<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Piano di rilancio | Il Forum di Quattroruote

Piano di rilancio

"A conferma che i segni positivi di settembre non erano illusioni: la «ripresina» è cominciata in tutti i più importanti paesi: in Spagna dove ci sono gli incentivi alla rottamazione, in Francia e in Inghilterra dove le cose vanno bene. Unica esclusa l?Italia che continua a perdere: -5,6 nell?ultimo mese, nessuno sa quando si toccherà davvero il fondo.
E se la Fiat continua a fare peggio del mercato - il gruppo perde il 7,3% - la colpa è della situazione interna, secondo il costruttore. Di «risultato fortemente penalizzato dallo scenario italiano» parla una nota. La quota è passata dai 6,6 punti percentuali ai 5,8 nel giro di un anno. E se il marchio capofila fa meglio degli altri (-3,3%), Jeep e Maserati crescono, a crollare è Alfa Romeo (-33,9) in attesa del piano di rilancio preparato da Marchionne. Il brand Fiat ha immatricolato 45.674 vetture poche di più della Skoda e meno di Bmw e Mercedes."
http://www.corriere.it/economia/13_novembre_19/auto-vendite-ripartono-europa-ma-non-la-fiat-73percento-5b7dbfd8-50f9-11e3-bd01-3986935c5997.shtml

Quando si toccherà il fondo?
 
Quando Fiat, Alfa Romeo e Lancia diventeranno finanziarie a tutti gli effetti, adesso qualche auto ancora la fanno con evidente disappunto di Marchionne.
 
Ma se non fanno modelli nuovi, il cliente di certo non acquisterà mai modelli prossimi alla pensione, vedi delta, bravo, punto, musa, ecc ecc.
Per non parlare dei ricarrozzamenti lancia.

Attualmente se vuoi prendere qualcosa di "fresco in casa Fiat-Lancia-Alfa Romeo, puoi prendere un Giulietta, una 500L e un panda.

Saluti
 
gigino83 ha scritto:
Ma se non fanno modelli nuovi, il cliente di certo non acquisterà mai modelli prossimi alla pensione, vedi delta, bravo, punto, musa, ecc ecc.
Per non parlare dei ricarrozzamenti lancia.

Attualmente se vuoi prendere qualcosa di "fresco in casa Fiat-Lancia-Alfa Romeo, puoi prendere un Giulietta, una 500L e un panda.

Saluti

Vero, verissimo.
 
Il super-pianone eccolo qua!

