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Talento prodigioso

Certo, ma il fatto che la esegua senza spartito mi fa supporre che al momento gli venga più facile suonare a orecchio che seguire il pentagramma.
Beh, i bravi concertisti imparano a memoria, salvo che siano sonate impestate di cacche di mosca (cit. Amadeus), allora serve un volta pagina, che sale agli onori della cronaca solo se sbaglia (il sottoscritto)
 
i bravi concertisti imparano a memoria,
sì, ma prima studiano allo sfinimento lo spartito.... mi posso sbagliare, ma ho la sensazione che quando uno è così istintivamente bravo tende a fare tutto a orecchio. Lungi da me paragonare a un talento naturale del genere il mio strimpellare la tastiera solo con la destra e rigorosamente a orecchio, imparato da bambino con la fisarmonica di papà, ma nel corso degli anni ci ho provato più volte a mettere un po' di teoria sopra la pratica, e ho fatto una fatica boia.......
 
Penso che per diventare musicisti con la M maiuscola serva oltre al talento una dedizione pazzesca.
Sicuramente essere così portati è promettente ma non vuol dire essere destinati con certezza a diventare dei musicisti affermati.
Ci possono essere mille ragioni,fisiche o mentali,per cui crescendo quell'enorme talento potrebbe non concretizzarsi.
Un compagno di scuola delle medie sembrava che dovesse diventare la nuova stella mondiale della musica classica (io non me ne intendo è quello che dicevano i parenti).
Non ha smesso di suonare,quindi penso che non sia per mancanza di dedizione,ma il suo destino non si è avverato (non so se possa centrare ma è diventato incredibilmente alto e ha delle mani fuori misura che non so se siano un aiuto o una disgrazia per chi suona uno strumento).
Insegna musica ma non è un concertista affermato.
 
sì, ma prima studiano allo sfinimento lo spartito.... mi posso sbagliare, ma ho la sensazione che quando uno è così istintivamente bravo tende a fare tutto a orecchio. Lungi da me paragonare a un talento naturale del genere il mio strimpellare la tastiera solo con la destra e rigorosamente a orecchio, imparato da bambino con la fisarmonica di papà, ma nel corso degli anni ci ho provato più volte a mettere un po' di teoria sopra la pratica, e ho fatto una fatica boia.......
Ho avuto la fortuna di conoscere grandi concertisti. Il pianista che mi ha sconvolto più di tutti è stat Bruno Canino, eccezionale repertorio solistico, tematico, per autori, per duo, trio, camera, etcetc. Una delle volte che ebbi la fortuna (e la possibilità) di incontrarlo, era in duo col grande violinista Accardo. Tutti in fila per il maestro napoletano, io solo per il pianista più versatile che conosca. Attendendo che aprisse il camerino feci due chiacchiere con la moglie (pianista professionista anche lei). Mi complimentai per il grande eclettismo. La moglie mi disse che era sempre stato così. Andava a trovarla dopo aver comprato nuovi spartiti, li leggeva lungo il tragitto e li eseguiva a prima vista a mani unite, veloce ed espressivo, odioso! E noi poveri mortali a leggere una frase per volta, a mani separate, ripetendo i passaggi più ostici, prima lenti, poi veloci, decine di volte. Poi a mani unite lento poi sempre più veloce, e poi un'altra frase... la differenza tra chi ha talento e chi come me non ne ha, neanche facendosi sanguinare le dita. Ma anche chi ha talento innato deve studiare, non solo tecnicamente, ma anche per interpretare. E lì non bastano talento e bravura, occorre essere artisti, non solo artigiani.
 
nuovi spartiti, li leggeva lungo il tragitto e li eseguiva a prima vista a mani unite,
D'altra parte, c'è chi legge un testo e lo comprende, lo elabora e lo ricorda all'istante, quando normalmente bisogna starci sopra più volte. Sono doni di natura, chi li ha è fortunato, soprattutto se sa metterli a frutto.
 
D'altra parte, c'è chi legge un testo e lo comprende, lo elabora e lo ricorda all'istante, quando normalmente bisogna starci sopra più volte. Sono doni di natura, chi li ha è fortunato, soprattutto se sa metterli a frutto.
Esatto, un musicista, come un attore deve imparare, padroneggiare la propria parte, ma per concentrarsi sull'interpretazione, perché sono arti mediate, tra l'artista che ha scritto, pico cambia se trattasi di Shakespeare o Mozart, e quello che lo interpreta. E, fondamentale nell'esecuzione estemporanea, la compartecipazione del pubblico. L'artista che non interagisce con la platea è un artista morto, artisticamente parlando.
 
Ma anche chi ha talento innato deve studiare, non solo tecnicamente, ma anche per interpretare. E lì non bastano talento e bravura, occorre essere artisti, non solo artigiani.
credo che un talento vada anche guidato ed istradato per esprimersi al meglio. Questo bimbo esprime di fatto una passione dei genitori, se loro non avessero avuto la possibilità di fargli vedere un pianoforte forse avrebbe dovuto attendere anni prima di manifestare la sua capacità.
In questo credo che la scuola abbia il ruolo fondamentale di dare a tutti la possibilità di trovare la propria strada
 
Questo bimbo esprime di fatto una passione dei genitori, se loro non avessero avuto la possibilità di fargli vedere un pianoforte forse avrebbe dovuto attendere anni prima di manifestare la sua capacità.
In questo credo che la scuola abbia il ruolo fondamentale di dare a tutti la possibilità di trovare la propria strada
Senza dubbio. La maturazione artistica che segue e si accompagna a quella tecnica, non può essere anticipata indefinitamente. Quando sarà arrivato ai 20 anni, cambierà poco che abbia iniziato a 3, 5 o 7 anni. Ci sarà lo sviluppo psicofisico che svilupperà la tecnica e la maturazione psicologica la personalità di uomo ed artista.
 
Ho frequentato una scuola di musica per 5 anni, ma ora non ricordo quasi nessun accordo. Il bambino gioca in modo fantastico. Chissà se non si allena da più di 10 anni come me, saprà suonare anche lui in modo impeccabile? :)
 
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