<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Tecnica: economy run, teoria, pratica ed esercizi. | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Tecnica: economy run, teoria, pratica ed esercizi.

meipso ha scritto:
Ciao, Bellicapelli.
Provo a dirti la mia.
Intanto, occorre una premessa: la base di percorrenza che citi è troppo breve per poter fare un ragionamento generale. In questo ambito, quindi, occorrerebbe settare le modalità di uso finalizzandole ad uno scopo estremamente circoscritto e specifico. Ma trovo questo contesto estremamente limitativo.
Quindi, cercherò di esporre alcune considerazioni di più ampio respiro e cercare di farvi rientrare la situazione di specie pur con le evidenti restrizioni che le sue caratteristiche impongono.
Qualsiasi motore a combustione interna necessita di un aumento di carburante/combustibile nelle fasi di accelerazione; ciò, ovviamente avviene a discapito della quantità di comburente, cioè dell?ossigeno contenuto nell?aria. In un motore a benzina, date le strettissime tolleranze di variazione del rapporto stechiometrico ed il basso rapporto di compressione, questa situazione diviene assai incidente, in negativo, sui valori di consumo. Il rendimento, infatti, in termini termodinamici, risente particolarmente della precisa attuazione delle migliori condizioni di combustione. In gergo, si dice che ?il motore va in arricchimento?, quando occorre aumentare il regime di rotazione e quindi la potenza erogata.
Nei motori diesel questa situazione è meno marcata perché il rapporto di compressione è sensibilmente più elevato e la combustione può avvenire in eccesso d?aria. L?altro aspetto di fondamentale importanza è rappresentato dal fatto che la gestione dell?accelerazione non si attua parzializzando la sezione di passaggio del comburente con la valvola a farfalla (o altri sistemi di controllo dell?alzata delle valvole, come nei ciclo Otto) ma solo variando la portata del combustibile.
Si attua comunque un aumento del combustibile iniettati in camera di combustione ma, specie se si tratta di un motore sovralimentato, a questo aumento si affianca l?incremento di portata di comburente attuato a seguito dell?accelerazione della girante del turbocompressore innescato, a sua volta, dalla maggiorazione del volume dei gas di scarico. Si ha, pertanto, una situazione sicuramente più equilibrata e, in sostanza, il diesel turbocompresso risente meno di un ciclo Otto, anche sovralimentato, delle variazioni di ritmo della marcia.
Il caso di specie, come è evidente, vede il richiamo di potenza come necessario per attuare lo spostamento. Di norma, un?accelerazione estremamente graduale, benché più protratta nel tempo, fornisce risultati migliori sotto il profilo del contenimento dei consumi rispetto ad un?accelerazione violenta anche se più breve. Il motivo di questo fatto risiede nei principi fisici che governano un po? tutto ciò che ci circonda; l?attrito, in particolare, in questo caso la fa da padrone. Se accelero bruscamente, acquisisco maggiore velocità in minor tempo. Occorre pertanto compiere maggiore lavoro meccanico che mi viene fornito dal motore. Questo si trova a lavorare in condizioni più spinte, anche se più brevi, e tenderà a bruciare più combustibile proprio perché tali condizioni si trovano più prossime a quelle di massima erogazione per la quale è progettato il motore e quindi in un ambito sicuramente meno riguardoso di consumi ed emissioni . Il successivo percorso, poi, è caratterizzato dall?avanzamento della vettura in condizioni tali che la medesima si trova sottoposta a maggiori attriti, sia aerodinamici che di rotolamento delle gomme. Anzi, a ben vedere, proprio le gomme, anche nella fase iniziale di accelerazione, provocheranno maggiore attrito rispetto ad una situazione più smorzata, proprio per gli stessi motivi per cui anche il motore risulterà meno efficiente, ovvero perché anche queste sono fatte lavorare in condizioni in cui devono reagire con maggiori deformazioni, e quindi successivi recuperi della forma originaria, isteresi che richiede una dissipazione energetica che può essere apprezzata in termini di dispersione termica (le gomme si scaldano maggiormente, non solo per la maggiore velocità ma anche per sopperire ai maggiori gravami della coppia impressa per attuare la dinamica più marcata).
Se tutto questo avviene, invece, in maniera più smussata, più graduale, avremo una velocità media di percorrenza, a parità di ogni altra condizione, sicuramente più bassa; coperture, motore e trasmissione lavoreranno in condizioni ben lontane dai limiti di progetto e quindi assorbendo proporzionalmente minor energia, così come sarà minore quella dispersa per ragioni aerodinamiche.
Con ogni probabilità, se il picco velocistico è il medesimo per entrambe le situazioni, il tempo necessario a compiere lo stesso tragitto sarà maggiore guidando nella seconda maniera, quella più pacata, ma per il resto quest?ultima sarà foriera di maggiore risparmio.
Quindi, in conclusione, secondo me si consuma meno attuando una qualsiasi percorrenza richiamando le giuste prestazioni relative alla medesima. E qui, si capisce bene che è difficile generalizzare, così come avevo evidenziato in premessa, dal momento che ?le giuste prestazioni? possono dipendere non solo dal percorso in generale, ma anche dalle particolari caratteristiche della meccanica propulsiva e di trasmissione nel suo complesso della vettura utilizzata (o del veicolo in generale); quindi, a ben vedere, il tutto va ragionevolmente interfacciato non solo con un determinato percorso, ma anche con la specifica vettura in particolare.

