un articolo sull'ultimo 4ruote titola così... lo riporto per gli appassionati... forse per molti la luce in fondo al tunnel... 
"Che cosa sta succedendo nell'area di Arese che fu dell'Alfa Romeo e che rimanda nella memoria ai gloriosi giorni andati ? Da diversi mesi c'è un grande fermento che cozza con i troppi anni di stallo. Chi vive lì attorno parla di un continuo viavai di persone, di assemblee che si susseguono, di continui incontri carbonari e di tanti "pissi pissi bao bao" che potrebbero aprire il cuore degli appassionati.
Si sta parlando dei quasi 2 milioni di metri quadrati che attualmente circondano quel che resta della palazzina direzionale dell'Alfa Romeo e il contiguo museo. Un terreno su cui dovevano sorgere un centro commerciale e una zona residenziale, progetti caduti nel dimenticatoio sia per le resistenze degli abitanti della zona, che fa capo a ben quattro comuni, Arese, Garbagnate, Lainate e Rho, sia per la volontà diretta delle amministrazioni locali.
E allora? Allora bisogna stare appesi a un'assemblea pubblica indetta per il 26 ottobre, quando, si annuncia tra le righe, se ne sentiranno delle belle. Questo è quanto esce a fatica da troppe bocche cucite, ma non per questo incapaci di tradire un'euforia di fondo che sta diventando contagiosa.
Ma sì, anche se nessuno lo vuole ammettere, pare che i sindaci dei quattro comuni interessati abbiano già ricevuto una copia di un piano, estremamente dettagliato, che illustra gli interventi possibili. Roba grossa, di quelle che fanno tremare i polsi di chi vive di pane e auto. Si parla di un progetto di enorme portata, capace di riportare un grande significato motoristico in una zona che in passato alimentava il mondo di vetture e di emozioni.
C'è di mezzo la Fiat? Pare proprio di no. Al gruppo torinese potrebbe restare l'attuale fazzoletto, mentre tutt'attorno prenderebbero vita attività specialistiche ed espositive. Si parla quindi di un'importante area museale che, da quello che si è capito, ricalcherebbe molto il vecchio progetto di De Meo ai tempi in cui per l'Alfa Romeo si pensava in grande, e in più due poli strettamente legati a Milano: la moda e il design. Ecco, parlando di design, quello che si è capito è che il piano prevede un centro di eccellenza che si occuperebbe dell'intero processo che va dal disegno all'engineering, fino alla produzione dei primi prototipi. E che farebbe capo a chi? Qui davvero nessuno parla, semmai lascia intendere che dietro ci sia una casa automobilistica non italiana. Fare speculazioni, essendoci contigua la vecchia sede dell'Alfa, è sin troppo facile, però non ci sono ancora elementi pubblici a sostegno di questo. Di certo, una cosa così grossa non potrà mai sostenersi senza un costruttore con degli interessi ben precisi. Resta da capire chi è, e forse lo si saprà proprio il 26 ottobre, quando i sindaci dovranno presentare qualcosa di più delle buone intenzioni. Un impegno scritto di una Casa ? Magari: sarebbe il segnale tanto atteso."
"Che cosa sta succedendo nell'area di Arese che fu dell'Alfa Romeo e che rimanda nella memoria ai gloriosi giorni andati ? Da diversi mesi c'è un grande fermento che cozza con i troppi anni di stallo. Chi vive lì attorno parla di un continuo viavai di persone, di assemblee che si susseguono, di continui incontri carbonari e di tanti "pissi pissi bao bao" che potrebbero aprire il cuore degli appassionati.
Si sta parlando dei quasi 2 milioni di metri quadrati che attualmente circondano quel che resta della palazzina direzionale dell'Alfa Romeo e il contiguo museo. Un terreno su cui dovevano sorgere un centro commerciale e una zona residenziale, progetti caduti nel dimenticatoio sia per le resistenze degli abitanti della zona, che fa capo a ben quattro comuni, Arese, Garbagnate, Lainate e Rho, sia per la volontà diretta delle amministrazioni locali.
E allora? Allora bisogna stare appesi a un'assemblea pubblica indetta per il 26 ottobre, quando, si annuncia tra le righe, se ne sentiranno delle belle. Questo è quanto esce a fatica da troppe bocche cucite, ma non per questo incapaci di tradire un'euforia di fondo che sta diventando contagiosa.
Ma sì, anche se nessuno lo vuole ammettere, pare che i sindaci dei quattro comuni interessati abbiano già ricevuto una copia di un piano, estremamente dettagliato, che illustra gli interventi possibili. Roba grossa, di quelle che fanno tremare i polsi di chi vive di pane e auto. Si parla di un progetto di enorme portata, capace di riportare un grande significato motoristico in una zona che in passato alimentava il mondo di vetture e di emozioni.
C'è di mezzo la Fiat? Pare proprio di no. Al gruppo torinese potrebbe restare l'attuale fazzoletto, mentre tutt'attorno prenderebbero vita attività specialistiche ed espositive. Si parla quindi di un'importante area museale che, da quello che si è capito, ricalcherebbe molto il vecchio progetto di De Meo ai tempi in cui per l'Alfa Romeo si pensava in grande, e in più due poli strettamente legati a Milano: la moda e il design. Ecco, parlando di design, quello che si è capito è che il piano prevede un centro di eccellenza che si occuperebbe dell'intero processo che va dal disegno all'engineering, fino alla produzione dei primi prototipi. E che farebbe capo a chi? Qui davvero nessuno parla, semmai lascia intendere che dietro ci sia una casa automobilistica non italiana. Fare speculazioni, essendoci contigua la vecchia sede dell'Alfa, è sin troppo facile, però non ci sono ancora elementi pubblici a sostegno di questo. Di certo, una cosa così grossa non potrà mai sostenersi senza un costruttore con degli interessi ben precisi. Resta da capire chi è, e forse lo si saprà proprio il 26 ottobre, quando i sindaci dovranno presentare qualcosa di più delle buone intenzioni. Un impegno scritto di una Casa ? Magari: sarebbe il segnale tanto atteso."