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La promessa di Marine: «Via da Europa e Nato se diventerò presidente»

La stai ponendo nel modo sbagliato, non funziona così. :D

Inizierei col lasciar perdere "la Germania ci guadagna più di noi" che francamente ha stufato. Non sono noi, punto.
 
La cifra che viene messa in circolo è ripartita, come è stato detto, in misura proporzionale alla sottoscrizione del capitale della Bce, che per l’Italia è il 17,5% dell’Eurozona, il che non è certo poco. Nessuno "ci guadagna", ognuno ha ciò che gli spetta, e per l'Italia è tanto. Ripeto, la stessa Germania si è lamentata perchè ne ha ravvisato un freno al suo sviluppo.

Ciò ha consentito, in Italia, di tenere sotto zero i tassi dei titoli a brevissimo (Bot), molto bassi quelli dei CCT (praticamente zero) e bassi anche quelli dei BTP. Il vantaggio maggiore quindi è stato per le finanze dello Stato e non per una salutare mini-ripresa dell'inflazione. Le imprese hanno ottenuto tassi più bassi, ma sembra non ne abbiano approfittato. In compenso il mercato immobiliare si è finalmente mosso, perchè molti privati hanno venduto Bot e comprato appartamenti.

Strano però che questo, pur generando crescenti risparmi sugli interessi del Debito Pubblico (i BTP con tassi ancora alti vanno mano mano a scadere....), non abbia ancora consentito un calo della tassazione Irpef, unico modo per generare davvero un'inflazione significativa e un vero sviluppo economico.

Segno che l'aumento della spesa pubblica è ancora assolutamente eccessivo.

Scusate il parziale OT.
 
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La cifra che viene messa in circolo è ripartita, come è stato detto, in misura proporzionale alla sottoscrizione del capitale della Bce, che per l’Italia è il 17,5% dell’Eurozona, il che non è certo poco. Nessuno "ci guadagna", ognuno ha ciò che gli spetta, e per l'Italia è tanto. Ripeto, la stessa Germania si è lamentata perchè ne ha ravvisato un freno al suo sviluppo.

Ciò ha consentito, in Italia, di tenere sotto zero i tassi dei titoli a brevissimo (Bot), molto bassi quelli dei CCT (praticamente zero) e bassi anche quelli dei BTP. Il vantaggio maggiore quindi è stato per le finanze dello Stato e non per una salutare mini-ripresa dell'inflazione. Le imprese hanno ottenuto tassi più bassi, ma sembra non ne abbiano approfittato. In compenso il mercato immobiliare si è finalmente mosso, perchè molti privati hanno venduto Bot e comprato appartamenti.

Strano però che questo, pur generando crescenti risparmi sugli interessi del Debito Pubblico (i BTP con tassi ancora alti vanno mano mano a scadere....),

non abbia ancora consentito un calo della tassazione Irpef,

....Tanto per dare una mano a chi i soldi li ha gia'.
Strano veramente non ci abbiano ancora pensato....
 
Che calare l' IRPEF, porta benefici soprattutto a chi i soldi li ha gia'...
Non certo a quelli che stanno a 800 Euro al mese.
Un po' come gli 80E, di cui gli incapienti e i pensionati non han visto uno 1
 
Che calare l' IRPEF, porta benefici soprattutto a chi i soldi li ha gia'...
Non certo a quelli che stanno a 800 Euro al mese.
Un po' come gli 80E, di cui gli incapienti e i pensionati non han visto uno 1

Perdonami, ma non sono molto d'accordo questa volta. Le aliquote sono fortemente progressive, e così dovrebbero restare anche in futuro.

Quindi, per esempio, chi prende un netto di 800 euro avrebbe un guadagno sensibilmente maggiore, in percentuale al suo reddito, rispetto a uno che prende 1.500 o 2.000 euro netti..............

Quindi una revisione delle aliquote, mantenendone la sostanziale progressività, non determinerebbe alcuna sperequazione/ingiustizia.

Nel caso degli 80 euro hai ragione, perchè, nel limite di reddito previsto, sono andati solo ai lavoratori in servizio, escludendo quindi i pensionati. Però quella era solo una "maggiore detrazione" e non una revisione delle aliquote.
 
La cifra che viene messa in circolo è ripartita, come è stato detto, in misura proporzionale alla sottoscrizione del capitale della Bce, che per l’Italia è il 17,5% dell’Eurozona, il che non è certo poco. Nessuno "ci guadagna", ognuno ha ciò che gli spetta, e per l'Italia è tanto. Ripeto, la stessa Germania si è lamentata perchè ne ha ravvisato un freno al suo sviluppo.

il QE così fatto è inutile, infatti inflazione ancora niente. Dovevano proporre un QE finalizzato alla convergenza dei tassi non in base alle quote. Con spread azzerato (o quasi) per tutti ci sarebbe stata convergenza e una minima integrazione di fatto. Se non è stato fatto così c'è una precisa scelta politica che non so spiegare.