5 stelle, chiaro e preciso... ;)
 
renatom ha scritto:
alfalele ha scritto:
180000km di astiglie???? ho capito bene??ma ti hanno saldato il pedale del freno???? :)

Io devo capire perchè si consuma meno esempio in 3à a 2500 giri che in 5à a 1500,quando tutti gli indicatori di cambiata ti fanno cambiare a regimi bassissimi...

1) Ti confermo i 180.000 di pastiglie.

2) mi sembra molto strano, se te lo dice il CDB non mi fiderei troppo, e neanche del piede; intendo dire che è abbastanza facile schiacciare un po' di più o un po' di meno, la macchina magari sta leggermente accelerando orallentando, non ci rendiamo cinto, ma il consumo istantaneo è pesantemente influenzato.

Già se uno facesse una prova di una decina di km e guardasse il consumo medio in quel tratto, sarebbe un po' più attendibile.

Complimenti per la durata delle pastiglie!!!!

Guardando Il consumo istantaneo ho visto segnare per esempio 14,5km/l in 4a con acceleratore più premuto invece che 17km/l in 3a con acceleratore meno premuto....
 
meipso ha scritto:
Ciao, Bellicapelli.
Provo a dirti la mia.
Intanto, occorre una premessa: la base di percorrenza che citi è troppo breve per poter fare un ragionamento generale. In questo ambito, quindi, occorrerebbe settare le modalità di uso finalizzandole ad uno scopo estremamente circoscritto e specifico. Ma trovo questo contesto estremamente limitativo.
Quindi, cercherò di esporre alcune considerazioni di più ampio respiro e cercare di farvi rientrare la situazione di specie pur con le evidenti restrizioni che le sue caratteristiche impongono.
Qualsiasi motore a combustione interna necessita di un aumento di carburante/combustibile nelle fasi di accelerazione; ciò, ovviamente avviene a discapito della quantità di comburente, cioè dell?ossigeno contenuto nell?aria. In un motore a benzina, date le strettissime tolleranze di variazione del rapporto stechiometrico ed il basso rapporto di compressione, questa situazione diviene assai incidente, in negativo, sui valori di consumo. Il rendimento, infatti, in termini termodinamici, risente particolarmente della precisa attuazione delle migliori condizioni di combustione. In gergo, si dice che ?il motore va in arricchimento?, quando occorre aumentare il regime di rotazione e quindi la potenza erogata.
Nei motori diesel questa situazione è meno marcata perché il rapporto di compressione è sensibilmente più elevato e la combustione può avvenire in eccesso d?aria. L?altro aspetto di fondamentale importanza è rappresentato dal fatto che la gestione dell?accelerazione non si attua parzializzando la sezione di passaggio del comburente con la valvola a farfalla (o altri sistemi di controllo dell?alzata delle valvole, come nei ciclo Otto) ma solo variando la portata del combustibile.
Si attua comunque un aumento del combustibile iniettati in camera di combustione ma, specie se si tratta di un motore sovralimentato, a questo aumento si affianca l?incremento di portata di comburente attuato a seguito dell?accelerazione della girante del turbocompressore innescato, a sua volta, dalla maggiorazione del volume dei gas di scarico. Si ha, pertanto, una situazione sicuramente più equilibrata e, in sostanza, il diesel turbocompresso risente meno di un ciclo Otto, anche sovralimentato, delle variazioni di ritmo della marcia.
