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N'altra fabbrica Fiat in italia che salta

MultiJet150 ha scritto:
Ma ti sei accorto che il mondo oramai cambia in maniera esponenziale ????

Praticamente, ti devi reinventare ogni giorno, quindi se si apre l'opportunità di salire, prima del previsto, nell'olimpo Chrysler, cosa fai, rinunci, oppure, ritardi gli investimenti nei modelli e intanto assumi il controllo di Chrysler ??

Oltrettutto, oltre a risparmiare sugli interessi, ti porti a casa il controllo della "portaaerei" per lo sbarco in USA. Inoltre, pensa alla salita nelle quote di Chrysler quando il cambio era intorno a 1,47-1,49 e oggi riconverti i consolidati con il cambio a 1,36-1,39 ........... ti dice niente ????

Sono troppe le cose sottili che a te sfuggono mentre a Marchionne non scappa il minimo dettaglio, altrimenti non sarebbe seduto dov'è !
Io mi sono accorto che discutere con te di Marchionne e gruppo FIat è tempo perso, perchè in ogni caso per te le strategie intraprese sono le migliori possibili per ogni marchio del gruppo, esattamente come per i prodotti che non hanno eguali nella produzione estera. Se Marchionne mette la vecchia Panda in produzione in Polonia fa bene perchè lì la qualità è elevata; se Marchionne sposta la produzione in Italia fa bene perchè da lavoro agli italiani ma fa anche bene a chiudere Termini Imerese perchè costa troppo.... Se Marchionne mette la L0 in produzione a Mirafiori è un grande perchè da lustro all'Italia, se la sposta il Slovenia è un grande perchè riduce il costo di produzione... Prima te ne vieni fuori che le promesse son state mantenute, poi tiri fuori le varie giustificazioni per chi ti fa notare come invece quelle promesse siano state stracciate... Ma vogliamo discutere o prenderci in giro? Consolidati riconvertiti? Io guardo a quello che si può comprare e guidare, non ho azioni Fiat e direi per fortuna, visto il loro valore residuo...
 
smargia2002 ha scritto:
mio padre. ora felicemente pensionato è stato "carrettiere" di pullman turistici per più di 40 anni, e ne ha visti e guidati di tutti i colori (da residuati della seconda guerra senza servosterzomondiale, ai Bussing con Carrozzeria Macchi, ai Fiat 343 e 370 fino agli ultimi Neoplan, Mercedes e Setra, penso che newsuper5 ne sappia qualciosina).
Quello dell'industria dei Bus in Italia è una storia gloriosa e tragica, che sarebbe troppo lungo e decisamente off topic da trattare qui.
finalmente un intervento in linea con l'argomento bus. :D
premetto che mi piacciono quanto le auto, pur non avendo mai avuto a che fare col mondo delle "patenti D". non posso che quotare l'ultima frase, ma a parer mio le carrozzerie dei bus hanno seguito, con una cinquantina d'anni di differenza, la triste fine delle innumerevoli carrozzerie auto che c'erano in italia sino agli anni 50 (Vignale, Diatto, Castagna, ecc....).
alcune di queste per fortuna sono ancora attive, anche se il mercato europeo dell'autobus è in mano a pochi gruppi (Neo-man (neoplan e man, tutto di VW ormai), evobus (MB,setra), Irisbus, Van Hool, volvo e scania. in questi ultimi 10 anni si stanno affacciando puntando sul prezzo turchi (temsa), cinesi (king long ecc...) e la Solaris che non ricordo se è ceca o ungherese :?:
poi ci sono i carrozzieri che usano i loro telai, chi più fidelizzato su un marchio (irizar-scania) chi meno .


smargia2002 ha scritto:
Mi limito a 2 osservazioni su tutte: se costruire Bus in Italia per Fiat è diventato troppo oneroso, immagino per gli stessi motivi per cui lo è costruire auto, vale a dire costo del lavoro e impossibilità di una governance aziendale efficace, siamo sicuri (tralasciando Repubblica Ceca che pure non è il terzo mondo, Cina e Brasile) che sia più economico e comodo farlo in Spagna o addirittura in Francia? Non mi pare che al di là delle Alpi le retribuzioni, le condizioni di lavoro (35 ore, ricordiamocelo) e credo anche l'influenza dei sindacati siano minori che quà da noi.
E poi: come mai c'è chi invece i propri bus li fa costruire proprio in Italia (Volvo tramite la controllata Barbi e credo anche Mercedes/Evpbus almeno per i mezzi di piccole dimensioni')?

