<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Sciopero? Kageyama banzai | Il Forum di Quattroruote

Sciopero? Kageyama banzai

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/subaru-italia-sciopero-contro-il-trasferimento-della-sede?comeFrom=forum_QRT

Quella FIOM...in questo caso davvero il sindacato che nessuno di noi vorrebbe e invece... :cry:
 
zero c. ha scritto:
http://www.quattroruote.it/notizie/industria/subaru-italia-sciopero-contro-il-trasferimento-della-sede?comeFrom=forum_QRT

Quella FIOM...in questo caso davvero il sindacato che nessuno di noi vorrebbe e invece... :cry:
Credo che il muro contro muro lettera la subaru Italia in Slovenia, altro che Milano.
 
reFORESTERation ha scritto:
zero c. ha scritto:
http://www.quattroruote.it/notizie/industria/subaru-italia-sciopero-contro-il-trasferimento-della-sede?comeFrom=forum_QRT

Quella FIOM...in questo caso davvero il sindacato che nessuno di noi vorrebbe e invece... :cry:
Credo che il muro contro muro lettera la subaru Italia in Slovenia, altro che Milano.

toyota italia è a roma
SI forse può starci se si trasferisce a milano...che dici?
 
Anni fa (parecchi, mi pera fosse il 1998i) Bmw Italia trasferì la sede da Verona a Milano lasciando a VR il centro logistico (il che è abboastanza ovvio visto che i pezzi arrivano giù dal Brennero e VR è strategica su questo punto)
La cosa, dopo ovvie proteste, finì bene per il gruppo

Di solito un trasferimento di questo tipo comporta le dimissioni volontarie di parecchi lavoratori ... ed a volte è una mossa studiata a tavolino per "alleggerire" un'azienda da posizoini poco produttive. Attenzione, non parlo di "riduzione" del personale, ma di "sostituzione". Mossa cattiva, ma, come noto, oltre determinate dimensioni ci sono solo due modi per andare di ramazza se le cose non vanno, una è questa l'altra è la chiusura con riapertura sotto mentite spoglie.

Ora io non so assolutamente come vadano le cose in SI, di certo le vendite non sono esaltanti pur offrendo da alcuni anni un motore "compatibile" con il nostro mercato. Come avete letto nel 3d dello snowtour, il mio primo contatto con Ala di TN è stato dir poco traumatizzante (specie a confronto con altre realtà). Se la casa madre appoggia un simile bagno di sangue, i conti se li saranno fatti per bene, e ne deduco che non vogliono affatto ridurre la loro presenza nella Penisola, anzi ...
 
Ho cercato tra la stampa locale
http://www.ladige.it/articoli/2013/03/02/subaru-italia-fuga-ala

