<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Genitori e figli,inversione di ruoli | Il Forum di Quattroruote

Genitori e figli,inversione di ruoli

Prendo spunto dal topic su disoccupazione e pensionamenti per allargare un pochino il discorso e sentire il parere degli amici del forum sulla situazione in cui si trova un lontano parente.

Stranamente si tratta di un cugino di secondo o terzo grado che non ho mai conosciuto,forse quando ero in fasce ma non sono sicuro,poichè l'altro ramo della famiglia vive a 1000 km di distanza.
Pur non conoscendolo personalmente ho saputo come gli stanno andando le cose durante una visita a degli altri parenti che si sono messi a raccontare la rava e la fava ai miei genitori.

Dunque si tratta di una ragazzo che va per i 30.
Ha terminato i suoi studi,con un po' di ritardo per essere sinceri,e poi ha faticato un po' a trovare una sistemazione.
Contratti brevi o brevissimi,lavoro in nero e varie difficoltà.
Ora finalmente sente di aver trovato una sistemazione,un contratto di 3 anni che potrebbe diventare a tempo indeterminato nel settore inerente ai suoi studi.

Ovviamente fino a questo momento non ha avuto la stabilità economica per andarsene dalla casa della sua famiglia,ha contribuito alle spese familiari come è giusto che sia,visto che i suoi studi sono stati pagati dai genitori.

Fin qui sembra una storia promettente,la soluzione del problema lavorativo apre finalmente le porte a questa persona per cominciare la propria vita,mettere su casa e famiglia.
In realtà l'ostacolo viene proprio dalla famiglia.
Tralascio completamente il padre che è come se non esistesse.
La madre è piuttosto giovane,tanto che alla pensione le mancano probabilmente una decina d'anni (non so esattamente come sia messa a contributi ma essendo giovane è ancora lontana).
Aveva un'attività e ha deciso di chiuderla perchè non rendeva più abbastanza da giustificare le tante ore di lavoro.
Però ha deciso anche di non cercare lavoro,ammesso di riuscire a trovare qualcosa,perchè tanto ormai il figlio maggiore si è sistemato e quindi conta sul suo apporto per mantenere la casa famigliare.

Il problema è che il figlio in questo modo anche volendo non potrebbe lasciare la casa materna per altri 10 anni,cosa che potrebbe anche compromettere la sua realizzazione personale.
Mi metto nei panni di un'eventuale fidanzata che raggiunti i 30 vuole mettere su famiglia,avere una casa e andare avanti con la sua vita.
Ci sono tutti gli estremi per essere mollati.

A voi questa situazione sembra giusta?
E' dovere dei figli ricambiare quanto fatto dai genitori non appena diventano indipendenti?
Sicuramente si in caso di bisogno,ma in questo caso non sono così sicuro.
E' corretto da parte di un genitore vedere il momento in cui i figli raggiungono l'indipendenza come l'occasione per ritirarsi delegando a loro l'onere di mantenere la famiglia?

Bisognerebbe vivere questa situazione per valutarla,però io devo dire che se fossi in quel lontano parente mi sentirei un po' intrappolato dovendo rimandare ogni progetto di indipendenza.
Un conto è far aiutare un genitore che,magari a causa di una pensione bassa,fatica a far fronte alle spese.
Un altro è accompagnare un genitore alla pensione e raggiungere l'indipendenza a 40 anni,che non sono tantissimi ma non sono nemmeno pochi.
 
Io credo che finché convivi, devi contribuire alle spese.
Perciò, nel suo caso, ritengo che le possibilità siano due:

1- Rimane dai suoi, ma versa una quota del suo stipendio (Quanto non lo so. Boh, 30%?)
2 - Se ne va di casa e inizia a farsi i fatti suoi.

Certo, la seconda opzione è rischiosa, perché non ha un lavoro fisso, ma chi non risica non rosica. Se non vuole rischiare e restare in casa dei suoi, è giusto che contribuisca economicamente.

Quesat è la mia opinione.
 
Io credo che finché convivi, devi contribuire alle spese.

Sacrosanto.

1- Rimane dai suoi, ma versa una quota del suo stipendio (Quanto non lo so. Boh, 30%?)
2 - Se ne va di casa e inizia a farsi i fatti suoi.

Il problema è che l'opzione 2 non ce l'ha.
Se se ne va di casa e la madre non lavora la casa materna chi la mantiene?
E' impensabile che un ragazzo di 30 anni possa guadagnare a sufficienza per mantenere una casa propria e anche quella della famiglia di origine.

Il topic è incentrato proprio su questo dubbio.
E' giusto impedire ai figli di andare via di casa anche quando avrebbero raggiunto l'indipendenza economica?
 
Scusa, non avevo capito che il padre era completamente assente.
Situazione complicata.
Giusto o sbagliato, non vedo un modo per uscirne bene.
In molti, in situazioni del genere, convivono con moglie e mamma.