Il caso di specie, come è evidente, vede il richiamo di potenza come necessario per attuare lo spostamento. Di norma, un?accelerazione estremamente graduale, benché più protratta nel tempo, fornisce risultati migliori sotto il profilo del contenimento dei consumi rispetto ad un?accelerazione violenta anche se più breve. Il motivo di questo fatto risiede nei principi fisici che governano un po? tutto ciò che ci circonda; l?attrito, in particolare, in questo caso la fa da padrone. Se accelero bruscamente, acquisisco maggiore velocità in minor tempo. Occorre pertanto compiere maggiore lavoro meccanico che mi viene fornito dal motore. Questo si trova a lavorare in condizioni più spinte, anche se più brevi, e tenderà a bruciare più combustibile proprio perché tali condizioni si trovano più prossime a quelle di massima erogazione per la quale è progettato il motore e quindi in un ambito sicuramente meno riguardoso di consumi ed emissioni . Il successivo percorso, poi, è caratterizzato dall?avanzamento della vettura in condizioni tali che la medesima si trova sottoposta a maggiori attriti, sia aerodinamici che di rotolamento delle gomme. Anzi, a ben vedere, proprio le gomme, anche nella fase iniziale di accelerazione, provocheranno maggiore attrito rispetto ad una situazione più smorzata, proprio per gli stessi motivi per cui anche il motore risulterà meno efficiente, ovvero perché anche queste sono fatte lavorare in condizioni in cui devono reagire con maggiori deformazioni, e quindi successivi recuperi della forma originaria, isteresi che richiede una dissipazione energetica che può essere apprezzata in termini di dispersione termica (le gomme si scaldano maggiormente, non solo per la maggiore velocità ma anche per sopperire ai maggiori gravami della coppia impressa per attuare la dinamica più marcata).
Se tutto questo avviene, invece, in maniera più smussata, più graduale, avremo una velocità media di percorrenza, a parità di ogni altra condizione, sicuramente più bassa; coperture, motore e trasmissione lavoreranno in condizioni ben lontane dai limiti di progetto e quindi assorbendo proporzionalmente minor energia, così come sarà minore quella dispersa per ragioni aerodinamiche.
Con ogni probabilità, se il picco velocistico è il medesimo per entrambe le situazioni, il tempo necessario a compiere lo stesso tragitto sarà maggiore guidando nella seconda maniera, quella più pacata, ma per il resto quest?ultima sarà foriera di maggiore risparmio.
Quindi, in conclusione, secondo me si consuma meno attuando una qualsiasi percorrenza richiamando le giuste prestazioni relative alla medesima. E qui, si capisce bene che è difficile generalizzare, così come avevo evidenziato in premessa, dal momento che ?le giuste prestazioni? possono dipendere non solo dal percorso in generale, ma anche dalle particolari caratteristiche della meccanica propulsiva e di trasmissione nel suo complesso della vettura utilizzata (o del veicolo in generale); quindi, a ben vedere, il tutto va ragionevolmente interfacciato non solo con un determinato percorso, ma anche con la specifica vettura in particolare.

quoto, molto più banalmente e correggimi se sbaglio, la potenza è il lavoro compiuto nell'unità di tempo, se voglio raggiungere una certa velocità in un tempo inferiore dovrò avere un maggior apporto di potenza e dunque i consumi aumentano
 
alfalele ha scritto:
renatom ha scritto:
alfalele ha scritto:
180000km di astiglie???? ho capito bene??ma ti hanno saldato il pedale del freno???? :)

Io devo capire perchè si consuma meno esempio in 3à a 2500 giri che in 5à a 1500,quando tutti gli indicatori di cambiata ti fanno cambiare a regimi bassissimi...

1) Ti confermo i 180.000 di pastiglie.

2) mi sembra molto strano, se te lo dice il CDB non mi fiderei troppo, e neanche del piede; intendo dire che è abbastanza facile schiacciare un po' di più o un po' di meno, la macchina magari sta leggermente accelerando orallentando, non ci rendiamo cinto, ma il consumo istantaneo è pesantemente influenzato.

Già se uno facesse una prova di una decina di km e guardasse il consumo medio in quel tratto, sarebbe un po' più attendibile.