La crisi economica, stavolta, non c'entra e questo rende l'annuncio ancora più improvviso. Subaru Italia, a fine giugno, lascerà Ala per trasferire la sede nazionale della società giapponese a Milano. Per i 43 lavoratori - 40 impiegati e 3 magazzinieri - si tratta di una botta non da poco. La Fuji Heavy Industries di Tokyo, infatti, non lascia alternativa: o le maestranze si spostano a Milano o dovranno dimettersi. Insomma, scarse prospettive al futuro professionale di persone che, in media, hanno tra i 40 e i 50 anni e dunque con nessuna possibilità di ricollocarsi. E tra loro ci sono pure due coppie, mariti e mogli che lavorano negli stessi uffici e che dalla prossima estate resteranno a casa.
La notizia del trasferimento dal Trentino - nonostante 200 milioni di euro di fatturato annuo,
7,5 di investimento, cinque anni fa, per allargare lo stabilimento e una vagonata di soldi provinciali per accontentare l'azienda e realizzare un sottopasso ferroviario ad hoc - è caduta come un fulmine a ciel sereno. Al sindacato - in azienda c'è solo la Fiom Cgil - è arrivata una lettera ieri a mezzogiorno.
«Purtroppo la missiva è chiara: entro il 30 giugno trasferimento a Milano - conferma, con una punta non celata di irritazione, Michele Guarda -. La decisione presa dal Giappone, però, non ha alcuna motivazione vera. Il gruppo, d'altro canto, va bene ma in questo modo si lasciano 40 persone sulla strada. Perché ad Ala resterebbero solo i 3 magazzinieri, fino a quando non si sa». A questo punto - sostiene il sindacato - «la lotta è l'unica risposta. E potrebbe essere dura e, soprattutto, a oltranza. Una soluzione, questa, che metterebbe in ginocchio la Subaru». «Questo non è un sito produttivo - aggiunge il rappresentante sindacale - e solo in questo modo si potrà cercare di ottenere qualcosa».
Lunedì la Fiom e i lavoratori si riuniranno in assemblea e decideranno come agire. Anche perché, come detto, questa «fuga» dal Trentino è senza senso e, tra l'altro, tra investimenti giapponesi e soldi provinciali tutto sembrava sancire un matrimonio lungo e duraturo. All'erario, d'altro canto, Subaru garantisce ogni anno 24 milioni di euro di tasse, oltre all'occupazione a 40 famiglie.
Licenziamenti annunciati, quindi? «Di fatto sì. È chiaro che la società dice di spostare la sede altrove portandosi dietro tutti i dipendenti. Ma non è un trasferimento dietro l'angolo e obbligare tutti ad andare a Milano per lavorare è improponibile». Guarda e tutta la Fiom, comunque, sono pronti alla guerra: «Passeranno sul nostro corpo, faremo di tutto per far cambiare idea alla Subaru». Ma perché, di punto in bianco, si è deciso di puntare su Milano? «Pensano che sia più centrale e potrebbe funzionare meglio nei rapporti con le concessionarie. Ma non ha alcun senso. Un'operazione del genere, in questo momento, è un massacro. Ma quello che fa più arrabbiare è che non è colpa della crisi e questo è il periodo peggiore: non si trova lavoro».
La multinazionale -
che rifornisce veicoli a tutti gli enti pubblici del Trentino, dalla Provincia alle forze dell'ordine - da tempo ha scelto Ala come sede non solo per l'Italia ma anche per Austria, Slovacchia, Slovenia e Croazia.
 
aponus ha scritto:
Pura follia lasciare il Trentino.

pura follia restare per poi pian piano fallire.

meno male che han già deciso. e buonanotte a la sidèla come si dice nella gallia transpadana
 
Heniadir ha scritto:
Ma che problema esiste nel traslocare?

Nessuno, se non che a Milano gli affitti e le case costano il doppio, la vita un tantino diversa rispetto ad una vallata di montagna, magari hai una moglie che lavora ed è costretta a mollare il lavoro, i figli che vanno all'asilo/scuola (che forse è il meno)
E lo dice uno che quando è stato assunto dov'è adesso si è trasferito (non di tanto di un centinaio di km, ma la mia situazione era un tantino diversa da chi ha famiglia)
 
Suby01 ha scritto:
Heniadir ha scritto:
Ma che problema esiste nel traslocare?

Nessuno, se non che a Milano gli affitti e le case costano il doppio, la vita un tantino diversa rispetto ad una vallata di montagna, magari hai una moglie che lavora ed è costretta a mollare il lavoro, i figli che vanno all'asilo/scuola (che forse è il meno)
E lo dice uno che quando è stato assunto dov'è adesso si è trasferito (non di tanto di un centinaio di km, ma la mia situazione era un tantino diversa da chi ha famiglia)
Pensavo a questo proprio qualche minuto fa.
Io abito nel mezzo di 5 ettari di ulivi di mia proprietà, in perfetta campagna, ho il mare a 3 km in linea d'aria, mi svegliano uccelli e uccellini, non passa una macchina e per comprare il pane devo prendere la macchina e fare 5 km. Mia moglie oggi ha visto pure uno scoiattolo.
Son scappato dalla città dopo 5 anni che sono stato costretto a viverci (mi ero appena sposato ( doppi 28n anni di Vita In Campagna, trasferirsi in città è stato drammatico.
Ora per fortuna son tornato alle origini.
Non potete immagine che significa fare colazione fuori in mutande tra le piante di ulivo.
 