Mia nonna non era autosufficiente, mio nonno era morto quando mia madre era bambina. Quando i miei genitori hanno deciso di trasferirsi al nord, si sono portati la mamma, che altrimenti sarebbe morta di stenti. Mio padre non ci ha convissuto un gran ché bene con la suocera, ma è anche vero che mia nonna ha cresciuto me e mio fratello mentre i miei genitori lavoravano. E questo è stato un aiuto prezioso.
Ho raccontato la mia storia per spiegare che in certi casi non esistono situazioni ideali; giusto o non giusto, bisogna prendere quel che di buono si ha. Nessuno correrà loro in aiuto, perciò, se i ragazzi si amano e vogliono fare una famiglia, allora forse questo è un modo. Non l'ideale, ma è uno possibile.
 
In molti, in situazioni del genere, convivono con moglie e mamma.

Mia nonna non era autosufficiente, mio nonno era morto quando mia madre era bambina. Quando i miei genitori hanno deciso di trasferirsi al nord, si sono portati la mamma, che altrimenti sarebbe morta di stenti. Mio padre non ci ha convissuto un gran ché bene con la suocera, ma è anche vero che mia nonna ha cresciuto me e mio fratello mentre i miei genitori lavoravano. E questo è stato un aiuto prezioso.

Credo che fossero situazioni molto diffuse una volta.
Forse per via del fatto che c'era più necessità si andava più o meno d'accordo e si viveva tutti insieme.
Ma dubito che le coppie giovani siano ancora disposte a fare altrettanto.
Basta pensare ad esempio al fenomeno badanti e al progressivo allungamento delle liste d'attesa per le case di riposo,sintomo che il numero di anziani non autosufficienti cresce sempre di più,e che figli,generi e nuore sono sempre meno disposti a convivere.
Anche se ci sono dei vantaggi,innanzitutto dal punto di vista economico,ma anche pratico come dicevi tu perchè spesso i nonni (almeno quando sono autosufficienti) diventano preziosi per andare a prendere i bambini a scuola e via dicendo.

Però in questo caso si parla di una signora di 55 anni,a me sembra un po' presto per fare totale affidamento sull'assistenza da parte del figlio.
 
Una volta era la prassi vivere (e mantenere) con i genitori anziani. Oggi non più, è cambiato tutto. La mamma è un serio problema al futuro del figlio. E' la mamma che deve capire che sbaglia. Che venda la casa cosi ha soldi a sufficienza fino alla pensione. Insomma che trovi la soluzione. Non può decidere lei di lasciare il lavoro e contare su suo figlio.
 
Non so... a me pare allucinante considerarla "una regola".
E non mi piace nemmeno dire cosa è giusto e cosa no.
Ogni famiglia deve cercare di arrangiarsi come può, con i dovuti compromessi.
L'importante è che si rispettano le leggi, tutto il resto sono accordi tra familiari e ognuno si comporta come ritiene giusto/utile e fa come vuole/può.
Io la vedo così. I miei genitori non mi hanno dato niente, io e mia moglie siamo ripartiti da zero esattamente come loro, nonostante le finanze dei genitori ci fossero. Gli altri, di solito, non sono in questa situazione. Cosa dovevo fare? Obbligare i miei genitori a "sganciare"? A me pare sbagliato, oltre che squallido.
Ripeto: le uniche regole che vedo io sono quelle imposte dalle leggi. Per il resto, sono affari di famiglia.
 
Io la vedo così. I miei genitori non mi hanno dato niente, io e mia moglie siamo ripartiti da zero esattamente come loro, nonostante le finanze dei genitori ci fossero. Gli altri, di solito, non sono in questa situazione. Cosa dovevo fare? Obbligare i miei genitori a "sganciare"? A me pare sbagliato, oltre che squallido.
Ripeto: le uniche regole che vedo io sono quelle imposte dalle leggi. Per il resto, sono affari di famiglia.
Concordo con te, ma la legge italiana è mammona! Obbliga i genitori a provvedere i figli adulti anche se questi non hanno voglia di lavorare....finche non si realizzano....
 
Io la vedo così. I miei genitori non mi hanno dato niente, io e mia moglie siamo ripartiti da zero esattamente come loro, nonostante le finanze dei genitori ci fossero. Gli altri, di solito, non sono in questa situazione. Cosa dovevo fare? Obbligare i miei genitori a "sganciare"? A me pare sbagliato, oltre che squallido.

