<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> NUOVA POLO e lo strano "regalo" del data log il "Volkswagen Connect"! | Il Forum di Quattroruote

NUOVA POLO e lo strano "regalo" del data log il "Volkswagen Connect"!

Insieme all'acquisto della NUOVA vw polo , ma dato anche "a gratis" con un voucher per la GOLF entro fine mese di dicembre.

Come si puo' capire da questo articolo sembrava molto strano che VW regalasse qualcosa (mai successo infatti ! ) una grande furrbata dove profila i suoi clienti e vende pure guadagnandoci i vari nostri dati, ecco spiegati i motivi :


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Volkswagen ha recentemente introdotto l’applicazione “Volkswagen Connectche permette, per mezzo di un dispositivo chiamato “DataPlug” collegato alla porta diagnostica dell’autovettura (OBD), di trasmettere sul proprio smartphone gran parte dei dati registrati dalla centralina della macchina. Si avranno sempre a portata di mano informazioni sui tragitti passati, sui consumi, sullo stile di guida, sui rifornimenti effettuati, sulla posizione del posteggio e tanto altro ancora. Rappresenta il primo passo di Volkswagen verso l’era delle smart-car, infatti è stato annunciato che in futuro tutte le nuove autovetture della casa monteranno di serie l’apparecchio.

Da qualche settimana è inoltre possibile dal sito ufficiale richiedere un voucher che consente a tutti i clienti, previa conferma della compatibilità, di ottenere l’installazione gratuita del dispositivo presso una qualunque concessionaria della rete.(http://voucher.vwconnect.volkswagen.it).

Il quesito che dovrebbe sorgere spontaneo è quello di chiedersi da dove derivi tanta generosità. La scelta di acquisto di un prodotto o servizio è sempre anticipata da una fase razionale che viene meno quando qualcosa viene fornita a titolo gratuito, sono quindi davvero poche le persone che si sono fatte questa domanda e ancora meno quelle che hanno provato a darle una riposta.

Per provare a comprendere la motivazione bisogna prima rimarcare alcune delle principali caratteristiche dell'industria automobilistica.

Come prima cosa, bisogna considerare che le aziende adeguano la loro offerta in base ai diversi contesti territorali nei quali operano: questo significa che un determinato modello verrà fornito con optional, allestimenti e motorizzazioni differenti in base al paese nel quale si acquisterà l’autovettura. Banalmente, si pensi ad esempio all’Italia, dove la presenza del Superbollo sposta le scelte di acquisto verso modelli dalla potenza più contenuta.

In secondo luogo si può osservare che negli ultimi dieci anni nessun marchio è riuscito ad introdurre delle innovazioni radicali che permettessero di creare agli occhi del consumatore una forte differenziazione percepita. Le aziende si sono trovate a competere sotto il profilo incrementale, cercando di migliorare e adeguare progressivamente dotazioni introdotte da tempo, in linea con le esigenze del consumatore target.

Infine, è empiricamente dimostrato che le imprese che più minuziosamente segmentano il mercato (raggruppano i consumatori in base all'omogeneità delle preferenze) e che meglio personalizzano l'offerta per soddisfare le diverse esigenze, sono anche quelle che hanno performance superiori alle altre.

Tutto questo a primo impatto può sembrare estraneo alle ragioni che hanno spinto Volkswagen a divulgare questo dispositivo ma in realtà è più coerente di quanto possa apparire.

L'indizio determinante risiede nelle prime pagine riportanti le condizioni accettate per usufruire del servizio: “….per quanto riguarda i dati, in particolare i dati tecnici….. l’utente concede alla Volkswagen AG il diritto di utilizzo NON esclusivo, senza limiti di tempo o di contenuto, trasferibile e concedibile…”.

In altre parole, con il dispositivo installato sull’auto, l’azienda viene a disporre in tempo reale di una vastissima mole di informazioni, e può delineare con precisione le caratteristiche di tutti i suoi consumatori. Questo fenomeno che troviamo già presente in molti altri settori in seguito alla digital trasformation ha preso il nome di big data ed enfatizza come le attuali tecnologie permettano alle imprese di avere a disposizione una quantità sempre crescente di dati da utilizzare per creare delle mirate strategie di marketing.

In aggiunta non va scordato che queste informazioni sono cedibili (o più realisticamente vendibili) ad altre società. Le compagnie assicurative hanno da sempre cercato di risolvere il problema di moral hazard, chissà se in futuro faranno uso proprio di questa tecnologia per svincolarsi dal rapporto di copertura in caso di inadeguata condotta dell’assicurato.

Simone Ballarini



che dite, bella mossa con la ns privacy di vw , vero?
 
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