebbe stato sufficiente che queste garantiscano il servizio di assistenza.
Anche perché queste aziende poi si ritrovano a loro volta con fornitori che non rientrano nelle categorie essenziali, e di conseguenza chiusi, limitando fortemente le attività lavorative.
 

Riporto: si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita.

Se il punto vendita è 100 metri quadri come spesso sono le rivendite di alimentari (compresa quella del mio paese, di cui agevolo foto così ci capiamo):

bottega.jpg


...mi dite come accidenti si fa a rispettare la distanza tra le persone?
 
Anche perché queste aziende poi si ritrovano a loro volta con fornitori che non rientrano nelle categorie essenziali, e di conseguenza chiusi, limitando fortemente le attività lavorative.
i fornitori delle aziende autorizzate a rimanere aperte possono a loro volta rimanere aperte dopo essere state autorizzate dal prefetto
 
Riporto: si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita.

Se il punto vendita è 100 metri quadri come spesso sono le rivendite di alimentari (compresa quella del mio paese, di cui agevolo foto così ci capiamo):

Vedi l'allegato 12862

...mi dite come accidenti si fa a rispettare la distanza tra le persone?
Fanno entrare poche persone alla volta come avviene in quelli grandi.
Se alla Esselunga possono essere presenti 50 persone in quello piccolo sará ridotto a 5 o 10
 
Cito quanto letto sulla stampa ticinese (CH) senza poter allegare il link perché dubito di ritrovarlo in questo diluvio di notizie:
La polemica da loro era nata dalla distribuzione da parte della farmacia cantonale di mascherine e "gel disinfettanti" scaduti di qualche anno.

A stretto giro di posta era pervenuta la spiegazione che le mascherine ed i disinfettanti a base alcolica non perdono col tempo efficacia se correttamente conservati.
A differenza di acqua ossigenata e prodotti a base di cloro.

Faccio una domanda: esiste un sito del ministero della sanità che dia TUTTE le disposizioni sanitarie e di comportamento da seguire senza affidarsi a santoni vari in giro per il web?

Grazie.:emoji_thumbsup:
 
Hai presente quanto (poco) sono 2 km? Per me il parametro fondamentale dovrebbe essere la dimensione del locale, per farci stare dentro la gente alla dovuta distanza. In una botteghetta di una frazione dieci persone fanno assembramento, in un ipermercato non le vedi nemmeno. Questa dovrebbe essere la priorità, secondo me.


2 valgono 50. Basta essere localizzati. Ne han denunciato per così a km di distanza con la scusa della spesa. Ma ormai è facile.. Ti fermano che abiti a Torino. Sei a Cuneo. C'è ne sarà di supermercati più vicino? Forse sio forse no ma se esce fuori che da Torino il primo è a Cuneo, sei autorizzato. Sono 200,300, 1000 km? Chi sene frega, è tutto nel giusto. Se però a controllo esce che hai la coop a 50 m, ti faccio il c..... o.
 
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