Rigardo l'ultimo punto vorrei avere il conforto di Newsupe5 che di certo ne sa un bel pò più di me, ma mi sembra che i suoi GT Volvo li faccia costruire in Italia dalla Barbi (se non è vero smentitemi pure) e mi pare di ricordare che in passato c'era stato qualche abboccamento tra la gloriosa "Carrozzeria Padane" e gli olandesi di Bova.

la carrozzeria barbi, da parecchio controllata da volvo, produce i GT per l'italia e l'estero. naturalemnte volvo ha anche altri stabilimenti, vista la gamma non ampia ma diversificata.
sino agli anni 90 però carrozzava anche altri telai, compresi gli iveco.

la orlandi di modena, invece, ha subito il controllo fiat da decenni. ormai non ha più un'identità, è una fabbrica e basta.

evobus non ha stabilimenti suoi, ma ci sono piccoli carrozzieri italiani (tomassini è uno) che usano prevalentemente telai mercedes, per scelta, un pò come la irizar che sceglie gli scania.

altra carrozzeria storica italiana è la menarini,che ha fatto innumerevoli cambi di proprietà.
prima la fusione con la Breda (bredamenarinibus), poi mi pare ora appartenga alla man......boh...è un mondo assai complicato dal fatto che ci siano in giro pochissime notizie. anche la sorella Tuttotrasporti trascura parecchio l'argomento (poche pagine spesso un paio) inserite in una rivista votata al 98% ai camion.


ehm..mi sono accorto di non saper quotare, scusate.
il mio intervento è in grassetto. :oops:
 
NEWsuper5 ha scritto:
altra carrozzeria storica italiana è la menarini,che ha fatto innumerevoli cambi di proprietà.
prima la fusione con la Breda (bredamenarinibus), poi mi pare ora appartenga alla man......boh...è un mondo assai complicato dal fatto che ci siano in giro pochissime notizie.
La Bredamenarini è messa maluccio, nei quotidiani bolognesi son frequenti le notizie di scioperi, picchetti e agitazioni sindacali dovute fondamentalmente alla mancanza di lavoro... Ora è di Finmeccanica, non so se in tutto o in parte comunque il controllo è lì; a Bologna girano un sacco di autobus urbani costruiti da loro, meccanica direi IVECO anche se ultimamente l'ATC sta comprando materiale Mercedes.
 
cosa avevo scritto a metà settembre?

ecco l'articolo di tuttotrasporti....

