<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> panda a pomigliano | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

panda a pomigliano

artisave ha scritto:
conan2001 ha scritto:
per quanto riguarda i dipendenti delle case straniere, sono giustamente posti di lavoro, ma se la gente comprasse più auto di marca italiana ci sarebbero più concessionarie di marche italiane e i posti di lavoro sono gli stessi, con la differenza che escluso panda e 500 e poco altro, il resto è prodotto localmente.

panda 500 e poco altro.
non mi sembra che siano così poco almeno nei numeri.
e poi quel poco altro non è così poco.

Corriere della Sera
"LA FIAT VENDA L'ALFA ROMEO"
Pubblicata il 18/01/2010

Le dure parole rivolte da Sergio Marchionne all'indirizzo dell'Alfa Romeo durante il Salone di Detroit hanno suscitato molte reazioni e dato il via a nuove riflessioni nel mondo dell'auto. Fra queste c'è quella del "Corriere della Sera", che in un commento del 17 gennaio titola: "Alfa al bivio tra rilancio e declino. Ecco perché la Fiat deve venderla".

Secondo l'opinionista del quotidiano milanese Massimo Mucchetti, la Fiat non ha mai "messo in campo un progetto serio per la Casa di Portello". Una bella occasione persa: "La storia talvolta fa miracoli, se le mani sono adatte. La malandata Lamborghini, con Volkswagen, è diventata una macchina da soldi. La Mini è tornata grande con BMW".

È possibile, tuttavia, che la Fiat pensi di impiegare diversamente le sue risorse". Conclude il "Corriere": "Se le cose stanno come sembra, la Fiat non tenga l'Alfa in questo stato al mero scopo di non avere un concorrente in casa. Non ripeta l'errore del 1986. La venda". Che cosa ne pensate? Lasciate un commento!

"SONO COSTATI 1,2 MILIARDI DI EURO"
Pubblicata il 15/01/2010

Gli incentivi 2009? Allo Stato, cioè a tutti noi, sono costati 1,2 miliardi di euro. Lo rivela un'analisi del Centro Studi Fleet&Mobility. L'importo sarebbe la differenza tra l'importo erogato come incentivi all'acquisto, stimati in 2,28 miliardi di euro, e l'Iva incassata sulle 444 mila targhe in più del 2009 riconducibili all'effetto incentivi secondo l'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere. Il gettito dell'imposta viene stimato in 1,084 miliardi di euro. Con un saldo negativo, quindi, di 1,196 miliardi di euro.

"È giusto che in una congiuntura negativa lo Stato intervenga a sostegno della domanda, evitando di far precipitare nel baratro imprese (le concessionarie) che già da anni sono al (o sotto il) limite della sostenibilità", commenta il Centro Studi Fleet&Mobility. "Ma non è giusto usare l'ossigeno degli incentivi per non fare nulla. Tutti i più autorevoli commentatori internazionali ritengono che l'auto abbia sprecato un'occasione, non affrontando alcun tema critico".

"Così si uscirà dalla crisi con la stessa sovraccapacità produttiva (insostenibile)", continua il centro studi, "e con la stessa rete distributiva, parcellizzata e squilibrata, che non riesce a chiudere i bilanci in nero. Perché pensano troppo a vendere le auto nuove (spesso senza guadagnarci il giusto), perché pensano poco e male a coltivare i clienti nel post-vendita, perché pensano pochissimo e malissimo a sviluppare sull'usato strategie e business case adeguati. Perché inseguono il mercato invece di anticiparlo. Perché non vogliono accettare il fatto che non sono più "venditori di automobili", ma che per vendere automobili bisogna diventare autorevoli produttori di servizi. Perché non vogliono accettare che le Case sono il fornitore, non il cliente".
 
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Gli incentivi 2009? Allo Stato, cioè a tutti noi, sono costati 1,2 miliardi di euro. Lo rivela un'analisi del Centro Studi Fleet&Mobility. L'importo sarebbe la differenza tra l'importo erogato come incentivi all'acquisto, stimati in 2,28 miliardi di euro, e l'Iva incassata sulle 444 mila targhe in più del 2009 riconducibili all'effetto incentivi secondo l'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere. Il gettito dell'imposta viene stimato in 1,084 miliardi di euro. Con un saldo negativo, quindi, di 1,196 miliardi di euro.

"È giusto che in una congiuntura negativa lo Stato intervenga a sostegno della domanda, evitando di far precipitare nel baratro imprese (le concessionarie) che già da anni sono al (o sotto il) limite della sostenibilità", commenta il Centro Studi Fleet&Mobility. "Ma non è giusto usare l'ossigeno degli incentivi per non fare nulla. Tutti i più autorevoli commentatori internazionali ritengono che l'auto abbia sprecato un'occasione, non affrontando alcun tema critico".

"Così si uscirà dalla crisi con la stessa sovraccapacità produttiva (insostenibile)", continua il centro studi, "e con la stessa rete distributiva, parcellizzata e squilibrata, che non riesce a chiudere i bilanci in nero. Perché pensano troppo a vendere le auto nuove (spesso senza guadagnarci il giusto), perché pensano poco e male a coltivare i clienti nel post-vendita, perché pensano pochissimo e malissimo a sviluppare sull'usato strategie e business case adeguati. Perché inseguono il mercato invece di anticiparlo. Perché non vogliono accettare il fatto che non sono più "venditori di automobili", ma che per vendere automobili bisogna diventare autorevoli produttori di servizi. Perché non vogliono accettare che le Case sono il fornitore, non il cliente".
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allora è giusto come hanno fatto in francia.
hanno speso soldi del contribuente ma con una contropartita: non chiudi in francia.
 
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