Mh, penso che la decisione sia definitiva
Probabilmente (quasi certamente) dal punto di vista dell'azienda hanno le loro ottime ragioni (qualcuna l'ho sperimentata di persona telefonando ad Ala :? )
Dal punto di vista dei dipendenti (posto che non pianga chi è cagion del proprio male :twisted: ) il trasferimento a MIlano di fatto costringe alle dimissioni volontarie o a trucchetti del tipo fingere di accettare (se vi sono dei rimborsi di trasferimento) e nel frattempo cercarsi un altro lavoro e quindi presentare le dimissioni.
Queste cose sono ovviamente più che ben conosciute dal management che ha deliberato l'operazione e che pertanto si è fatto certamente qualche conto in tasca sui costi complessici (leggasi probabili incenitivi per dimissioni volontarie per evitare di trovarsi uno stillicidio di dimissioni nei mesi successivi al trasferimento; o magari al management potrebbe far comodo, in un simpatico gioco delle parti, un trasferimento temporaneo di gran parte dei dipendenti, seguito dalle loro dimissioni, per provvedere ad un graduale passaggio di consegne)
Di certo, l'unica cosa perfettamente inutile e che inasprisce senza profitto alcuno la situazione è lo sciopero proclamato ad Ala. Non è che a Ota cambino idea per uno sciopero, anzi, si confermano ancor più nei loro intendimenti.

Giusto per cpairci, agli inizi della mia carriera lavorativa mi ero trasferito (circa 400 km), dop alcuni mesi, fatti due conti, ho visto che, così per dire, l neto delle spese era parecchio più profittevole fare il recapito corrispondenza pubblicitaria a casa che non l'impiegato in banca (com'ero). Ovviamente non ho presentato le dimissioni per andare a fare il lavoro sopra esemplificato (era il mio lavoretto da studente) ma avevo deciso di puntare sulla libera professione (al momento delle dimissioni non avevo manco iniziato a studiare per l'esame di stato, ci avevo provato ma le due cose non erano conciliabili)
 
Mauro 65 ha scritto:
Mh, penso che la decisione sia definitiva
Probabilmente (quasi certamente) dal punto di vista dell'azienda hanno le loro ottime ragioni (qualcuna l'ho sperimentata di persona telefonando ad Ala :? )
Dal punto di vista dei dipendenti (posto che non pianga chi è cagion del proprio male :twisted: ) il trasferimento a MIlano di fatto costringe alle dimissioni volontarie o a trucchetti del tipo fingere di accettare (se vi sono dei rimborsi di trasferimento) e nel frattempo cercarsi un altro lavoro e quindi presentare le dimissioni.
Queste cose sono ovviamente più che ben conosciute dal management che ha deliberato l'operazione e che pertanto si è fatto certamente qualche conto in tasca sui costi complessici (leggasi probabili incenitivi per dimissioni volontarie per evitare di trovarsi uno stillicidio di dimissioni nei mesi successivi al trasferimento; o magari al management potrebbe far comodo, in un simpatico gioco delle parti, un trasferimento temporaneo di gran parte dei dipendenti, seguito dalle loro dimissioni, per provvedere ad un graduale passaggio di consegne)
Di certo, l'unica cosa perfettamente inutile e che inasprisce senza profitto alcuno la situazione è lo sciopero proclamato ad Ala. Non è che a Ota cambino idea per uno sciopero, anzi, si confermano ancor più nei loro intendimenti.

Giusto per cpairci, agli inizi della mia carriera lavorativa mi ero trasferito (circa 400 km), dop alcuni mesi, fatti due conti, ho visto che, così per dire, l neto delle spese era parecchio più profittevole fare il recapito corrispondenza pubblicitaria a casa che non l'impiegato in banca (com'ero). Ovviamente non ho presentato le dimissioni per andare a fare il lavoro sopra esemplificato (era il mio lavoretto da studente) ma avevo deciso di puntare sulla libera professione (al momento delle dimissioni non avevo manco iniziato a studiare per l'esame di stato, ci avevo provato ma le due cose non erano conciliabili)

Ognuno farà le sue valutazioni, ma non mi sembra che un trasferimento da Ala a Milano (quasi certamente a proprie spese) sia un qualcosa da minimizzare.
Posto che comunque, chi perde il lavoro in questo momento difficilmente (se non impossibile) lo ritrova nell'immediato, non è una situazione molto felice
 
Suby01 ha scritto:
Heniadir ha scritto:
Ma che problema esiste nel traslocare?