Complimenti per la durata delle pastiglie!!!!

Guardando Il consumo istantaneo ho visto segnare per esempio 14,5km/l in 4a con acceleratore più premuto invece che 17km/l in 3a con acceleratore meno premuto....

Penso che non ci si possa fidare dell'indicatore di consumo istantaneo.
Anche ammettendo il corretto funzionamento dello strumento ci sono troppi fattori che possono influenzare la prova tipo piccole pendenze della strada, impercettibili accelerazioni o decelerazioni etc.

Come dicevo, più affidabile sarebbe fare un percorso di una certa entità, direi una decina di km, in cui accelerazioni decelerazioni e pendenze tendono a compensarsi, e controllare il consumo medio.
Ovviamente alla stessa velocità.

Certo fare 10 km in III, sai che spasso...
 
BelliCapelli3 ha scritto:
...... in modalitá economy run.
Una specie di videogame mentale che, computer di bordo alla mano, mi sta dando crescenti soddisfazioni, e che mi sta peraltro prendendo a tal punto che sto facendo fatica ad interrompere, anche se la necessità non c'è più..
Vedi di curarti, prima che questo stato patologico si cronicizzi...... :cry:

:lol: :lol:
 
renatom ha scritto:
...... a 180.000 km, ha ancora le pastiglie dei freni di I equipaggiamento e lontane dalla fine.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

Credevo di essere uno che frena normalmente, non troppo, e so di gente cui i freni durano 1/3 che a me.... ma questa poi non l'avevo mai sentita ! addirittura "lontane dalla fine"... come dire che un set di pastiglie durerà quanto la macchina, e non parliamo poi dei dischi, che durerebbero un milione di km.....

Non si finisce mai di imparare...!
Lucio
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Uehilà! Questo Lunedí, complice un serbatoio a metà e l'avvicinarsi di un'annunciata serrata dei benzinai, il cervello ed il piede destro mi sono spontaneamente entrati in modalitá economy run. Una specie di videogame mentale che, computer di bordo alla mano, mi sta dando crescenti soddisfazioni, e che mi sta peraltro prendendo a tal punto che sto facendo fatica ad interrompere, anche se la necessità non c'è più.

Vi pongo allora un quesito riguardante il modo più efficiente di gestire un diesel. Questo rende di più a pieno carico, o a gas parzializzato e costante?

La metto in soldoni, altrimenti la domanda pare stupida, e la risposta ovvia.

Ammettendo di dover percorrere un rettifilo di 1 km, racchiuso fra due semafori rossi - quindi da macchina ferma a macchina ferma - agli scopi del consumo, qual è secondo voi la tecnica più efficace:

1. partire spianando il gas, arrivare al regime di coppia massima sotto carico massimo, mantenerlo cambiando, ottenere così un'accelerazione warp, e poi mollare il gas grosso modo a metá strada, sfruttando l'abbrivio accumulato ( come dice il buon fancar :)) con valvola cut off chiusa, fino al prossimo stop, oppure

2. Partire con un'accelerazione lenta e lineare, per poi mantenere un filo di gas, quindi parzializzato e costante, con basso carico motore, fino al prossimo stop? ( du' palle..)

Io sto provando entrambe le strategie ma, pur avendo un generale calo del consumo ( evidentemente é sufficiente un aumento dell'attenzione ), non riesco a teovare nette differenze a favore dell'una tecnica o dell'altra. Eppure sono radicalmente diverse: la differenza dovrebbe esserci, anche se io faccio tragitti medio brevi, e forse non posso vederla.

A voi: gradita ovviamente argomentazione teorica ed esperienza pratica.
Io comunque non ho votato, non sentendo di saperne abbastanza su una così sottile questione, al cui confronto quelle di lana caprina sono grossolane... :lol: tant'è vero che Meipso, notoriamente eminenza grigia del forum e persona di grandi conoscenze tecniche, ha tirato in ballo persino l'isteresi dei pneumatici ed il suo aumento sotto sforzo.... :shock:

Però se vuoi ti presto la M6 per un bel "economy run".... stamane l'ho portata dal carrozziere per sistemare i "bozzi" dovuti alla grandine, ed ho dato un'occhiata al consumo medio dall'ultima volta che ho fatto benzina : 18,2 l / 100 km, cioè 5,5 km/litro.. ti va bene come eco-run....? :D
Lucio
 
moogpsycho ha scritto:
quoto, molto più banalmente e correggimi se sbaglio, la potenza è il lavoro compiuto nell'unità di tempo, se voglio raggiungere una certa velocità in un tempo inferiore dovrò avere un maggior apporto di potenza e dunque i consumi aumentano

