Mastertanto ha scritto:
key-one ha scritto:
Ora che Giampi47 ha pubblicato foto e interessanti -come al solito- dati tecnici sulla 1750 Quattroruote , lo posso dire anche qui . L'Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote del 1965 è uno dei più convincenti esempi di replica mai prodotti in piccola serie e il fatto rafforza quanto sostenuto da Juniogt e pure da me , cioè che una buona replica è meglio di tanti restauri mal fatti e strapagati .
Della 1750 , negli anni 1966 /67 furono prodotti 82 esemplari , che hanno nutrito la passione di altrettanti automobilisti , certamente in grado di sostenere una spesa importante , ma non impossibile .
L'auto costava infatti 2.360.000 lire contro 1.570.000 lire della Giulia TI nel 1966 e , pur richiendendo per ovvi motivi la disponibilità di un box o un garage , rese possibile coltivare un sogno da collezionista anche a chi non era miliardario .
Sarebbe interessante conoscere il valore della Gran Sport oggi e se tutti i veicoli prodotti sono sono ancora in circolazione . Saluti
https://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_Romeo_Gran_Sport_Quattroruote
Non avevo mai sentito, neppure vagamente, dell'esistenza di queste repliche fatte sulla base della Giulia... all'epoca ero bambino e va bene, ma neppure in seguito, mai.
Comunque il concetto alla base delle repliche è secondo me giusto e da portare avanti : io sono molto a favore delle repliche modernizzate, tipo l'attuale Fiat 500 o Mini per capirci, che, se non possono per ovvie ragioni essere repliche fedeli neppure visivamente, trasmettono però almeno un po' dello spirito di un modello e di un'epoca : ed è già qualcosa, anzi più di qualcosa, specie nel panorama attuale dove, sull'altare della razionalità, le auto tendono a somigliarsi tutte.... troppo !
Pur riferendosi ambedue a modelli di successo del passato , la replica e la produzione in grande serie di auto che s'ispirano in qualche modo nelle forme all'originale di qualche decennio prima sono , come sai , due cose diverse
La prima riprende in tutto e per tutto la carrozzeria dell'originale , la maggior parte delle volte recuperando vecchie scocche a cui vengono rifatti o meno pezzi mancanti e realizzati magari in materiali più leggeri (alluminio) o anche più moderni ( compositi ) .
La seconda s'ispira vagamente nelle forme all'originale , ma utilizza scocche moderne ad hoc , come nel caso della Mini o adatta quelle di altre produzioni , come la 500 e il Maggiolino .
E' ovvio quindi come la 500 e il Maggiolino di oggi e quelli di 60 e 70 anni fa non abbiano nulla in comune sul piano meccanico , salvo una certa idea di auto e anche Mini , pur conservando Ta e motore trasversale , sia macchina del tutto diversa per dimensioni e mercato di riferimento da quella di Issigonis .
In questo caso si tratta quindi più che altro di un "ripiegamento" estetico sul passato , che accomuna la produzione automobilistica intorno agli anni '2000 a una tendenza culturale che in ambiti diversi propugnava la riedizione di qualcosa concernente "il classico" e il "de ja vu" , ( postmodernismo ).
In campo automobilistico ciò aveva anche il compito di rafforzare l'immagine e il "family feeling" di quelle case produttrici .
Credo - e spero- comunque che in ambito stilistico il "remake" di modelli passati sia ormai una pagina voltata e si guardi verso il futuro .
Mentre la replica , nel campo dell'automobilismo storico , concordo con te abbia un futuro e un senso , proprio nel rendere riusabili vecchie glorie del passato , adeguate alle esigenze di oggi , seppur per un utilizzo amatoriale e limitato . Saluti
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