Nessuno, se non che a Milano gli affitti e le case costano il doppio, la vita un tantino diversa rispetto ad una vallata di montagna, magari hai una moglie che lavora ed è costretta a mollare il lavoro, i figli che vanno all'asilo/scuola (che forse è il meno)

Continuo a non vedere problemi non e' che devono abitare a 10m dal lavoro, conosco gente che si fa 6 mesi fuori casa ed ha famiglia, non credo che qualche centinaio di km sia un problema, si vede che non hanno bisogno di soldi.
 
Suby01 ha scritto:
Mauro 65 ha scritto:
Mh, penso che la decisione sia definitiva
Probabilmente (quasi certamente) dal punto di vista dell'azienda hanno le loro ottime ragioni (qualcuna l'ho sperimentata di persona telefonando ad Ala :? )
Dal punto di vista dei dipendenti (posto che non pianga chi è cagion del proprio male :twisted: ) il trasferimento a MIlano di fatto costringe alle dimissioni volontarie o a trucchetti del tipo fingere di accettare (se vi sono dei rimborsi di trasferimento) e nel frattempo cercarsi un altro lavoro e quindi presentare le dimissioni.
Queste cose sono ovviamente più che ben conosciute dal management che ha deliberato l'operazione e che pertanto si è fatto certamente qualche conto in tasca sui costi complessici (leggasi probabili incenitivi per dimissioni volontarie per evitare di trovarsi uno stillicidio di dimissioni nei mesi successivi al trasferimento; o magari al management potrebbe far comodo, in un simpatico gioco delle parti, un trasferimento temporaneo di gran parte dei dipendenti, seguito dalle loro dimissioni, per provvedere ad un graduale passaggio di consegne)
Di certo, l'unica cosa perfettamente inutile e che inasprisce senza profitto alcuno la situazione è lo sciopero proclamato ad Ala. Non è che a Ota cambino idea per uno sciopero, anzi, si confermano ancor più nei loro intendimenti.

Giusto per cpairci, agli inizi della mia carriera lavorativa mi ero trasferito (circa 400 km), dop alcuni mesi, fatti due conti, ho visto che, così per dire, l neto delle spese era parecchio più profittevole fare il recapito corrispondenza pubblicitaria a casa che non l'impiegato in banca (com'ero). Ovviamente non ho presentato le dimissioni per andare a fare il lavoro sopra esemplificato (era il mio lavoretto da studente) ma avevo deciso di puntare sulla libera professione (al momento delle dimissioni non avevo manco iniziato a studiare per l'esame di stato, ci avevo provato ma le due cose non erano conciliabili)

Ognuno farà le sue valutazioni, ma non mi sembra che un trasferimento da Ala a Milano (quasi certamente a proprie spese) sia un qualcosa da minimizzare.
Posto che comunque, chi perde il lavoro in questo momento difficilmente (se non impossibile) lo ritrova nell'immediato, non è una situazione molto felice

La gente si uccide perché non ha un lavoro o lo perde o non lo avrà e questi scioperano per un trasferimento con 20000? di bonus dati dall'impresa? (così mi pare aver capito)

Disonore!

Certo se a Trento SI avesse fatto vendere 60.000 auto l'anno sarebbe stato diverso..
Ma con quei numeri li...via andare...e anche se scioperano tutti sti danni non me li vedo purtroppo...
 
E' vero non bisogna pretendere il lavoro a 10mt da casa,ma spostare da Trento a Milano non sono proprio dieci metri,significa stravolgere la vita che non e' fatta solo di lavoro ma di amici,passioni e tanto altro ancora.Detto questo e lecito da parte dell'azienda fare le sue scelte,ma voi credete davvero che chi vende auto,aumenti i profitti con il cambiare una sede,solo perche' darà un immagine migliore?Io apprezzo Subaru perche' ne condivido le scelte tecniche e la maggior parte degli acquirenti sono di questo tipo, ma per vendere di piu' devi fare piu' versioni,per esempio delle cabrio,coupé ed altro e sopratutto piu belle dentro e fuori.
 
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