Ciò ha consentito, in Italia, di tenere sotto zero i tassi dei titoli a brevissimo (Bot), molto bassi quelli dei CCT (praticamente zero) e bassi anche quelli dei BTP. Il vantaggio maggiore quindi è stato per le finanze dello Stato e non per una salutare mini-ripresa dell'inflazione. Le imprese hanno ottenuto tassi più bassi, ma sembra non ne abbiano approfittato. In compenso il mercato immobiliare si è finalmente mosso, perchè molti privati hanno venduto Bot e comprato appartamenti.

le imprese non ne hanno approfittato perchè la domanda aggregata è crollata.


Strano però che questo, pur generando crescenti risparmi sugli interessi del Debito Pubblico (i BTP con tassi ancora alti vanno mano mano a scadere....), non abbia ancora consentito un calo della tassazione Irpef, unico modo per generare davvero un'inflazione significativa e un vero sviluppo economico.

i disoccupati non versano irpef senza considerare che c'è il NAWRU e il NAIRU.

Segno che l'aumento della spesa pubblica è ancora assolutamente eccessivo.

la spesa italiana è crollata in termini assoluti dal 2010: https://m0999.files.wordpress.com/2014/02/italy-government-spending.png

quindi siccome il moltiplicatore Italiano è 1.5 mi verrebbe da dire che siamo in questa situazione proprio perchè facciamo troppo poca spesa pubblica.
 
I dati assoluti lasciano il tempo che trovano. Con l'abbassamento degli spread abbiamo risparmiato un bel po' sulla spesa per interessi, ma non è stato possibile ridurre in modo significativo la pressione fiscale perché, per farlo, servirebbe un taglio altrettanto significativo della spesa pubblica.
Peraltro, anziché destinare risorse all'abbassamento delle imposte su lavoro e imprese, a mio avviso misura prioritaria, si è scelto di dare bonus qua e là che costano molto e "rendono" poco in termini di crescita.
Più in generale, una riduzione della spesa in senso assoluto non ha necessariamente un grande impatto, ad esempio se si attraversa una fase di recessione: esattamente quanto accaduto negli ultimissimi anni. Era nella fase precedente che si doveva agire, ma quando non c'è una situazione di emergenza nessuno lo fa perché i tagli sono una misura impopolare
 
Comunque, visto che qualcuno lo ha chiesto, provo a buttare giù qualche idea su cosa si potrebbe fare per far uscire il nostro Paese dal pantano.
Anzitutto, la priorità è ridurre il debito, il che non significa soltanto ridurre la spesa pubblica o aumentare le tasse (la cosiddetta austerità) ma anche e soprattutto puntare alla crescita. Il fatto è che la crescita non c'è o se c'è è molto limitata.
Personalmente, credo servano tagli consistenti alla spesa pubblica (difficili da realizzare, ma quanto mai opportuni) che permettano una significativa riduzione della pressione fiscale sia sul versante irpef, sia su quello di lavoro e imprese. Solo così è possibile aumentare occupazione e domanda interna, cioè far crescere il Pil.
Occorre qualche anno per far calare il debito, ma raggiunti valori più sostenibili la spesa per interessi diminuirà, la fiducia sui mercati sarà maggiore di oggi (il che significa tassi più ridotti) e i risparmi potranno essere indirizzati su investimenti e ulteriori riduzione della pressione fiscale.
Sarebbe sufficiente? Credo di no, perché i nostri problemi sono strutturali. Bisognerebbe puntare sulla formazione dei giovani, sull'innovazione, sulla riduzione dell'evasione fiscale, e ancora velocizzare i tempi per le cause civili, ridurre la burocrazia. Insomma, per quanto l'euro possa incidere, e probabilmente incide, le cause della nostra mancata crescita non sono dovute alla moneta unica, quanto al fatto che dall'inizio degli anni Novanta la produttività è ferma.
 
Cit . alex.79 : Comunque, visto che qualcuno lo ha chiesto, provo a buttare giù qualche idea su cosa si potrebbe fare per far uscire il nostro Paese dal pantano.

Personalmente, credo servano tagli consistenti alla spesa pubblica ... solo così è possibile aumentare occupazione e domanda interna, cioè far crescere il Pil. :eek::eek::eek:

Sarebbe sufficiente? Credo di no, perché i nostri problemi sono strutturali. Bisognerebbe puntare sulla formazione dei giovani, sull'innovazione, sulla riduzione dell'evasione fiscale, e ancora velocizzare i tempi per le cause civili, ridurre la burocrazia. Insomma, le cause della nostra mancata crescita non sono dovute alla moneta unica, quanto al fatto che dall'inizio degli anni Novanta la produttività è ferma.

post. ci deve essere qualcuno che scrive sì nel Forum, ma che non vive in Italia ...
 
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