MARPIONNE, LA SANGUISUGA - FIAT VERSA IN CONTRIBUTI MENO DI QUANTO LO STATO SPENDE PER LA SUA CASSA INTEGRAZIONE
Vendite a picco (-7,3% in un mercato europeo in crescita in ottobre del 4,6%) e costi alle stelle per i contribuenti: la Fiat investe all?estero e prosciuga le casse statali italiane - L?equazione tra i contributi versati dall?azienda e il costo delle Cig per la prima volta si inverte..
Federico Fubini per "La Repubblica"
Nel marzo del 2012 John Elkann e Sergio Marchionne si recarono a Palazzo Chigi. La visita dei vertici della Fiat fu preceduta da una precisazione dell'amministratore delegato: «Al governo - disse - non chiediamo nulla». Marchionne voleva far capire che la sua azienda non reclamava sussidi o favori, chiedeva solo di poter operare nella cornice di un Paese competitivo.
Il manager di Torino avvalorò le sue parole con una stima della posizione di Fiat all'Inps, l'ente che gestisce gli ammortizzatori sociali. I contributi versati dal gruppo per la Cig e la Cigs, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, erano superiori al ricorso che il Lingotto vi faceva. La prima azienda manifatturiera d'Italia non stava assorbendo risorse pubbliche, al contrario ne versava.
Da allora quell'equazione sulla Cig si è rovesciata. A ben vedere, questo è solo un tassello dello stesso fenomeno che ieri ha visto le vendite di Fiat ridursi del 7,3% in un mercato europeo in crescita in ottobre del 4,6% sul mese prima, mentre in Italia si registra ancora un calo del 5,6%. È in questo quadro che oggi Fiat chiede all'Inps più risorse di quante non ne versi sotto forma di contributi.
La cassa integrazione del Lingotto continua in parte perché, con un mercato in caduta in Italia, Marchionne resta riluttante a investire nel vecchio continente benché i suoi concorrenti continuino a farlo. Gli analisti di Kepler Cheuvreux stimano che per ogni auto venduta in Europa, dove l'Italia rappresenta il 45% del fatturato, Fiat abbia perso più di mille euro nell'autunno 2012 e 258 euro l'estate scorsa.
Queste perdite in Europa ora sono in calo. Ma, appunto, lo sono grazie a un contenimento dei costi nel quale la cassa integrazione ha un ruolo. L'istituto nazionale di previdenza tiene riservata la posizione delle singole aziende («a tutela della loro privacy») e Fiat stessa non fornisce dati esatti. Tuttavia, fonti vicine al Lingotto riconoscono che sulla base dell'andamento recente «molto probabilmente» il saldo con l'Inps oggi è negativo. Del resto l'Istituto di previdenza mostra come nel 2012, in Italia, fra contributi versati dalle imprese per la Cig e l'uso di questi ultimi ci fosse uno squilibrio di 1,6 miliardi. Il deficit viene colmato dai contribuenti.
Nel caso del Lingotto, questo sembra un tassello della strategia del gruppo che va oltre il crollo stesso di domanda nel paese. L'anno scorso per esempio il gruppo Fiat ha venduto in Italia 415 mila auto, il 46% meno rispetto al 2007. Ma ne ha prodotte ancora di meno, solo 394 mila. Significa che persino l'unico grande costruttore italiano di auto è un importatore netto dei suoi stessi prodotti nel proprio paese di origine. Gli conviene farli fuori.
L'Italia non viene più giudicato un posto nel quale produrre auto su vasta scala a condizioni economiche. Quanto a questo, pur senza un marchio nazionale, la Spagna produce il triplo di auto rispetto all'Italia (1,1 milioni) e la Gran Bretagna quasi il quintuplo. Solo la Polonia è a livelli paragonabili. Succede così che, ai dati di ottobre, a Mirafiori la Cig è in parte un lungo intermezzo prima della produzione dei nuovi Suv Maserati e in parte una risposta ai vuoti di domanda sull'Alfa Mito. A Cassino ci si ferma in media una settimana al mese per non riempire i piazzali di Bravo, Delta e Giulietta invendute. A Melfi la Punto si fa su una sola linea, "per consentire nuovi investimenti". A Pomigliano la Panda ha buoni risultati ma anche qui si fa Cig a rotazione. E alla Sevel di Atessa si sono avute venti giornate di cassa nei primi dieci mesi dell'anno.
L'obiettivo sembra chiaro: evitare traumi in Italia mentre Marchionne persegue l'integrazione con Chrysler. Per il nuovo gruppo che dovrebbe nascere, il Lingotto ha dato incarico una società specializzata di trovare un nuovo nome, ma comunque si chiami gli equilibri della compagnia saranno spostati. Già oggi l'Europa pesa per appena il 20% dei ricavi di Fiat Spa (modelli di lusso esclusi) e quest'anno ha bruciato cassa per 420 milioni in soli nove mesi. Il Nord America e l'America Latina invece rappresentano circa il 70% di tutte le attività in utile. Sono queste forze a dettare il baricentro.
Ciò pone a Marchionne un problema sull'Italia. Negli ultimi anni, dice lui stesso, «ci siamo rifiutati di fare investimenti in Europa perché non si recupera neanche il costo del capitale e non vedo niente che mi dia ottimismo per il 2013 e 2014». Marchionne non nega di avere capacità in eccesso, ma aggiunge: «Non chiuderemo gli impianti per non facilitare il dominio tedesco in Europa».
La scelta è dunque automatica: produzione limitata in Italia a piccole auto per un mercato debole e di modelli che il manager definisce «esclusivi», dunque non su vasta scala, come il nuovo Suv Maserati. Fiat non comunica l'età media degli addetti nei vari impianti italiani ma, poiché le assunzioni sono ferme da anni, è inevitabile che sia elevata. Continuare la Cig significa per il Lingotto avviare una riduzione degli effettivi grazie all'attrito dei pensionamenti. Non si può imporre a nessuna impresa, aiutata o no, di lavorare in un luogo che non considera competitivo. Ma così le risorse pubbliche italiane trovano un ruolo nella strategia internazionale di Fiat: stavolta, a differenza dagli anni ?70, non per attrarre produzioni nel paese.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/marpionne-la-sanguisuga-fiat-versa-in-contributi-meno-di-quanto-lo-stato-spende-per-66899.htm