Però pensa che oltre a non aiutarti,cosa che concordo non è obbligatoria perchè non si deve neanche cadere nell'eccesso opposto e da figli pesare sulle spalle dei genitori a vita,non ti avessero nemmeno permesso di farti una famiglia partendo da zero.
Sicuramente ogni caso è a se però secondo me sia i figli che i genitori devono ragionare sul fatto che ogni loro pretesa può rappresentare un peso per la famiglia.
Un genitore con dei figli che non si decidono a rendersi indipendenti sarà sicuramente forzato a lavorare più a lungo e a risparmiare per aiutarli.
E un figlio con dei genitori che non gli permettono di andarsene di casa dovrà rimandare l'inizio della propria nuova vita,soprattutto dal punto di vista degli affetti.
Poi a 30 anni non si è nemmeno così giovani da poter dire sempre "Tanto c'è tempo" per fare figli,specie per le ragazze,non è che ci sia tutto questo tempo utile.
E allo stesso modo,secondo me,a 55 anni non si è così vecchi da poter dire "Io quello che dovevo fare l'ho fatto ora ci pensi tu per te e per me".
Non bisogna essere egoisti,e anche se nella maggior parte dei casi sono i figli ad esserlo nei confronti dei genitori purtroppo capitano anche gli esempi inversi.
 
La mamma deve cercarsi un lavoro, anche se non è facile. Non può pretendere di essere mantenuta (a 50 anni) dal figlio 30enne. Non necessariamente un lavoro da impiegata. Non so, badante, donna di servizio, governante, baby-sitter, ci sono tanti lavori possibili per una donna ancora giovane.

Dal canto suo il figlio dovrebbe andarsene a vivere da solo, visto che ha quasi 30 anni e lavora. Magari finchè la mamma non trova lavoro le manderà un assegno di mantenimento (quantificabile in 500/600 euro se la casa è di proprietà).

Ma a marzo 2018 per la signora dovrebbe arrivare il "reddito di cittadinanza" di 780 euro (sempre che si iscriva nelle liste di collocamento).............

PS: non ho capito la posizione del padre, evidentemente separato. E' disoccupato?
 
Ultima modifica:
La mamma deve cercarsi un lavoro, anche se non è facile. Non può pretendere di essere mantenuta (a 50 anni) dal figlio 30enne. Non necessariamente un lavoro da impiegata. Non so, badante, donna di servizio, baby-sitter.

Dal canto suo il figlio dovrebbe andarsene a vivere da solo, visto che ha quasi 30 anni e lavora. Magari finchè la mamma non trova lavoro le manderà un assegno di mantenimento (quantificabile in 500/600 euro se la casa è di proprietà).

Ma a marzo 2018 per la signora dovrebbe arrivare il "reddito di cittadinanza" (sempre che si iscriva nelle liste di collocamento).............

PS: non ho capito la posizione del padre, evidentemente separato. E' disoccupato?

Ne il figlio ne l'ex moglie possono contare su un aiuto economico da parte sua.

L'unica parte del tuo commento che secondo me non è realistica è l'assegno di mantenimento.
Come si può pensare di farsi una vita da soli se si parte già con una rata mensile di 500/600 euro da passare alla famiglia?
Se ci aggiungiamo l'affitto anche solo di un piccolo appartamento si arriva facilmente a 1200 euro mensili.
Non so esattamente quanto guadagni quel lontano parente ma dubito che abbia uno stipendio d'oro considerando che ha appena iniziato a lavorare in maniera stabile.

Quanto al reddito di cittadinanza io ho idea che prima di farci affidamento bisognerà aspettare e vedere...
 
Ne il figlio ne l'ex moglie possono contare su un aiuto economico da parte sua.

L'unica parte del tuo commento che secondo me non è realistica è l'assegno di mantenimento.
Come si può pensare di farsi una vita da soli se si parte già con una rata mensile di 500/600 euro da passare alla famiglia?
Se ci aggiungiamo l'affitto anche solo di un piccolo appartamento si arriva facilmente a 1200 euro mensili.
Non so esattamente quanto guadagni quel lontano parente ma dubito che abbia uno stipendio d'oro considerando che ha appena iniziato a lavorare in maniera stabile.

Quanto al reddito di cittadinanza io ho idea che prima di farci affidamento bisognerà aspettare e vedere...

Mah, il padre, se lavora, ha l'obbligo di legge di mantenere la moglie che non lavora, e di fornire gli alimenti se sono separati. Se è disoccupato anche lui, è un bel problema, l'unico occupato in famiglia rimarrebbe il figlio, e i soldi non piovono dal cielo, ha l'obbligo morale (e credo anche legale) di mantenere la madre, anche se per fare ciò dovesse essere costretto alla convivenza. Di sicuro lei deve cercare un lavoro.
 
Mah, il padre, se lavora, ha l'obbligo di legge di mantenere la moglie che non lavora, e di fornire gli alimenti se sono separati. Se è disoccupato anche lui, è un bel problema, l'unico occupato in famiglia rimarrebbe il figlio, e i soldi non piovono dal cielo, ha l'obbligo morale (e credo anche legale) di mantenere la madre. .

Non so bene quali siano le sue condizioni economiche,ma pare che non sia un soggetto affidabile.
E qui si torna al discorso egoismo perchè alla fine quel ragazzo,che potrebbe non riuscire a farsi una vita se decidesse di farsi carico anche della madre,è anche figlio suo.
 
Al di là di quello che dice il Codice Civile, secondo me quando nelle famiglie si arriva a parlare di "doveri" non è un bel segnale..... in generale, ovviamente.
 
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