Forse qualcuno, che dubito abbia mai corso, pensa sia facile arrivare 2º o 3º, quando davanti il tuo compagno di squadra è un puntolino all'orizzonte. Sembra che uno gliela dia sù, tanto per portare a case un gruzzolo di danè... chi fa il pilota, mestiere stupendo e tremendo, fa sacrifici e rinunce, entra in pista e vorrebbe fosse già finita. Saluta famiglia, fidanzata ed amici tutti seriamente preoccupati per lui. Sfida in pista altri come lui che vanno lì per andare più forte, per stare o passare davanti. Sa cosa rischia, anche l'osso del collo, o di staccarlo ad un amico. Si va in pista come i gladiatori nel Colosseo. Ma non ci si pensa. Da quando metti casco e guanti sei solo, anche se adesso hanno la radio. Solo con la tua adrenalina, la tua paura, la tua voglia di vincere, e, se prendi un decimo ogni giro, non è perché non avevi fretta e va bene arrivare dopo, manco per idea. Chi va in pista e vede il primo davanti, lo punta di sicuro, anche se in mezzo ce ne sono altri. Se non lo prende e non lo supera è perché non ne ha. Nessuno scende in pista o in p.s. per timbrare il cartellino. Si va per (cercare di) vincere, rischiando Atlante ed Epistrofeo.