Scherzi a parte, non so se questo sia IL piano. Certamente ...fa parte del piano.
 
Considerando che quasi tutti i Gruppi quest'anno ( almeno da Genn-Ott ) sono col segno meno ( si salva solo Renault-Mercedes,Kia e Mazda che fà più di tutti ) , Fiat Group insieme a Psa ed a GM sono gli unici che registrano perdite per ogni singolo brand. Anche se ce da dire che Psa e GM vendono di più pur avendo meno brand in commercio

Psa= 1.112.100
GM= 803.944
Fiat= 619.295

ad esempio Volkswagen Group ha "perdite" ( hanno fatto lo stesso 2milioni di auto :rolleyes: :rolleyes: ) con Volkswagen e Audi, ma sono in positivo con Skoda e Seat che di fatti sono quei due brand che nell'anno in corso hanno fatto uscire più modelli
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Il super-pianone eccolo qua!

Federico Fubini per "La Repubblica"

le vendite di Fiat ridursi del 7,3% in un mercato europeo in crescita in ottobre del 4,6% sul mese prima, mentre in Italia si registra ancora un calo del 5,6%., Marchionne resta riluttante a investire nel vecchio continente benché i suoi concorrenti continuino a farlo. Del resto l'Istituto di previdenza mostra come nel 2012, in Italia, fra contributi versati dalle imprese per la Cig e l'uso di questi ultimi ci fosse uno squilibrio di 1,6 miliardi. Il deficit viene colmato dai contribuenti.
Nel caso del Lingotto, questo sembra un tassello della strategia del gruppo che va oltre il crollo stesso di domanda nel paese. L'anno scorso per esempio il gruppo Fiat ha venduto in Italia 415 mila auto, il 46% meno rispetto al 2007. Ma ne ha prodotte ancora di meno, solo 394 mila. Significa che persino l'unico grande costruttore italiano di auto è un importatore netto dei suoi stessi prodotti nel proprio paese di origine.
L'Italia non viene più giudicato un posto nel quale produrre auto su vasta scala a condizioni economiche. Quanto a questo, pur senza un marchio nazionale, la Spagna produce il triplo di auto rispetto all'Italia (1,1 milioni) e la Gran Bretagna quasi il quintuplo. Solo la Polonia è a livelli paragonabili. Succede così che, ai dati di ottobre, a Mirafiori la Cig è in parte un lungo intermezzo prima della produzione dei nuovi Suv Maserati e in parte una risposta ai vuoti di domanda sull'Alfa Mito. A Cassino ci si ferma in media una settimana al mese per non riempire i piazzali di Bravo, Delta e Giulietta invendute. A Melfi la Punto si fa su una sola linea, "per consentire nuovi investimenti". A Pomigliano la Panda ha buoni risultati ma anche qui si fa Cig a rotazione. E alla Sevel di Atessa si sono avute venti giornate di cassa nei primi dieci mesi dell'anno.
L'obiettivo sembra chiaro: evitare traumi in Italia mentre Marchionne persegue l'integrazione con Chrysler. Per il nuovo gruppo che dovrebbe nascere, il Lingotto ha dato incarico una società specializzata di trovare un nuovo nome, ma comunque si chiami gli equilibri della compagnia saranno spostati. Già oggi l'Europa pesa per appena il 20% dei ricavi di Fiat Spa (modelli di lusso esclusi) e quest'anno ha bruciato cassa per 420 milioni in soli nove mesi. Il Nord America e l'America Latina invece rappresentano circa il 70% di tutte le attività in utile. Sono queste forze a dettare il baricentro.
Ciò pone a Marchionne un problema sull'Italia. Negli ultimi anni, dice lui stesso, «ci siamo rifiutati di fare investimenti in Europa perché non si recupera neanche il costo del capitale e non vedo niente che mi dia ottimismo per il 2013 e 2014». Marchionne non nega di avere capacità in eccesso, ma aggiunge: «Non chiuderemo gli impianti per non facilitare il dominio tedesco in Europa».
La scelta è dunque automatica: produzione limitata in Italia a piccole auto per un mercato debole e di modelli che il manager definisce «esclusivi», dunque non su vasta scala, come il nuovo Suv Maserati.Non si può imporre a nessuna impresa, aiutata o no, di lavorare in un luogo che non considera competitivo. Ma così le risorse pubbliche italiane trovano un ruolo nella strategia internazionale di Fiat: stavolta, a differenza dagli anni ?70, non per attrarre produzioni nel paese.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/marpionne-la-sanguisuga-fiat-versa-in-contributi-meno-di-quanto-lo-stato-spende-per-66899.htm

