<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La guerra del panino | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

La guerra del panino

Aggiungo la mia esperienza: Comune di Casale Monferrato (AL), quindi uno degli asili comunali, con ISEE (famiglia di 4 persone, monoreddito nel 2018), per il servizio mensa dei nostri figli (quasi 4 anni) paghiamo € 5,66 al giorno, per entrambi (€ 3,77 uno + € 1,89 l'altro).
Sono assolutamente favorevole a questo servizio.
Così come sono fermamente contrario al portarsi il panino (o altro) da casa, per svariate ragioni: o si resta all'asilo e si usufruisce della relativa mensa oppure il genitore (o un delegato) va a prendere il bimbo prima della mensa per poi riportarlo (o anche no) al pomeriggio.
Quindi condivido la sentenza della Cassazione dell'altro giorno.

P.S. mi scuso se torno in argomento: per l'inserimento di un msg, utilizzando Google Chrome sia su pc che su cell, mi compare solo il captcha "non sono un robot", nient'altro; mi sembra un'ottima soluzione, del resto la stessa identica utilizzata ad es. da Nexi (ex CartaSi), il portale della carta di credito
 
Fatto le elementari (provincia di PV) dal 1998 al 2003, 3 pomeriggi a settimana. Chi voleva mangiava la mensa (cattiva, e come già detto da qualcun altro buona metà del cibo finiva nel bidone), chi voleva portava qualcosa da casa, altri rientravano a casa a mangiare...addirittura i due che abitavano a 300m da scuola, in paesino di campagna, andavano e tornavano da soli a piedi...vabbè altri tempi, cosa oggi impensabile. Successo più volte che mancasse qualche piatto, magari una pasta, e allora la bidella metteva su la pentola e faceva un pò di riso, anche questo oggi fantascienza.

Poi le medie, un solo pomeriggio a settimana, mensa orribile (mensa per modo di dire, disponibili solo panini toast e focacce), molti portavano il cibo da casa (me incluso). Non ricordo nessuno che rientrasse a casa, probabilmente per altri motivi (finito di mangiare fino a fine pausa si giocava a calcio/pallavolo o si cercava di avvicinare qualche ragazza ecc, insomma si preferiva rimanere a scuola :emoji_sweat_smile:)

Alle superiori fortunatamente nessun pomeriggio, se ci si fermava per qualche corso extrascuola si ordinava la pizza o si andava a mangiare un panino.

Beh comunque questo per dire che io non vedo nessun problema nel fatto di portarsi il cibo da casa, si mangia comunque tutti assieme ed ognuno è soddisfatto. Nessuno ne è rimasto traumatizzato e siamo tutti vivi e normali.

A questo punto, provocazione, il problema dovrebbe sorgere anche per la merenda. Perchè ognuno con la sua merenda (magari qualcuno senza) e non merenda standardizzata?

Ah, discorso tempo pieno...forse utile per le famiglie con 2 lavoratori, ma assolutamente inutile e stressante per i ragazzi. O al pomeriggio si facevano solo cose abbastanza "inutili", ginnastica, musica e quant altro o ci incaponiva con geometria, inglese ecc con risultati comprensibilmente disastrosi (non dimenticherò mai la terza media, geometria già "difficile" di suo, messa dalle 16 alle 17 del giovedì pomeriggio...)

Per il discorso di non servire il pasto a chi non paga, per carità spiace, sono bambini, però allora è scemo chi in un modo o nell'altro fa quadrare i conti, a costo di sacrifici, e paga? In piccolo, l'andazzo dell'italia insomma
 
Ultima modifica:
Se intendiamo processi di assimilazione / integrazione spontanea e pacifica tra popoli di diversa provenienza a seguito di migrazioni, sinceramente non me ne viene in mente nessuno...
Il concetto di pacifico è estraneo alle dinamiche tanto etologiche quanto antrosociologiche. Non necessariamente cruento. Ma correlato a dinamiche squilibrate o con instabili contrappesi. Ora si aggiunge che le risorse del pianeta si esauriscono, che la forbice tra sud e nord nel mondo si ricarica, che l'esplosione demografica non ha controllo, idem carestie, desertificazione, epidemie. A queste si contrappongono inimmaginabili progressi disponibili per una elite in decadenza. Impossibile pensare di contenere la pressione che deriva e governare la separazione con setti microporosi a lenta osmosi... simo all'inizio dell'uragano e tutti pensano che basti il proprio ombrello. Invece stiamo per essere spazzati via dal tifone che abbiamo generato. Temo per i nostri figli, prima temevo per i nipoti. Troppo egoismo e miopia.
 
Il concetto di pacifico è estraneo alle dinamiche tanto etologiche quanto antrosociologiche
Quindi stiamo dicendo più o meno la stessa cosa: nessun processo di "infiltrazione" di culture estranee è mai stato accolto di buon grado, né tantomeno favorito dalla comunità "ospitante", ma è sempre seguito a dinamiche conflittuali, appunto più o meno cruente. Aggiungerei una riflessione: anche l'uomo è un animale, solo un po' più bestia degli altri, quindi segue dinamiche comportamentali simili nella condivisione del territorio. In altre parole, la condivisione pacifica, non necessariamente "amichevole", funziona se e solo fino a quando le risorse, in termini di cibo, spazio e riproduzione, sono abbondanti. Quando si comincia a fare la fila, i contrasti sono immediati. E per quanto riguarda il futuro, anch'io vedo nero, e non per le lenti fotocromatiche....
 
Direi di no. Io intendo fare tesoro della storia per non ripresentare le stesse problematiche
Nei fatti è la stessa cosa. Gli intenti tipo "historia magistra vitae" dovrebbero essere gli stessi di chi deve decidere il nostro futuro, cosa che purtroppo non è, a quanto è dato vedere.....
 
Il concetto di pacifico è estraneo alle dinamiche tanto etologiche quanto antrosociologiche

Perdonami , ma non concordo.
Le interazioni e le dinamiche pacifiche all'interno di società antropomorfe ed umane sono state (e sono) oggetto di vivo interesse per gli studiosi a partire dagli anni '60.
Tutto nacque dal confronto tra le due comunità di scimpanzé esistenti,
ossia il Comune e il Bonobo. Parimenti intelligenti, i primi mostrano caratteristiche di aggressività adattiva, quali espansione territoriale e lotta tra consimili, mentre i secondi sono stanziali ed armonici della comunità. Gli studiosi hanno osservato che la vita sessuale nel Bonomo (molto articolata e praticata) funge (rebbe) da dissuasore aggressivo.
Idem dicasi per gli studi sulle civiltà nord americane ed indigene sub equatoriali che indicano in diverse popolazioni (non in tutte) un bassissimo grado di aggressività adattiva ed un alto grado di tolleranza e collaborazione con popolazioni interagenti o confinanti.

Da un punto di vista antropologico (e paleo antropologico) diversi gruppi di ricercatori concordano oramai sull'ipotesi che nella specie Homo siano da sempre esistite, con varie gradazioni, queste due modalità adattive, ossia la stanziale-adattiva e l'aggressiva-adattiva.
 
diversi gruppi di ricercatori concordano oramai sull'ipotesi che nella specie Homo siano da sempre esistite, con varie gradazioni, queste due modalità adattive, ossia la stanziale-adattiva e l'aggressiva-adattiva.

Considerando quello che si legge sui libri di storia, per lo meno dai Sumeri in qua direi che la prima non ha avuto grande successo....
 
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