Quanto scrivi è corretto in ambito fisico-teorico; tuttavia, la situazione di specie è sensibilmente più complessa.
Infatti, limitandosi alla definizione di potenza come rapporto tra il lavoro compiuto e l'intervallo di tempo in cui il medesimo si attua, si potrebbe essere indotti a valutare come perfettamente equivalenti le due situazioni "raggiungo una certa velocità nel minor tempo possibile sancito dalle caratteristiche tecniche del veicolo di cui dispongo e sfrutto l'inerzia per giungere al termine del percorso", ovvero molto lavoro in poco tempo, quindi grande potenza richiesta, e quella "faccio muovere il veicolo in maniera comunque efficiente per i miei scopi, accelerando gradualmente e raggiungendo una certa velocità, che non è detto sia la stessa del primo caso, cercando, comunque, visto il contesto considerato, di limitare al massimo l'uso dissipativo dell'impianto frenante per giungere comunque alla fine del percorso prefisso, quindi sfrutto comunque l'inerzia, cioè l'energia cinetica accumulata, anche se può essere inferiore rispetto alla prima situazione", ovvero minor forza applicata sul corpo vettura (minore accelerazione), ma per un percorso maggiore (quindi, a ben vedere, il lavoro potrebbe anche essere equivalente o addirittura maggiore nel secondo caso: infatti, i due fattori costituenti la grandezza fisica "lavoro", ovvero forza e spostamento, variano in maniera opposta, l'uno aumenta e l'altra diminuisce), però svolgendo questa azione in un tempo sensibilmente più lungo, quindi il rapporto lavoro/tempo, essendo il denominatore più grande, potrebbe essere inferiore, purché il numeratore (il lavoro) non lo sia proporzionalmente.
Già in questo ristrettissimo ambito, così come sopra sommariamente descritto, si capisce che non è affatto semplice addivenire ad una conclusione rigorosa e probatoria.
Ma se si mettono in gioco i vari frangenti citati nel mio precedente, quindi ampliando drasticamente il contesto in cui si valuta la forza che spinge la vettura e considerandola come risultante tra le molte in gioco (somma vettoriale di parti attive e parti dissipative, queste ultime in particolare di varia natura e genesi), si è ragionevolmente indotti a ritenere la marcia condotta in maniera più pacata come più redditizia per le finalità di cui al titolo del topic.
 
Mastertanto ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
...... in modalitá economy run.
Una specie di videogame mentale che, computer di bordo alla mano, mi sta dando crescenti soddisfazioni, e che mi sta peraltro prendendo a tal punto che sto facendo fatica ad interrompere, anche se la necessità non c'è più..
Vedi di curarti, prima che questo stato patologico si cronicizzi...... :cry:

:lol: :lol:

L'ho detto: è una specie di videgame: nel momento in cui sfogli il computer di bordo e fissi la pagina del consumo medio, con l'obiettivo di abbassarlo, diventa una specie di gara contro te stesso, ogni decimale limato è un successo!. :D

Vorrà dire che volterò pagina, cercando quella della velocità media.... :D
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Uehilà! Questo Lunedí, complice un serbatoio a metà e l'avvicinarsi di un'annunciata serrata dei benzinai, il cervello ed il piede destro mi sono spontaneamente entrati in modalitá economy run. Una specie di videogame mentale che, computer di bordo alla mano, mi sta dando crescenti soddisfazioni, e che mi sta peraltro prendendo a tal punto che sto facendo fatica ad interrompere, anche se la necessità non c'è più.

Vi pongo allora un quesito riguardante il modo più efficiente di gestire un diesel. Questo rende di più a pieno carico, o a gas parzializzato e costante?

La metto in soldoni, altrimenti la domanda pare stupida, e la risposta ovvia.