Questo articolo mette una bella pietra tombale sulle speranze di un rilancio serio di Alfa, sulla speranza di vedere una Fiat al di là della 500 in tutte le salse, della speranza stesse di sopravvivenza di Lancia.
Amen.
 
Il fatto che non abbiano cacciato a pedate nel didietro uno come Marchionne per manifesta incapacità, risultati disasrosi e perdite di quote di mercato dovrebbe far riflettere su quale sia il piano vero degli azionisti.
 
Non c'è da essere ottimisti, anche perchè, pure ammesso che verranno presentati nuovi modelli, se il ritardo è eccessivo c'è il rischio di perdere ulteriori clienti in favore della concorrenza, compromettendo il successo dello stesso piano di rilancio. A me personalmente il ritardo non nuoce, perchè ho acquistato una 159 con gli sconti di fine produzione a inizio 2012 e quindi passeranno anni prima di comprare una nuova auto. Però oggi chi vuole sostituire una 156 (ce ne sono ancora parecchie in giro) o una 159 acquistata qualche anno fa ed intende sostituirla con un modello di un certo livello, non con la Giulietta che, pur con tutto il rispetto per il modello, è una categoria "C", deve rivolgersi altrove. In tutto il listino di gruppo non c'è una categoria "D" e manca una station wagon. Nel listino Alfa manca, oltre alla "D", l'ammiraglia, la spider, qualsiasi SUV o crossover, in un periodo in cui questi mezzi vanno tanto di moda.
Non voglio attaccare Marchionne su tutto.
Posso capire il ritardo per quanto riguarda l'ammiraglia ed il Suv di grosse dimensioni, tipo Bmw X5 e X6. Su questi mezzi non ha tutti i torti. Con la crisi che c'è ed il redditometro sono in pochi quelli che in Italia possono permetterseli e chi può in questo momento acquista tedesco. Il rischio di insuccesso sarebbe troppo alto .... prima occorre rilanciare il prestigio del marchio ed implementare la rete di vendita all'estero, poi investire su ammiraglia e grosso SUV, dando la priorità, in questi segmenti, alla Maserati. Ma anche qui se si va oltre il 2016 c'è il rischio che le 166 vengano sostituite con Bmw serie 5 e Suv X5/X6 %& C.
Invece non giustifico il ritardo sulle categorie inferiori ... un Suv medio piccolo avrebbe anche in Italia discrete possibilità di successo, basta vedere il volume di vendite del Nissan Qashqai. E anche il ritardo della Giulia sta diventando eccessivo, chi sostituirà 156 e 159 con altre marche perchè mai, poi, dovrebbe ritornare ad Alfa Romeo?
 
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