Credo che il muro contro muro lettera la subaru Italia in Slovenia, altro che Milano.zero c. ha scritto:http://www.quattroruote.it/notizie/industria/subaru-italia-sciopero-contro-il-trasferimento-della-sede?comeFrom=forum_QRT
Quella FIOM...in questo caso davvero il sindacato che nessuno di noi vorrebbe e invece... :cry:
reFORESTERation ha scritto:Credo che il muro contro muro lettera la subaru Italia in Slovenia, altro che Milano.zero c. ha scritto:http://www.quattroruote.it/notizie/industria/subaru-italia-sciopero-contro-il-trasferimento-della-sede?comeFrom=forum_QRT
Quella FIOM...in questo caso davvero il sindacato che nessuno di noi vorrebbe e invece... :cry:
aponus ha scritto:Pura follia lasciare il Trentino.
Heniadir ha scritto:Ma che problema esiste nel traslocare?
Pensavo a questo proprio qualche minuto fa.Suby01 ha scritto:Heniadir ha scritto:Ma che problema esiste nel traslocare?
Nessuno, se non che a Milano gli affitti e le case costano il doppio, la vita un tantino diversa rispetto ad una vallata di montagna, magari hai una moglie che lavora ed è costretta a mollare il lavoro, i figli che vanno all'asilo/scuola (che forse è il meno)
E lo dice uno che quando è stato assunto dov'è adesso si è trasferito (non di tanto di un centinaio di km, ma la mia situazione era un tantino diversa da chi ha famiglia)
Mauro 65 ha scritto:Mh, penso che la decisione sia definitiva
Probabilmente (quasi certamente) dal punto di vista dell'azienda hanno le loro ottime ragioni (qualcuna l'ho sperimentata di persona telefonando ad Ala :? )
Dal punto di vista dei dipendenti (posto che non pianga chi è cagion del proprio male :twisted: ) il trasferimento a MIlano di fatto costringe alle dimissioni volontarie o a trucchetti del tipo fingere di accettare (se vi sono dei rimborsi di trasferimento) e nel frattempo cercarsi un altro lavoro e quindi presentare le dimissioni.
Queste cose sono ovviamente più che ben conosciute dal management che ha deliberato l'operazione e che pertanto si è fatto certamente qualche conto in tasca sui costi complessici (leggasi probabili incenitivi per dimissioni volontarie per evitare di trovarsi uno stillicidio di dimissioni nei mesi successivi al trasferimento; o magari al management potrebbe far comodo, in un simpatico gioco delle parti, un trasferimento temporaneo di gran parte dei dipendenti, seguito dalle loro dimissioni, per provvedere ad un graduale passaggio di consegne)
Di certo, l'unica cosa perfettamente inutile e che inasprisce senza profitto alcuno la situazione è lo sciopero proclamato ad Ala. Non è che a Ota cambino idea per uno sciopero, anzi, si confermano ancor più nei loro intendimenti.
Giusto per cpairci, agli inizi della mia carriera lavorativa mi ero trasferito (circa 400 km), dop alcuni mesi, fatti due conti, ho visto che, così per dire, l neto delle spese era parecchio più profittevole fare il recapito corrispondenza pubblicitaria a casa che non l'impiegato in banca (com'ero). Ovviamente non ho presentato le dimissioni per andare a fare il lavoro sopra esemplificato (era il mio lavoretto da studente) ma avevo deciso di puntare sulla libera professione (al momento delle dimissioni non avevo manco iniziato a studiare per l'esame di stato, ci avevo provato ma le due cose non erano conciliabili)
Suby01 ha scritto:Heniadir ha scritto:Ma che problema esiste nel traslocare?
Nessuno, se non che a Milano gli affitti e le case costano il doppio, la vita un tantino diversa rispetto ad una vallata di montagna, magari hai una moglie che lavora ed è costretta a mollare il lavoro, i figli che vanno all'asilo/scuola (che forse è il meno)
Suby01 ha scritto:Mauro 65 ha scritto:Mh, penso che la decisione sia definitiva
Probabilmente (quasi certamente) dal punto di vista dell'azienda hanno le loro ottime ragioni (qualcuna l'ho sperimentata di persona telefonando ad Ala :? )
Dal punto di vista dei dipendenti (posto che non pianga chi è cagion del proprio male :twisted: ) il trasferimento a MIlano di fatto costringe alle dimissioni volontarie o a trucchetti del tipo fingere di accettare (se vi sono dei rimborsi di trasferimento) e nel frattempo cercarsi un altro lavoro e quindi presentare le dimissioni.
Queste cose sono ovviamente più che ben conosciute dal management che ha deliberato l'operazione e che pertanto si è fatto certamente qualche conto in tasca sui costi complessici (leggasi probabili incenitivi per dimissioni volontarie per evitare di trovarsi uno stillicidio di dimissioni nei mesi successivi al trasferimento; o magari al management potrebbe far comodo, in un simpatico gioco delle parti, un trasferimento temporaneo di gran parte dei dipendenti, seguito dalle loro dimissioni, per provvedere ad un graduale passaggio di consegne)
Di certo, l'unica cosa perfettamente inutile e che inasprisce senza profitto alcuno la situazione è lo sciopero proclamato ad Ala. Non è che a Ota cambino idea per uno sciopero, anzi, si confermano ancor più nei loro intendimenti.
Giusto per cpairci, agli inizi della mia carriera lavorativa mi ero trasferito (circa 400 km), dop alcuni mesi, fatti due conti, ho visto che, così per dire, l neto delle spese era parecchio più profittevole fare il recapito corrispondenza pubblicitaria a casa che non l'impiegato in banca (com'ero). Ovviamente non ho presentato le dimissioni per andare a fare il lavoro sopra esemplificato (era il mio lavoretto da studente) ma avevo deciso di puntare sulla libera professione (al momento delle dimissioni non avevo manco iniziato a studiare per l'esame di stato, ci avevo provato ma le due cose non erano conciliabili)
Ognuno farà le sue valutazioni, ma non mi sembra che un trasferimento da Ala a Milano (quasi certamente a proprie spese) sia un qualcosa da minimizzare.
Posto che comunque, chi perde il lavoro in questo momento difficilmente (se non impossibile) lo ritrova nell'immediato, non è una situazione molto felice
zagoguitarhero - 2 giorni fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 1 mese fa