http://www.tuttotrasporti.it/passeggeri/articolo.cfm?codice=361801

STORIA DI UNA FINE ANNUNCIATA
Pubblicata il 29/09/2011

È quella dell'impianto produttivo della Irisbus a Valle Ufita (AV). Premesso che abbiamo il massimo rispetto per i 700 operai dello stabilimento di Valle Ufita, e di altrettanti operatori dell'indotto, che si ritroveranno senza lavoro a fine anno (salvo improbabili operazioni di rilancio), il destino dello stabilimento italiano della Irisbus appariva segnato già nel 2006.
Allora tuttoTrasporti faceva polemicamente notare come dalla fabbrica avellinese fossero sparite nel giro di poco più di un anno sia la linea di montaggio degli Euroclass, sia quella degli interurbani Myway; mentre la fine del Cityclass era già stata decisa. In buona sostanza, tutti i modelli italiani avevano lasciato, o stavano per lasciare, il catalogo Irisbus in favore degli omologhi francesi. Per i linea sarebbe subentrato l'Arway/Crossway, di fatto un aggiornamento dell'Ares by Renault, e per gli urbani toccava al Citelis, di un mezzo Agorà sempre ex-Renault. Una situazione che ci fece titolare: dov'è finita l'"italianità" di Irisbus?
A inizio 2007, a Valle Ufita restavano giusto i turistici new Domino e il fase-out del Cityclass, un po' poco... Poi, in pompa magna, furono annunciati per lo stabilimento irpino ben 8 milioni di euro d'investimento, con l'avviamento di una linea per il Citelis, che fino ad allora era fatto solo in Francia. Peccato che la qualità iniziale di quello italiano non fosse affatto esaltante, al punto che sembravano due mezzi diversi i nostri e quelli di Annonay. Addirittura l'Atm Milano sospese il ritiro di veicoli già assemblati e non rispettò l'accordo quadro che prevedeva altri ordinativi.
Intanto lo stabilimento Irisbus ex-Karosa della Repubblica Ceca cresceva d'importanza, fino ad accaparrarsi tutta la produzione dei veicoli di linea. E tiene per adesso anche la produzione francese di Irisbus, a dispetto di una fabbrica tutt'altro che razionale come quella di Annonay: a due piani e addossata a una collina. E in Francia esiste pure una fabbrica-bis, che è la Heuliez di Rothais, dove gli avveniristici Civis/Cristalis sono ormai usciti di produzione, ma si allestiscono i corti che non fa più Cacciamali (Europolis) e delle belle copie degli urbani originali da 12 e 18 metri (i GX su pianale Citelis).
Perché al di là delle Alpi si continua a lavorare a da noi no? Sostanzialmente perché il Governo francese per salvaguardare l'occupazione dalla crisi del 2008 ha sveltito l'ammodernamento delle flotte (Ratp in primis), garantendo a Irisbus un buon portafoglio ordini. Probabilmente perché il sindacato francese è un osso più duro rispetto a quello italiano. Forse c'è anche un discorso legato alla qualità. In ogni caso, alla fine, l'anello debole della catena è diventato lo stabilimento di Valle Ufita. E Marchionne, uno che non va troppo per il sottile quando si tratta di far tornare i conti, non ci ha pensato due volte ad abbassarne la saracinesca. Del resto la sostituzione del Domino con il Magelys Pro decisa già lo scorso autunno aveva messo in seria discussione la "questione" italiana.
Il resto è storia recente: l'unico paventato acquirente, Di Risio, ha preferito un altro stabilimento Fiat, quello di Termini Imerese (PA). Né si capisce come avrebbe fatto a costruire e vendere autobus con un marchio sconosciuto in Italia, dopo che non ci è riuscito convenientemente il leader del mercato. Irisbus, appunto. E qui nasce la domanda: quale futuro per il Delfino, al di là di Valle Ufita? Attendiamo spiegazioni dalla conferenza del prossimo Salone di Courtrai (a fine mese), ma i rumors anche dai cugini francesi sono preoccupanti: neppure Oltralpe possono continuare a godere degli effetti di un mercato drogato dalle sostituzioni anzitempo del parco circolante. Né è pensabile che il taglio del 75% dei finanziamenti italiani al TPL possa solo svecchiare i nostri bus, altro che ringiovanire?

Danilo Senna
 
modus72 ha scritto:
NEWsuper5 ha scritto:
altra carrozzeria storica italiana è la menarini,che ha fatto innumerevoli cambi di proprietà.
prima la fusione con la Breda (bredamenarinibus), poi mi pare ora appartenga alla man......boh...è un mondo assai complicato dal fatto che ci siano in giro pochissime notizie.
La Bredamenarini è messa maluccio, nei quotidiani bolognesi son frequenti le notizie di scioperi, picchetti e agitazioni sindacali dovute fondamentalmente alla mancanza di lavoro... Ora è di Finmeccanica, non so se in tutto o in parte comunque il controllo è lì; a Bologna girano un sacco di autobus urbani costruiti da loro, meccanica direi IVECO anche se ultimamente l'ATC sta comprando materiale Mercedes.
si, è messa male da oltre un decennio. molti compratori già 10 anni fa si tirarono indietro.

i mezzi che vedi tu forse sono gli ultimi con motore iveco (fine anni 90).
sugli stessi poi misero i motori man, mercedes e deutz.

però si sa sempre troppo poco. con i camion è diverso, ma i bus..... :?
 
E via anche da Confindustria ..
Marchionne è un grande? E' quello che non sbaglia un colpo?

Non so proprio cosa dire .. a me pare che - se riusciamo ad aspettare un altro pò - non serva a nulla andar a piantare la baracca in Serbia, in Polonia o in transatlantico visto che tra non troppo l'Europa ci tirerà un sonoro pedatone nel posteriore.
Dopodichè avremo di fronte due strade: o diventare noi stessi uno stato satellite, tipo Serbia o Montenegro, garantendo così un ritorno degli investitori visto il crollo del costo manodopera .. oppure (come si sente vociferare) dare vita ad una coalizione di genti "operose del Nord" una specie di macroregione (?) che comprenderebbe una parte di Germania, di Austria e tutto l'alto Italia.
In pratica, diventare il capannone produttivo della Merkel ..

Ripeto: non so cosa dire !

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