Ammettendo di dover percorrere un rettifilo di 1 km, racchiuso fra due semafori rossi - quindi da macchina ferma a macchina ferma - agli scopi del consumo, qual è secondo voi la tecnica più efficace:

1. partire spianando il gas, arrivare al regime di coppia massima sotto carico massimo, mantenerlo cambiando, ottenere così un'accelerazione warp, e poi mollare il gas grosso modo a metá strada, sfruttando l'abbrivio accumulato ( come dice il buon fancar :)) con valvola cut off chiusa, fino al prossimo stop, oppure

2. Partire con un'accelerazione lenta e lineare, per poi mantenere un filo di gas, quindi parzializzato e costante, con basso carico motore, fino al prossimo stop? ( du' palle..)

Io sto provando entrambe le strategie ma, pur avendo un generale calo del consumo ( evidentemente é sufficiente un aumento dell'attenzione ), non riesco a teovare nette differenze a favore dell'una tecnica o dell'altra. Eppure sono radicalmente diverse: la differenza dovrebbe esserci, anche se io faccio tragitti medio brevi, e forse non posso vederla.

A voi: gradita ovviamente argomentazione teorica ed esperienza pratica.

Nella mia (modesta) esperienza ho sempre notato , ma in particolare con le ultime 2 Bmw che ho avuto l'onore di guidare , che il portare il motore a regime
di coppia per poi sfruttarne l'abbrivio :lol: in cut-off e nel contempo ottimizzare il rendimento termico e il riempimento dei cilindri -come dicono coloro che s'intendono davvero di motori- non paga e che è molto meglio la seconda ipotesi , accelerare gradualmente e mantenere un filo di gas , togliendolo tuttavia per tempo per sfruttare il rilascio e non affaticare i freni. Computer di bordo e calcolatrice dal benzinaro premiano (almeno secondo il mio stile di guida) quest'ultimo comportamento. Ogni tanto però è bene sfoderare tutta la cavalleria e la coppia per sfogare un po' le velleità corsaiole represse -non in città ovviamente- intanto a quel punto , grazie ai bonus accumulati e alla bontà della meccanica di Monaco, il pc di bordo non fà manco una piega :!:
Saluti
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Mastertanto ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
...... in modalitá economy run.
Una specie di videogame mentale che, computer di bordo alla mano, mi sta dando crescenti soddisfazioni, e che mi sta peraltro prendendo a tal punto che sto facendo fatica ad interrompere, anche se la necessità non c'è più..
Vedi di curarti, prima che questo stato patologico si cronicizzi...... :cry:

:lol: :lol:

L'ho detto: è una specie di videgame: nel momento in cui sfogli il computer di bordo e fissi la pagina del consumo medio, con l'obiettivo di abbassarlo, diventa una specie di gara contro te stesso, ogni decimale limato è un successo!. :D

Vorrà dire che volterò pagina, cercando quella della velocità media.... :D
Mi sembra decisamente meglio, più utile e meno maniacale...
 
Mi inserisco anch'io in questo interessantissimo topic.
Dunque, l'obiettivo che mi pongo è quello di mantenermi il più a lungo possibile in condizioni di regime, ossia a velocità costante, annullando di fatto i contributi inerziali, proporzionali all'accelerazione e alla massa del veicolo. Ciò è ottenibile in pratica mantenendo da chi mi precede una certa distanza, in modo tale da potere evitare i transitori (ossia frenate e riaccelerate). Una guida preventiva in tal senso è molto importante.
In avvicinamento a semafori o rotonde cerco di rallentare al massimo per solo rilascio e frenando solo in prossimità di essi. In questo modo si può sfruttare maggiormente il cut-off, percorrendo più strada senza che venga iniettato il combustibile in camera di combustione.
La velocità che cerco di mantenere costante è data dal raggiungimento di un compromesso. Essa infatti non deve essere troppo bassa affinché il motore si trovi ad una velocità di rotazione per cui i consumi di combustibile siano minimi, si possa innestare il rapporto più alto possibile e si sfrutti al massimo i rallentamenti. Di contro non deve essere neanche troppo alta, in quanto la forza di resistenza aerodinamica è funzione del quadrato della velocità.
Affronto ora la seconda tipologia di transitori, ossia le accelerazioni, necessarie a portarmi a regime. Qui cerco di accelerare in modo dolce, regolare e progressivo. Evito altresì di accelerare troppo delicatamente in modo da non protrarre eccessivamente i transitori.
Infine limito, nel possibile, l'uso degli ausiliari. In particolare uso la funzione "econ" del climatizzatore che disattiva il compressore, responsabile di un significativo abbisogno energetico.
 
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